lunedì 28 maggio 2007

Gay Pride Mosca. Marchesani, "non meritano solidarietà"

Pubblichiamo la proccupante dichiarazione del consigliere regionale dell'Umbria Andrea Lignani Marchesani, in merito alle gravi violenze subite dall'onorevole Luxuria, all'arresto dell'europarlamentare Marco Cappato e del funzionario della commissione libertà pubbliche del Parlamento europeo Ottavio Marzocchi e di altri politici e parlamentari europei impegnati a sostegno il diritto di manifestare liberamente.
I due militanti del Partito Radicale Nonviolento, Nikolaj Khramov e Sergej Kostantinov, anch'essi arrestati durante i disordini provocati da gruppi di ultra-nazionalisti, sono stati rinviati a giudizio per il processo che si terrà l'8 giugno, imputati per resistenza alla forza pubblica.





[youtube http://www.youtube.com/watch?v=29tC0GynknI]


GAY PRIDE: “A MOSCA UNA  PROVOCAZIONE PER UN PAESE CHE DOPO 70 ANNI DI COMUNISMO RISCOPRE I VALORI TRADIZIONALI” - PER LIGNANI (AN) GLI ONOREVOLI GUADAGNO E CAPPATO “NON MERITANO SOLIDARIETÀ”


(Acs) Perugia 28 maggio 2007 – “Quando ci si pone in maniera provocatoria in un contesto sociale che faticosamente si sta reinserendo in un ambito di valori tradizionali forti, dopo 70 anni di prevaricazione comunista, si dovrebbe sapere a cosa si va incontro”. Così il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (An) commenta quanto accaduto ieri a Mosca dove, durante una manifestazione a favore del Gay Pride, sono stati aggrediti e arrestati alcuni manifestanti tra i quali gli onorevoli Vladimir Guadagno (Luxuria) di Rifondazione comunista e Marco Cappato della Rosa nel Pugno.
L’esponente di An aggiunge poi che se le reazioni alla manifestazione hanno prodotto come risultato “qualche piccola spinta o scalfittura o qualche parola un po’ pesante, non c’è da preoccuparsi troppo: la violenza non ha mai giustificazione, ma il comportamento dell’onorevole Guadagno, se è ormai tollerato in una società secolarizzata come quella italiana, può trovare forti controindicazioni in altri contesti. Se fosse coerente – prosegue Lignani - il signor Guadagno dovrebbe tenere simili sit-in in paesi di cultura islamica, di cui i suoi referenti partitici si ritengono amici per vedere cosa accade. E non tenere spettacolini sull’infibulazione come quello proposto di recente a Città di Castello per il quale, tra l’altro, è stato pure retribuito dall’Amministrazione comunale”.Secondo Lignani “l’Umbria non è la Russia e certamente gli atteggiamenti di Cappato e Guadagno sarebbero e sono stati tollerati, ma di certo la nostra terra vive di profonde tradizioni che ne sono lo specchio e al tempo stesso motivo di attrattiva culturale ed economica, oltre che ovviamente religiosa.
Ecco perché questi signori non meritano solidarietà, ma al contrario un monito affinché moderino atteggiamenti invisi, a prescindere dalle appartenenze politiche, alla stragrande maggioranza degli umbri e degli italiani”.
RED/tb
Fonte, [acslista] Comunicato ACS del: 28/5/2007 ore: 13.37.14


Il Centro di Iniziativa Radicale di Perugia, unitamente al Circolo Radicale Ernesto Rossi di Terni e all'associazione Arcigay Omphalos di Perugia hanno inviato a Marco Cappato questo messaggio di solidarietà per l'accaduto.


Caro Marco,
un caro abbraccio e tutta la nostra solidarietà per quanto accaduto oggi a Mosca. C'è stata molta preoccupazione nei confronti tuoi e per militanti dei diritti civili che hanno subitto le aggressioni.


domenica 27 maggio 2007

Arrestato a Mosca Marco Cappato

Arresto di Marco CappatoMarco Cappato, parlamentare europeo radicale, segretario dell'Associazione Coscioni, in delegazione per il Partito radicale a Mosca da venerdì, è stato arrestato insieme agli altri componenti della delegazione del Partito radicale oggi nella capitale russa, nel corso di una manifestazione per consegnare una lettera al Sindaco di Mosca, dopo il divieto per la tenuta del Gay Pride stabilito ieri.

La delegazione del Partito radicale, guidata da Marco Cappato, deputato europeo, e da In'T Veld, deputata europea olandese, Ottavio Marzocchi, funzionario commissione libertà pubbliche del Parlamento europeo, insieme ai radicali russi, è in missione in Russia per sostenere e incontrare anche coloro che in Russia si mobilitano contro la limitazione delle libertà di manifestazione. Gli arresti sono stati eseguiti nei momenti in cui i militanti stavano recandosi a consegnare la lettera al Sindaco di Mosca. Della delegazione fanno parte anche Vladimir Luxuria, deputata di Rc ed Ivan Scalfarotto.
Mentre veniva distribuito il volantino con il testo della lettera un gruppo di naziskin, alla presenza di un Vescovo ortodosso, scortato da due persone, che dava loro la benedizione, ha cominciato a tirare uova ai partecipanti all’iniziativa nonviolenta e poi a picchiare violentemente i radicali. Subito dopo c’è stato l’intervento della polizia che anziché difendere le persone aggredite ha provveduto ad arrestare i radicali.

Marco Cappato è stato arrestato nel momento in cui chiedeva, urlando, che le forze della polizia garantissero l'incolumità dei militanti dei diritti civili, aggrediti a pugni e calci da alcuni provocatori. Ricordiamo che assieme a lui è stato fermato pure Ottavio Marzocchi, dirigente del Partito Radicale Nonviolento e funzionario al Parlamento Europeo con il gruppo Liberale, oltre che alcuni militanti russi dei diritti civili.


E’ stata costituita presso la sede dei radicali a Roma una cellula di crisi in stretto contatto con la Farnesina e l’Ambasciata italiana a Mosca.


Ecco alcuni frammenti del collegamento che Marco Cappatto è riuscito ad effettuare con Radio Radicale, tramite un telefono cellulare tenuto nascosto.


Mi trovo in una cella all’interno della camionetta della polizia. Siamo qui con alcuni militanti dei diritti civili in Russia”. Così Marco Cappato, in diretta ai microfoni di RadioRadicale, collegato di nascosto con un telefono cellulare. “Alla fine l’autorizzazione della manifestazione non era arrivata, ma noi volevamo solo consegnare una lettera al sindaco di Mosca – ha spiegato l’europarlamentare radicale - il cordone della polizia chiudeva i manifestanti senza però proteggerci da alcuni contromanifestanti che gridavano e si lanciavano contro di noi, lanciandoci oggetti, uova, pugni”.

“Ho personalmente visto anche alcuni di questi contromanifestanti che, prima di venire a lanciare dell’acqua, hanno parlato con i poliziotti che ci avrebbero dovuto difendere. Uno di loro ha cominciato a tirare calci ad Ottavio Marzocchi, ed è allora che ho iniziato a urlare in inglese, chiedendo perché la polizia non ci difendesse. Tempo cinque secondi e sono stato trascinato via da agenti in tenuta antisommossa”.

“Mi trovo in una cella all’interno della camionetta della polizia. Siamo qui con alcuni militanti dei diritti civili in Russia”. Così Marco Cappato, in diretta ai microfoni di RadioRadicale, collegato di nascosto con un telefono cellulare. “Alla fine l’autorizzazione della manifestazione non era arrivata, ma noi volevamo solo consegnare una lettera al sindaco di Mosca – ha spiegato l’europarlamentare radicale - il cordone della polizia chiudeva i manifestanti senza però proteggerci da alcuni contromanifestanti che gridavano e si lanciavano contro di noi, lanciandoci oggetti, uova, pugni”.


“Ho personalmente visto anche alcuni di questi contromanifestanti che, prima di venire a lanciare dell’acqua, hanno parlato con i poliziotti che ci avrebbero dovuto difendere. Uno di loro ha cominciato a tirare calci ad Ottavio Marzocchi, ed è allora che ho iniziato a urlare in inglese, chiedendo perché la polizia non ci difendesse. Tempo cinque secondi e sono stato trascinato via da agenti in tenuta antisommossa”.


Poco dopo lo stesso Ottavio Marzocchi, anche lui dirigente del Partito Radicale Nonviolento, funzionario del gruppo Liberale (ALDE) presso il Parlamento Europeo, è stato caricato. “Ora devo chiudere, hanno aperto il furgone”, così si è chiuso il collegamento in diretta ai microfoni di Radio Radicale.


In questo momento (ore 14.30 circa) Marco Cappato è stato rilasciato.
Agli arrestati è stato richiesto di firmare una dichiarazione nella quale si sostiene che i manifestanti avrebbero attraversato la strada in un posto non permesso.
Mentre è in corso il collegamento con Radio Radicale, il gruppo di naziskin lancia uova contro Cappato ed il suo intervistatore, il tutto davanti al posto di polizia.
David Carretta chiude il collegamento perchè i tafferugli si fanno sempre più pericolosi, nell'assoluta indifferenza delle forze dell'ordine.


Questa è la nuova russia democratica di Putin.


La scheda su Radio Radicale, gli articoli sul Corriere della Sera, La Repubblica, l'Unità.


sabato 26 maggio 2007

UmbriaForPride

RomaPrideIl Centro di Iniziativa Radicale Perugia aderisce all'appello per il pride nazionale che si terrà a Roma il 16 giugno 2007, promosso dagli amici dell'Associazione Omphalos Perugia.


La libertà dei cittadini, la laicità dello Stato, la separazione netta e indiscutibile Stato e Chiesa, la centralità del cittadino nei pensieri della politica nazionale, il rispetto di tutte le minoranze sono priorità assolute per questo Paese. Oggi più che mai! Partecipiamo quindi uniti, solidali e determinati a questa grande manifestazione che pretende pari diritti per ogni cittadino ma anche più libertà per tutti e maggiore indipendenza della politica nel campo dei bisogni della cittadinanza.

Il 16 giugno 2007 a Roma in occasione del Pride nazionale, accanto all’Omphalos Arcigay Arcilesbica di Perugia, marceremo con il loro stesso orgoglio anche noi.




UmbriaForPride


mercoledì 23 maggio 2007

Vado a Riga

Diritti di LGBT a rischio, tratto dal Rapporto Annuale 2006 di Amnesty International


Il 20 luglio 2006, il direttore esecutivo del Consiglio comunale di Riga, Eriks Skapars, ha ritirato il permesso alla comunità gay e lesbica di tenere la marcia del Gay Pride il 23 luglio. La decisione di Eriks Skapars ha fatto seguito alla dichiarazione televisiva rilasciata dal Primo ministro secondo cui egli non poteva «accettare che una parata di minoranze sessuali abbia luogo nel mezzo della capitale, vicino alla Cattedrale. Ciò è inaccettabile. La Lettonia è uno Stato basato su valori cristiani. Non possiamo dare visibilità a cose che non sono accettabili per la maggioranza della nostra società».
Gli organizzatori della marcia hanno sporto denuncia ufficiale al tribunale amministrativo di Riga, riguardo alla decisione di bandire la marcia. Il 22 luglio il tribunale ha deciso di invalidare la delibera di Eriks Skapars' di ritirare il permesso per la marcia. Il 23 luglio la marcia ha avuto luogo come originariamente programmato.
Gli organizzatori e i media che coprivano l'evento hanno stimato che alla marcia abbiano preso parte circa 300 persone. Nel frattempo più di mille persone si sono radunate per formare una protesta contro la marcia. Alcuni dei manifestanti hanno cercato di bloccare la marcia, mentre altri hanno usato gas lacrimogeni e tirato uova contro i partecipanti.
A luglio l'Unità della Commissione Europea su impiego, affari sociali e pari opportunità ha pubblicato il proprio rapporto annuale sull'eguaglianza e la non discriminazione. Secondo il rapporto, la Lettonia era l'unico Paese nell'Unione Europea a non aver raccolto completamente le richieste della Direttiva sulla parità d'impiego e a non bandire esplicitamente la discriminazione nel lavoro sulla base dell'orientamento sessuale


Come osservatore del Segretariato internazionale di Amnesty International, il prossimo 3 Giugno 2007 mi recherò nella capitale della Lettonia, Riga, per seguire il Gay pride.
Con l'occasione cercherò di corrispondere per conto di Radio Radicale e scattare delle foto della manifestazione. La scheda che ho presentato qui sopra è utile per contestualizzare il motivo per cui Amnesty si è interessato dalla vicenda.


Andrea Maori
Segreteria Centro di Iniziativa Radicale Perugia


domenica 20 maggio 2007

Non faccia il radicale

Parliamo della trasmissione “Le Storie” del 18 maggio 2007, condotta da Corrado Augias, giornalista, autore e conduttore televisivo, ex-deputato al parlamento europeo dal 1994 al 1998.
Ospiti Antonio Marchesi, docente di Diritto Internazionale presso l’Università degli Studi di Teramo, e Sergio D’Elia, segretario alla presidenza della Camera, deputato RnP, segretario nazionale di Nessuno Tocchi Caino.
Argomento iniziale della puntata, il libro di Antonio Marchesi edito da Laterza, La pena di morte, una questione di principio, che si è trasformato in uno strano rimprovero alla storia personale e attuale di Sergio D’Elia, condito da rimproveri, giudizi e sentenza finale.


http://video.google.com/googleplayer.swf?docId=-5478440807665252083&hl=it


L'indice alzato e quel fare accusatorio così popolareggiante mi hanno stupito. Corrado Augias è un giornalista, il suo compito è quello di stimolare una discussione, non di trarne le conclusioni, tanto meno personali.
Una contraddizione in termini l'auspicare maggiore umiltà in altri ergendosi a sentenza, oltretutto anti-costituzionale.
Il cuore della storia è la risposta di Augias a Sergio D'Elia che replicando (con grande controllo) al fuori tema della trasmissione (la pena di morte), lo zittisce con un D'Elia, non faccia il radicale.
- No, io sono Radicale.
- Si, ma non lo faccia qui!
- No, io lo faccio ovunque io sono, anche alla camera faccio il Radicale, sono lì per...
- D'Elia, per favore, si moderi.


E' così, mentre si discute il disegno di legge sul riassetto Rai, questa è la linea editoriale del giornalismo politico nella sua emittente più progressista, conduttore blasonato.
Una puntata da vedere e rivedere sotto tutti gli aspetti, l'elogio a Dalema, l'assenza di contestualità, il clima da circo massimo.
Morale sintetica, la costituzione è un’illuminata favoletta che ci ripetiamo senza crederci, la colpa e la pena si scontano per sempre, non ci sono più le mezze stagioni.

La notizia è stata fornita da Radio Radicale.


sabato 19 maggio 2007

Giovanni Nuvoli

L'editoriale di Avvenire, dal titolo Mollate la presa partigiani della morte, chiede all'Associazione Coscioni di fare un passo indietro, insinuando che le gravi decisioni di Giovanni Nuvoli sarebbero in realtà strumentalizzazioni e prese di posizioni politiche che nulla hanno a che vedere con la sua situazione.
Ovviamente Francesco Ognibene, quando scrive che I medici che di Giovanni sono abituati a leggere ogni battito di ciglia conoscono bene quel paziente difficile ma tenace parla senza sapere, ad esempio, che il primario di quell'ospedale si è sempre rifiutato di utilizzare la tavoletta trasparente che ha permesso a Giovanni, quando era letterarmente recluso nel reparto rianimazione, di comunicare con la moglie Maddalena, costringendolo ogni volta ad aprire e chiudere gli occhi per esprimere assenso o diniego alle sue domande.
Non sa infatti Ognibene, che per un malato di Sla nelle condizioni del Nuvoli, aprire e chiudere le palpebre rappresenta una tortura.
E così, nella più completa ignoranza dei fatti, Ognibene prosegue, Proprio ora che dal sintetizzatore vocale col quale Giovanni ha riacquistato almeno un briciolo di libertà di comunicare arriva l'eco inquietante di una volontà fiaccata dalla malattia è indispensabile sapersi muovere senza l'aria di chi ha già scritto il finale della storia, non sa infatti che quel sintetizzatore gli è stato fornito proprio per diretto interessamento dell'Associazione di Luca Coscioni e che le prime parole da lui espresse con questo strumento sono state le richieste di sospensione delle terapie.
Chinarsi sul letto dove un male inesorabile inchioda quell'uomo da anni, ascoltarne ogni parola - e quanto gli costa farsi intendere lui solo lo sa -, sforzarsi di capire quel che non dice, è una necessità che si impone a chiunque voglia interessarsi al suo caso senza la fretta di tirare le somme. Capire per aiutare davvero, se è aiutare che si vuole. Dovrebbero averlo per regola tutti quelli che si affaccendano attorno a Giovanni Nuvoli
" scrive Ognibene, senza curarsi che in quel reparto, preti e vescovi si sono avvicendati solo quando, appresa la notizia della visita dell'euro-parlamentare Marco Cappato e di un medico anestesista, hanno temuto di essere scippati del predominio ecclesiastico sulla vita e sulla morte.
Come per Luca e Piergiorgio, ci apprestiamo ad ascoltare parole altezzose e accusatorie da parte di chi rappresenta, anche se solo editorialmente, la gerarchia vaticana, la stessa che al passaggio del feretro di Piergiorgio Welby chiuse le sue porte, sorda ai più elementari dettami della solidarietà e della pietà umana.
L’articolo termina parlando di speranza, la stessa che durante il referendum sulla legge 40 fu negata a migliaia di malati.
Ma questo, Ognibene lo sa bene.

Nuovo assedio

Aborto, eutanasia e coppie gay i nuovi nemici alle porte della Chiesa, così, tra altri violenti sproloqui monsignor Giuseppe Betori, segretario generale CEI, arringa i fedeli di Gubbio nell’omelia domenicale del 16 maggio.
Auto-proclamandosi novello S. Ubaldo, Betori è arrivato a paragonare tutte le persone impegnate nelle battaglie per il riconoscimento dei diritti umani e della legalità nel nostro paese, alle truppe di Federico I di Svevia, detto il Barbarossa.
Alle parole intolleranti di Betori si è opposto il sindaco di Gubbio Orfeo Goracci che ha parlato di una campagna di preoccupante chiusura antistorica e di una allarmante visione integralista, ricordando che il Comune di Gubbio ispira la propria azione agli ideali di pace, di solidarietà e di cooperazione fra i popoli, anche nel segno della vicenda umana e civile del Vescovo Ubaldo, Patrono di Gubbio, Santo di riconciliazione. Ciò non mi sembra proprio nello spirito e nel messaggio che Monsignor Betori ha lanciato da Gubbio, dove sono prevalse chiusura, integralismo  e scarsa tolleranza.
A criticare la posizione del primo cittadino è intervenuto il capogruppo dell’Udc Enrico Sebastiani, con un intervento al consiglio regionale dell’umbria, diramato dall’Agenzia di informazione del Consiglio Regionale, nel quale afferma che le parole di Goracci sono di una gravità assoluta perché testimoniano la mancanza di rispetto e di tolleranza. E’ lui che mette in atto, con le sue parole, l’integralismo e l’intolleranza. Con quale spirito il sindaco di Rifondazione si permette di contestare l’omelia di un Vescovo che sta parlando in una chiesa ai suoi fedeli?.


E con quale diritto Betori, con le sue paroli sprezzanti e sorde alla carità, insulta fedeli, cittadini, malati gravissimi e omosessuali dal pulpito di una chiesa?


lunedì 14 maggio 2007

12 maggio 2007, La piazza Laica

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E' stata una bella giornata colorata, insieme a moltissime organizzazioni che pur nella diversità si sono spontaneamente unite per ricordare le battaglie e le vittorie della laicità di questo paese.

Molti esponenti politici e ministri sono intervenuti e calorosamente applauditi, mentre, silenziosamente, il pensiero è diventato il rammarico di tanto silenzio quando sarebbe contato compiere scelte più coraggiose, maggiormente riformatrici.
Boselli, parlava di Rosa nel Pugno.
L'ha detto bene Emma, ribadendo a tutti; quando dovrete rivotare, ve lo dimenticherete di nuovo.

Imperdibile la maglietta "I Love Mastella" di Charlie Gnocchi, co-presentatore, insieme a un Cecchi Paone da Corrida.

Davvero bello esserci per.


Se non siete potuti venire, potete guardarvi le foto qui.



giovedì 10 maggio 2007

Il "Fascio di interessi"

Alcune autorevoli voci del mondo universitario perugino, nelle settimane scorse, hanno lanciato, in merito alla eventuale rielezione del Prof. Bistoni a Rettore dell’Università di Perugia, un messaggio preoccupante evidenziando il forte rischio per l’autonomia universitaria prevista dalla Costituzione e denunciando come "passaggio inquietante" la modifica dello statuto per il terzo mandato.


I 1300 elettori dell’Ateneo possono domani offrire un segnale di discontinuità che argini l’infinito rafforzamento di quello che sempre di più appare "fascio di interessi" coinvolgente politica, edilizia, finanza, sanità, nella nostra città, liberando nuove energie sia per l’Università stessa, sia per la vita democratica di Perugia e della Regione.


Che non manchi il coraggio di cambiare! Da cittadini ci sentiamo di affermarlo!


Tommaso Ciacca
Segretario del Centro di Iniziativa Radicale di Perugia


Coraggio Laico

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=H41n4uQjKhM]

 


Sabato 12 Maggio a Roma in Piazza Navona, alle ore 15.30, si terrà la manifestazione/concerto dal titolo Coraggio Laico, promossa dalla Rosa nel Pugno, Sdi e Partito Radicale.


Sarà un occasione per festeggiare il 33° anniversario del referendum sul divorzio, per sostenere, ancora oggi, un modello di famiglia basato su libere scelte d'amore, senza imposizioni di legge o discriminazioni di genere.


Una grande e gioiosa occasione per incontrarsi e sostenere insieme la fragile laicità del nostro paese, per e non contro qualcosa o qualcuno.


Molte organizzazioni politiche, personalità, quotidiani e artisti hanno aderito a questa iniziativa, potrai trovare maggiori dettagli sul sito della Rosa nel Pugno, a questo indirizzo web.


Sempre a Roma, nella Sala delle conferenze di Piazza Montecitorio 123, alle ore 10.00 si terrà il convegno "Il mito della famiglia naturale, la rivoluzione dell'amore civile", potrete trovare tutti i dettagli del programma sull'apposita scheda nel sito di Radio Radicale.


Per chi sceglierà il treno, il modo più semplice di arrivare in Piazza Navona è prendere la metropolitana in direzione Battistini e scendere alla seconda fermata, Barberini (Piazza di Spagna), proseguendo a piedi per le indicazioni ci vogliono circa 10 minuti.


Molti compagni si stanno organizzando, chi in treno, chi in auto, inviando una e-mail all'indirizzo info@radicaliperugia.org, cercheremo di coordinare le partenze.


Mercoledì 9 maggio 2007, all'Hotel la Rosetta di Perugia, alle ore 10.30, il nostro segretario Tommaso Ciacca, ha indetto una conferenza stampa per promuovere la partecipazione alla manifestazione.


Perugia, Coraggio Laico Perugia, Coraggio Laico Perugia, Coraggio Laico

Tra i tanti cittadini e rappresentanti di associazioni e partiti, sono intervenuti;


Francesco Pullia, Comitato Nazionale di Radicali Italiani
Mario Fioriti, Segretario Provinciale PG dello SDI
Vittorio Piacenti D’Ubaldi, Segretario provinciale TR dello SDI
Marco Bocci, Segretario Provinciale PG della Federazione Giovani Socialisti
Stefano Bucaioni, Circolo Omphalos Arcy Gay-Arci Lesbica di Perugia
Adelaide Coletti del forum donne PRC della provincia di Perugia
Carla Fiacchi, consigliere 2a Circ. Perugia di PRC
Maurizio Magnani, Associazione Civiltà Laica
Andrea Maori, Rosa nel Pugno Umbria
Paolo Brutti, Senatore DS
Sarah Bistocchi, Sinistra Universitaria
Verdi dell’Umbria
Giacomo Leonelli, Consigliere DS al Comune di Perugia


Grazie a Radio Radicale, puoi ascoltare l'audio della conferenza.


Coraggio (laico), vediamoci tutti a Roma!


 


sabato 5 maggio 2007

Eutanasia, primi passi verso l'indagine conoscitiva

Perugia, 4 Maggio 2007


Foto con l'Assessore Rosi e MIna WelbyPresso gli uffici della Regione Umbria si è tenuto l’incontro tra una rappresentanza dell'Associazione Luca Coscioni, guidata da Mina Welby, moglie di Piergiorgio Welby e da Giulia Simi, (vice segretario dell’associazione) e l’Assessore alla Sanità dell’Umbria Maurizio Rosi.
Motivo dell’incontro: l’invito ad avviare una indagine conoscitiva sul fenomeno dell’eutanasia clandestina nella nostra Regone. L’assessore Rosi ha accolto una numerosa rappresentanza di medici, cittadini, aderenti all’Associazione Coscioni (erano presenti tra gli altri Tommaso Ciacca, anestesista dell’Ospedale di Spoleto e segretario del Centro di Iniziativa Radicale di Perugia, Paolo Catanzaro presidente della sez. umbra di Psiconcologia, Andrea Maori della segreteria del Centro di Iniziativa Radicale di Perugia, Elisabetta Chiacchella, docente universitaria, Antonio di Bartolomeo, Aldo Bischi, Laura Ghiandone, studenti dell’ateneo perugino).
L’assessore ha manifestato la sua sensibilità al tema oggetto dell’incontro e si è reso disponibile per verificare le condizioni per poter attivare l’indagine richiesta, prendendo contatto con assessorati della sanità di altre regioni.
La volontà comune è quella di avere un riscontro scientifico ed obiettivo circa le condizioni dei pazienti che si trovano in fin di vita tra le mura domestiche e negli ospedali, verificando se vi siano richieste eutanasiche e se queste siano state accolte o meno dai medici curanti (il tutto tramite questionari anonimi) nella nostra Regione. Un approccio laico quindi per aumentare la conoscenza e la consapevolezza di un momento della vita, la morte, relegato oggi in una zona grigia con conseguenze negative per pazienti, familiari e sanitari.

Grazie a Radio Radicale, è possibile ascoltare l'audio della conferenza stampa che si è tenuta al termine dell'incontro.


Tommaso Ciacca


Associazione Coscioni
Centro di Iniziativa Radicale Perugia