lunedì 28 febbraio 2011

“Eratuttoaposto”, il libro di Michele Guatini sull’agonia del Perugia Calcio sotto la presidenza Covarelli edito da ilmiolibro.it (scaricabile gratuitamente da internet), di Andrea Maori

Perché scrivere una presentazione di un libro sul Perugia Calcio in un blog politico? Perché la politica c’entra e come,  nella vicenda dell’”agonia del Perugia Calcio sotto la presidenza Covarelli” come recita il sottotitolo del documentatissimo libro di Michele Guatini Eratuttaposto.,Michele,  tifoso biancorosso “utente del “muro” dei tifosi con il nickname di Gatto Silvestro” ma anche militante radicale, in quasi 350 pagine, completamente autofinanziate, pubblicate come utente del sito ilmiolibro.it, si è cimentato in un’opera di verità e di trasparenza. Passo dopo passo, usufruendo anche delle sue conoscenze di diritto societario (in particolar modo di quello fallimentare), mostrando una notevole capacità di saper leggere bilanci e di capire come si muovono cordate e giochi finanziari, Michele dipana la storia societaria del Perugia dal 10 luglio 2008, giorno dell’annuncio della nuova presidenza del Perugia calcio all’inizio di questo campionato in serie D che inaugura la stagione della presidenza di Roberto Damaschi, a cui è dedicato il libro insieme ai tifosi del grifo.

sabato 26 febbraio 2011

Ancora in piazza per affermare la verità scientifica e fermare la

di Francesco Pullia della Direzione nazionale di Radicali Italiani  e Alessandro Rosasco, componente del Comitato nazionale di Radicali Italiani

Da radicali, tenaci assertori della nonviolenza, aderiamo alla manifestazione nazionale in programma sabato 5 marzo a Milano per chiedere la definitiva chiusura dell’allevamento-lager di Green Hill, Montichiari (BS). L’iniziativa di Milano fa seguito a quella, straordinaria, imponente, che si svolse a Roma il 25 settembre dello scorso anno ed a quella che qualche prima ebbe luogo nella stessa Montichiari.

Commissione tossicodipendenze della Regione Umbria. RadicaliPerugia: giusta bocciatura emendamenti

Dichiarazione di Liliana Chiaramello, segretaria di Radicaliperugia.org e di Claudia Sterzi,  Segretaria Associazione Radicale Antiproibizionisti

E’ stata approvata nei giorni scorsi, a voti unanimi, la proposta di istituire una commissione di inchiesta sul fenomeno della tossicodipendenza e delle morti da overdose in Umbria; visto il titolo della Commissione, dovrebbe essere palese che di droghe pesanti si tratta, visto che tossicodipendenza e morti da overdose sono due fenomeni correlati a sostanze come eroina, cocaina ecc., ma non certo alle cosiddette droghe leggere, categoria costituita dalla canapa e derivati.

giovedì 17 febbraio 2011

Iraq: verità nascoste. La documentazione fotografica, audio e un documento con la cronologia sulle tappe della proposta di esilio per Saddam Hussein presentata a Perugia il 14 febbraio 2011

Qui sotto la documentazione fotografica e  audio dell'incontro con Matteo Angioli e Mao Valpiana, moderato da Elisabetta Chiacchella e introdotto da Liliana Chiaramello. Di seguito la cronologia sulle tappe della proposta di esilio per Saddam Hussein.


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registrazione audio, a cura di Radio Radicale

CRONOLOGIA IRAQ

Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito

www.radicalparty.org

http://bushblaircontrosicurapacefeceroguerrairakimpedendoesilioasaddam.it/

Il 7 gennaio 2003 il capo degli ispettori UNMOVIC Hans BLIX informa il Consiglio di Sicurezza che gli Iracheni non stavano affatto collaborando proattivamente. Una dichiarazione molto critica nei confronti dell’Iraq: “sembra che non abbiano la minima idea di cosa significhi disarmare”.

Il 9 gennaio 2003, il Ministro degli Esteri greco George PAPANDREOU, Presidente di turno dell’UE, annuncia la preparazione di una missione dell’UE in Arabia Saudita, Siria, Giordania, Egitto, Libano, Israele e Territori palestinesi, per una soluzione diplomatica della crisi irachena.


CRONOLOGIA IRAQ

Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito

www.radicalparty.org

http://bushblaircontrosicurapacefeceroguerrairakimpedendoesilioasaddam.it/

Il 7 gennaio 2003 il capo degli ispettori UNMOVIC Hans BLIX informa il Consiglio di Sicurezza che gli Iracheni non stavano affatto collaborando proattivamente. Una dichiarazione molto critica nei confronti dell’Iraq: “sembra che non abbiano la minima idea di cosa significhi disarmare”.

Il 9 gennaio 2003, il Ministro degli Esteri greco George PAPANDREOU, Presidente di turno dell’UE, annuncia la preparazione di una missione dell’UE in Arabia Saudita, Siria, Giordania, Egitto, Libano, Israele e Territori palestinesi, per una soluzione diplomatica della crisi irachena.
Il 16 gennaio 2003, il presentatore statunitense Wolf BLITZER ospita sulla CNN un dibattito sulla crisi irachena, durante il quale viene evocata la possibilità che Saddam Hussein vada in esilio, fra i corrispondenti della CNN Peter ARNETT, Bernard SHAW, Arthur KENT e il direttore di Time.com Tony KARON.

Il 20 gennaio 2003 va in onda sulla rete pubblica americana PBS una  trasmissione condotta da Jim LEHRER, il più autorevole presentatore degli approfondimenti politici, dal tiolo “Saddam in esilio?” Partecipano Donald RUMSFELD, Tom BEARDEN, Mohammed WAHBY, Robin WRIGHT e Judith JAPHE.

Lo stesso giorno, Marco Pannella e il Partito Radicale lanciano la campagna “Iraq Libero: unica alternativa alla guerra”, rivolta ai parlamenti italiano ed europeo e alla comunità internazionale, incentrata sulla proposta di esilio di Saddam Hussein, seguito da un progetto di amministrazione fiduciaria dell’ONU per la transizione ad uno Stato democratico. Pannella indica personaggi di altissimo livello civile e democratico, quali Amartya SEN e Michel ROCARD, a cui poter affidare la transizione.

Il 23 gennaio 2003 il 62% degli Americani intervistati dalla Gallup Poll si pronuncia a favore dell’obiettivo “esilio di Saddam Hussein”. Il sondaggio viene reso pubblico solamente il 18 marzo 2003 a guerra ormai dichiarata. Inspiegabilmente?

Il 30 gennaio 2003, l’appello risulta già sottoscritto da quasi 10.000 cittadini di circa 120 nazioni, e da circa 250 parlamentari italiani (allo scoppio della guerra avranno firmato 27.344 cittadini di 171 nazioni, 46 eurodeputati e 501 parlamentari italiani, pari al 53,5% degli eletti).

Il 31 gennaio 2003 Bush e Blair si incontrano per circa due ore nello studio ovale della Casa Bianca. Col Presidente BUSH c’è Condoleeza RICE, allora consigliere nazionale per la sicurezza, Dan FRIED, assistente della Rice ed Andrew CARD jr, capo dello staff della Casa Bianca. Tony BLAIR è accompagnato da David MANNING e Matthew RYCROFT, consiglieri per la politica estera e Jonathan POWELL capo dello staff di 10 Downing Street. BUSH e BLAIR concordano sull’inevitabilità della guerra “entro poche settimane, a meno che Saddam non venga assassinato o accetti di andarsene volontariamente”. Nel memorandum dell’incontro, redatto successivamente da David MANNING, risulta chiaramente che il Presidente ritiene inevitabile l’invasione dell’Iraq e fissa la data dell’attacco non oltre il 10 marzo.

Il 5 febbraio 2003, Colin POWELL presenta, collegato in mondovisione, al Consiglio di Sicurezza una presunta documentazione fotografica sulle armi di distruzione di massa in Iraq (successivamente, l’8 settembre 2005 Powell dichiara che quest’episodio costituisce la macchia indelebile della sua storia di soldato e di cittadino americano).

Il giorno stesso e nella stessa sede il Ministro degli Esteri francese Dominique DE VILLEPIN compie un passo che sembrava poter superare la gravissima spaccatura all’interno dell’UE proponendo di irrobustire immediatamente, raddoppiandoli o tripicandoli, la presenza degli ispettori dell’UNMOVIC in Iraq. La Francia accetta di avallare e di usare come deterrente a fini di pace e di liberazione dell’Iraq gli ormai 250.000 soldati anglo-americani nell’area.

In realtà, come sopra documentato, BUSH e BLAIR stavano già discutendo solamente se la data dell’invasione dovesse essere quella del 10 o del 14 marzo.

Il 7 febbraio 2003, George PAPANDREOU, dopo aver visitato Siria, Giordania e Libano, dichiara di aver esplorato la possibilità che una nazione araba offra asilo al leader iracheno, scongiurando così il conflitto. PAPANDREOU accetterà il suo impegno e propone di intraprendere una missione congiunta di pace UE-Araba proprio a Baghdad. Gli Emirati Arabi Uniti stavano già operando in questa prospettiva.

L’8 febbraio 2003, in un articolo apparso sul quotidiano (di proprietà della Fiat) La Stampa, l’autorevole scrittore e giornalista Igor MAN scrive che Silvio BERLUSCONI ha consegnato, tramite il Ministro degli Estri libico Abdel Rahman SHALGAM, un memorandum al colonnello Muammar GHEDDAFI chiedendogli di verificare presso Saddam Hussein se la soluzione dell’esilio o altra poteva da lui essere accettata. La risposta di Gheddafi a Berlusconi, positiva per quanto riguarda l’esilio, risulterà ufficialmente dal verbale dell’ambasciatore spagnolo dell’incontro di Crawford tra BUSH e AZNAR. BERLUSCONI, secondo Igor Man,  nel caso in cui da Tripoli non giungesse risposta, tenterebbe di tentare un’opera di convincimento attraverso un interlocutore ancor più diretto: Tareq AZIZ.

Il 12 febbraio 2003, in un’audizione alla Camera dei Rappresentanti Colin POWELL afferma che gli USA stanno studiando “dove, con quali protezioni e come esattamente mettere in atto questa operazione. Non ne stiamo solo discutendo, siamo in contatto con una serie di paesi che si sono dimostrati disponibili a far arrivare  questo messaggio al regime iracheno”. E’ la prima volta che la Casa Bianca fa sapere, ai massimi livelli, che non starebbe solo “incoraggiando”  il Rais a lasciare il Paese per evitare la guerra, ma che sta attivamente lavorando per realizzare l’obiettivo dell’esilio.

Il 14 febbraio 2003, Tarek AZIZ è in visita a Roma dove incontra Papa GIOVANNI PAOLO II nella sua biblioteca privata. Il Papa gli ribadisce la forte contrarietà del Vaticano alla guerra. AZIZ ne fa menzione ad una conferenza stampa.

Il 19 febbraio 2003 la campagna di Marco Pannella e del Partito Radicale si conclude positivamente sul fronte italiano: col parere favorevole del Governo e con 345 sì, 38 no e 52 astenuti, la Camera dei Deputati vota una risoluzione che impegna il Governo a sostenere, presso tutti gli organismi internazionali e principalmente presso il Consiglio di sicurezza dell’Onu, l’obiettivo dell’esilio per il dittatore iracheno e il suo entourage e di quello di un Governo provvisorio controllato dalle Nazioni unite che ripristini a breve il pieno esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali di tutti gli iracheni.

Il 22 febbraio 2003, in un incontro nel suo ranch di Crawford, George  BUSH informa Josè Maria AZNAR che Muammar GHEDDAFI ha risposto a Silvio BERLUSCONI che Saddam sembra effettivamente disponibile ad accettare l’esilio. AZNAR insiste e BUSH ribadisce che l’invasione dovrebbe essere fatta il 10 e non il 14 marzo come invece preferito da BLAIR.  Questo documento potrebbe quasi da solo provare quali tradimenti dei rispettivi paesi fossero commessi da Bush ed Aznar.

All’incontro sono presenti: Condoleezza RICE consigliere per la sicurezza nazionale; Daniel FRIED, consigliere per la sicurezza nazionale e responsabile per gli affari europei; Alberto CARNERO, consigliere di AZNAR per la politica estera e Javier RUPEREZ, ambasciatore spagnolo negli Stati Uniti, autore del memorandum e quindi praticamente ignorato nella ricerca ufficiale della verità, come assicurato da Jon DAY e Gus O’DONNELL.

L’1 marzo 2003, si riunisce a Sherm el-Sheik il Summit della Lega Araba. Lo Sceicco degli Emirati Arabi Uniti, Zayed al-Nahyan, aveva preannunciato che avrebbe proposto di decidere, come proposto da Saddam stesso, un voto favorevole all’accettazione. Per quattro volte, una delegazione degli EAU si era incontrata con Saddam a Baghdad. Saddam – ormai deciso – chiedeva che fosse la Lega Araba a sostenere l’offerta di esilio, che in tal caso egli avrebbe accettato. La proposta non è stata mai discussa perché Gheddafi ha sabotato il meeting accusando il Re saudita di essersi venduto agli USA, boicottando così la possibilità per la Lega Araba di avanzare la proposta in modo formale.

Al termine del summit della Lega Araba di Sharm el-Sheik, George PAPANDREOU ribadisce: “la guerra non è inevitabile” ed esprime sostegno alle iniziative di gran parte del mondo arabo per la soluzione pacifica alla crisi irachena, in particolare quella dell’esilio o equivalente.

Il 10 marzo 2003, il Ministro degli Esteri britannico Jack STRAW presenta alla Camera dei Comuni il Rapporto Blix, 173 pagine pubblicate dall’ispettore svedese il 6 marzo 2003. Si tratta quindi del documento che avrebbe costituito la base sulla quale si sarebbe votata l’entrata in guerra o la pace contro l’Iraq. Ma nella sua dichiarazione STRAW sembra sostenere che gli ispettori UNMOVIC abbiano trovato le prove che l’Iraq ci fosse antrace.

Lo stesso giorno, Peter LILLEY, deputato conservatore per il collegio di Hitchin and Harpenden, prende la parola in aula per far notare che i deputati possono consultare alcune copie del documento Blix presso la Biblioteca della Camera dei Comuni, ma non possono riprodurle.

Inoltre, nel documento che redige e invia alla Commissione Chilcot, LILLEY scrive che nel consultare la sezione del rapporto Blix indicata da Jack STRAW, ha scoperto che i ritrovamenti di tracce di antrace menzionati da STRAW si riferiscono non alle scoperte degli ispettori UNMOVIC nel 2002, bensì a quelle degli ispettori UNSCOM effettuate fino al 1996 – scoperte che erano divenute di dominio pubblico da tempo.

E’ assolutamente inspiegabile che l’On. LILLEY non sia stato e non venga interpellato sulla sua documentatissima denuncia delle impossibili condizioni in cui il parlamento era stato chiamato a deliberare in questa cruciale occasione.

Il 12 marzo 2003, secondo quanto affermato da un funzionario tuttora anonimo sul Guardian il 21 gennaio 2011, otto giorni prima dell’invasione dell’Iraq il Ministro degli Esteri Jack STRAW, in una riunione avrebbe ricordato a BLAIR che se non voleva correre il rischio di doversi dimettere, aveva a disposizione una semplice “via d’uscita” che avrebbe consentito alla GB di evitare il conflitto armato.

Lo stesso STRAW aveva contribuito ad ingannare il parlamento affermando la clamorosa menzogna che Blix aveva rinvenuto tracce di antrace, mentre invece aveva assolutamente escluso ogni traccia di ADM.

Il 22 settembre 2009 secondo un cablo di Wikileaks risulta che Jon DAY, direttore del ministero della difesa, aveva assicurato alla sottosegretaria statunitense agli esteri, Ellen TAUSCHER che la GB avrebbe messo in atto misure per proteggere gli interessi degli USA durante l’inchiesta sulla guerra in Iraq. In un articolo del Guardian del 18 gennaio 2011, Gus O’DONNELL, segretario del Gabinetto dei Ministri e dunque principale funzionario britannico, in sostanza conferma quanto emerso da un cablo grazie a Wikileaks, cioè che alcune note inviate da BLAIR a BUSH nei mesi precedenti alla guerra non saranno pubblicate.

Il 28 gennaio 2011 il Segretario del Gabinetto dei Ministri e principale funzionario britannico, Gus O’DONNELL, testimoniando alla Commissione Chilcot afferma che Blair non avrebbe rispettato in pieno il codice ministeriale che contraddistingue l’opera del Gabinetto. “Tony Blair voleva coinvolgere meno possibile il Gabinetto nelle discussioni perché sentiva che sarebbero divenute pubbliche molto rapidamente”, ha dichiarato O’DONNELL.

Il 7 febbraio 2011, un altro rapporto preparato da O’DONNELL, rivela che il governo di Gordon Brown agevolò il rilascio dell’unico terrorista libico condannato e incarcerato per la strage di Lockerbie, Abdelbaset al-Megrahi. Il governo laburista aveva indirettamente fatto pressione sul governo scozzese per concedere il rilascio.

venerdì 11 febbraio 2011

Invito al dibattito "Iraq: verità nascoste.", lunedì 14 febbraio 2011, ore 17, Perugia, sala della Vaccara, Piazza IV Novembre

L’esilio di Saddam era ormai certo ma Bush e Blair scelsero la guerra.
radicaliperugia.org ti invita a partecipare al dibattito:


Iraq: verità nascoste


il mancato esilio di Saddam Hussein e le responsabilità di Blair e Bush


lunedì 14 febbraio 2011, ore 16,45
Sala della Vaccara, Palazzo dei Priori, Piazza IV Novembre, Perugia



Relatori
Matteo Angioli, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito
Mao Valpiana, Segretario nazionale del Movimento Nonviolento
Introduzione di
Liliana Chiaramello, Segretaria di radicaliperugia.org


Modera
Elisabetta Chiacchella, radicaliperugia.org


Il Partito Radicale Nonviolento transnazionale e transpartito è un’Organizzazione Non-Governativa con status consultivo all’ECOSOC delle Nazioni Unite dal 1995, formata da cittadini, parlamentari, membri di governo, di varie appartenenze nazionali, politiche e partitiche, che intendono raggiungere, con i metodi della nonviolenza gandhiana, della disobbedienza civile e della democrazia, alcuni concreti obiettivi miranti alla creazione di un effettivo diritto internazionale, al rispetto dei diritti della persona, e all’affermazione di democrazia e libertà ovunque nel mondo.


registrazione audio, a cura di Radio Radicale

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giovedì 10 febbraio 2011

Presentazione del libro di Francesco Pullia, Nell’ora che svanisce tra le crepe (cantico per un dio in ascolto), sabato 12 febbraio a Terni

Sabato 12 febbraio, alle 16,30, a Terni, nella sala rossa di Palazzo Gazzoli, sarà presentato a Terni il libro di poesie:

Francesco Pullia, Nell’ora che svanisce tra le crepe (cantico per un dio in ascolto), pref. Morris Ghezzi, pp. 80, Mimesis, 2010, € 8,00

Interverranno Morris Ghezzi (Università degli studi di Milano), l'assessore Simone Guerra, Giuseppe Moscati (Università degli studi di Perugia e redattore di "Rocca", rivista della Cittadella di Assisi), Giancarlo Rati (Università degli studi di Roma Tre). L'attore Riccardo Leonelli leggerà alcune liriche.
Si tratta di un poema, suddiviso in due parti, con un prologo dedicato a Luca Coscioni e alla sua drammatica vicenda. L’ora che svanisce tra le crepe non è altro che la vita che, scorrendo nella sua fuggevolezza, trascolorando, lascia traccia di sé nell’intimità dei ricordi, nell’assenza che ritorna, nella compresenza tra tutti gli esseri, animati e non, espressa in forma di compassionevole afflato, in un dialogo che si fa serrato e toccante.

sabato 5 febbraio 2011

Percorso del Gasdotto Snam: l'Anci ha chiesto al Ministro Fitto di convocare una seduta della conferenza Stato Regioni



Continua la mobilitazione contro il percorso del Gasdotto Snam, che dovrebbe bucare la dorsale appenninica. Dopo le mobilitazioni parlamentari, tra cui un'interrogazione della senatrice radicale Poretti, anche dagli amministratori locali arriva un'importante comunicazione.

Da L'Aquila, comunicato del sindaco Cialente e dell'assessore Moroni




“L’iniziativa promossa dall’Anci, che ha portato il consiglio nazionale ad approvare all’unanimità un ordine del giorno contenente la richiesta al ministro Fitto di convocare una seduta della conferenza Stato Regioni per affrontare il problema del percorso del gasdotto della Snam, costituisce un atto di grande importanza nell’ambito della mobilitazione in atto contro la realizzazione di questa infrastruttura”.

È quanto hanno dichiarato il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e l’assessore all’Ambiente Alfredo Moroni a seguito della nota diramata dalla stessa Anci per annunciare l’approvazione dell’ordine del giorno.

“Il documento – hanno proseguito il sindaco Cialente e l’assessore Moroni – è stato sottoscritto dal Comune dell’Aquila, nella persona del primo cittadino, e dal sindaco di Perugia Boccali, che è anche coordinatore delle Anci nazionali, e presentato dal consigliere comunale di Sulmona Iannamorelli, componente del consiglio nazionale. È significativo che l’ordine del giorno ponga con forza la questione del tracciato, in ragione dell’elevata sismicità dei territori attraversati e delle ripercussioni in termini ambientali, economici e sociali che si andrebbero a determinare. Il fatto che la questione giunga finalmente all’attenzione della Conferenza Stato regioni – hanno concluso Cialente e Moroni – riveste un significato e un’importanza di assoluto rilievo nell’ambito delle iniziative che il coordinamento interregionale contro il gasdotto sta organizzando per scongiurare la realizzazione di un’opera impattante e costosa, di cui faranno le spese le popolazioni interessate dal passaggio”.

giovedì 3 febbraio 2011

Testamento biologico, voto della Commissione consiliare del Comune di Perugia: soddisfazione di Radicaliperugia.org

Dichiarazione di Liliana Chiaramello, Segretaria radicaliperugia.org, Andrea Maori, Tesoriere radicaliperugia.org e Michele Guaitini della segreteria di radicaliperugia.org

Un altro passo in avanti è stato fatto rispetto all’approvazione definitiva del registro del  testamento biologico con l’approvazione, dello stesso, da parte della Commissione consiliare comunale in seguito all’ottimo lavoro svolto dalla Commissione presieduta dal consigliere Tommaso Bori. Riteniamo che il percorso, iniziato con il deposito di una petizione da parte dei Radicali di Perugia, possa trovare un completamento positivo con il definitivo licenziamento della delibera da parte del Consiglio comunale.

mercoledì 2 febbraio 2011

Comune di Perugia: testamento biologico, approvato il Regolamento in Commissione . Battaglia in aula, l’opposizione si alza e se ne va

Da umbria24.it

La IV Commissione del Comune di Perugia  ha detto sì al Regolamento

di Daniele Bovi

E’ stato approvato mercoledì mattina con 12 sì e 6 no dalla commissione Affari istituzionali del Comune di Perugia il Regolamento comunale per il testamento biologico, già oggetto nei mesi passati di un fiume di polemiche tra maggioranza e opposizione. Un’approvazione che ha scatenato le ire della minoranza di centrodestra che, con un comunicato di Mauro Cozzari (Udc), in rappresentanza di tutta l’opposizione, dopo essere uscita dall’aula parla di «una volontà biasimevole di accelerare l’approvazione». Durante i lavori il Pdl, con Pino Sbrenna, ha anche avanzato la proposta di non andare avanti e di delegare i parlamentari per l’approvazione della legge. Proposta ovviamente bocciata dal centrosinistra.

Tirata in ballo anche la Corte dei Conti Cozzari, oltre a dire che le opposizioni informeranno la Corte dei Conti, ribadisce che si tratta di una «materia palesemente non rientrante nell’alveo delle competenze amministrative facenti capo ad un Comune», ricordando poi che «la materia delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento è stata calendarizzata in seduta parlamentare (unica sede competente a discuterne) per il 21 febbraio prossimo», ritenendo «biasimevole la volontà di accelerare l’approvazione di un testo regolamentare, che con buone probabilità sarà ritenuto contra legem tra non meno di qualche settimana».

Barometro della democrazia. Tra i Paesi più evoluti, l'Italia arranca

Il Belpaese paga la limitata libertà di stampa, ma in classifica fa meglio di Francia e Inghilterra - di Francesco Tortora

da Corriere.it

MILANO - La democrazia italiana non è in buona salute. Almeno è quello che afferma il recente studio dei ricercatori dell'Università di Zurigo e del «Social Science Research Center» di Berlino che hanno elaborato il "barometro della democrazia", un indice che analizza lo stato di salute delle trenta democrazie più consolidate al mondo. Il barometro prende in esame cento dati empirici per misurare come i paesi gestiscono i tre principi democratici di libertà, uguaglianza e controllo sul potere.

CLASSIFICA - La ricerca, ripresa dal sito web del settimanale tedesco Der Spiegel, analizza gli anni che vanno dal 1995 al 2005 ed è alquanto impietosa con il nostro Paese che nella classifica generale si piazza solo al ventiduesimo posto. Nella lista sono presenti anche tutti gli Stati dell'Europa occidentale. Se si prendono come riferimento solo questi nostri vicini, l'Italia è terzultima, ma fa meglio di Gran Bretagna e Francia. Il risultato poco esaltante del Belpaese - dichiara lo studio - è determinato dalla limitata libertà di stampa che ostacola il processo democratico. Nell'Italia di Silvio Berlusconi - continua la ricerca - il declino è evidente. La classifica è dominata dai paesi dell'Europa del nord.