lunedì 11 giugno 2007

Referendum indennità Consiglieri Regionali

Pubblichiamo la sintesi della conferenza stampa che si è tenuta alle ore 11.30 di oggi, Lunedì Giugno 2007, presso la sala della Biblioteca della Provincia di Perugia.
In rappresentanza del C.I.R., era presente Andrea Maori, che sta seguendo i lavori del comitato referendario.

Dalle informazioni a noi pervenute il Consiglio regionale si prepara domani Martedì 12 Giugno a votare la decadenza e nullità del Referendum regionale per il dimezzamento delle Indennità dei Consiglieri regionali umbri; si tratta di un atto evidentemente illegittimo ed il Comitato Referendario Umbro ribadisce la sua contrarietà e la sua ferma volontà di ottenere il regolare svolgimento del Referendum l’11 Novembre prossimo.
Consideriamo assolutamente inaccettabile qualunque Delibera del Consiglio regionale che tenti di dichiarare decaduto il Referendum a causa di un Legge regionale che finge di andare incontro alle richieste referendarie con un autoriduzione dell’1,5% a fronte di una richiesta referendaria di riduzione del 50% delle Indennità stesse.
A tale proposito merita di essere ricordato il ridicolo balletto di cifre: prima il relatore della Legge Paolo Baiardini ha dichiarato che si trattava di una riduzione dell’8% (riportato da tutta la stampa locale), poi il Messaggero ha evidenziato come invece la nuova Legge aveva addirittura aumentato le Indennità dei Consiglieri regionali di 20 euro, infine una Delibera dello stesso Consiglio regionale n°156 del 5 Giugno 2007 “Correzione dell’errore materiale” con la quale invece si diminuiscono davvero le Indennità ma del 1,5%.
Una vera e propria presa in giro non solo del Comitato ma soprattutto dei cittadini e degli stessi Organi d’informazione che hanno diffuso (loro malgrado) notizie non corrispondenti al vero su di un tema coperto dalla normativa della Par Condicio: un Referendum gia indetto (per l’11 Novembre appunto).


A questo scopo il Comitato ha gia dato mandato all’avv. Giuseppe Caforio: di impugnare davanti alle competenti sedi giudiziarie ogni Atto regionale che tentasse di negare ai cittadini umbri il diritto di esprimersi con il legittimo voto referendario e di tutelare gli interessi della corretta informazione, ai sensi della Legge 28/2000 .

Rendiamo inoltre noto come il Presidente della Commissione Bicamerale per gli Affari regionali Leoluca Orlando ha gia preso in esame la questione ed ha interessato il Ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta, segnalando le gravi irregolarità antidemocratiche in corso in Umbria.
Il Prof. Pancio Pardi in rappresentanza delle Liste Civiche nazionali ha anch’egli espresso la sua solidarietà al Comitato referendario e confermato l’importanza di garantire il libero e democratico svolgimento di quello che è il primo Referendum regionale sui costi della politica ed è appena di questi giorni la notizia che si è costituito anche in Abruzzo, promosso sempre dalle Liste civiche, un Comitato referendario per la riduzione delle Indennità dei Consiglieri regionali abruzzesi.
Nei giorni in cui in tutta Italia si parla della riduzione dei Costi della Politica in Umbria, dove i cittadini hanno finalmente l’opportunità di esprimersi, si tenta di impedirlo, nel colpevole silenzio della Stampa. Davvero ha ragione l’Arcivescovo Giuseppe Chiaretti quando parla di “Regime”.

Da questo punto di vista la cosa più significativa è il tradimento dei Verdi e dei Comunisti Italiani che pure avevano aderito inizialmente al Referendum ed oggi arrivati al voto si sono tirati indietro. Particolarmente significativo è anche l’atteggiamento del Polo delle Libertà che ancora una volta si appiattisce sulle posizioni della Giunta Lorenzetti; è proprio nella logica dei “Regimi” che la sedicente Opposizione sia il puntello più solido del Potere, dei suoi Illeciti e della sua Arroganza.
Al Comitato Referendario Umbro aderiscono oltre alle Liste Civiche dell’Umbria, Italia dei Valori, I Radicali, l’associazione Liberacittadinanza Umbria, il Partito dei Giovani, i Sindacati di Base: Confederazione Cobas, Rdb-Cub, Slai-Cobas e soprattutto 13.800 cittadini/elettori umbri. 


COMITATO REFERENDARIO UMBRO


11 commenti:

  1. antonio db11/06/07, 21:00

    Sono ben felice di sapere che un analogo comitato si è appena formato in Abruzzo, sicuramente il mio appoggio ci sarà tutto.

    E' davvero di inaudita gravità quello che sta accadendo nella sede legislativa della regione Umbria, in barba non solo a ogni regola del gioco democratico, basato sul rispetto della legge - "uguale per tutti"(?) - e della sovranità popolare - art.1 comma 2, costituzione - ma soprattutto fregandosene di quel minimo di pudicizia che le istituzioni che si pretendono democratiche spesso sfoggiano - ben conoscete la formula per cui i "finanziamenti pubblici" sono magicamente divenuti "rimborsi elettorali".

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  2. La cosa inaudita sono le Regioni. Dovrebbero essere tutte trasformate in Contee con poteri solo amministrativi, invece abbiamo creato un mostro di 21 piccoli "stati" cosa ridicola agli occhi dell'Europa e del Mondo.Il vero declino di questo Paese inizia proprio negli anni '70. Ma nessuno osa dire oggi la verità sugli sprechi di questa follia e nessuno ha il coraggio di metterci mani.La gran parte della gente di questo Paese oltre che essere analfabeta ha atteggiamenti provinciali e orizzonti al massimo localistici.Siamo andati indietro rispetto ai nostri padri e ai ns. nonni

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  3. antonio db12/06/07, 21:43

    In realtà, caro robin, prima di ridimensionare le regioni, istituzioni volute già dal costituente nel '47 e esistenti in praticamente tutti gli stati occidentali, io ripenserei il ruolo e il significato delle province: sono ormai divenute macchine burocratiche che, loro malgrado, si ritrovano nella "terra di nessuno", nel guado di competenze tra comune e regione, i quali nell'ultimo quindicennio hanno invece rafforzato poteri ed autorevolezza - il primo per l'elezione diretta introdotta nel 1992/93, il secondo in seguito allo pseudo-federalismo, spesso sottovalutato, della riforma del titolo V voluta due legislature or sono dal centro-sinistra.
    Ma quando la stessa il ministro per il commercio internazionale, oltre che per il rapporti con la UE, Emma Bonino, non proprio una fascista accentratrice, dichiara "Non ho poteri di legge perché le Regioni, in base alle modifiche introdotte al titolo V della Costituzione, in materia hanno una competenza concorrente. E tra l'altro, hanno molti più soldi del mio ministero. Non mi resta che procedere cercando di convincere gli attori in campo", allora si pone un problema serio di coordinamento nei rapporti tra stato e regioni.
    Ritornando alle province, la soluzione più ragionevole sarebbe quella illustrata in un acuto intervento su "notizie radicali" di qualche mese fa, cioè depoliticizzazione e snellimento, fermi restando i servizi che l'istituzione può offrire al territorio, piuttosto che una arogazione tout court.

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  4. antonio db12/06/07, 21:49

    In realtà, caro robin, prima di ridimensionare le regioni, istituzioni volute già dal costituente nel '47 e esistenti in praticamente tutti gli stati occidentali, io ripenserei il ruolo e il significato delle province: sono ormai divenute macchine burocratiche che, loro malgrado, si ritrovano nella "terra di nessuno", nel guado di competenze tra comune e regione, i quali nell'ultimo quindicennio hanno invece rafforzato poteri ed autorevolezza - il primo per l'elezione diretta introdotta nel 1992/93, il secondo in seguito allo pseudo-federalismo, spesso sottovalutato, della riforma del titolo V voluta due legislature fa dal centro-sinistra.
    Ma quando lo stesso ministro per il commercio internazionale, oltre che per il rapporti con la UE, Emma Bonino, non propriamente una fascista accentratrice, dichiara "non ho poteri di legge perché le Regioni, in base alle modifiche introdotte al titolo V della Costituzione, in materia hanno una competenza concorrente. E tra l'altro, hanno molti più soldi del mio ministero. Non mi resta che procedere cercando di convincere gli attori in campo", allora si pone un problema serio di coordinamento nei rapporti tra stato e regioni.
    Ritornando alle province, la soluzione più ragionevole sarebbe quella illustrata in un acuto intervento su "notizie radicali" di qualche mese fa, cioè depoliticizzare e snellire, fermi restando i servizi che l'istituzione può offrire al territorio, piuttosto che una abrogazione tout court che costringerebbe un olbiese, un mantovano o un leucano a intraprendere autentici viaggi della speranza per raggiungere il lontano capoluogo di regione.

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  5. Antonio

    in questi giorni dove tutti parlano dei costi della politica, nessuno ha mia parlato del vero problema, che non sono diminuire del 10% lo stipendio o la pensione di chicchesia (sarebbe una goccia in mezzo al mare), ma di smontare questa follia di 7-8 livelli di potere (Stato-Regioni,Provincie; Comuni, Comunità, etc)creati da questi mediocri "politici". La gente si fa inculare con discorsi del Nord e Sud e altre menate che distragono il popolo bue dalla realtà.La cosa peggiore sono le assurdità scritte dalla stampa e dai ciambellani dei giornalisti, quindi tutto un sistema che non vuole lasciare i privilegi acquisiti. Io sono un piccolo impreditore che vive tra Lazio e Veneto, quando sento che il Nord-Est è tutto rose e fiori mi viene la pelle d'oca è un territorio allo sbando completo sia economico che soprattutto culturale, con grandi difficoltà che tra 3-4 anni porterà indietro questo territorio di 30 anni.Ho apprezzato la lucidità della Bonino ha detto cose vere, che io che vado all'estero per fiere, sperimento continuamente. Tra le vs. file dovrebbe nascere un movimento liberale vero che in questa Nazione potrebbe rappresentare una fascia trasversale di cittadini che non si riconoscono più in questa politica e che non votano più e che secondo me rappresentano una forza elettorale del 20-25%. Il realismo della Bonino dovrebbe essere l'inizio per un movimento che si crei all' interno vs. stesso partito.Sarebbe anche l'inizio di una rinascita di un partito che non ho mai votato ma sempre apprezzato.Saluti

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  6. antonio db13/06/07, 15:52

    caro robin,
    troppi "ci apprezzano", come dici di fare tu, ma, ahimé, troppi pochi ci votano:(
    meno apprezzamenti e più voti sarebbero graditi:)
    Detto questo, posso solo sperare che le tue apocalittiche previsioni sul mitico, forse fin troppo mitizzato, nord-est si falsifichino. Certo, se un personaggio politico lungimirante e competente come Emma, con sul groppone già una bella esperienza istituzionale oltre che politica, è stato relegato lì dove pochissimo può, ci sarà anche una ragione intrinseca a questa classe politica che, prendendo in prestito gli attributi assegnati da Beppe Severgnini, è tremendamente "gotica, autoreferenziale, confusa, parolaia, ripetitiva, onanista ed egoista"; non bastano forse questi aggettivi per rendere l'idea?
    A proposito di giornalismo, la situazione è poco confortante nel senso che si bada prima a non scomodare il potere (a meno che non si sia alle dipendenze di un editore di parte, quindi a volta immerso nell'"altra gamba del regime", per dirla con Marco Pannella)e poi a scrivere qualcosa di più o meno interessante. Con, e va detto ad onor del vero, alcune significanti eccezioni, tra cui per fare dei nomi inserirei B. Severgnini stesso e il tenace G.A. Stella (leggerò il suo libro sui costi della non-politica), i quali, guarda caso, sono nella minoranza dei giornalisti che è a favore dell'abolizione dell'ordine (medievale e di casta).

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  7. "...troppi "ci apprezzano", come dici di fare tu, ma, ahimé, troppi pochi ci votano:"

    Il discorso deve partire all'interno del vs. partito dalle anime autenticamente liberali che ci sono. Provate a fare un sondaggio su quanti sono d'accordo con le dichiarazioni della Bonino circa il problema (sacrosanto) sollevato nell'intervista al Corriere della Sera e vi accorgerete che esiste in questo Paese un consenso trasversale ampio di una società attiva, positiva, lungimirante direi di mentalità libera e liberale, che non viene in alcun modo più rappresentata. Una parte consistente è nel "partito dei non-votanti".Ma nel Vs. partito la parte liberale si scontra con elementi interni radicalmente di sinistra e ancora peggio da chierici travestiti da liberisti, che considero la peggior razza

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  8. ..complimenti!
    Per essere un blog che parla di politica vedo che è "molto" frequentato. Quando lo chiudete?

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  9. Carlo Ruggeri14/06/07, 15:02

    Quando riterremo che la quantità degli interventi sia più importante della qualità e della pluralità...
    ;)

    Torna a trovarci, Laura.

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  10. fustigator14/06/07, 18:07

    Carlo

    diciamocelo! Laura non ha tutti i torti.Non prendertela, anzi Ti servi da sprono.Più brio e Laura tornerà!

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  11. Carlo Ruggeri14/06/07, 19:48

    Prendermela? Tutt'altro, anzi vi rinnoviamo l'invito a tornare e vi ringraziamo per i commenti.

    Di nuovo saluti.

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