martedì 26 giugno 2007

Intervista a Marco Pannella

Moratoria:Dopo la lotta ancora la lotta
Referendum:"Il potere, vissuto come dominio degli altri, non tollera ostacoli"
Oggi Pannella a Perugia per parlare di laicità e libertà


Ali Adamu - La Sera


Gli occhi azzurri, profondi e sereni di un uomo che dalla Prima Repubblica combatte per i diritti e le libertà. L'odore del sigaro mischiato alla carta stampata. Questo è quello che colpisce immediatamente di Marco Pannella e del suo studio di Largo Torre Argentina. Sono con lui in tarda serata, dopo una giornata di duro lavoro. Non appare certo stanco.


Comincerei l'intervista partendo dal il vostro più recente successo, l'impegno dell'Ue a presentare a settembre la moratoria sulla pena di morte all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.


Si è stato un successo pieno dei Radicali Italiani e dell'associazione Nessuno Tocchi Caino nonostante l'ostracismo deliberato e non casuale che i burocrati di Bruxelles hanno opposto fin dal '94. Una tappa raggiunta grazie all'oltranza e alle autonomie sulle quali si fonda la galassia radicale.
Importante è stato il sostegno deciso di moltissimi singoli e soprattutto di numerosi premi Nobel. Un successo, si, ma non una vittoria perché anche quando la moratoria sarà ratificata dall'Onu la pena di morte sarà ancora lungi dall'essere sconfitta. Dopo la lotta, insomma, viene ancora la lotta.


Quali saranno allora le vostre prossime mosse?


Ancora iniziative non violente, tra le quali l'immediata pubblicazione di un "libro bianco" in cui vengano elencati i passi che fin dal 1994 abbiamo intrapreso e gli ostacoli che ci si sono parati dinanzi. Non ultimo la lentezza decisionale e operativa della Farnesina.


Parliamo dei vostri metodi di lotta. Metodi non violenti spesso estremi...


ma non estremisti perché l'estremismo è l'ideologizzazione di una condizione estrema che invece è conquista.


Certo, ma non c'è il rischio che questi metodi, usati di continuo, spostino l'attenzione sulle persone oscurando gli obbiettivi?


Il primo rischio non è sulla persona ma sullo strumento. Si tende a schivare la meta che io indico parlando dello strumento della non violenza e del digiuno da noi utilizzato. Ma una cosa certamente è vera: repetita iuvant. Oggi nel ceto dominante e nel potere c'è un enorme rispetto di fatto dei nostri metodi. Altrimenti come si spiegherebbero le conquiste che regolarmente facciamo?


Passiamo alla sua visita a Perugia in occasione della ricorrenza della strage del XX giugno 1859 da parte della chiesa di Roma. Il tema sarà la laicità ovviamente. Dove, secondo lei, lo stato manca in fatto di educazione alla laicità?


Più che le mancanze posso eventualmente cercare, e ho qualche difficoltà a trovarle, le non mancanze. Anche perché penso che sia molto importante dire che ciascuno ha la sua visione di laicità e di religiosità. Per quanto riguarda la mia, sono 40 anni che insisto su una determinata impostazione che mi sembra trovare , nel tempo , delle conferme. Per me la laicità e la religiosità partono entrambe dalla coscienza e dalla responsabilità individuale. Oggi noi parliamo di una religiosità , diversa da quella pagana, che pone un problema di rapporto tra la coscienza individuale e il "mistero". La scienza stessa dimostra che quanto più si sa tanto più l'orizzonte del mistero e della trascendenza si allontana. Poi abbiamo il problema delle varie religioni rivelate o dei vari libri che non comportano di per se l'istituzionalizzazione dell'interpretazione del libro e della rivelazione. Quando entriamo in questo aspetto, per il laico, il problema è sia nei confronti di Cesare che di Pietro perché il laico, il liberale o il credente non tollera che sia Cesare a invadere la sua coscienza e a pretendere di educarlo invece che di informarlo. Si dice sempre "il laico è per lo stato e il credente è per la religione", non la religiosità. Il che , nel mondo orientale, in particolare in quello buddista, non trova alcun corrispettivo. Quindi oggi il laico, ma anche il liberale è anti-totalitario ovunque. È quello che evoca ed impone per primo l'obbiezione di coscienza.
Poi c'è l'obbiezione di coscienza non violenta che è una obbiezione pratica affidata alle responsabilità dell'individuo. Non bisogna confondere le due cose che sono contigue ma non la stessa. C'è una storicità nell'evoluzione dei laici. Credo che oggi la laicità è un attributo storicamente "naturale" della religiosità. Così come la religiosità, cioè il rispetto della trascendenza e del mistero, è un connotato del laico il quale non consente allo stato nemmeno quello che non consente alla chiesa. Bisogna riconoscere storicamente che nella fase antropologica che viviamo, la legalizzazione è il metodo liberale per eccellenza mentre la liberalizzazione deve trovare delle giustificazioni storiche particolari. Se c'è qualcosa che davvero vive antropologicamente come senso comune lo stato è bene che non se ne occupi.
Se, invece, abbiamo una realtà nella quale si ritiene che sia necessario assecondare e accelerare un processo evolutivo in un senso ben preciso, interviene la legalizzazione.


Durante le vostre battaglie raccogliete sempre un vastissimo consenso.
Questo vale ancor di più per quella attuale?


Si, l'Italia con la Spagna sono i paesi che hanno la più netta maggioranza di persone contrarie alla pena di morte. Si parla del 75%. Ma anche il caso Welby testimonia una riflessione diffusa sulla vita, la morte, il corpo, la malattia e i diritti. Altro esempio è la crescente sensibilità di coloro che comprendono che è giusto superare una certa interpretazione del sesso, dell'amore, della convivenza, a prescindere dall'orientamento sessuale.


I mezzi di comunicazione spesso fanno orecchie da mercante alle vostre battaglie.


Hanno paura di mostrarci quando siamo in una fase avanzata di sciopero della fame perché hanno imparato che la non violenza è l'esposizione della nuda verità attraverso il proprio corpo, che deperisce ma che , in quel momento , è anche dimostrazione di grande forza umana.


Cosa ne pensa del referendum sul dimezzamento degli stipendi dei consiglieri regionali recentemente negato agli umbri?


Il potere è così impotente che ha continuamente necessità di trovare furbizie e pretesti. Non riesce mai a dettare legge o a rispettare la legge dettata. Il potere vissuto come dominio sugli altri non tollera nessuna regola, a cominciare dalla propria. Bisogna affrontare costantemente quello che l'arte ci insegna da sempre: la grande tragedia greca ci spiega che il potere rende pazzi e lo si ritrova nella grande tragedia di Shakespeare fino ad arrivare a Becket. L'esempio del referendum umbro è un simbolo della verità italiana dove la legge vigente non è mai la legge scritta.


Un brutto paradosso?


No . Purtroppo questa è la realtà, non è un paradosso.


 


la Sera, 23 giugno 2007


Grazie ad Adamu Ali per averci concesso la pubblicazione dell'intervista.


lunedì 25 giugno 2007

"Benedetti Laici": AudioVideo

Ecco a voi la possibilità di (ri)vivere, attraverso l'ausilio dell'audio e del video insieme, quanto dibattuto la sera del 23 e il mattino del 24 giugno; il tutto grazie, manco a dirlo, a radioradicale.it.

Grazie a tutti i presenti e non per il grande successo dell'iniziativa.



http://www.flickr.com/slideShow/index.gne?group_id=&user_id=39566852@N00&set_id=72157600483722764&text=





sabato 23 giugno 2007

riascolta(ci)

Il nostro segretario Tommaso Ciacca illustra "BENEDETTI LAICI" al notiziario del mattino di Radio Radicale.
Andrea Maori, intervistato sulla vicenda del Referendum sulle indennità dei Consiglieri Regionali umbri.


Un ringraziamento a Radio Radicale, che stasera effettuerà la diretta di "BENEDETTI LAICI" dalla terrazza del mercato coperto di Perugia.


venerdì 22 giugno 2007

MARCO PANNELLA A "BENEDETTI LAICI"

CON MARCO PANNELLA A PERUGIA PER PARLARE DI LAICITA'


PERUGIA - SABATO 23 Giugno ore 21.00
TERRAZZA DEL MERCATO COPERTO


Benedetti LaiciSabato sera sarà una grande serata. Marco ha confermato la sua presenza, dopo anni, tornerà a Perugia per una delle ricorrenze più importanti per noi laici e libertari Umbri (e non), il 20 giugno.
Fino a pochi giorni fa impegnato nella battaglia nonviolenta per sostenere la Moratoria Onu delle esecuzioni capitali, ci farà onore con la sua partecipazione.


BENEDETTI LAICI, titolo volutamente ironico, sarà un'occasione informale per parlare di laicità, in un ambiente accogliente e vivace, come quello della Terrazza.
Nessun palcoscenico, solo tavolini e un microfono dal quale tutti potranno liberamente partecipare al dibattito che sarà animato anche dalla presenza di don Giovanni Franzoni, Benedettino sospeso a divinis per le sue coraggiose prese di posizione anti-vaticane e referendarie. Lo storico storico Franco Bozzi ed il sociologo Roberto Segatori inquadreranno il tema della laicità, attualizzando la storia e la percezione sociale.


XX giugno 1859, la strage dei perugini che si ribellarono allo stato della chiesa. 20 giugno 2007, un secolo e mezzo di battaglie per i diritti e per la laicità. Se la storia si ripete, occorre compiere delle riflessioni. Il Vaticano dal canto suo parla alla politica e come qualcuno ha detto, ironizzando la situazione, il governo fa i miracoli e la chiesa le leggi.


monumentostradaoggi

Durante la serata sarà proiettata una mostra fotografica a cura di Laura Ghiandoni, su luoghi e monumenti legati alla laicità e alla storia della città di Perugia. Laura è una giovane fotografa, che lavora sulla percezione di situazioni estremamente realistiche riuscendo a trasfigurarle in una dimensione espressionista. Diplomata d'Arte alla Scuola del Libro di Urbino, ha già alle spalle una partecipazione alla Collettiva per il centenario della morte di Arthur Rimbaud, una Personale in collaborazione con la rivista Artico e una raccolta di 31 poesie intitolata "Sono brava ad aspettare”. Da non perdere.


Mortitiara

Dopo il dibattito, potremo rimanere in compagnia grazie all'ospitalità e al bar della Terrazza, accompagnati dalla selezione musicale 360° del DJ Giopa.




Perugia Sabato 23 Giugno 2007 ore 21.00
Terrazza del Mercato Coperto, Perugia



Per promuovere la serata abbiamo approntato manifesti e passaggi radio su Onda Libera (FM 87,8-89,6-89.8-95.2-99.4), distribuito volantini e convocato una conferenza stampa, ma contiamo sul vostro aiuto (e sostegno) per diffondere l'evento ai vostri amici e conoscenti.

L'iniziativa è stata ideata e promossa dal Centro di Iniziativa Radicale di Perugia, dall’associazione arcygay e arcylesbica Omphalos di Perugia e dal Circolo Ernesto Rossi di Terni.


Aderiscono: Arci Perugia, Civiltà Laica, Federazione Giovani Socialisti, Sinistra Liberale e UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti).



Leggi l'articolo di Francesco Pullia, su Notizie Radicali


lunedì 18 giugno 2007

Roma Pride 2007

Sabato 16 giugno 2007, la capitale di Roma ha ospitato e patrocinato (più o meno) il Roma Pride 2007.
Nonostante alcune strade della capitale si siano risvegliate imbrattate dai manifesti abusivi di Forza Nuova e Militia Christi, la manifestazione si è svolta senza incidenti, in un'atmosfera allegra e divertente.
Al grido di Parità - Dignità - Laicità, centinaia di migliaia di cittadini omossessuali e non, hanno dimostrato che omofobi e clericali non sono maggioranza di questo paese.
Un milione secondo gli organizzatori, 300.000 per la Questura, il Pride di Roma è stato un successo, anzi un successone.
Ancora una volta la società mostra di essere più libera ed emancipata della politica, infestata da timidi e prudentissimi Don Abbondio.


Il nostro tesoriere Francesco Pellegrino ha partecipato alla manifestazione. Ecco alcune foto della rappresentanza umbra e degli amici dell'associazione Omphalos di Perugia.







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Benedetti Laici, conferenza stampa

Benedetti Laici
CONVOCAZIONE CONFERENZA STAMPA

Giovedì 21 Giugno ore 11,00 presso Hotel “La Rosetta” in Piazza Italia, Perugia.

BENEDETTI LAICI
XX Giugno, la storia si ripete

Alla conferenza stampa verrà presentato il dibattito pubblico sul tema della laicità che si terrà a Perugia Sabato 23 Giugno 2007, alle ore 21.00, presso la Terrazza del Mercato Coperto.

XX giugno 1859, la strage dei perugini che si ribellarono allo stato della chiesa. 20 giugno 2007, un secolo e mezzo di battaglie per i diritti e per la laicità.
Se la storia si ripete, occorre compiere delle riflessioni.
Il vaticano, dal canto suo, parla alla politica e come qualcuno ha detto, ironizzando la situazione, il governo dovrebbe fare i miracoli e la chiesa le leggi.

Alla serata del 23 giugno 2007 interverranno MARCO PANNELLA, lo storico Franco Bozzi, il sociologo Roberto Segatori e Don Giovanni Franzoni della comunità di San Paolo.

L'iniziativa è promossa dal Centro di Iniziativa Radicale di Perugia, dall’associazione ArciGay Omphalos di Perugia e dal Circolo Ernesto Rossi di Terni.
Aderiscono: Arci Perugia, Civiltà Laica, Federazione Giovani Socialisti, Sinistra Liberale e UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti).

Per ulteriori informazioni
ufficiostampa@radicaliperugia.org

lunedì 11 giugno 2007

Referendum indennità Consiglieri Regionali

Pubblichiamo la sintesi della conferenza stampa che si è tenuta alle ore 11.30 di oggi, Lunedì Giugno 2007, presso la sala della Biblioteca della Provincia di Perugia.
In rappresentanza del C.I.R., era presente Andrea Maori, che sta seguendo i lavori del comitato referendario.

Dalle informazioni a noi pervenute il Consiglio regionale si prepara domani Martedì 12 Giugno a votare la decadenza e nullità del Referendum regionale per il dimezzamento delle Indennità dei Consiglieri regionali umbri; si tratta di un atto evidentemente illegittimo ed il Comitato Referendario Umbro ribadisce la sua contrarietà e la sua ferma volontà di ottenere il regolare svolgimento del Referendum l’11 Novembre prossimo.
Consideriamo assolutamente inaccettabile qualunque Delibera del Consiglio regionale che tenti di dichiarare decaduto il Referendum a causa di un Legge regionale che finge di andare incontro alle richieste referendarie con un autoriduzione dell’1,5% a fronte di una richiesta referendaria di riduzione del 50% delle Indennità stesse.
A tale proposito merita di essere ricordato il ridicolo balletto di cifre: prima il relatore della Legge Paolo Baiardini ha dichiarato che si trattava di una riduzione dell’8% (riportato da tutta la stampa locale), poi il Messaggero ha evidenziato come invece la nuova Legge aveva addirittura aumentato le Indennità dei Consiglieri regionali di 20 euro, infine una Delibera dello stesso Consiglio regionale n°156 del 5 Giugno 2007 “Correzione dell’errore materiale” con la quale invece si diminuiscono davvero le Indennità ma del 1,5%.
Una vera e propria presa in giro non solo del Comitato ma soprattutto dei cittadini e degli stessi Organi d’informazione che hanno diffuso (loro malgrado) notizie non corrispondenti al vero su di un tema coperto dalla normativa della Par Condicio: un Referendum gia indetto (per l’11 Novembre appunto).


A questo scopo il Comitato ha gia dato mandato all’avv. Giuseppe Caforio: di impugnare davanti alle competenti sedi giudiziarie ogni Atto regionale che tentasse di negare ai cittadini umbri il diritto di esprimersi con il legittimo voto referendario e di tutelare gli interessi della corretta informazione, ai sensi della Legge 28/2000 .

Rendiamo inoltre noto come il Presidente della Commissione Bicamerale per gli Affari regionali Leoluca Orlando ha gia preso in esame la questione ed ha interessato il Ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta, segnalando le gravi irregolarità antidemocratiche in corso in Umbria.
Il Prof. Pancio Pardi in rappresentanza delle Liste Civiche nazionali ha anch’egli espresso la sua solidarietà al Comitato referendario e confermato l’importanza di garantire il libero e democratico svolgimento di quello che è il primo Referendum regionale sui costi della politica ed è appena di questi giorni la notizia che si è costituito anche in Abruzzo, promosso sempre dalle Liste civiche, un Comitato referendario per la riduzione delle Indennità dei Consiglieri regionali abruzzesi.
Nei giorni in cui in tutta Italia si parla della riduzione dei Costi della Politica in Umbria, dove i cittadini hanno finalmente l’opportunità di esprimersi, si tenta di impedirlo, nel colpevole silenzio della Stampa. Davvero ha ragione l’Arcivescovo Giuseppe Chiaretti quando parla di “Regime”.

Da questo punto di vista la cosa più significativa è il tradimento dei Verdi e dei Comunisti Italiani che pure avevano aderito inizialmente al Referendum ed oggi arrivati al voto si sono tirati indietro. Particolarmente significativo è anche l’atteggiamento del Polo delle Libertà che ancora una volta si appiattisce sulle posizioni della Giunta Lorenzetti; è proprio nella logica dei “Regimi” che la sedicente Opposizione sia il puntello più solido del Potere, dei suoi Illeciti e della sua Arroganza.
Al Comitato Referendario Umbro aderiscono oltre alle Liste Civiche dell’Umbria, Italia dei Valori, I Radicali, l’associazione Liberacittadinanza Umbria, il Partito dei Giovani, i Sindacati di Base: Confederazione Cobas, Rdb-Cub, Slai-Cobas e soprattutto 13.800 cittadini/elettori umbri. 


COMITATO REFERENDARIO UMBRO


Il senatore, la TV e l'ambulanza

Mandiamo tante mail di protesta contro Gustavo Selva, senatore nelle file di an - ma per me poteva essere anche del prc, rnp, fi, ds e così via - che si è permesso di utilizzare, attraverso un finto malore, un'ambulanza per raggiungere in tempo gli studi televisivi di La7, partecipando puntuale ad una trasmissione nella quale, evidentemente non pago, ha perfino osato vantarsi del proprio gesto.

selva_g@posta.senato.it

E diamoci sotto, si può pure fare partire una bella catena con i nostri contatti.
In qualsiasi altro paese occidentale e - temo - anche del terzo mondo un sopruso del genere o va spiegato ufficialmente - e non a mezzo stampa come ha fatto con "Il giornale" - o devono essere rassegnate all'istante le proprie dimissioni, una possibilità che troppo spesso viene glissata da noi, ma tanto di moda in quei paesi anglosassoni che tanti - (dis)onorevole Selva compreso - dicono di apprezzare.

A presto,
Antonio.

martedì 5 giugno 2007

Se non l’umanità, almeno il rispetto per Giovanni Nuvoli

Eravamo già tristemente consapevoli che le richieste di Giovanni Nuvoli, per ora ascoltate solo dall’Associazione Luca Coscioni e da un gruppo di medici coraggiosi, avrebbero scatenato la furia ideologica di chi considera il dolore e la malattia patrimonio esclusivo di altri, tralasciando il proprietario principale del fardello più pesante, Giovanni Nuvoli.
L’accusa è sempre la stessa, i Radicali strumentalizzano la disperazione dei malati per i loro oscuri progetti politici, montano il “caso” e poi zac, profittando della loro depressione, della tua incapacità di comunicare normalmente, ti staccano i tubi che ti consentono di vivere.
Poco importa se la macchina alla quale ti hanno collegato somiglia alla pausa di un videoregistratore, qualcuno che non sei tu, decide per te che anche questa è vita meritevole di essere vissuta, persone importanti che la dignità riescono a descriverla in ogni dove, ma che ad ogni parola, la negano a te.

A te, che hai osato sfidare il silenzio ipocrita dell’abbandono in un letto d’ospedale del reparto di rianimazione, chiedendo di poter decidere del tuo futuro, magari tra le mura di casa tua.
Giovanni Nuvoli non è nelle grinfie e tanto meno nelle decisioni di nessuno, e grazie al sintetizzatore che ha recentemente ottenuto, risponde frequentemente agli articoli che lo vorrebbero depresso e confuso strumento di lotta politica altrui.

Giovanni invia con la moglie Maddalena, messaggi di solidarietà a Marco Cappato, arrestato a Mosca mentre reclamava l’intervento della polizia contro un gruppo di violenti estremisti, perché forse prova apprensione per quel ragazzo che per primo rispose al suo appello;

Ovunque siate, siamo con voi. Un abbraccio forte, Giovanni e Maddalena”


Così, come risponde all’editoriale del quotidiano della Cei “Mollate la presa partigiani della morte” di Francesco Ognibene, con un chiaro;

"La malattia è un peso che sopporto e non c'è via d'uscita. La politica non c’entra niente. La mia decisione è quella che conta"

 

poi replica all’articolo di Ilaria Nava pubblicato sull’Avvenire del 31/5/2007 dal titolo, “I nuovi medici di Nuvoli? Nominati dai Radicali

 

Giovanni Nuvoli, l'ex arbitro algherese affetto da Sla, contesta il contenuto di un articolo sulla sua vicenda pubblicato ieri dall'Avvenire e ribadisce la richiesta di distacco dall'apparato di respirazione artificiale che lo tiene in vita. ''Letto l'articolo del 31 maggio - ha fatto sapere attraverso un comunicato dettato col sintetizzatore vocale - in presenza di infermieri professionali dico che e' meglio che Piergiorgio Massidda (coordinatore sardo di Fi e componente della commissione parlamentare d'inchiesta sul servizio sanitario nazionale, che ha proposto di ricorrere alla consulenza di uno psichiatra, ndr) faccia la perizia a lui e governi la sua persona, dal momento che io l'ho gia' fatta''. Nuvoli da', quindi, della ''bugiarda'' a una dottoressa del reparto Rianimazione di Sassari (''io non l'ho mai vista consolarmi'') e reitera la richiesta di essere staccato dalle macchine. ''Io non sono solo ma ho intorno tanta gente che mi vuole bene. L'equipe la conosco e non mi sento abbandonato, ero abbandonato in ospedale. Voglio - conclude Nuvoli - che mi stacchino le macchine''.
dal sito www.lucacoscioni.it

 

Certo, siamo consapevoli che tanta determinazione faccia e debba far riflettere. Per questo motivo la documentazione sanitaria di Giovanni è attualmente al vaglio di una equipe medica multi-disciplinare, composta da un medico di base, tre anestesisti, un esperto di cure palliative, un cardiologo, un neurologo ed uno psichiatra. Una metodologia messa a punto proprio per impedire ad ogni ragionevole dubbio d’inquinare la volontà ultima del malato, che la nostra costituzione descrive al suo articolo 32: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Certi che l’umanità non si possa reclamare per legge, ci attendiamo almeno il giusto rispetto per Giovanni Nuvoli, forse illudendoci che a ripeterne continuamente le generalità, qualcuno la smetta di confonderlo con il macchinario che lo accompagna.





Carlo Ruggeri
Segretario Organizzativo C.I.R. Perugia

lunedì 4 giugno 2007

Le mistificazioni sulle droghe

Ci sono due fatti di cronaca delle ultime settimane che la stampa, ma soprattutto la televisione di stato e non, stanno cavalcando in nome del proibizionismo più cieco e irragionevole.


Il primo riguarda quel ragazzo che, dopo aver fumato uno “spinello” – un nome, quello sì allucinante, ma quando lo capiranno che solo i “matusa”, per dirla con Elio e Le Storie Tese, lo chiamano così? – secondo quanto riferiscono i resoconti sarebbe morto in classe, apparentemente per un taglio errato contenente del crack.


Nel secondo caso invece si tratterebbe di un atto di assoluta incoscienza, anzi criminale, di un autista di autobus che prima di trasportare decine di bambini ha ben pensato di farsi con un po’ di hashish o marijuana; la gravità del fatto è palese. Qui, come dovrebbe accadere con l’assunzione di altre sostanze che alterino le sensazioni corporee, vedi la voce alcol, la nostra pietà dovrebbe essere nulla, tanto meno se c’erano di mezzo fanciulli, due dei quali morti, e altri ancora feriti nel ribaltamento della vettura. Peccato che si taccia sistematicamente sulle migliaia di morti sulle strade per “alcolicidio” e si monti un caso spropositato su un caso tanto grave quanto quello di altre migliaia annualmente. E se qualcuno dovesse perbenisticamente rispondermi “e ma lì si trattava di droga”, allora gli chiederei con tutta onestà in quali condizioni sia un uomo con due bottiglie di vino nello stomaco e nel sangue se non in quelle di un vero e proprio “drogato”.


Ritornando al primo caso, mi ha illuminato un intervento di Marco Pannella in una scuola romana autogestita risalente al ’93, riproposta qualche sera passata – ringrazio, in quanto insonne, RadioRadicale per la trasmissione notturna con materiale d’archivio. Come si fa a dire, come ho ascoltato nel rotocalco “10 minuti” del tg2, che “i nuovi fatti di cronaca darebbero ragione a i più restrittivi (cioè ai proibizionisti, ndr)”?. Come se oggi, e da ahimé più di un anno, non avessimo una legislazione la più “restrittiva” degli ultimi vent’anni in Italia e tra le più assurde di tutta Europa – la equiparazione di tutte le “sostanze stupefacenti” introdotta con la legge Fini-Giovanardi è da paese fondamentalista, del terzo mondo. Come se avessimo, anche per qualche giorno, permesso l’apertura dei civilissimi coffee shop alla olandese con relative regolamentazioni e controlli del caso, come avviene per qualsiasi altro prodotto alimentare, affinché sia garantita la salute del cittadino/consumatore – che mai avrebbero lasciato che un pezzo di hashish rimanesse contaminato con del crack, come avvenuto con il caso di Miliano. Nulla di tutto ciò, e il fallimento di questa ulteriore prova di forza delle armate della proibizione è sotto gli occhi di tutti: tra le labbra di quei tre milioni di italiani che consumano droghe leggere e continueranno a farlo, nei vicoli delle nostre città in cui prospera l’unica attività che non vede né crisi né stagnazioni, ovvero il mercato nerissimo dello spaccio sostenuto e finanziato dalle grandi organizzazioni criminali così come sui marciapiedi infestati di siringhe insanguinate – attenzione a non abbassare la guardia col fenomeno eroina, dato troppo presto per vinto.


domenica 3 giugno 2007

Riga, il diritto di manifestare

MaoriMarzocchiIn apprensione per i recenti fatti di Mosca, siamo in collegamento con il nostro inviato Andrea Maori che ci ha tranquillizzato sul corretto andamento del Gay Pride che oggi si svolge a Riga, in Lettonia.
La colorata manifestazione si sta svolgendo serenamente all’interno di un parco, dal quale però non è possibile uscire a causa della presenza di gruppi di estrema destra che, ci spiega sempre Andrea, tirano petardi, urlano minacce e slogan offensivi e provocatori.
Alla manifestazione è presente una delegazione del Partito Radicale guidata da Ottavio Marzocchi, funzionario al Parlamento Europeo, gli osservatori di Amnesty International e molte organizzazioni internazionali di difesa e tutela dei diritti umani.

Qualche settimana fa il cardinale Janis Pujats, arcivescovo di Riga, ha chiesto ai fedeli di scendere in piazza in opposizione alla marcia per i diritti dei gay con questa dichiarazione:
Se ci saranno 1.000 maniaci sessuali che si muovono pazzamente, la popolazione di Riga dovrà essere di almeno 40-50.000: questa proporzione darà al governo sufficienti ragioni per lasciare la perversione sessuale al di fuori della legge.Tinky Winky

Al corteo è presente anche un inviato molto speciale, Tinky Winky, uno dei personaggi della celebre serie Teletubbies. Da tempo Tinky Winky é accusato da gruppi di cattolici fondamentalisti per via dei simboli omosessuali che ostenta e cioè il suo colore viola, la borsa rossa che porta con sé e il triangolo che ha sulla testa.
Recentemente Tinky Winky é stato messo sotto inchiesta dal governo polacco, in una vera e propria crociata contro la “promozione dell’omosessualità”.
La Mediatrice polacca per i diritti dei bambini, membro del Partito delle Famiglie Polacche, Ewa Sowinska, ha infatti richiesto agli psicologi del suo ufficio la verifica dell’orientamento sessuale del pupazzo, al fine di decidere se i Teletubbies promuovono l’omosessualità, se questo può avere un effetto deviante sui bambini, e se la televisione polacca debba o no trasmettere i Teletubbies.
Tinky Winky si é rivolto ai Radicali, che hanno deciso di inviarlo a Riga al Gay Pride come ambasciatore della lotta per l’eguaglianza e contro la discriminazione, e partecipa alla marcia di questa domenica.


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Grazie a Radio Radicale è possibile ascoltare l'audio del collegamento di Andrea.