mercoledì 23 maggio 2007

Vado a Riga

Diritti di LGBT a rischio, tratto dal Rapporto Annuale 2006 di Amnesty International


Il 20 luglio 2006, il direttore esecutivo del Consiglio comunale di Riga, Eriks Skapars, ha ritirato il permesso alla comunità gay e lesbica di tenere la marcia del Gay Pride il 23 luglio. La decisione di Eriks Skapars ha fatto seguito alla dichiarazione televisiva rilasciata dal Primo ministro secondo cui egli non poteva «accettare che una parata di minoranze sessuali abbia luogo nel mezzo della capitale, vicino alla Cattedrale. Ciò è inaccettabile. La Lettonia è uno Stato basato su valori cristiani. Non possiamo dare visibilità a cose che non sono accettabili per la maggioranza della nostra società».
Gli organizzatori della marcia hanno sporto denuncia ufficiale al tribunale amministrativo di Riga, riguardo alla decisione di bandire la marcia. Il 22 luglio il tribunale ha deciso di invalidare la delibera di Eriks Skapars' di ritirare il permesso per la marcia. Il 23 luglio la marcia ha avuto luogo come originariamente programmato.
Gli organizzatori e i media che coprivano l'evento hanno stimato che alla marcia abbiano preso parte circa 300 persone. Nel frattempo più di mille persone si sono radunate per formare una protesta contro la marcia. Alcuni dei manifestanti hanno cercato di bloccare la marcia, mentre altri hanno usato gas lacrimogeni e tirato uova contro i partecipanti.
A luglio l'Unità della Commissione Europea su impiego, affari sociali e pari opportunità ha pubblicato il proprio rapporto annuale sull'eguaglianza e la non discriminazione. Secondo il rapporto, la Lettonia era l'unico Paese nell'Unione Europea a non aver raccolto completamente le richieste della Direttiva sulla parità d'impiego e a non bandire esplicitamente la discriminazione nel lavoro sulla base dell'orientamento sessuale


Come osservatore del Segretariato internazionale di Amnesty International, il prossimo 3 Giugno 2007 mi recherò nella capitale della Lettonia, Riga, per seguire il Gay pride.
Con l'occasione cercherò di corrispondere per conto di Radio Radicale e scattare delle foto della manifestazione. La scheda che ho presentato qui sopra è utile per contestualizzare il motivo per cui Amnesty si è interessato dalla vicenda.


Andrea Maori
Segreteria Centro di Iniziativa Radicale Perugia


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