venerdì 4 dicembre 2020

Radicaliperugia: bene le dichiarazioni dell’assessore regionale Coletto in merito all’aborto farmacologico in day hospital

«Apprendiamo con soddisfazione la decisione dell’assessore Luca Coletto di adeguare la regione dell’Umbria alle nuove linee guida del Ministero della Salute in merito all’interruzione volontaria di gravidanza, in particolare per la modalità farmacologica emanate il 13 agosto scorso» dichiarano Michele Guaitini e Andrea Maori rispettivamente segretario e tesoriere di Radicaliperugia.

«Per parte nostra – continuano i due esponenti radicali – fin da giugno abbiamo sollecitato la giunta Tesei con la raccolta di quasi duemila firme in quasi due giorni, presidi di fronte il consiglio regionale e un’azione nonviolenta di mailing durata due settimane.

«Riteniamo che questa decisione sia l’occasione per emanare una nuova delibera che per dare piena applicazione alla legge 194 che garantisce la contraccezione gratis negli ospedali e di adeguare i servizi di interruzione di gravidanza farmacologia attualmente consentita solo negli ospedali di Pantalla, Orvieto e Narni» concludono Maori e Guaitini.


giovedì 26 novembre 2020

Approvato all'unanimità in Commissione Consiliare il protocollo tra l'Istituto penitenziario "Capanne" e il Comune di Perugia

 

"Reinserimento sociale dei detenuti tramite l’impegno lavorativo. È questa, in estrema sintesi, l’essenza dell’atto che abbiamo discusso e votato all'unanimità in commissione oggi, dopo una lunga discussione, che ha visto come protagonisti numerosi interlocutori di rilievo, che hanno arricchito e migliorato l’atto. Registro oltretutto con soddisfazione anche l’attenzione da parte della maggioranza su questo tema."


Così il consigliere del Pd Francesco Zuccherini e iscritto a Radicaliperugia, in merito ad un atto presentato dai gruppi del Centro Sinistra a Palazzo dei Priori con primo firmatario il Consigliere stesso. Hanno partecipato alla discussione durante le commissioni il Dott. Luca Verdolini di Frontiera Lavoro, la Dott.sa Elisabetta Chiacchella, docente di Lingua italiana presso la Casa Circondariale di Perugia, la Dott.sa Bernardina Di Mario, Direttrice dell'Istituto penitenziario di Perugia, il Prof. Stefano Anastasia, Garante dei detenuti, il Prof. Carlo Fiorio, vice Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Perugia e i tecnici del Comune di Perugia. 

 

"Un primo obiettivo - prosegue Zuccherini -  è stato raggiunto: dalla settimana scorsa 4 detenuti hanno iniziato il proprio lavoro presso il cantiere comunale. Ora dobbiamo proseguire questo lavoro, impegnandoci a stipulare un nuovo protocollo, condiviso e completo, più aderente alle necessità del Comune, del Penitenziario e soprattutto dei detenuti."



venerdì 20 novembre 2020

Radicaliperugia: finalmente ripristinato il lavoro in esterno per detenuti di Capanne

Radicaliperugia: finalmente ripristinato il protocollo d’intesa tra il carcere di Capanne e il comune di Perugia per il lavoro in esterno dei detenuti. Subito approvare un nuovo protocollo per ampliare le possibilità di inserimenti lavorativi con il coinvolgimento della Cassa delle Ammende.

 

A seguito dell’iniziativa “Ferragosto in carcere” di questa estate, grazie all’iniziativa intrapresa dal Partito Radicale, il consigliere comunale PD  Francesco Zuccherini, accompagnato dal Capogruppo del Pd in Regione Bori, si sono recati presso l’istituto penitenziario di Capanne per una visita. In quella occasione, con i vertici dell’istituto, si è discusso anche dell’aspetto lavorativo dei detenuti.

Ne è seguito un ordine del giorno che è in discussione presso la III commissione del comune di Perugia (primo firmatario lo stesso Zuccherini) per rinnovare e ampliare il protocollo d'intesa tra il carcere di Capanne e il Comune di Perugia per l'impiego di detenuti per piccoli lavori di manutenzione e decoro urbano con il coinvolgimento della Casse delle Ammende, l’ente che eroga finanziamenti per programmi di reinserimento di detenuti e di internati.

Prendiamo atto positivamente che questo ordine del giorno sta accogliendo un consenso da parte della maggioranza e quindi auspichiamo una sua rapida approvazione da parte del Consiglio comunale.

Accogliamo favorevolmente la notizia, comunicata ieri durante i lavori in Commissione, che già tre detenuti hanno appena iniziato i lavori nell'ambito del Comune e che un quarto inizierà a breve sulla base dell’attuale protocollo, riattivato dopo che aveva dormito per qualche anno. Solo con l’iniziativa di sensibilizzazione e di lavoro politico in commissione è stata sbloccata una situazione burocratica insostenibile.

Michele Guaitini, segretario di Radicaliperugia

Andrea Maori, tesoriere di Radicaliperugia

giovedì 12 novembre 2020

Audizione di Chiacchella su ordine del giorno per lavoro dei detenuti di Capanne nel comune di Perugia

Elisabetta Chiacchella di RadicaliPerugia è stata audita oggi in una commissione consiliare del Comune di Perugia nell'ambito di una discussione su un ordine del giorno (primo firmatario Francesco Zuccherini) a favore di progetti per il lavoro dei detenuti del carcere di Perugia nell'ambito dell'amministrazione comunale. Ecco il suo intervento.

I detenuti e le detenute generalmente vivono in ambienti posti fuori mano rispetto all’andirivieni degli scambi fra i residenti liberi di una città, come nel caso del carcere di Capanne situato a circa 15 chilometri da Perugia.  Così le esistenze delle persone ristrette nella propria libertà sono difficili da mettere a fuoco e sovente costituiscono un mondo a parte che gli abitanti locali potrebbero anche non incontrare o incrociare mai. A meno che non si voglia considerare “incontro” il sentir parlare del fenomeno carcerario in termini di criminalità, sicurezza/insicurezza, sovraffollamento, provvedimenti di depenalizzazione, oppure di costi economici. Se intendiamo invece con la parola “incontro” un’occasione di conoscenza e di scambio fra esseri umani, occorre che i cittadini di un certo territorio, se lo ritengono opportuno, si pongano in un ascolto attivo per intercettare le possibilità, invero non frequentissime, di mettersi in contatto con le persone ristrette nella propria libertà.

Progettualità formative tenute all’interno della prigione certamente esistono e permettono così ad alcune persone di entrare sporadicamente nelle strutture, tuttavia moltiplicare attività che aiutino a conoscere più da vicino l’ambiente penitenziario e coloro che ci vivono potrebbe dare un grande respiro sociale all’approfondimento della questione. Il recupero delle potenzialità degli individui e delle loro capacità di esprimersi, la ricostruzione di un percorso di cittadinanza passano necessariamente per l’elaborazione di interventi mirati che rendano conto delle dinamiche interattive con il contesto. In tempi di pandemia, si può immaginare però come queste azioni siano sensibilmente ridotte, fino ad arrivare al quasi azzeramento. (segue)

Radicaliperugia consegnano 1700 sottoscrizioni per chiedere alla Regione l'adeguamento alle nuove linee guida nazionali in materia di aborto farmacologico

L'11 novembre sono state consegnate 1700 sottoscrizioni, raccolte in una settimana, su una petizione promossa da Radicali Perugia lanciata sulla piattaforma Change.org rivolta alla Presidente Tesei e all’assessore alla sanità Coletto per adeguare la Regione Umbria alle nuove linee guida nazionali in materia di aborto farmacologico, annullando la propria decisione dello scorso giugno che di fatto obbliga le pazienti al ricovero, in un momento, tra l’altro, nel quale bisogna cercare di limitare il più possibile gli accessi ospedalieri. In pochi giorni sono state già raccolte quasi duemila firme, segno evidente di come questo problema sia molto sentito dai nostri concittadini.

giovedì 5 novembre 2020

Interruzione di gravidanza, cure a domicilio e day hospital, successo di una petizione promossa da Radicaliperugia rivolta alla presidente Tesei

Radicali Perugia ha lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org rivolta alla Presidente Tesei e all’assessore alla sanità Coletto per adeguare la Regione Umbria alle nuove linee guida nazionali in materia di aborto farmacologico, annullando la propria decisione dello scorso giugno che di fatto obbliga le pazienti al ricovero, in un momento, tra l’altro, nel quale bisogna cercare di limitare il più possibile gli accessi ospedalieri.

 

In soli 2 giorni sono state già raccolte oltre 1.300 firme, segno evidente di come questo problema sia molto sentito dai nostri concittadini.

 

In Umbria, così come in altre regioni d’Italia e in molti altri paesi, prima della delibera di giugno, era possibile praticare l’aborto farmacologico in regime di day hospital o presso il proprio domicilio, sempre sotto assistenza medica. Il ricovero ospedaliero deve rimanere solo una opportunità residuale qualora dovessero sorgere complicazioni o se reputato necessario dalla donna insieme al suo medico.

Diventa urgente quindi emanare una nuova delibera che recepisca le linee guida nazionali emanate sull'onda delle polemiche scaturite dal caso umbro e che fa definitivamente chiarezza sulla necessità di seguire percorsi alternativi al ricovero obbligatorio. La nuova delibera può anche essere occasione per adeguare i servizi di interruzione di gravidanza farmacologica anche negli altri ospedali regionali oltre a quelli di Pantalla, Narni e Orvieto dove sono attualmente presenti.

Inoltre chiediamo che anche in Umbria sia data piena applicazione alla legge 194 per garantire la presenza di medici non obiettori in tutti gli ospedali, per aumentare gli organici dei consultori e per garantire la contraccezione gratuita.

 

E’ ancora possibile firmare la petizione andando all’indirizzo internet http://change.org/abortofarmacologicoUmbria

 

 

Elisabetta Chiacchella, Anna Rita Fiorini Granieri, Michele Guaitini e Andrea Maori – Radicaliperugia.org

lunedì 26 ottobre 2020

Emergenza COVID 19: appello alla Presidente Tesei per adeguare le nuove linee guida nazionali sulla interruzione di gravidanza in day hospital anche per ridurre i rischi di contagio e organizzare servizi di contraccezione gratuiti


Dichiarazione di Elisabetta Chiacchella, Anna Rita Fiorini Granieri, Michele Guaitini e Andrea Maori di Radicaliperugia.

Di fronte alla nuova ondata di contagi da COVID 19 e al rischio concreto di blocco di attività ospedaliera è urgente superare ogni preclusione ideologica in materia di interruzione volontaria di gravidanza e adeguare la normativa regionale alle nuove linee guida nazionali emanate il 13 agosto scorso dal Ministero della Salute.

E’ quanto chiedono un gruppo di esponenti radicali di Perugia alla Presidente della Regione dell’Umbria Donatella Tesei alla luce della nuova emergenza sanitaria e delle nuove linee guida in materia di interruzione di gravidanza e RU 486 in day hospital che stabiliscono la somministrazione della pillola abortiva RU486 in day hospital fino alla nona settimana di gravidanza. Questo adeguamento si fa sempre più concreto di fronte al rischio dell’ennesima sospensione delle prestazioni sanitarie.

 

Si tratta di un passo in avanti rispetto alle linee guida di dieci anni fa che amplia la possibilità di somministrazione dell’IVG nel pieno rispetto della salute della donna e dell’efficacia dei servizi pubblici ospedalieri, attraverso un percorso meno invasivo e più attento alla vita e ai bisogni delle donne.

E’ ora giunto il momento che la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei ritiri la delibera della Giunta che a giugno, in piena emergenza Covid-19, aveva obbligato le donne al ricovero, anche per abortire in modo farmacologico

E’ ora di superare un pregiudizio ideologico a danno delle donne colpevolizzate da norme restrittive.

Prendiamo atto che la stessa presidente, così come tanti altri esponenti del centro destra, ha dichiarato che avrebbero ritirato la delibera in caso di modifica delle linee guida nazionali. 

Non ci sono quindi alibi, ed è l’ora di passare dalle parole ai fatti.

Sarà l’occasione anche per adeguare i servizi di interruzione di gravidanza farmacologia attualmente consentita solo negli ospedali di Pantalla, Orvieto e Narni, mentre non è mai stata organizzata a Terni e Perugia, Da tener presente che presso l’ospedale di Pantalla la rinuncia a servizi sanitari essenziali è attualmente pesante a seguito dell’emergenza COVID.

Pretendiamo che si dia piena applicazione alla legge 194, che all’art 2 garantisce la contraccezione GRATIS, che negli ospedali venga sempre garantita la presenza di medici non obiettori e che vengano aumentati gli organici nei consultori, di cui chiediamo il ripristino in quanto sono stati ormai sotto-finanziati e quasi del tutto abbandonati a loro stessi da anni.

venerdì 25 settembre 2020

Radicali Perugia chiede la convocazione urgente di un Consiglio Grande sull’Università per Stranieri

 

Radicali Perugia chiede la convocazione urgente di un Consiglio Grande sull’Università per Stranieri

 


 

I recenti fatti all’attenzione delle cronache non sono che la punta dell’iceberg di un declino inarrestabile e forse irreversibile della nostra Università per Stranieri, come testimoniano i procedimenti giudiziari che si stanno susseguendo con preoccupante cadenza e il crollo delle iscrizioni.

L’Università per stranieri sta perdendo la sua vocazione di preminente istituzione culturale cittadina a terreno e il dover “elemosinare” la presenza di un campione di calcio per cercare di rilanciarne l’immagine dimostra solo un carattere di provincialismo che sta sfociando in una macchietta tragicomica e che si contrappone all’internazionalizzazione di cui poteva fare sfoggio fino a qualche tempo fa.

Ha senso tenere in vita un ateneo dove ormai il personale supera il numero degli iscritti e che sta dando così tanto discredito alla nostra città?

Mentre di fronte a tutto questo, le istituzioni politiche locali non riescono ad andare oltre a quattro parole vuote di circostanza, crediamo sia giunto il momento che la città intera si interroghi sul ruolo e la funzione che l’Università per Stranieri di Perugia può svolgere in futuro.

Per questo chiediamo la convocazione urgente di un Consiglio Grande.


Michele Guaitini – segretario Radicali Perugia
Andrea Maori – tesoriere Radicali Perugia

sabato 12 settembre 2020

Il consigliere comunale Francesco Zuccherini (PD) presenta un ordine del giorno del centrosinistra sull’occupazione e il reinserimento sociale nel carcere di Capanne dopo la visita con il Partito Radicale

“Una delle finalità e obiettivi della reclusione dei detenuti è il reinserimento sociale dei condannati. Gli istituti penitenziari, a tal fine, come condizione fondamentale per l’occupazione e il reinserimento sociale, organizzano attività lavorative per i detenuti. Un’importante realtà presente al penitenziario di Perugia è quella della Società Agricola all’interno della Casa Circondariale che rappresenta una eccellenza in questo panorama”. Inizia così una nota stampa del Consigliere Francesco Zuccherini in merito ad un atto presentato dai gruppi del Centrosinistra a Palazzo dei Priori. “Molte altre iniziative, grazie anche alla collaborazione di alcune aziende private, sono state messe in campo e sono ancora attive e rappresentano in pieno lo spirito del lavoro che viene svolto presso il Carcere di Capanne”.

 

Grazie all’iniziativa intrapresa dal Partito Radicale, il consigliere Zuccherini, accompagnato dal Capogruppo del Pd in Regione Bori, a ferragosto si sono recati presso l’istituto penitenziario di Capanne per una visita. In quella occasione, con i vertici dell’istituto, si è discusso anche dell’aspetto lavorativo dei detenuti.

 

“In passato il Comune di Perugia – ricorda il Consigliere -  aveva sottoscritto con l’istituto penitenziario un protocollo d’intesa con l’obiettivo di promuovere un programma sperimentale di attività in favore della comunità locale attraverso la realizzazione di progetti integrati tramite l’inserimento lavorativo di detenuti per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. In particolare i campi di attività individuati dal protocollo erano quelli della manutenzione straordinaria del verde pubblico, di edifici e spazi pubblici, ma anche attività formative per il recupero di lavoro artigianale in disuso e protezione civile”.

 

“Con questo atto – conclude Zuccherini – chiediamo di realizzare in tempi brevi un nuovo protocollo d’intesa con l’Istituto penitenziario di Perugia, al fine di favorire un processo di recupero e il reinserimento dei detenuti nella società tramite attività lavorative e di impiegarli presso il cantiere comunale, al fine di realizzare lavori di pubblica utilità”.

lunedì 7 settembre 2020

Radicali e + Europa in piazza a Perugia per il NO al referendum sul taglio dei parlamentari

Raccolta firme a Pian di Massiano
Continua il giro dei mercati per il dialogo con i cittadini attraverso la distribuzione di materiale informativo del Comitato radicale di Perugia per il NO al referendum del 20 e 21 settembre e di + Europa Perugia.

Dopo l'incontro con i cittadini al mercato di Pian di Massiano di sabato scorso, domani è la volta del mercato del Piazzale del Bove mentre giovedì e sabato saremo a contatto con i cittadini in altri mercati della città.

Il nostro NO al referendum nasce soprattutto dalla constatazione che la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari camuffa dietro una irrisoria diminuzione dei costi un rafforzamento delle segreterie e oligarchie di partito. In modo demagogico il taglio dei parlamentari diminuisce la rappresentanza dei cittadini e dei territori senza affrontare la crisi dei sistemi parlamentari (dall'abuso della decretazione d'urgenza al bicameralismo paritario etc...).

Inoltre l'Italia diventerebbe l'ultima in Europa per numero di cittadini rappresenti da un singolo parlamentare.

Per questo, nel silenzio assoluto del dibattito su questi temi, vogliamo informare i cittadini a partire dai mercati della città e nelle piazze.

 

Per il comitato promotore del Comitato:  Elisabetta Chiacchella, Annarita Fiorini Granieri, Andrea Maori.

Per + Europa Perugia Kami Kamajet

 

mercoledì 2 settembre 2020

Costituito il Comitato radicale di Perugia per il NO al referendum del 20 e 21 settembre

Si è costituito il Comitato radicale di Perugia per il NO al referendum del 20 e 21 settembre.

Il Comitato nasce dalle esperienze di rappresentanti radicali, cioè del movimento più referendario della storia d'Italia, vale a dire il più aperto a rendere questi strumenti di democrazia più accessibili possibili.

Il nostro NO al referendum nasce sopratutto dalla constatazione che la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari camuffa dietro una irrisoria diminuzione dei costi un rafforzamento delle segreterie e oligarchie di partito. In modo demagogico il taglio dei parlamentari diminuisce la rappresentanza dei cittadini e dei territori senza affrontare la crisi dei sistemi parlamentari (dall'abuso della decretazione d'urgenza al bicameralismo paritario etc...).

Per questo, nel silenzio assoluto del dibattito su questi temi, vogliamo informare i cittadini a partire dai mercati della città e nelle piazze.

La prima mobilitazione sabato 5 settembre a Pian di Massiano.

Per il comitato promotore del Comitato: Pierluca Cantoni, Elisabetta Chiacchella, Annarita Fiorini Granieri, Andrea Maori,,Kami Kamajet

 

venerdì 14 agosto 2020

"Ferragosto in carcere" a Capanne

Oggi, 14 agosto, nell'ambito delle iniziative radicali" "Ferragosto in carcere" per la conoscenza e la sensibilizzazione sulle questioni carcerarie, il presidente dei consiglieri regionali PD dell'Umbria Tommaso Bori, il consigliere comunale di Perugia Francesco Zuccherini (gruppo PD) e la consigliera generale del Partito Radicale Ilari Valbonesi andranno in visita nel carcere di Capanne di Perugia.

sabato 8 agosto 2020

La Regione dell'Umbria si adegui alle nuove linee guida sulla RU486 e organizzi servizi di contraccezione gratuiti

Dichiarazione di Michele Guaitini e Andrea Maori, segretario e tesoriere di Radicaliperugia

Le nuove linee guida sull'aborto farmacologico emanate dal Ministero della Salute in materia di interruzione di gravidanza e RU 486 in day hospital stabiliscono che la pillola abortiva RU486 può essere usata in day hospital fino alla nona settimana di gravidanza. Si tratta di un passo in avanti rispetto alle linee guida di dieci anni fa che amplia la possibilità di somministrazione dell’IVG nel pieno rispetto della salute della donna e dell’efficacia dei servizi pubblici ospedalieri, attraverso un percorso meno invasivo e più attento alla vita e ai bisogni delle donne. E’ ora giunto il momento che la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei ritiri la delibera della Giunta che a giugno, in piena emergenza Covid-19, aveva obbligato le donne al ricovero, anche per abortire in modo farmacologico.  La stessa presidente, così come tanti altri esponenti del centro destra, avevano dichiarato che avrebbero ritirato la delibera in caso di modifica delle linee guida nazionali. Non ci sono quindi alibi e la Regione Umbria, così come altre Regioni si devono adattare. Sarà l’occasione anche per adeguare i servizi di interruzione di gravidanza farmacologia attualmente consentita solo negli ospedali di Pantalla, Orvieto e Narni, mentre non è mai stata organizzata a Terni e Perugia,

Pretendiamo che si dia piena applicazione alla legge 194, che all’art 2 garantisce la contraccezione GRATIS, che negli ospedali venga sempre garantita la presenza di medici non obiettori e che vengano aumentati gli organici nei consultori, di cui chiediamo il ripristino in quanto sono stati ormai sotto-finanziati e quasi del tutto abbandonati a loro stessi da anni.

lunedì 6 luglio 2020

"RU486 Libere di scegliere" Nuovo presidio martedì 7 luglio di fronte il Consiglio Regionale dell'Umbria


Dopo il presidio tenutosi in concomitanza dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria il 25 giugno 2020, in cui è stato rifiutato qualunque nostro apporto alla discussione in aula, se pur correttamente richiesto, i promotori lanciano un nuovo presidio per la mattina del 7 luglio, a partire dalle ore 10.00 in Piazza Italia. Il messaggio è chiaro: non ci fermeremo finché il governo della Regione non deciderà di tornare indietro sulla decisione adottata sulla RU486 in day hospital. Non siamo disposti a tacere davanti a questo attacco frontale ai diritti delle donne. Non ci sono altre parole per descrivere le decisioni della Regione Umbria, che ha intrapreso una strada che ci riporta indietro negli anni e che vuole negare la libertà alle donne. La decisione di abolire la delibera del 2018 sull’interruzione volontaria di gravidanza è un atto gravissimo, intrapreso in una Regione che era all’avanguardia in tema di salute non solo riproduttiva dagli anni ’70.

In Umbria l’Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) farmacologica è consentita solo negli ospedali di Pantalla, Orvieto e Narni, mentre non è mai stata organizzata a Terni e Perugia, i principali ospedali della Regione e gli unici universitari, dove poche IVG sono possibili solo tramite intervento chirurgico e con attese medie di 3 settimane. Dopo 8 anni di battaglie, dal 2018 era finalmente possibile ottenere l’IVG medica con un percorso meno invasivo e più attento alla vita e ai bisogni per delle donne. La Giunta leghista di Donatella Tesei ha abrogato quella delibera e ora le donne saranno costrette ad un ricovero ospedaliero di 3 giorni e non avranno ancora nulla a Perugia o Terni. Ciò genererà un percorso complesso e ristretto solo alle 7 settimane, aumentando di 5 volte i costi per il sistema sanitario.

Continueremo a chiedere il ripristino della delibera del 2018, ampliando la somministrazione dell’IVG farmacologica anche agli ospedali di Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello e Branca. Pretendiamo che si dia piena applicazione alla legge 194, che all’art 2 garantisce la contraccezione GRATIS, che negli ospedali venga sempre garantita la presenza di medici non obiettori e che vengano aumentati gli organici nei consultori, di cui chiediamo il ripristino in quanto sono stati ormai sotto-finanziati e quasi del tutto abbandonati a loro stessi da anni.

Al Governo nazionale che ha iniziato il percorso di revisione degli indirizzi per l’uso della RU, chiediamo che si possa dare la RU nei Consultori ben organizzati (art 8/194) estendendo il trattamento farmacologico da 7 a 9 settimane come nel resto d’Europa e che questo accada in tempi rapidi, poiché l’estate i servizi sono sovraccarichi e con meno personale. Non siamo disposte/i a far pagare alle donne l’incapacità e l’inadeguatezza dell’attuale maggioranza, né tanto meno siamo disposte/i a cedere a spinte reazionarie che vorrebbero far tornare l’Umbria nel passato, ad un tempo in cui le donne non erano libere di scegliere.

giovedì 25 giugno 2020

Radicali italiani il 2 giugno partecipa al presidio di fronte ad AIFA per Aborto sicuro e contraccezione gratuita per tutti.


Dichiarazione di Alessandro Massari- Radicali Italiani e membro di radicaliperugia: In Umbria come in Toscana, e poi in tutta Italia si garantisca la somministrazione della RU 486

La giunta Tesei-Pillon ha ridotto con un colpo di spugna la possibilità pur minima di utilizzare una metodica alternativa alla pratica chirurgica. Si tratta di un passo indietro molto grave che renderà ancora più difficile la pratica dell’Interruzione volontaria di gravidanza perché costringerà le donne al solito iter burocratico umiliante tra obiettori di coscienza e difficoltà di ogni genere.
Per questo motivo, alle 10, Radicali Italiani a Perugia promuove il presidio “Nessun passo indietro sui diritti delle donne” di fronte al Consiglio regionale dell’Umbria per chiedere libero accesso all’IVG senza obbligo di ricovero, il potenziamento dei servizi pubblici per l’IVG al sicuro e per gli altri servizi di assistenza sui metodi contraccettivi.
L’Umbria prenda ad esempio quanto accaduto ieri in Toscana, Regione che ieri ha fatto una scelta politica ben precisa in questo senso: garantire la somministrazione della Ru486 in ambulatorio, senza alcun bisogno di ricovero

Radicali Italiani prosegue l’iniziativa politica per la legalizzazione effettiva della IVG, per questo motivo proseguiremo il 2 giugno partecipa al presidio Aborto sicuro e contraccezione gratuita per tutti.

Sarà l’ennesimo tentativo di sostegno al Ministro Speranza che ha ben presente la necessità di riformare gliatti amministrativi che oggi impediscono la piena libertà di autodeterminazione delle donne
Ci saremo perché Ministero della salute, aggiorni le linee di indirizzo, datate 2010. 
Ci saremo perché il Consiglio superiore di sanitàelimini l’obbligo di ricovero ospedaliero obbligatorio di tre giorni per la somministrazione dei farmaci
Ci saremo perchè  l’Agenzia italiana del farmaco, Aifa, garantisca la somministrazione per 9 settimane e non solo 7, come accade ora
Ci saremo perché tutte le regioni facilitino  la procedura come in Toscana e si evitino gli ostacoli, come sta accadendo in Umbria

mercoledì 24 giugno 2020

No al ricovero forzato. Libere di scegliere!


La giunta Tesei-Pillon ha abrogato la delibera della passata giunta regionale (DGR1417 del 4 dicembre 2018)  che prevedeva la metodica farmacologica per l’interruzione volontaria di gravidanza in regime domiciliare-assistenziale.  La giunta Tesei-Pillon ha ridotto con un colpo di spugna la possibilità pur minima di utilizzare una metodica alternativa alla pratica chirurgica. Si tratta di un passo indietro molto grave che renderà ancora più difficile la pratica dell’Interruzione volontaria di gravidanza perché costringerà le donne al solito iter burocratico umiliante tra obiettori di coscienza e difficoltà di ogni genere.
La SIGO (Società Italiana Ginecologi ed Ostetrici) ha affermato l’8 aprile 2020 che «si dichiara favorevole a una maggiore diffusione dell’aborto farmacologico, a tutela della salute e dei diritti delle donne, che rischiano di essere negati a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Un impiego maggiormente estensivo dell’aborto farmacologico, finora relegato ad un ruolo marginale, permetterebbe di decongestionare gli ospedali, alleggerire l’impegno degli anestesisti e l’occupazione delle sale operatorie.» 
La delibera della giunta Tesei-Pillon ha cancellato quindi il piccolo spiraglio che si era aperto nel 2018 con la citata - timidissima - delibera della precedente giunta Marini dopo 8 anni di silenzio sulle linee guida nazionali senza però adeguare i servizi pubblici lasciando ancora una volta le donne sole perché l’IVG medica in Umbria è ancora una corsa ad ostacoli. Infatti solo nel 2019 è stato ottenuto che almeno un ospedale nella provincia di Perugia (Pantalla e poi dopo il COVID ad Umbertide), e 2 nella provincia di Terni (Orvieto e Narni) mettessero in atto la procedura di IVG farmacologica lasciando fuori gli ospedali di Perugia e Terni. I consultori nella regione sono ridotti al lumicino e la contraccezione è tutta a pagamento mentre, con i soldi di 3 giorni di ricovero, si spende 5 volte di più che con il day hospital. Questa è la misera eredità della giunta Marini che la giunta Tesei/Pillon vuole ridimensionare sulla pelle delle donne.





Fotocopiato in proprio
23 giugno 2020
Radicaliperugia.org – Giovanni Nuvoli


martedì 23 giugno 2020

Radicaliperugia tra i promotori del presidio del 25 giugno «Nessun passo indietro sui diritti delle donne» di fronte al Consiglio regionale dell’Umbria



Subito il ritiro della delibera Tesei-Pillon e potenziamento dei servizi pubblici per l’IVG al sicuro e per gli altri servizi di assistenza sui metodi contraccettivi

La giunta Tesei-Pillon ha abrogato la delibera della passata giunta regionale (DGR1417 del 4 dicembre 2018) che prevedeva la metodica farmacologica per l’interruzione volontaria di gravidanza in regime domiciliare-assistenziale.  La giunta Tesei-Pillon ha ridotto con un colpo di spugna la possibilità pur minima di utilizzare una metodica alternativa alla pratica chirurgica. Si tratta di un passo indietro molto grave che renderà ancora più difficile la pratica dell’Interruzione volontaria di gravidanza perché costringerà le donne al solito iter burocratico umiliante tra obiettori di coscienza e difficoltà di ogni genere.
La delibera della giunta Tesei-Pillon ha cancellato il piccolo spiraglio che si era aperto nel 2018 con una timidissima delibera della precedente giunta Marini dopo 8 anni di silenzio sulle linee guida nazionali senza però adeguare i servizi pubblici  lasciando ancora una volta le donne sole. Perché l’IVG medica in Umbria è ancora una corsa ad ostacoli. Solo nel 2019 è stato ottenuto che almeno un ospedale nella provincia di Perugia (Pantalla e poi dopo il COVID ad Umbertide) e 2 nella provincia di Terni (Orvieto e Narni) che mettessero in atto la procedura di IVG farmacologica lasciando fuori Perugia e Terni. I consultori nella regione sono ridotti al lumicino e la contraccezione è tutta a pagamento mentre, con i soldi di 3 giorni di ricovero si spende 5 volte di più che con il day hospital. Questa è la misera eredità della giunta Marini che la giunta Tesei/Pillon vuole ridimensionare sulla pelle delle donne.

Per radicaliperugia.org

Annarita Fiorini Granieri
Andrea Maori



sabato 13 giugno 2020

Radicaliperugia su interruzione gravidanza Giunta Tesei. Appello ai parlamentari umbri

LA GIUNTA TESEI RIDUCE LA METODICA FARMACOLOGICA PER L’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA IN COERENZA CON LE MISOGENE MISURE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITA’. UN APPELLO AI PARLAMENTARI UMBRI PER CAMBIARE LE LINEE GUIDA
La giunta Tesei ha abrogato la delibera della passata giunta regionale (DGR1417 del 4 dicembre 2018)  che prevedeva la metodica farmacologica per l’interruzione volontaria di gravidanza in regime domiciliare-assistenziale.  Coerente con una interpretazione restrittiva delle linee guida nazionale, la giunta Tesei a guida Pillon, ha ridotto con un colpo di spugna la possibilità pur minima di utilizzare una metodica alternativa alla pratica chirurgica.
Si tratta di un passo indietro molto grave che renderà ancora più difficile la pratica dell’Interruzione volontaria di gravidanza perché costringerà le donne al solito iter burocratico umiliante tra obiettori di coscienza e difficoltà di ogni genere.
I Radicali a Perugia , fin dagli anni Ottanta, hanno periodicamente organizzato iniziative per introdurre queste nuove metodiche, approfondendo la questione con convegni e iniziative politiche.
E’ ora di spostare l’attenzione verso le linee guida nazionali, che pur lasciando margine di autonomia alle Regioni, è comunque fortemente restrittiva perché costringe comunque la donna ad un’ospedalizzazione. Infatti il farmaco è stato introdotto in Italia con il limite di utilizzo delle 7 settimane e con l’assurda imposizione del ricovero ospedaliero dal momento della somministrazione del farmaco fino all’espulsione della gravidanza, cioè con un ricovero della durata di almeno 3 giorni.
Chiediamo a tutti i parlamentari umbri di farsi promotori di iniziative per la modifica e l’aggiornamento delle linee guida emanate dal Ministero della Salute.

mercoledì 27 maggio 2020

Covid 19: l'attività di controllo e prevenzione e le ordinanze del Sindaco Romizi

L’ordinanza n. 641 emessa dal Sindaco Romizi in seguito ai fatti accaduti in alcune zone del centro storico e di Fontivegge nella serata di venerdì 22 maggio rappresenta solo una inutile vessazione nei confronti degli esercenti di alcune attività già duramente colpite dall’emergenza Covid-19 e che solo da pochi giorni hanno provato a rialzare le saracinesche.
Non sfugge il fatto che alcuni episodi accaduti possano destare preoccupazione, ma i comportamenti irresponsabili di un numero molto ristretto di persone non possono ricadere su una intera comunità, né tantomeno criminalizzare la categoria dei giovani dediti alla “movida”, né punire indiscriminatamente tutti i pubblici esercizi per la stragrande maggioranza rispettosi delle norme e dei protocolli di sicurezza.
Piuttosto non si capisce come mai siano stati del tutto assenti attività di controllo e di prevenzione da parte delle forze dell’ordine che di certo avrebbero potuto svolgere un ruolo dissuasivo e di vigilanza per le situazioni più delicate o potenzialmente pericolose, dal momento che era ampiamente prevedibile che nel primo settimana successivo alla fine del “lockdown” e complice il bel tempo, centinaia di concittadini si sarebbero riappropriati della vita serale del centro storico.
La vicenda di ieri con il passaggio delle “frecce tricolori” sui cieli sopra Perugia è la conferma che certi fenomeni si possono e si devono governare anziché nasconderli dietro ordinanze restrittive che non hanno altro effetto che spostare il problema da una zona all’altra della città oltre che danneggiare economicamente e moralmente i gestori dei locali del centro storico.
Nonostante le attuali norme vietino gli assembramenti e gli eventi pubblici per i quali non sia possibile garantire le distanze interpersonali, è stata data ampia pubblicità, anche tramite i canali istituzionali del Comune, allo spettacolare passaggio delle frecce, lo stesso Sindaco con tanto di fascia tricolore indosso ha fatto parte della folla che ha assistito allo spettacolo e la presenza delle forze dell’ordine, che hanno addirittura provveduto a distribuire mascherine a chi ne era sprovvisto, ha contribuito a rendere maggiormente ordinato un assembramento di persone dove comunque non tutti, fisiologicamente, rispettavano la corretta distanza dagli altri.

martedì 5 maggio 2020

Riccardo Magi deputato +Europa-Radicali Italiani interpella la ministra Lamorgese sulla vicenda dei senza fissa dimora a Perugia

La Ministra Luciana Lamorgese

Dichiarazione di Michele Guaitini e Andrea Maori

Ieri Riccardo Magi, deputato di +Europa-Radicali Italiani-CD ha depositato una interpellanza parlamentare rivolta alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese sulla vicenda dei cittadini senza fissa dimora presso i locali di Sant’Erminio.
E’ quanto rendono noto Michele Guaitini e Andrea Maori, rispettivamente segretario e tesoriere di Radicaliperugia.
Il coinvolgimento della responsabile del Viminale si è reso necessario dopo l’incredibile decisione dell’amministrazione comunale di ordinare uno sgombero senza fornire alternative all’attuale situazione, con il rischio di aumentare i rischi di disagio sociale e contro i vari decreti governativi per il contenimento della pandemia da COVID 19.
L’interpellanza fa seguito a molteplici segnalazioni delle associazioni di volontariato e da forze politiche del centrosinistra comunali e regionali che hanno sottolineato più volte come le attuali amministrazioni navighino a vista senza linee guida chiare su standard e modalità di gestione.
Per questo nell’interpellanza – concludono Guaitini e Maori – si chiede un coinvolgimento diretto degli organi territoriali del Ministero dell’Interno per sapere «quali soluzioni alternative si intendono mettere in atto almeno fino al perdurare delle condizioni di emergenza da Covid 19, al fine di soddisfare le primarie esigenze abitative delle persone senza fissa dimora presenti sul territorio perugino e quindi, delle connesse tutele della salute individuale delle
stesse persone e della salute collettiva; quali provvedimenti intende prendere per risolvere in tempi più rapidi possibile, in collaborazione e in sinergia con il terzo settore e il mondo del volontariato, una soluzione strutturata di lungo periodo che permetta di fornire assistere ai senza fissa dimora e alle persone con evidenti fragilità in situazione di grave marginalità sociale a seguito della grave decisione del Sindaco di Perugia»

Perugia, 5 maggio 2020

venerdì 24 aprile 2020

L’ordinanza del comune di Perugia sullo sgombero dei cittadini senza fissa dimora da strutture comunali


 

Lo sgombero delle due strutture comunali del CVA e della palestra di Sant’Erminio di cittadini senza fissa dimora prevista da un’ordinanza del sindaco Andrea Romizi è drammaticamente contraddittoria e può avere effetti contrari al suo obiettivo – affermano in una nota Michele Guaitini e Andrea Maori, rispettivamente segretario e tesoriere di Radicaliperugia.
Pur nelle difficoltà derivanti dall’emergenza COVID 19, le due strutture garantivano accoglienza a persone a cui sono stati effettuati tamponi che fino ad oggi risultano negativi. Una situazione rassicurante perché, come sottolineato dalla stessa ordinanza, l’evoluzione dell’epidemia in Umbria è prossima a zero nuovi positivi.
La decisione dello sgombero è stata presa per non creare possibilità di assembramenti, vietati per legge, ma gli effetti di questa decisione può avere effetti drammatici perché costringe i cittadini senza fissa dimora a vagabondare nella città e vivere di espedienti con il rischio di infettarsi.
Troviamo grave che non si sia valutata questa conseguenza e che non si sia neppure cercato di trovare alternative valide per la protezione di questi cittadini e degli operatori delle strutture – concludono Guaitini e Maori.

lunedì 2 marzo 2020

Richiesta di rinvio del referendum contro il taglio dei parlamentari. Il 5 marzo manifestazione di fronte la Prefettura di Perugia


MANIFESTAZIONE A PERUGIA DI FRONTE LA PREFETTURA IL 5 MARZO PROSSIMO ALLE ORE 16.00

Dichiarazione di Andrea Maori, membro del Comitato per il NO alla controriforma e di Michele Guaitini, segretario di Radicaliperugia Giovanni Nuvoli

La scarsa, per non dire nulla informazione, sul referendum costituzionale del 29 marzo prossimo impongono una seria considerazione sullo stato di democraticità in cui si svolgeranno le operazioni di voto e di campagna elettorale.
Un’agenda dei media quasi tutta focalizzata sul Coronavirus , sta portando in ogni Paese al rinvio degli gli appuntamenti che prevedono impegni e affollamenti di persone, anche a costo di rilevanti danni economici. 
In Italia si sta svolgendo una surreale e impossibile campagna radiotelevisiva per un voto referendario confermativo che evidentemente non si può tenere nella data prevista per il 29 marzo. I calendari delle annunciate trasmissioni di comunicazione politica (tribune) previste dalla Rai sono ridotte a pochissime puntate, all’orario pomeridiano o serali, quando invece il regolamento della Vigilanza prevedeva tanti spazi anche in fasce di massimo ascolto, in modo da raggiungere una varietà di pubblico.
Inoltre le misure per contenere il Coronavirus possono impedire nelle zone rosse lo svolgimento di una piena campagna referendaria, con l’impossibilità di organizzare iniziative.
E’ evidente quindi che lo spazio dedicato alla delicata riforma costituzionale sulla quale gli elettori sono chiamati a esprimersi è estremamente marginale nel dibattito.
Per questo chiediamo al Governo per tramite del Prefetto di Perugia di rinviare la consultazione del 29 marzo prossimo e ripristinare una situazione di correttezza democratica.