venerdì 6 dicembre 2013

L'appello del Comitato promotore della Marcia di Natale 2013 per l’Amnistia, la giustizia, la libertà


Appello del Comitato Promotore Marcia di Natale 2013 per l’Amnistia, la giustizia, la libertà da San Pietro alla Sede del Governo a Palazzo Chigi.

Dopo il Messaggio del Presidente della Repubblica Napolitano, dopo quanto affermato dalla Corte Costituzionale nelle motivazioni di una sua recente sentenza, non ci sono più alibi per non fare ciò che è un obbligo fare se vogliamo che il nostro Paese interrompa la flagranza criminale in cui si trova da troppo tempo per le condizioni inumane e degradanti nelle nostre carceri e per le condizioni della nostra Giustizia, massacrata dall’insopportabile zavorra della sua decennale “irragionevole durata dei processi”.

L’8 ottobre scorso, nel suo Messaggio alle Camere, il Presidente Napolitano, dopo aver ricordato tutta una serie di misure legislative e amministrative da perseguire congiuntamente, scriveva:

(…) “Tutti i citati interventi - certamente condivisibili e di cui ritengo auspicabile la rapida definizione - appaiono parziali, in quanto inciderebbero verosimilmente pro futuro e non consentirebbero di raggiungere nei tempi dovuti il traguardo tassativamente prescritto dalla Corte europea.  Ritengo perciò necessario intervenire nell'immediato (il termine fissato dalla sentenza "Torreggiani" scadrà, come già sottolineato, il 28 maggio 2014)con il ricorso a "rimedi straordinari".”(…)

Il 22 novembre scorso, la Corte Costituzionale, nel depositare le motivazioni della sentenza n. 279/2013, riferendosi alla sentenza Torreggiani e alla scadenza del 28 maggio 2014 dalla Corte EDU, scriveva:

(…) “È da considerare però che un intervento combinato sui sistemi penale, processuale e dell’ordinamento penitenziario richiede del tempo mentre l’attuale situazione non può protrarsi ulteriormente e fa apparire necessaria la sollecita introduzione di misure specificamente mirate a farla cessare.” (…)

Insomma, NON C’E’ PIU’ TEMPO, un provvedimento di AMNISTIA e di INDULTO è strada obbligata se vogliamo smetterla con le torture di Stato in carcere e con la Giustizia negata, perché troppo “irragionevolmente” lunga.

La proposta di Marco Pannella di Marciare il giorno di Natale da San Pietro alla Sede del Governo a Palazzo Chigi, vede formarsi in queste ore un autorevole Comitato di promozione della Marcia.

Perché partiamo da San Pietro, cioè dalla sponda destra del Tevere?  “«Anche Dio è un carcerato, non rimane fuori dalla cella», «è dentro con loro, anche lui è un carcerato” – Non solo perché Papa Francesco ha pronunciato frasi così significative incontrando i cappellani penitenziari  ma, soprattutto, perché proprio all’inizio del suo mandato ha fattodue gesti concreti: ha abolito l’ERGASTOLO all’interno dello Stato Vaticano e ha introdotto nell’ordinamento dello stesso il REATO DI TORTURA, cosa che in Italia ancora non si è fatta a distanza di venti anni dalla firma della Convenzione ONU.

Perché arriviamo davanti a Palazzo Chigi? Per aiutare il Governo e la Ministra Annamaria Cancellieri a svolgere un ruolo di impulso, attivo, nei confronti di un Parlamento, che sembra aver lasciato cadere nel vuoto il messaggio di Napolitano. D’altra parte, a giugno, era stata proprio la guardasigilli a dire “L’amnistia è imperativo categorico morale. Dobbiamo rispettare la Costituzione”.

Primo elenco dei promotori della Marcia di Natale

Don Antonio Mazzi, fondatore delle comunità Exodus
Don Ettore Cannavera, Presidente dei cappellani penitenziari sardi
Eugenio Sarno, Segretario della Uil penitenziaria
Luigi Manconi, Presidente Commissione Diritti Umani del Senato
Patrizio Gonnella, Presidente Associazione Antigone
Marco Arcangeli, Presidente Camere Penali di Rieti
Salvo Fleres, già Garante dei diritti dei detenuti per la Regione Siciliana,
Angiolo Marroni, Garante diritti dei detenuti della Regione Lazio
Stefano Anastasia, presidente onorario Associazione Antigone
Sandro Gozi, deputato Pd, doppia tessera radicale
Valerio Spigarelli, Presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane (UCPI)
Ristretti Orizzont

martedì 3 dicembre 2013

La situazione di radicaliperugia.org, congresso convocato per l'11 gennaio 2014

Dopo la comunicazione ufficiale della Cassazione sul mancato raggiungimento del quorum sui restanti sei referendum sulla giustizia - con un numero di firme molto basso, intorno alle 420 mila -  sono dimissionario dalla segreteria di radicaliperugia.org . La mia elezione di quest'anno era “di scopo”: portare l'associazione alla mobilitazione per la raccolta firme sui referendum, esperienza che tutta l'associazione ha fatto con entusiasmo ed impegno. Fallito quell'obiettivo e non solo per un fatto burocratico legato a scadenze statutarie che in ogni caso mi impongono di convocare il congresso, non mi sento più nelle condizioni di portare avanti questo impegno e declino inviti ad iniziative che nel frattempo si possono creare. Il congresso dell'associazione è convocato per sabato 11 gennaio 2014 presso la biblioteca comunale di San Matteo degli Armeni a Perugia. Andrea Maori

domenica 20 ottobre 2013

45 anni fa, il 19 ottobre 1968, moriva Aldo Capitini, un nonviolento aperto, libero, religioso.

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo.
a.m.
di Mao Valpiana presidente del Movimento Nonviolento.

L’ho visto solo nelle poche foto in bianco e nero. Mi ha sempre piacevolmente stupito il contrasto fra quell’aria austera dietro gli occhiali spessi e il suo indomabile spirito giovanile, aperto e innovativo, in perenne ricerca. Aldo Capitini muore il 19 ottobre 1968. Noi ultra cinquantenni di oggi non l’abbiamo conosciuto, eravamo ancora troppo piccoli. Di lui abbiamo sentito parlare solo qualche anno più tardi, ai tempi degli obiettori in carcere, della legge 772, delle prime esperienze di servizio civile. Abbiamo scoperto così che non siamo stati i pionieri ma che qualche decennio prima di noi un professore antifascista già difendeva l’obiezione di coscienza e organizzava le Marce per la pace. Incominciavamo a muovere i primi passi nel campo sociale e politico, e leggere «Teoria della nonviolenza» o «Le tecniche della nonviolenza» ci faceva intuire quanto è vasto l’orizzonte della nonviolenza e ci invogliava a correre in avanti, per vedere un po’ più in là. Molti nostri coetanei preferivano le barricate, sognavano la guerriglia e sceglievano simboli con i fucili. Noi ci siamo affezionati al fucile spezzato che spuntava dalle pagine della rivista «Azione nonviolenta». Ci sentivamo vicini alla voglia “rivoluzionaria” di cambiamento dei tanti movimenti giovanili di sinistra ma ci allontanava quel loro compiacimento della violenza, a volte “dolorosa ma necessaria”, altre volte “levatrice della storia”.

Il percorso culturale e politico di Aldo Capitini, che abbiamo approfondito leggendo i suoi libri, ci sarà di grande aiuto.

giovedì 17 ottobre 2013

La finta abolizione del finanziamento pubblico ai partiti

Contributo di Michele Guaitin, tesoriere di Radicaliperugia.orgi dal blog http://gattosilvestropg.blogspot.it/

E’ stata approvata dalla Camera la nuova legge che dovrà regolamentare il finanziamento dei partiti politici. Ora la palla passa al Senato per l’approvazione finale. Chi ha approvato la nuova disciplina, e cioè i partiti che sostengono questo Governo, ma anche la Lega, si riempie la bocca come al solito di belle parole, parla di svolta epocale e della fine del finanziamento pubblico dei partiti che d’ora in poi saranno invece finanziati dai privati. E’ lo stesso titolo dell’articolo 1 della nuova legge che sentenzia: “abolizione del finanziamento pubblico dei partiti”. E’ una bugia! Vediamo perché.
La riforma poggia su due ambiti:
1) Donazione dei privati (persone fisiche o società) entro un tetto massimo di 300 mila euro (sic!) che potranno godere di una detrazione irpef pari al 37% per importi fino a 20.000 euro e pari al 26% per importi da 20.001 a 70.000 euro. In più c’è una detrazione irpef pari al 75% (fino a un massimo di 750 euro) per “l’iscrizione a corsi o a scuole di formazione politica” (?!?).
Quindi se ad esempio uno dona 100 euro a un partito politico a sua scelta nel corso del 2014, in fase di dichiarazione dei redditi recupererà 37 euro in termini di minore irpef da versare (da notare che le donazioni per le Onlus entro il tetto massimo di circa 10 mila euro godono di una detrazione del 19% e che il Governo con la legge di stabilità appena presentata diminuisce le detrazioni irpef per le spese mediche, per scuola e università e per gli interessi sul mutuo prima casa dal 19% al 17%).

2) Il sistema del 2 per mille. In sostanza in fase di dichiarazione dei redditi, il contribuente può decidere di destinare il 2 per mille della sua irpef a uno specifico partito politico. Quindi supponiamo che un contribuente debba pagare 5 mila euro di irpef. In fase di dichiarazione dei redditi può decidere di destinare il 2 per mille della sua irpef, pari a 10 euro, a un partito politico a sua scelta. Oppure può decidere di lasciare i 10 euro alla fiscalità generale dello Stato non indicando nessun partito.
In entrambi gli ambiti è facile capire che sempre di finanziamento pubblico si parla
Nel primo caso dei 100 euro destinati al partito, 63 euro li mette il cittadino e37 li mette lo Stato in termini di minore irpef incassata per via delle detrazioni concesse.
Nel secondo caso tutte le quote di 2 per mille destinate dai contribuenti ai partiti vengono a tutti gli effetti messe sul piatto dallo Stato in quanto sottratte dall’irpef della fiscalità generale.
Forse un passo avanti rispetto al passato sperando che non si assista più a elargizioni statali oltre ogni limite di decenza, ma è sempre finanziamento pubblico. Quindi il referendum del 1993 (quasi il  94% di elettori che scelse l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti) resta inesorabilmente calpestato.
Quanto a discorsi più importanti come la trasparenza nei bilanci, la pubblicità degli elenchi dei donatori e le eventuali sanzioni per irregolarità nei bilanci dei partiti… beh lì siamo ancora a livelli preistorici.
Ma c’è un altro discorso importante che va considerato: questa riforma del finanziamento ai partiti rischia di essere una riforma iniqua e classista.
Nella disciplina attuale i partiti si spartiscono un bottino (esagerato) in base ai voti presi alle elezioni, quindi il PD prende un po’ più del M5S (che, va ricordato, in realtà non ha preso neanche un centesimo avendo coerentemente rifiutato il finanziamento pubblico ad esso spettante), che prende un po’ più del PDL e così via in proporzione alla percentuale dei voti delle ultime elezioni.
Un metodo forse discutibile ma oggettivo e “equo” perché ipotizzando una campagna elettorale dove tutti partono alla pari (e sappiamo che non è così) chi è più bravo e prende più voti, prende anche più quattrini.
Con la riforma invece cosa succede?
Mentre col vecchio sistema ogni persona vale nella stessa misura (1 voto),col nuovo sistema i partiti preferiti dai più “ricchi” avranno molti più soldi dei partiti preferiti dai più “poveri”.
Perché da un lato, è ovvio che una persona con maggiori disponibilità economiche ha più possibilità di fare donazioni cospicue ai partiti. Questo ovviamente è vero anche se si decidesse di adottare un sistema totalmente basato sulle donazioni dei privati ma con questa riforma il 26% o il 37% è comunque messo dallo Statocon le tasse di tutti i cittadini.
Dall’altro lato, il 2 per mille dell’irpef dei più facoltosi è molto più consistente del 2 per mille delle persone meno facoltose. Anzi, le fasce più povere della popolazione non pagano irpef, per cui il loro 2 per mille è esattamente pari a zero.
Quindi, enfatizzando il concetto, il maggior finanziamento non andrà al partito che ha preso più voti ma al partito i cui elettori sono i più ricchi e che presumibilmente tenderà a difendere gli interessi di questi gravando per la maggior parte sulle spalle di tutti.
E’ questo dunque un sistema equo? Ciascuno tragga le sue conclusioni.
La legge poi prevede anche un'altra "chicca": fino al 2017 rimarrà in piedi il vecchio regime (con una decurtazione media di circa il 50% dei fondi previsti) affiancato dal nuovo regime. Per cui potrebbe verificarsi anche il paradosso che nei prossimi 3 anni i partiti riescano a incamerare una cifra anche maggiore rispetto a quella prevista dalla legge attuale.
La mia idea è molto più semplice e aderente al risultato referendario: i partiti devono finanziarsi unicamente mediante contributi dei privati (sulle società ci andrei molto più cauto) mediante quote di iscrizione annuali e donazioni libere con un tetto massimo molto inferiore rispetto ai 300 mila euro di questa riforma (proprio per evitare sproporzioni forti nelle donazioni tra chi può molto e chi può di meno) e soprattutto senza alcuna agevolazione fiscale. Poi magari lo Stato può farsi carico di fornire ai partiti e ai movimenti una serie di servizi in condizioni paritarie come mettere a disposizione luoghi per assemblee e convegni, garantire un efficiente servizio di autenticatori per la raccolta di firme, dare modo di pubblicizzare le iniziative politiche, ecc. ecc.
Ad esempio non mi dispiace che in questa nuova legge (perché comunque non è tutta da butare) sia stata inserita la possibilità di fare le donazioni con un sms(tipo quelli solidali).
In questo modo tutti, ma veramente tutti, possono fare una piccola donazione di 1, 2 o 5 euro al proprio partito di riferimento e soprattutto i partiti possono abbinare l'sms a una particolare iniziativa (una raccolta di firme, un convegno, ecc. ecc.) in modo tale che chi la apprezza non avrà difficoltà a fare questa piccola donazione estemporanea. Un modo anche per stimolare i partiti a fare iniziative che vadano incontro alle reali esigenze della cittadinanza.

La lotta per i diritti umani nella paradossale realtà dei servizi per la salute mentale

Ancora crimini: i processi della dipendenza e invalidazione nel circuito della vecchia psichiatria clinica
di Eleonora Favaroni
 
Il volto della follia
 Il 13 maggio 1978 entrava in vigore la legge 180 , la cosiddetta Legge Basaglia  con la quale si stabiliva la definitiva chiusura dei grandi ospedali psichiatrici.
35 anni  sono passati da quel movimento che tanti salutarono come momento di svolta politica e sociale e  videro come profondamente rivoluzionario .
In realtà ancora prima del processo di deistituzionalizzazione , vi   era la forte consapevolezza e certezza che ci sarebbe voluta una battaglia ben più grande  per liberarsi   dal retaggio di un  passato ancora fortemente presente e vincolante.
Lo stesso Basaglia diceva  “ Il rapporto medico-paziente  sarà sempre istituzionalizzato . Questo è il pericolo cui può andare incontro il nostro futuro ospedale comunitario. Ci limitiamo a traslocare entro mura trasparenti la nostra struttura gerarchico-autoritaria”.  (Varese, 1966 Annali Neuropsichiatria ).
Difatti la legge 180 non ha fatto altro che riportare la vecchia  realtà e ideologia manicomiale frammentandola e legittimandola sul territorio tramite altrettante istituzioni totali quali sono oggi i Centri di salute mentale , le CTR e i Reparti di Diagnosi e Cura.

mercoledì 9 ottobre 2013

Giovedì 10 ottobre, ore 21 a Magione ricordo di Giovanni Moretti, studioso del dialetto, socialista, radicale

Giovedì 10 ottobre, ore 21, Teatro Mengoni, Magione
AUTORITÀ, COLLEGHI E AMICI RICORDANO
LA FIGURA POLITICA E CULTURALE DI GIOVANNI MORETTI
Docente universitario, studioso delle forme dialettali umbre, fu amministratore e promotore, a Magione, del Museo della pesca, della Cantina sociale, della Pro Loco

MAGIONE, 5 ottobre 2013 - Giovedì 10 ottobre a Magione pomeriggio dedicato al ricordo della figura del professor Giovanni Moretti. L’iniziativa è organizzata congiuntamente dal comitato di amici costituitosi nel giugno scorso, dal Comune di Magione e dalle associazioni più legate alla sua lunga e importante attività nei campi della politica, della cultura e del sociale.
Su iniziativa e stimolo di Giovanni Moretti, infatti, nasce la locale Pro Loco, la Cantina sociale di Magione, il Museo della pesca di San Feliciano. Al suo impegno si deve l'accordo con i postelegrafonici del Belgio che consentì l’arrivo di centinaia di turisti, tra cui molti giovani studenti, nel campeggio di Monte del Lago e nella Colonia di Torricella. A lui si devono due importanti pubblicazioni: l'Atlante linguistico dei laghi italiani e il Vocabolario del dialetto di Magione, del quale, per l’occasione, saranno messe in vendita le ultime copie.
Il programma prevede alle ore 16, presso il Cimitero di Magione, un omaggio alla tomba dell'illustre concittadino, venuto a mancare otto anni fa, con deposizione di una corona da parte dell’Amministrazione comunale, nella persona del Sindaco Massimo Alunni Proietti.
Alle ore 21, presso il Teatro Mengoni, serata dedicata al ricordo della figura di Moretti attraverso i racconti di chi lo ha conosciuto: autorità, amici, colleghi, collaboratori, ex allievi. Al giornalista Riccardo Marioni, magionese, è stato affidato il compito di intervistare i testimoni di un’importante capitolo della vita politica, sociale e culturale di Magione. Le testimonianze saranno precedute dalla proiezione di un filmato, realizzato per l'occasione, con immagini e documenti storici inediti tra cui spiccano, per il valore documentario, riprese del 1945 quando Giovanni Moretti, studente di soli 19 anni in accordo con l'amico Aldo Capitini, fondò a Magione il “Centro di rieducazione politica e sociale”; del 1960 quando in qualità di assessore all'istruzione e cultura del Comune di Magione indica, con sorprendente lungimiranza, la futura scuola dell'obbligo a 14 anni, unica, aperta a tutti i ceti sociali, dotata di servizi moderni come la refezione e il trasporto degli studenti.

«La serata di giovedì 10 - affermano gli organizzatori - si presenta sotto i migliori auspici per la sua piena riuscita, perché di fatto la commemorazione di Giovanni Moretti, iniziata in sordina due mesi fa con la vendita del Vocabolario del dialetto di Magione, ha dato risultati straordinari ed impensati. Del volume, considerato esaurito ma riemerso dai magazzini della Università di Perugia in un numero considerevole, sono già state vendute oltre quattrocento copie, acquistate prevalentemente da giovani coppie, molte delle quali del libro pubblicato 40 anni fa non conoscevano nemmeno l'esistenza».

Ecco il messaggio di Napolitano alle Camere: impossibile ridurlo ad un intervento pro Berlusconi

Da non credere che le dichiarazioni polemiche sul messaggio di Napolitano alle Camere riducono tutto ad un provvedimento pro o contro Berlusconi. Leggere per credere.
Testo tratto dal sito di Radio radicale

Messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla questione carceraria

8 ottobre 2013
CarceriCarceri
Onorevoli Parlamentari,
nel corso del mandato conferitomi con l’elezione a Presidente il 10 maggio 2006 e conclusosi con la rielezione il 20 aprile 2013, ho colto numerose occasioni per rivolgermi direttamente al Parlamento al fine di richiamarne l’attenzione su questioni generali relative allo stato del paese e delle istituzioni repubblicane, al profilo storico e ideale della nazione. Ricordo, soprattutto, i discorsi dinanzi alle Camere riunite per il 60° anniversario della Costituzione e per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. E potrei citare anche altre occasioni, meno solenni, in cui mi sono rivolto al Parlamento. Non l’ho fatto, però, ricorrendo alla forma del messaggio di cui la Costituzione attribuisce la facoltà al Presidente.

martedì 8 ottobre 2013

La lotta per i diritti umani nella paradossale realtà dei servizi per la salute mentale

Dal sito psichiatriadiconsultazione.it
La nostra compagna Eleonora Favaroni ci ha inviato questo contributo che volentieri pubblichiamo
   
Il 13 maggio 1978 entrava in vigore la legge 180 , la cosiddetta Legge Basaglia  con la quale si stabiliva la definitiva chiusura dei grandi ospedali psichiatrici.
35 anni  sono passati da quel movimento che tanti salutarono come momento di svolta politica e sociale e  videro come profondamente rivoluzionario. In realtà ancora prima del processo di deistituzionalizzazione , vi   era la forte consapevolezza e certezza che ci sarebbe voluta una battaglia ben più grande  per liberarsi   dal retaggio di un  passato ancora fortemente presente e vincolante. Lo stesso Basaglia diceva  “ Il rapporto medico-paziente  sarà sempre istituzionalizzato . Questo è il pericolo cui può andare incontro il nostro futuro ospedale comunitario. Ci limitiamo a traslocare entro mura trasparenti la nostra struttura gerarchico-autoritaria”.  (Varese, 1966 Annali Neuropsichiatria ). Difatti la legge 180 non ha fatto altro che riportare la vecchia  realtà e ideologia manicomiale frammentandola e legittimandola sul territorio tramite altrettante istituzioni totali quali sono oggi i Centri di salute mentale , le CTR e i Reparti di Diagnosi e Cura.
Oggi nel Ventunesimo secolo  siamo tornati a una società controllante e normalizzante  . In ogni società  ci deve essere un consenso basato su una serie di norme  cui tutti devono adeguarsi  per assicurare legalità .
Alla luce dei tempi odierni si è assistito a un ristagno, regressione e peggio involuzione dei servizi psichiatrici  ove sopravvive la logica della vecchia psichiatria  classista  e coercitiva basata su contenimento, controllo, abuso di psicofarmaci. La vecchia psichiatria clinica  risulta ancorata saldamente a schemi del passato : diagnosi ed etichettature da manuale prive di fondamento e attendibilità scientifica ,  assenza di psicoterapia relazionale , ascolto e diritti. Soprattutto il diritto ad  avere diritti . Il corpo e la mente diventano oggetti da manipolare e strumentalizzare. In questo modo si perpetuano ancora oggi  abusi e violenze ; veri crimini  taciuti. Tanta psichiatria si arroga il diritto e il potere  di riconvertire  il bisogno in una forma di controllo e limitazione tralasciando la centralità della persona, la sua unicità e vissuto esperienziale.
Il circuito della psichiatrizzazione  alimenta i processi della  stigmatizzazione, generalizzazione ed inevitabilmente l’errore. Questo è uno dei maggiori inspiegabili paradossi dell’apparato psichiatrico, quello che Castel definiva la grande “ contraddizione psichiatrica”.
Si parla ancora di istituzione totale, essendo ben lontani dal progetto e idea di ospedale o struttura comunitaria di cui gli inglesi  ( Maxwell Jones, le Kingsey hall di Laing o l esperimento di Cooper , Villa 21) avevano già per primi dato esempio.
Da sottolineare  che l’80% delle risorse del Fondo monetario sanitario viene impiegato  nei ricoveri presso i reparti di diagnosi e cura .
Il TSO ,dichiarato come “trattamento straordinario”proprio dalla famosa Legge 833, si è rivelato invece mezzo abusato di medicina difensiva inutile e malsana .
Vengono prescritti TSO con troppa facilità  e senza consenso, la maggior parte  dei quali  fatti passare per trattamenti volontari .La maggior parte degli SPDC inoltre, come quello di Perugia ,sono ancora a porte chiuse e viene utilizzata la contenzione meccanica ; risultano difficoltosi gli scambi con l’esterno e con i familiari stessi ,  ambienti e stanze esigue, buie e spazi troppo ristretti e insufficienti.
In Umbria per il 2011 sono stati stanziati dal Fondo Monetario regionale , 578 milioni di euro  di cui  trenta milioni per l’assistenza  psichiatrica  che ha assorbito il 50% delle risorse.
Nonostante ciò, il servizio risulta vetusto, antiquato e ancora chiuso in un sistema poco efficace e aperto.
Sopravvivono condotte e linee terapeutiche impostate su strumenti sorpassati, diagnosi, comunicazione  e informazione superficiale, poco trasparente e mistificante.
Un vero atto terapeutico consiste nel voler cercare alternative  valide :. laddove non esiste alternativa non può esserci libertà e rispetto  ma solo sopruso e deprivazione .

  

Eleonora Favaroni

lunedì 16 settembre 2013

Radicali Perugia: raccolta firme sui 12 referendum: successo ai tavoli radicali, inconcludenza del Pdl, inesistenza del Psi

Il progetto riformatore legato alla raccolta delle firme per la presentazione dei 12 referendum radicali ha avuto una buona risposta tra i cittadini a Perugia e a Spoleto e a Foligno: nel giro di dieci giorni presso i tavoli di raccolta firme predisposto da radicaliperugia sono stati raccolte ben quattordicimila sottoscrizioni. Vuol dire che almeno 1200 cittadini ci hanno contattato e firmato per i 12 referendum- hanno dichiarato Andrea Maori e Michele Guaitini, rispettivamente segretario e tesoriere di radicaliperugia. Questi cittadini si sommano agli altri 400 che avevano già sottoscritto la raccolta nei mesi passati per un totale di 1636 firmatari.
Un successo tanto gradito quanto insperato, dovuto alle piccole finestre informative che si sono aperte in questi giorni e alle firme di Berlusconi per tutti i 12 referendum. Un successo che ha comportato pure il fatto che in alcune situazioni abbiamo dovuto interrompere la raccolta per aver esaurito i moduli. Ne avremmo avuti per altri 1000 sottoscrittori ma li abbiamo consegnati nei giorni scorsi al PDL dietro loro richiesta per consentire la raccolta anche tra i loro militanti. Abbiamo sbagliato perché dal PDL sono state raccolte solo un centinaio di firme e nessun modulo vuoto restituito per consentire a noi di proseguire. Un errore di valutazione il nostro, di cui ci scusiamo con i cittadini che non hanno potuto apporre la loro firma. 
Un errore  aggravato dal fatto che sono state raccolte sottoscrizioni solo sui referendum in materia di giustizia, senza capire il valore riformatore del progetto complessivo. 
Ringraziamo comunque i consiglieri comunali di Spoleto e Foligno che si sono messi a disposizione per autenticare le firme - così come previsto dalla legge - presso i nostri tavoli.
Quanto al PDL e anche al PSI (che non ha minimamente contribuito alla raccolta delle sottoscrizioni), constatiamo come ai proclami sbandierati in pubblico, non siano corrisposti poi i fatti legati alla raccolta firme.

giovedì 12 settembre 2013

Radicaliperugia: nelle ultime ore successo nella raccolta firme. Tra venerdì e domenica quasi una nostop in corso Vannucci

Comunicato di Andrea Maori e Michele Guaitini, rispettivamente segretario e tesoriere di radicaliperugia.org

Continua la raccolta firme sui dodici referendum radicali con questo calendario.Domani sera, venerdì 13 dalle 21,00 alle 23,30, sabato 14 dalle 18,00 alle 23,30 e domenica 15 dalle 10,30 alle 130 in corso Vannucci di fronte al caffe "Bliz"
Prendiamo atto con piacere che nelle ultime ore c’è stato un vero e proprio assalto dei cittadini presso tutti i tavoli di raccolta firme e gli uffici comunali 
Si tratta delle ultime possibilità per firmare i quesiti, dato che la campagna è praticamente chiusa.
Ecco i temi dei referendum
·                     Abolizione Finanziamento pubblico partiti 
Per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e la truffa dei rimborsi elettorali.
·                     8xmille 
Per lasciare allo Stato le quote di chi non esprime una scelta.
·                     Custodia cautelare 
Per limitare il carcere preventivo, cioé prima della sentenza di condanna, ai soli reati gravi.
·                     Divorzio breve 
Per eliminare l’inutile obbligo di tre anni di separazione ­­prima di poter chiedere il divorzio. 
·                     Droghe: niente carcere per fatti di lieve entità 
Per eliminare quelle norme che riempiono inutilmente le carceri e paralizzano la giustizia.
·                     Ergastolo
Per abolire il carcere a vita ed ottenere una pena detentiva che abbia la finalità di rieducare il condannato.
·                     Lavoro e immigrazione* 
Per abrogare quelle norme discriminatorie che ostacolano il lavoro e il soggiorno regolare degli stranieri. 
·                     Magistrati fuori ruolo 
Per far rientrare nei Tribunali le centinaia di magistrati attualmente dislocati ai vertici della pubblica amministrazione per smaltire l’enorme debito giudiziario.
·                     Responsabilità civile dei magistrati* 
Perché i cittadini possano ottenere dal magistrato, e in tempi rapidi, il giusto risarcimento dei danni a seguito di irregolarità e ingiustizie da loro subite.
·                     Separazione delle carriere dei magistrati 
Per ottenere la garanzia di essere giudicati da un giudice terzo obiettivo ed imparziale che abbia una carriera diversa da quella del Pubblico ministero che accusa.
(* due quesiti)

giovedì 5 settembre 2013

Referendum radicali in carcere a Perugia: "Firmo per Marco, per l'amnistia e l'indulto"

Pierfrancesco Pellegrino (a sinistra)
e Andrea Maori nel piazzale del
carcere circondariale di Perugia
Per quattro ore io e Pierfrancesco Pellegrino oggi abbiamo raccolto 88 sottoscrizioni nel carcere di Perugia di detenuti e agenti penitenziari tutti muniti di documenti d'identità validi. Altri 300, 320 detenuti sono stranieri oppure non muniti di di documentazione. 
"Firmo per Marco, per l'amnistia e l'indulto" è stato il leit motiv con il quale i detenuti hanno sottoscritto i referendum. Tutti. Firmati tutti i 12 referendum senza tanti "se" e "ma", come spesso ci capita di assistere ai tavoli tra i cittadini non detenuti, i cosiddetti "liberi". I detenuti firmano convinti che i quesiti referendari possano rispondere alle loro speranze e tutti ci hanno incitato ad andare avanti.
Oggi abbiamo avuto una lezione di umanità.

mercoledì 4 settembre 2013

Radicaliperugia: nelle ultime ore successo nella raccolta firme. Domani raccolta nel carcere di Capanne, sabato quasi una nostop

Comunicato di Andrea Maori e Michele Guaitini, rispettivamente segretario e tesoriere di radicaliperugia.org

Continua la raccolta firme sui dodici referendum radicali. Domani pomeriggio, giovedì 5 settembre, raccolta firme per i 12 referendum radicali presso il carcere di Capanne a Perugia. Potranno firmare i detenuti che usufruiscono dei diritti elettorali e i dipendenti dell'amministrazione penitenziaria. Autenticatore: Pierfrancesco Pellegrino, aiutante in campo Andrea Maori. Attualmente radicaliperugia ha raccolto le sottoscrizioni di 500 cittadini pari a circa 6000 firme.
Altri tavoli radicali previsti a Perugia si terranno: sabato 7 settembre dalle 9,30 alle 12,30 a pian di Massiano e in corso Vannucci dalle 18,00 alle 23,30.
Prendiamo atto con piacere che nelle ultime ore c’è stato un vero e proprio assalto dei cittadini agli uffici relazioni con il pubblico e alla segreteria comunale.
Ecco l’elenco: presso la Segreteria del Segretario Generale in Corso Vannucci, lo sportello Urp Logge dei Lanari, lo sportello Urp dei Rimbocchi e lo sportello Urp di Ponte San Giovanni, tutte le mattine fino le ore 13,00 e nei pomeriggio secondo gli orari indicati cliccando qui.

Ecco i temi dei referendum
·                     Abolizione Finanziamento pubblico partiti 
Per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e la truffa dei rimborsi elettorali.
·                     8xmille 
Per lasciare allo Stato le quote di chi non esprime una scelta.
·                     Custodia cautelare 
Per limitare il carcere preventivo, cioé prima della sentenza di condanna, ai soli reati gravi.
·                     Divorzio breve 
Per eliminare l’inutile obbligo di tre anni di separazione ­­prima di poter chiedere il divorzio. 
·                     Droghe: niente carcere per fatti di lieve entità 
Per eliminare quelle norme che riempiono inutilmente le carceri e paralizzano la giustizia.
·                     Ergastolo
Per abolire il carcere a vita ed ottenere una pena detentiva che abbia la finalità di rieducare il condannato.
·                     Lavoro e immigrazione* 
Per abrogare quelle norme discriminatorie che ostacolano il lavoro e il soggiorno regolare degli stranieri. 
·                     Magistrati fuori ruolo 
Per far rientrare nei Tribunali le centinaia di magistrati attualmente dislocati ai vertici della pubblica amministrazione per smaltire l’enorme debito giudiziario.
·                     Responsabilità civile dei magistrati* 
Perché i cittadini possano ottenere dal magistrato, e in tempi rapidi, il giusto risarcimento dei danni a seguito di irregolarità e ingiustizie da loro subite.
·                     Separazione delle carriere dei magistrati 
Per ottenere la garanzia di essere giudicati da un giudice terzo obiettivo ed imparziale che abbia una carriera diversa da quella del Pubblico ministero che accusa.
(* due quesiti)


Domani pomeriggio, giovedì 5 settembre, raccolta firme per i 12 referendum radicali presso il carcere di Capanne a Perugia.

Domani pomeriggio, giovedì 5 settembre, raccolta firme per i 12 referendum radicali presso il carcere di Capanne a Perugia. Potranno firmare i detenuti e i dipendenti dell'amministrazione penitenziaria. Autenticatore: Pierfrancesco Pellegrino, aiutante in campo Andrea Maori. Attualmente radicaliperugia ha raccolto le sottoscrizioni di 500 cittadini pari a circa 6000 firme.

lunedì 2 settembre 2013

Radicaliperugia.org: manifesti abusivi dei partiti? Il Comune di Perugia chiude gli occhi. Appena 9 le contravvenzioni elevate durante la campagna elettorale per le Politiche 2013.

Preannuciato il ricorso alla Corte dei Conti per danno erariale
di Michele Guaitini tesoriere di radicaliperugia.org e coordinatore della campagna trasparenza sui manifesti abusivi in collaborazione con Andrea Maori, segretario di radicaliperugia.org

Nonostante i vari esposti presentati, nonostante fosse sotto gli occhi di tutti come non siano state rispettate le norme relative all’affissione dei manifesti elettorali (un singolo spazio per ciascun partito), il Comune di Perugia ha elevato appena 9 (nove!) contravvenzioni durante tutta la campagna elettorale per le elezioni Politiche del 2013. E per comunicarcelo ha impiegato quasi 5 mesi… .
Ricordiamo come già per le elezioni del 2009 (comunali e europee) facemmo una campagna di denuncia verso il malcostume dei partiti politici e l’assoluta incapacità di Comune e Prefettura di sanzionare e riscuotere le multe per affissione abusiva di manifesti elettorali. In quell’occasione le infrazioni da noi segnalate furono ben 2.500, a fronte delle quali furono elevate appena 235 contravvenzioni del cui esito la Prefettura deve ancora dare una risposta dal marzo 2010…
Mentre da un lato si multa chi “contratta la prestazione sessuale con soggetto dedito al meretricio”, dall’altro si chiudono letteralmente gli occhi di fronte alle continue violazioni dei partiti politici in materia di manifesti elettorali.
Ciascuna infrazione è punibile con la rimozione in danno del manifesto abusivo e una multa che può arrivare a 1000 euro per ciascun manifesto e per ciascun giorno di affissione. Il danno erariale derivante dalla mancata applicazione della normativa vigente è di tutta evidenza e sarà oggetto di un prossimo esposto alla Corte dei Conti.


venerdì 30 agosto 2013

Referendum radicali a Perugia: una no stop di raccolta firme sabato 31 agosto in corso Vannucci. Si può firmare nelle sede comunali

Un'altra mobilitazione dei radicali di Perugia sabato 31 agosto dalle ore 18,00 alle ore 23,00 tavolo di raccolta firme in corso Vannucci di fronte al civico 92 nei pressi del bar Bliz. Mancano pochi giorni al termine della raccolta firme, prima della consegna dei moduli in Cassazione - ricordano Andrea Maori e Michele Guaitini di radicaliperugia.org. Il comitato ricorda che è possibile sottoscrivere i referendum anche presso le sedi del comune di Perugia e precisamente presso la Segreteria del Segretario Generale in Corso Vannucci,lo sportello Urp Logge dei Lanari, lo sportello Urp dei Rimbocchi e lo sportello Urp di Ponte San Giovanni, tutte le mattine fino le ore 13,00 e nei pomeriggio secondo gli orari indicati cliccando qui.


Ecco i temi dei referendum
  • Abolizione Finanziamento pubblico partiti 
    Per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e la truffa dei rimborsi elettorali.
  • 8xmille 
    Per lasciare allo Stato le quote di chi non esprime una scelta.
  • Custodia cautelare 
    Per limitare il carcere preventivo, cioé prima della sentenza di condanna, ai soli reati gravi.
  • Divorzio breve 
    Per eliminare l’inutile obbligo di tre anni di separazione ­­prima di poter chiedere il divorzio. 
  • Droghe: niente carcere per fatti di lieve entità 
    Per eliminare quelle norme che riempiono inutilmente le carceri e paralizzano la giustizia.
  • Ergastolo 
    Per abolire il carcere a vita ed ottenere una pena detentiva che abbia la finalità di rieducare il condannato.
  • Lavoro e immigrazione* 
    Per abrogare quelle norme discriminatorie che ostacolano il lavoro e il soggiorno regolare degli stranieri. 
  • Magistrati fuori ruolo 
    Per far rientrare nei Tribunali le centinaia di magistrati attualmente dislocati ai vertici della pubblica amministrazione per smaltire l’enorme debito giudiziario.
  • Responsabilità civile dei magistrati* 
    Perché i cittadini possano ottenere dal magistrato, e in tempi rapidi, il giusto risarcimento dei danni a seguito di irregolarità e ingiustizie da loro subite.
  • Separazione delle carriere dei magistrati 
    Per ottenere la garanzia di essere giudicati da un giudice terzo obiettivo ed imparziale che abbia una carriera diversa da quella del Pubblico ministero che accusa.
(* due quesiti)