giovedì 27 dicembre 2012

Elezioni: Radicali, ignorate regole. Ricorso a Osce e Consiglio d'Europa

(ASCA)- Roma, 27 dic - ''Oggi sono 65 anni dalla promulgazione della Costituzione italiana. Abbiamo deciso di tenere questa conferenza stampa per denunciare una serie di irregolarita' pur essendo partita la campagna elettorale''.

Lo dicono in sala stampa a Montecitorio sia Maurizio Turco, deputato radicale, sia Mario Staderini, segretario del Partito radicale. Quest'ultimo ricorda che nel pomeriggio c'e' l'audizione di Angelo Cardani, presidente dell'Agcom, in commisione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, mentre domani c'e' la convocazione dell'Aula del Senato per convertire in legge il decreto sulla raccolta delle firme necessarie per la presentazione delle liste.

''La par condicio - avverte Marco Beltrandi, deputato radicale che fa parte della Vigilanza - non e' entrata ancora in vigore e non c'e' ancora un calendario delle tribune elettorali. Da qui, e' la denuncia dei Radicali, la violazione di regole e leggi che fanno si' che si sia gia' in campagna elettorale ma senza rispettarne le norme''.

Presenti in conferenza stampa, oltre a Marco Pannella reduce dallo sciopero della fame e della sete per segnalare la drammatica situazione delle carceri italiane, anche i professori Mario Morcellini, preside della Facolta' di Scienze della comunicazione de La Sapienza, Fulco Lanchester, ordinario di Diritto costituzionale a La Sapienza, e Romano Scozzafava, ordinario di cacolo delle probabilita' nella stessa Universita' che hanno sottoscritto insieme ad altre personalita' un documento sulle ''condizioni antidemocratiche delle elezioni del 2013'' oggetto di alcuni ricorsi presso istituzioni internazionali. I riferimenti sono ai mutamenti delle leggi elettorali in regioni come Lombardia e Lazio, oltre alla riduzione del numero dei consiglieri da eleggere, alla data del voto con continue variazioni, alla disciplina di presentazione delle candidature, alla raccolta delle firme come da legge in vigore. Nello stesso documento, si fa presente che ''non e' stata recepita nell'ordinamento italiano nessuna delle indicazioni correttive contenute nel Rapporto della Missione di Valutazione dell'Osce/Odihr relative alle elezioni politiche del 2008''.

Da qui, viene detto, un dettagliato documento inviato a Consiglio d'Europa, Osce e Corte europea dei diritti dell'uomo, oltre che al segretario generale del Consiglio d'Europa per sottoporre ad attenzione le ''gravi violazioni della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali che sono in corso in Italia a proposito delle leggi poste a garanzia della regolarita' del processo elettorale'', insieme alle prolungate disparita' di accesso ai media e nel sistema di finanziamento pubblico ai partiti.

gar/fdv

sabato 22 dicembre 2012

Caro Babbo Natale ti scrivo; lettera dedicata a Marco Pannella, il più cristiano di tutti


di Riccardo Migliorati 

“Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome”
(Giovanni 1,11-12).
Caro Babbo Natale,
è tempo di andare verso il cammino dell'attesa, finiamo le ultime corse per completare i nostri doveri del 2012, poi da domenica ci dedicheremo a pensare solo all'uomo che ci ha cambiato la vita e dà senso alle nostre speranze. Quando si arriva a pochi passi dal 25 dicembre, che per me sono un piccolo cristiano delle valli valdesi riformate,  viene spontaneo cercare le pagine di Giovanni, e lo è ancora di più dopo un anno personalmente molto difficile tra malattie, perdita improvvisa del lavoro, amici e fratelli cari che se ne sono andati, l'ipotesi di mollare tutto con il lavoro che amo di più, quello di scrivere, data la crisi dell'editoria e dei giornali, fino alla chiamata de linkiesta.it...
Nel vangelo secondo Giovanni non ritroviamo le note che ci sono familiari nel tempo di Avvento: qui non ci sono angeli che annunciano la nascita di Gesù né l'inno di lode di Maria, non ci sono i pastori con le greggi che si fanno guidare dalla stella fino alla mangiatoia, né i re magi che portano i loro doni. Il presepe non è di casa nella visione di Giovanni. Nel prologo del IV vangelo Gesù entra nella storia come Parola di Dio che si fa essere umano, parola incarnata. Gesù entra nella nostra storia come luce che rischiara il nostro mondo denso di tenebre.
Ecco, caro Babbo Natale, bastano le tante luci del Natale che decorano le nostre città e che illuminano le nostre case per allontanare le tenebre che ci circondano? Non sono le luci della spiritualità e della ricerca escatologica, a mostrare il mordente e a far dà specchio alla crisi di un modello economico che allarga le povertà, comprime i diritti e rende opache le prospettive delle nuove generazioni, trasformando il lavoro da diritto in privilegio? Cosa possiamo fare per trasformare le lucine di Natale dà semplici addobbi a scadenza, in richiami occasionali capaci di accendere speranze permanenti nei cuori degli uomini?


Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/il-migliorabile/caro-babbo-natale-ti-scrivo-dedicata-marco-pannella-il-piu-cristiano-di-tutti#ixzz2FoCmw3w1

Umbria, alcune osservazioni in merito al progetto di legge regionale sulla cannabis terapeutica

Riceviamo alcune osservazioni di Alberto Sciolari di "Pazienti impazienti" sulla proposta di legge regionale depositata dal consigliere della regione Umbria, Stufara, in merito alla  regolamentazione dell'uso terepaeutico della cannabis. Sulla discussione in atto, radicaliperugia ha avviato una raccolta di firme in calce ad una petizione che pensiamo di consegnare a fine gennaio - primi di febbraio.
A nome di tutte le nostre associazioni, rinnovo la richiesta di sapere se ed in quale fase sarà possibile apportare modifiche al testo depositato, se prima della discussione in commissione (come accaduto nel 2010 per la pdl 58 "Brogi" in Toscana) o solo in commissione, dove le garanzie sono minori e le pressioni dei vari poteri forti (politici, finanziari, sanitari) si manifestano in modo più invasivo. Perchè da questo dato e dalle modifiche che saranno effettivamente adottate, o che ci si impegnerà ad adottare, dipenderà l'atteggiamento dei pazienti e delle altre associazioni che da anni stanno lavorando sul tema a livello multiregionale. E di conseguenza, l'intero nostro approccio all'iniziativa del 30 Gennaio.
Intanto, ecco le prime valutazioni della pdl, in sostanza sono analoghe a quelle da noi fornite la scorsa estate, quando attendevamo un riscontro ed un dialogo diretto che è poi mancato. A quei suggerimenti, si aggiungono ora quelli dettati dalla necessità di prevenire le critiche ed impugnazioni da parte del governo come quelle (pretestuose) mosse alle LR ligure e veneta, sempre ovviamente mantenendo intatti i paletti di base e lo scopo della legge. Invece nella versione attuale, la pdl umbra purtroppo sarebbe la più restrittiva e dannosa per i pazienti tra tutte quelle approvate o attualmente in discussione nel nostro Paese, col rischio di creare un pericoloso precedente negativo in una fase delicatissima.
A parte qualche inesattezza nella relazione introduttiva e qualche errore di battuta, nel testo della pdl sono presenti disposizioni profondamente contraddittorie. Nel preambolo è vero si citano correttamente i possibili usi medici da includere o comunque da non discriminare a priori, dato che sono sempre più numerose le evidenze documentate da studi internazionali, per moltissime indicazioni. Ma in numerosissimi altri punti nel testo invece, si limita drammaticamente il campo, ed il risultato pratico è confuso e di pericolosa attuazione, dal momento che in Umbria si parte dallo zero assoluto. Invece di aiutare malati e medici ad accedere ad una cura già lecita, questa pdl rischia di chiudere molte porte, principalmente per il troppo stretto ed equivoco legame alle terapie del dolore.

Con l'Art.1 comma 2, la Regione "detta disposizioni relative
all'utilizzo dei farmaci cannabinoidi per la terapia del dolore e per le cure
palliative, nonché per l'uso sperimentale
per i pazienti affetti da malattie
neoplastiche e da patologie croniche e degenerative."
Decidere quali sono le terapie di utilizzo per delle sostanze non ci sembra il compito di una legge regionale, che dovrebbe piuttosto organizzare che siano messe a disposizione della comunità medica, mentre spetta semmai all'Aifa ed alla comunità scientifica, indicare i campi di utilizzo, ed al medico in ultima analisi col consenso informato del paziente, decidere il percorso terapeutico individuale.
Scrivere di "uso sperimentale", che di norma prevede rigidi protocolli e criteri di inclusione ed esclusione e non è certo sinonimo di "cura" o "trattamento", e per soli malati di tumore e patologie degenerative fa gelare il sangue, come pure il continuo riferimento esclusivo al fine vita, alle patologie incurabili ed al dolore quando si delinea il campo di applicazione della legge.

Sulla stessa linea è l'Art.2 (principi)
1. Le strutture sanitarie che erogano cure palliative e terapie del dolore
assicurano un programma di cura individuale per il malato e per la sua
famiglia ...
Qui non sembra neanche che si stia parlando di cannabinoidi, forse questo articolo è rimasto intatto da maggio 2012, quando l'oggetto della legge recitava: " Disposizioni per favorire ed agevolare la somministrazione ad uso terapeutico dei cannabinoidi e dei farmaci contenenti i principi attivi della cannabis e disposizione per garantire l'accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative ."

All'Art.3 (Definizioni), il punto
b) "malato": la persona affetta da una patologia ad andamento cronico
ed evolutivo, per la quale non esistono terapie, o, se esse esistono,
sono inadeguate o sono risultate inefficaci ai fini della stabilizzazione
della malattia o di un prolungamento significativo della vita, nonché la
persona affetta da una patologia dolorosa cronica da moderata a
severa
è arbitrario e parecchio discriminatorio, ai fini della pdl preferivamo il nostro 
  • malato”: la persona affetta da una patologia o da sintomi che, secondo il proprio medico e/o letteratura scientifica, potrebbe trarre beneficio dalla terapia con cannabinoidi.
ed anche TUTTI gli altri punti, dal c) allo j) riguardano esclusivamente cure palliative, malati teminali, hospice e terapia del dolore, non c'è alcuna possibilità per i medici ospedalieri fuori da questa rete di prescrivere ed utilizzare questi farmaci.

L'Articolo 4 (Disposizioni generali) è incredibilmente "aperto" e contraddice quanto scritto negli articoli precedenti e nei successivi:
1. I farmaci cannabinoidi possono essere prescritti da tutti i medici
ospedalieri che hanno in cura il paziente ricoverato o seguito
ambulatorialmente, dai medici di famiglia e medici di medicina generale
che assistono il malato nelle diverse strutture residenziali e territoriali
diverse dall'Ospedale, quali: l'ambulatorio del medico di famiglia,
l'ambulatorio specialistico territoriale, il domicilio del malato, day hospital,
il day hospice, la RSA, il CRMl.
Quindi possono essere prescritti, ed i malati possono curarsi, bene, giusto, poi quando stabilisce chi pagherà, ci si allarga addirittura troppo:
"la spesa per le cure è interamente a carico delle ASL e delle Aziende Ospedaliere"
  vale in effetti per gli specialisti ospedalieri e l'uso o la fornitura in ambito ospedaliero, ma la prescrivibilità a carico del SSN di un farmaco prescritto dal medico di famiglia o MMG per uso extra-ospedaliero dipende dalla fascia in cui quel farmaco viene inserito dall'AIFA, mentre purtroppo per le preparazioni magistrali è una possibilità esclusa per legge.
Infatti il comma 3. dello stesso articolo contraddice questo stesso comma 1, mentre il comma 4. stabilisce esplicitamente che le preparazioni magistrali siano a carico del SSR anche nel caso di prescrizione del MMG ed uso extra-ospedaliero, cosa non ammessa dalla normativa attuale.
Comma 5.: il consenso informato del paziente in realtà serve solo per farmaci esteri e prescrizioni "off-label" anche di galenici, forse una Regione può decidere di richiederlo in tutti i casi, non lo sappiamo ma non vorremmo che ci si sovrapponesse alle norme nazionali, forse se è stabilito che non serve non è neanche lecito esigerlo.

L'Articolo 5 (Inserimento nelle Reti regionali per le cure palliative e la terapia del dolore) di per sè sarebbe anche condivisibile, se fosse un di più, l'attivazione di ulteriori strutture e medici. Ma in questo contesto, dopo gli articoli precedenti, rischia di porre le basi per un'attuazione rigida e fortemente limitativa. L'Umbria non è certo la California, la cannabis è sempre stata raccontata solo come una droga pericolosa e l'ignoranza è totale anche a sinistra, verrebbe naturale considerare i suoi derivati come un'ultima spiaggia per moribondi, sotto rigido controllo perchè con questi veleni non si sa mai.

L'Articolo 8, comma 1. istituisce un Comitato tecnico-scientifico
2. La Giunta Regionale si avvale del Comitato tecnico-scientifico di cui al
precedente comma per le seguenti attività:
a) definire e garantire i livelli uniformi di accesso e di erogazione delle cure
palliative e della terapia del dolore...

b) promuovere campagne di informazione alla popolazione dell'Umbria
sulle problematiche del dolore e della fase terminale della vita, sul
progetto "Ospedale-territorio senza dolore" e sulla rete delle strutture
deputate alla terapia del dolore ed alle cure palliative
;
di nuovo, sembra non esistano altre possibilità di utilizzo. E' un coro unanime, subito dopo anche l'Articolo 9. parla solo di
"approvvigionamento, da parte del Servizio Sanitario Regionale, dei farmaci cannabinoidi utilizzati per cure palliative e terapia del dolore."
La responsabilità che investe noi e la politica regionale travalica i confini dell'Umbria, per questo il nostro auspicio è che si riesca a fare un buon lavoro. I malati hanno bisogno di aperture, non di passi indietro.
Buon fine settimana a tutti
Alberto Sciolari

mercoledì 19 dicembre 2012

Solidarietà a Pannella da parte del Movimento Civico Senese



Riceviamo dal Movimento Civico Senese questa nota che volentieri pubblichiamo.

Il valore di un uomo è dato dalla forza delle sue idee e dalla tenacia con cui le persegue e Marco Pannella è, senza ombra di dubbio, un uomo di valore che non ha mai esitato nel mettere a rischio la propria vita per sostenere battaglie di civiltà.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà al leader radicale per la sua ennesima protesta che conduce attraverso lo sciopero della fame e della sete e per essere, oggi come nel passato, una testimonianza di civismo vero.
Siamo dalla parte di Marco e di tutto il popolo radicale nella lotta contro le condizioni disumane dei detenuti, gran parte dei quali in attesa di giudizio, perché la civiltà di un Paese si misura anche dalle condizioni delle carceri, condizioni che spesso mortificano la dignità umana.
Occorre ribadire come la società abbia il diritto di difendersi e chi ha sbagliato abbia il dovere di pagare il proprio debito con la società, ma allo stesso tempo non è tollerabile scambiare giustizia per vendetta e negare a chi ha sbagliato una possibilità di riscatto.
E’ necessario quindi rivedere l’intero settore della giustizia, evitando che vertenze civili e penali si prolunghino per anni ed anni, riducendo al minimo le carcerazioni preventive ed individuando, per i reati di minor pericolosità sociale, pene alternative al carcere.
Movimento Civico Senese

Solidarietà a Pannella da parte del consigliere regionale Orfeto Goracci, dei Comunisti Umbri

Riceviamo da Orfeo Goracci, consigliere regionale umbro, questa nota che volentieri pubblichiamo.

Nella giornata in cui ho partecipato, insieme ad una delegazione di colleghi Consiglieri guidata dal Presidente Brega, alla visita/incontro con dirigenza e personale addetto della casa circondariale di Terni dove abbiamo discusso in primo luogo della carenza assoluta e preoccupante di personale e qui in maniera asciutta mi permetto di dire che è assurdo "aprire" un nuovo padiglione se prima non viene garantito un adeguato numero di addetti di polizia penitenziaria, sento il dovere di parlare dello stato di salute di Marco Pannella e della causa per cui da una settimana è in sciopero della fame e della sete.
Le sue condizioni di vita sono a rischio. Io da comunista e non pentito, ho spesso e su molti aspetti contrastato Pannella e Radicali sulle loro politiche filo Atlantiche (e di guerra), sul liberismo sfrenato, su politiche filoindustriali ostili ai diritti dei lavoratori e hanno sempre plaudito i vari "massacri sociali", ma non posso non ricordare e dare atto che su temi civili Pannella e i radicali con coraggio e coerenza sono sempre stati all'avanguardia. Ora Pannella sta rischiando la vita per sollecitare risposte sulla situazione delle carceri in Italia. Chiede al Governo e a chi di dovere di pronunciarsi sul diritto di voto dei detenuti, denucia l' incivile situazione (richiamata anche dal Presidente della Repubblica Napolitano) del sovraffolamento che vede la presenza di 67.000 detenuti a fronte di una capienza massima prevista di circa 45.00 e fra questi il 40% sono detenuti in attesa di giudizio. Molti sono "dentro" per reati che potrebbero e dovrebbero essere "scontati" con pene alternative al carcere. Il grado di civiltà di un Paese si misura anche da come tratta i cittadini che scontano una pena e non va mai dimenticato che nella nostra Costituzione il carcere dovrebbe avere funzione rieducativa, riabilitativa e di reinserimento nella società. Tutte cose ad oggi impensabili. Anzi, spesso sono l'esatto contrario. Le richieste di Pannella sono giustissime e da me condivise, chi di dovere risponda
favorevolmente SUBITO. A Marco, che conosco, mi sento di dire FERMATI, dai ascolto ai tuoi medici, c'è ancora tanto bisogno della tua forza, della tua intelligenza, della tua voglia di lottare per i diritti sacrosanti dei detenuti e non solo. Se non ti fermi non potrai più farlo.
Perugia, 17 dicembre 2012
Orfeo Goracci
Consigliere Regionale Comunista Umbro

domenica 16 dicembre 2012

Regione Umbria: parte la petizione in appoggio alla proposta di legge che dispone l'uso terapeutico dei cannabinoidi e dei farmaci contenenti i principi attivi delal cannabis (con alcune proposte per sburocratizzarne l'utilizzo)



 Dal 1° ottobre di quest'anno, grazie all'iniziativa del consigliere regionale Stufara è stata depositata una proposta di legge tesa ad affrontare il tema della somministrazione ad uso terapeutico dei cannabinoidi e dei farmaci contenenti i principi attivi della cannabis attraverso la discussione di proposte di legge, a partire da quella depositata dal consigliere Stufara.


Attraverso l’approvazione di una legge, la Regione dell’Umbria  ha l’opportunità di dare una risposta alla necessità di dare attuazione al diritto alla salute per i pazienti che hanno il bisogno di assumere farmaci a base di derivati della cannabis. Su tutta la questione è in atto una grave disinformazione complice la decennale strategia proibizionistica che ha coinvolto l’intero pianeta in una drammatica quanto fallimentare “guerra alla droga” che ha solo favorito ingenti profitti per potenti quanto pericolosissimi cartelli criminali lasciando sul campo morte, distruzioni ed emarginazione. La proposta di legge, attualmente in discussione presso una commissione consiliare è quindi un punto di partenza importante. Per questi motivi radicaliperugia- Giovanni Nuvoli promuove una raccolta di firme in calce ad una petizione con la quale chiediamo che venga approvata al più presto dal Consiglio Regionale dell’Umbria una legge che disponga l’uso della cannabis terapeutica nell’ambito del pieno diritto di ogni cittadino all’utilizzo di farmaci cannabinoidi, con la possibilità di prescriverli gratuitamente da parte del personale medico responsabile della terapia di cui usufruisce il paziente anche in modo da poterli usare nel caso di cura di tutte quelle patologie (per es. nausea e inappetenza da HIV, spasticità nella Sclerosi Multipla etc…) che non prevedono necessariamente ricoveri ed assistenze mediche o paramediche.
Proponiamo quindi una sburocratizzazione delle procedure di somministrazione in modo da favorirne l’utilizzo, pur sotto controllo medico, da un numero più ampio di pazienti.
Il nostro obiettivo è raccogliere centinaia di firme da consegnare al presidente del consiglio regionale intorno la metà di gennaio 2013.

giovedì 13 dicembre 2012

Perugia, 14 dicembre, presentazione del libro "Al punto di arrivo comune. Per una critica della filosofia del mattatoio" di Francesco Pullia, presidente dell'associazione radicale antispecista "Parte in causa"


Venerdì 14 dicembre, alle 17,30,
sala della partecipazione del Consiglio regionale, Palazzo Cesaroni,
piazza Italia, 2, Perugia,
sarà presentato il libro di Francesco Pullia,
"Al punto di arrivo comune. Per una critica della filosofia del mattatoio", Mimesis, 2012
interverranno
Marco Mamone Capria (Dipartimento di Matematica, Università di Perugia)
Giuseppe Moscati (ricercatore Università di Perugia, redattore rivista "Rocca")
Sarà presente l'autore
Presidente dell’Associazione radicale antispecista “Parte in causa”
Nel solco di una prospettiva delineata, sia pur in contesti filosofici completamente differenti, da un lato da Aldo Capitini e dall’altro da Jacques Derrida, l’autore prospetta in questi saggi una realtà liberata che, senza distinzione di specie, instauri una discontinuità, una rottura rispetto all’antropocentrismo dominante, allo specismo secondo cui la specie umana sarebbe (auto)legittimata a disporre, a proprio piacimento, della vita degli altri esseri senzienti. Guardare al punto di arrivo comune significa, allora, oltrepassare lo scarto tra l’uomo e le altre specie animali, ridefinire lo stesso concetto di diritto, la propria sfera, le proprie attribuzioni, chiudere i conti, una volta per tutte, con quell’olocausto quotidiano con cui, in colpevole indifferenza, la stragrande maggioranza di noi accetta di convivere. C’è necessità di un cambiamento radicale che, nel nome di una politica basata sulla nonviolenza, sulla consapevolezza dell’interrelazione tra forme viventi, sulla compassione universale, segni una presa di distanza dall’umanesimo predatorio e proclami a partire da subito, qui ed ora, l’avvento di una rivoluzione copernicana tanto attesa quanto ormai improcrastinabile. Un libro che scaturisce dal vissuto.

mercoledì 12 dicembre 2012

Gasdotto Brindisi Minerbio, approvata la mozione: l'Umbria dice no


Da Perugiatday.it dell'11 dicembre 2012
Il Consiglio regionale ha approvato la mozione contro il gasdotto Brindisi-Minerbio, con cui si chiede di mettere in campo tutte le azioni possibili per verificare la possibilità di revisione del progetto.
 Approvata dall'Aula di Palazzo Cesaroni, con 17 voti favorevoli e 5 astenuti, la mozione contro il gasdotto Snam Brindisi-Minerbio, con cui si chiede di mettere in campo tutte le azioni possibili per verificare la possibilità di revisione del progetto, chiedendo anche conto dei motivi per cui non si stiano prendendo in esame auspicabili soluzioni alternative, anche in considerazione di corridoi infrastrutturali già esistenti. Seduta straordinaria con altre Regioni interessate- Si chiede che anche la Regione Umbria, insieme alle altre regioni interessate dal progetto, chieda una seduta straordinaria della Conferenza Stato-Regioni per promuovere gli opportuni ed urgenti approfondimenti sulla questione, ancor più dopo il terremoto in Emilia Romagna.
Mozione votata da maggioranza e opposizione- Si è evidenziata una trasversalità nelle aderenze al testo proposto dai consiglieri di maggioranza Dottorini, Brutti (Idv), Bottini (PD), Stufara (Prc-FdS), Goracci (Comunista umbro), Buconi (Psi) e Carpinelli (Marini per l'Umbria), votato infatti anche dai consiglieri di minoranza Lignani Marchesani, De Sio e Mantovani (Pdl), mentre si sono astenuti gli altri consiglieri del Pdl: Nevi, Monni, Valentino, Rosi, e Modena.
L'appunto della Monacelli- La mozione è stata invece apertamente contestata dalla portavoce dell'Udc, Sandra Monacelli, che non ha votato la mozione ritenendola un atto "non utile ad affrontare un problema più complesso di una questione ambientale perché connesso con le esigenze dell'approvvigionamento energetico e comunque meritevole di essere discusso in altre sedi istituzionali e non con una mozione".
Grave impatto in una zona sismica- Il relatore in Aula, Oliviero Dottorini (Idv), ha detto che con questo atto, che discende da quello originato tempo fa a firma Dottorini-Brutti-Stufara-Goracci, si intende "stimolare a livello nazionale un confronto sulla opportunità di un progetto dal gravissimo impatto ambientale in una zona per di più sismica. L'infrastruttura dovrebbe snodarsi per 687 chilometri e dovrebbe attraversare il territorio umbro nella fascia appenninica per un tratto di circa 120 chilometri, interessando i comuni di Cascia, Norcia, Preci, Sellano, Foligno, Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Gubbio, Pietralunga, Città di Castello.
Progetto Appennino parco d'Europa- Tra l'altro, il tracciato previsto coincide, per l'Umbria, con il progetto Ape (Appennino parco d'Europa): il più importante progetto di sistema avviato in Italia e finalizzato alla conservazione della natura e allo sviluppo sostenibile. Il tracciato, nel solo tratto Foligno-Sestino, interseca 19 fiumi e torrenti principali, numerosi fossi, causando circa 35 attraversamenti.
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Siti importanza comunitaria- Lo stesso tracciato attraverserebbe poi 3 aree Sic (Siti importanza comunitaria): Fiume Topino, Boschi del bacino di Gubbio, Boschi di Pietralunga. Il progetto - ha detto Dottorini - andrebbe ad alterare irrimediabilmente il paesaggio umbro, compromettendo l'attività turistico-naturalistica ad esso legata. Oltre a ciò, il gasdotto dovrebbe attraversare territori ad alto rischio sismico, come riconosciuto dal Ministero per l'ambiente nell'istruttoria della Commissione VIA (Valutazione impatto ambientale).

martedì 11 dicembre 2012

"Radicali, partita truccata per vietarci il Parlamento", intervista a Mario Staderini su "Il Fatto Quotidiano"

Dalla Rassegna stampa


Radicali fuori dal Parlamento. Questo potrebbe essere lo scenario che attende il partito fondato da Marco Pannella se non riuscirà a raccogliere le circa 160 mila firme necessarie per presentare la lista alle elezioni politiche. Per il segretario, Mario Staderini, "siamo sotto gli standard minimi della democrazia".
Staderini, veniamo subito al punto: il problema è che non avete trovato un accordo con un grande partito, come nel 2008 con il Pd?
Non siamo mica dei panda. Noi non vogliamo sopravvivere a tutti i costi, chiediamo uno Stato di diritto.
 Perché adesso non c'è?
L'intero processo elettorale non è democratico. Non si sa ancora quale sarà la data delle elezioni né con quale legge elettorale voteremo.
 Il Porcellum è vivo e vegeto e se un governo cade durante la legislatura, dopo due mesi si va al voto.
D'accordo, ma questo momento è davvero particolare.
 Come mai?
Perché le firme vanno raccolte in tutti i collegi, e se non hai autenticatoci sul territorio il ministero non te li concede. Di più, nel Lazio e in Lombardia, dove si vota anche per le elezioni regionali, non ci sono proprio i moduli a disposizione. Le istituzioni se ne fregano. La raccolta delle firme si è trasformata in uno strumento per non far accedere al gioco chi è fuori dalla partita.
Ovvero solo chi ha un gruppo in parlamento è esente.
Quindi potrebbe essere un problema anche per il Movimento 5 stelle. Esatto. E noi, a differenza loro, non ci concentriamo solo sul nostro risultato elettorale ma cerchiamo di garantire un diritto. Per non parlare degli spazi negati in tv e le tribune politiche cancellate.
Quindi cosa farete?
Porremo la questione a Giorgio Napolitano, perché si impegni a far partecipare tutti nel rispetto delle regole, ora il pallino è nelle sue mani. Oggi è presidente di una Repubblica senza diritto, di uno Stato in flagranza criminale, e noi non vogliamo giocare una partita truccata.
Sta dicendo che preferite non presentarvi?
Non ci saremo se non possiamo usare il nostro simbolo (ndr.) all'interno di una coalizione. Nel 2008 siamo stati vittime di un ricatto: o entravamo nel Pd o stavamo fuori del tutto. Poi però avete agito autonomamente in molte occasioni. Il Pd in questi anni ha preferito evitare il dialogo con noi, ma hanno il dovere di rispondere ai loro stessi elettori. Se ci fosse una vittoria del centrosinistra senza il patrimonio radicale sui temi etici e della giustizia sarebbe una vittoria monca.
Suona come un appello a Bersani.
Al segretario del Pd, come anche a Vendola o alle forze del centrodestra, mi appello perché intervengano sulla democraticità delle elezioni, a supporto della nostra lotta che è per il diritto di tutti. Chi non si batte è complice.
Non avete pensato di discutere con il quarto polo arancione, fortemente schierato sui temi etici e sulla giustizia?
Dialoghiamo con tutti, ma bisogna capire cosa si intende per giustizia. Quella "alla Di Pietro" non ci interessa.
Insomma, Bersani o morte.
A Bersani importa qualcosa della nostra situazione? Se qualcuno si facesse carico di questa lotta, che è la stessa di quella per la giustizia e l'amnistia, sarebbe un fatto politicamente rilevante.

domenica 9 dicembre 2012

Perugia, 14 dicembre, presentazione del libro "Al punto di arrivo comune. Per una critica della filosofia del mattatoio" di Francesco Pullia, presidente dell'associazione radicale antispecista "Parte in causa"


Venerdì 14 dicembre, alle 17,30,
sala della partecipazione del Consiglio regionale, Palazzo Cesaroni,
piazza Italia, 2, Perugia,

sarà presentato il libro di Francesco Pullia,
"Al punto di arrivo comune. Per una critica della filosofia del mattatoio", Mimesis, 2012

interverranno

Marco Mamone Capria (Dipartimento di Matematica, Università di Perugia)

Giuseppe Moscati (ricercatore Università di Perugia, redattore rivista "Rocca")

Sarà presente l'autore
Presidente dell’Associazione radicale antispecista “Parte in causa”

Nel solco di una prospettiva delineata, sia pur in contesti filosofici completamente differenti, da un lato da Aldo Capitini e dall’altro da Jacques Derrida, l’autore prospetta in questi saggi una realtà liberata che, senza distinzione di specie, instauri una discontinuità, una rottura rispetto all’antropocentrismo dominante, allo specismo secondo cui la specie umana sarebbe (auto)legittimata a disporre, a proprio piacimento, della vita degli altri esseri senzienti. Guardare al punto di arrivo comune significa, allora, oltrepassare lo scarto tra l’uomo e le altre specie animali, ridefinire lo stesso concetto di diritto, la propria sfera, le proprie attribuzioni, chiudere i conti, una volta per tutte, con quell’olocausto quotidiano con cui, in colpevole indifferenza, la stragrande maggioranza di noi accetta di convivere. C’è necessità di un cambiamento radicale che, nel nome di una politica basata sulla nonviolenza, sulla consapevolezza dell’interrelazione tra forme viventi, sulla compassione universale, segni una presa di distanza dall’umanesimo predatorio e proclami a partire da subito, qui ed ora, l’avvento di una rivoluzione copernicana tanto attesa quanto ormai improcrastinabile. Un libro che scaturisce dal vissuto.