mercoledì 29 maggio 2013

Regione Umbria: Garante detenuti, si arrivi presto alla nomina senza ulteriori indugi dopo molte votazioni andate a vuoto

L’associazione radicaliperugia.org, pur apprezzando che finalmente (dopo oltre 6 anni!) sia iniziato l’iter per la nomina del Garante regionale dei Detenuti con la pubblicazione del bando, la raccolta e la selezione dei curricula e le prime votazioni, esprime rammarico e preoccupazione per il perdurare di una situazione di stallo che di fatto impedisce di arrivare ad una “fumata bianca”.
Il quorum richiesto dei 2/3 dell’assemblea non può essere assunto come alibi o pretesto dal momento che in tutto questo tempo di totale inerzia non si è mai ritenuto utile abbassare tale soglia.
E’ compito della politica, nello specifico dei consiglieri regionali sia di maggioranza che di opposizione, uscire dall’empasse in cui essi stessi si sono cacciati.
C’è una rosa di candidati che soddisfano i requisiti richiesti tra i quali scegliere il futuro Garante. 
Non c’è più spazio quindi per ulteriori traccheggiamenti, tatticismi o immotivati rinvii. Si prosegua perciò con votazioni ad oltranza, se necessario, anche con cadenza giornaliera, per porre fine ad una situazione di patente illegalità che dura ormai da circa 2.300 giorni.
Si faccia in modo che  il risultato della nomina sia effettivamente capace di assicurare la soddisfazione dei bisogni che le persone detenute e tutti gli operatori penitenziari ed i volontari si attendono.
Si faccia in modo che finalmente si possa uscire da questo pantano di inerzia e di convinta indifferenza e di comodo alibi che "non ci sono i mezzi e le risorse".

mercoledì 22 maggio 2013

Regione Umbria e Garante dei detenuti: un'altra occasione perduta Dichiarazione di Libera Umbria, Radicaliperugia.org e Antigone - Umbria


Dichiarazione di Walter Cardinali, presidente di Libera Umbria, Andrea Maori, segretario di radicaliperugia.org e Simona Materia, riferimento di Antigone per i diritti e le garanzie nel sistema penale Umbria

Garante dei detenuti: un'altra occasione perduta
Dopo anni di silenzio, in Umbria è stato indetto un bando per costruire una rosa di nomi entro cui il Consiglio Regionale avrebbe potuto scegliere, ed in seguito si è svolta la votazione.
Ancora una volta siamo costretti tuttavia ad esprimere la nostra delusione: il consiglio regionale dell'Umbria nella seduta di ieri, martedì 21 maggio, non è riuscito a nominare il Garante delle persone sottoposte a misure privative o limitative della libertà personale, come previsto da una legge varata dalla stessa Regione ormai 7 anni fa. Legge che non ha mai trovato attuazione, nonostante la drammatica situazione degli gli istituti penitenziari italiani, al di fuori di qualsiasi cornice di costituzionalità.
Il rammarico è ancora più grande dato che la figura di Carlo Fiorio (che ha ottenuto nella votazione di ieri 16 voti, ovvero la maggioranza all'interno del consiglio regionale) gode senza dubbio di tutti i requisiti di competenza ed autorevolezza necessari a ricoprire questo importante ruolo: la sua storia personale di studioso e il suo impegno a fianco del volontariato sono premessa di indipendenza dalla amministrazione giudiziaria e dalla politica in un ruolo che è in primo luogo di tutela dei più deboli.
Crediamo che intorno a questo nome o ad altri con analoghe caratteristiche sia ancora possibile raggiungere in consiglio regionale il quorum richiesto. In caso contrario chiediamo che le forze responsabili attuino tutti gli sforzi necessari ad adempiere al loro compito, anche con rapide modifiche legislative ai meccanismi di nomina, evitando ulteriori inaccettabili dilazioni.
L’istituzione del Garante – in Italia ce ne sono 6 regionali più una decina comunali eprovinciali - rappresenta la novità più importante degli ultimi anni in materia penitenziaria. E’ un organo indipendente dicontrollo e di ispezione sui luoghi di detenzione così comeprevisto da protocolli attuativi del 2002 della Convenzione Onu contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti sottoscritto ma non ratificato dall’Italia.
La presenza delgarante, contribuendo alla tutela dei diritti, può essere veicolo di una cultura basata sulla legalità, condizione necessaria alla sicurezza, in quanto consente di limitare i danni sulla salute fisica, psicologica e sociale, che la violazione dei diritti e la detenzione stessa producono sulla persona detenuta. Danni che simanifesteranno poi con aumento della distruttività e della recidiva.

Perugia, 22 maggio 2012


giovedì 16 maggio 2013

Da domenica 19 maggio, radicaliperugia in piazza su progetto "Eutanasia legale" e per la legalità delle carceri


Dichiarazione di Andrea Maori e Michele Guaitini, segretario e tesoriere di radicaliperugia.org

Domenica 19 maggio, in piazza Matteotti dalle 16,30 radicaliperugia.org inizierà la raccolta firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia legale e il testamento biologico promossa dall'Associazione Luca Coscioni con l'adesione di varie associazioni.  Secondo studi accreditati, in Italia il 60% dei malati terminali ricoverati presso i reparti di terapia intensiva, muore con l’aiuto dei medici, attraverso forme di eutanasia “clandestina”. Sostenendo la proposta dell’associazione Luca Coscioni, Radicali Italiani, UAAR, Associazione Exit, vogliamo legalizzare l’eutanasia, restituendo alla persona la dignità di poter scegliere sul proprio fine vita. Raccoglieremo le firma anche su tre proposte di legge di iniziativa popolare promosse da un comitato di associazioni che si occupano della situazione della legalità e il rispetto della costituzione nelle carceri, l'introduzione del reato di tortura nel codice penale e le modifiche alla legge sulle droghe prevedendo la depenalizzazione del consumo e la riduzione dell'impatto penale. La raccolta firme proseguirà nel mese di giugno anche su un pacchetto di referendum in materia di diritti civili.

venerdì 10 maggio 2013

Libera Umbria e Radicali Perugia su Garante dei detenuti: mettere fine ai ritardi, alle lottizzazioni, ai veti incrociati

GARANTE DEI DETENUTI, ULTIMO APPELLO.

METTERE FINE AI RITARDI, ALLE LOTTIZZAZIONI, AI VETI INCROCIATI.
  
La legge regionale che istituisce una figura di tutela delle persone private della libertà personale fu pubblicata all’ottobre del 2006, più di sei anni fa. Prescriveva la designazione entro un anno. Ne sono passati quasi sette.
Da allora è cresciuta notevolmente la popolazione carceraria con problemi di sovraffollamento che talora comportano vere e proprie violazioni di diritti costituzionalmente garantiti. La nomina di una figura di tutela, in grado di esercitare una vigilanza, di ascoltare – quando si presenti – il disagio, di spingere a soluzioni positive dei problemi tutte le amministrazioni coinvolte, dal Ministero della Giustizia alla Sanità regionale, agli Enti Locali, è un aiuto concreto, un segno di attenzione e di civiltà da parte della comunità regionale.
Dal 2007 Libera Umbria, i Radicali di Perugia, insieme ad altre associazioni, con convegni, incontri, conferenze e comunicati stampa, chiedono al Consiglio regionale di rientrare nella legalità provvedendo alla nomina, ma solo qualche mese fa si è avviata una procedura di selezione trasparente, basata sui curricula dei candidati in possesso dei requisiti di legge.
Oggi il Consiglio regionale dell'Umbria dispone di un vero e proprio "albo" di candidati al ruolo di garante dei detenuti, predisposto dal suo ufficio di presidenza. Non ci sono dunque più alibi, dopo 2279 giorni di mancato rispetto della legge da parte del Consiglio Regionale dell’Umbria, è il momento di mettere fine ai traccheggi, alle lottizzazioni, ai veti incrociati. Bisogna che, senza ulteriori indugi, il Consiglio regionale proceda a una pubblica valutazione e alla scelta.
Non si tratta di un ruolo arbitrale, di una figura “terza” tra i detenuti e le amministrazioni dello stato, ma di una figura di tutela, dalla parte dei detenuti. Tra i candidati in possesso dei requisiti minimi di legge bisogna perciò individuare chi, per competenza, impegno civile, esperienza, possa godere di generale fiducia fino a spingere le persone private della libertà personale a superare remore, timidezze e paure. Una figura di tutela deve soprattutto dare garanzie di indipendenza rispetto all’amministrazione carceraria e giudiziaria e al mondo della politica, anche per evitare conflitti di interesse attuali o potenziali.
Chiediamo pertanto una scelta trasparente e motivata. La chiediamo in tempi brevi, senza giochi di potere e con assunzione pubblica di responsabilità. Se ciò non avvenisse, ricorreremo a forme più incisive di pressione, coinvolgendo i detenuti e le associazioni, senza escludere la possibilità di un ricorso/diffida nelle sedi giudiziarie per ottenere dal Consiglio regionale il rispetto della legge.

mercoledì 8 maggio 2013

Ricorso radicale sui 2.276 giorni di mancato rispetto della legge da parte del Consiglio Regionale dell’Umbria

Dopo 2276 giorni di mancato rispetto della legge da parte del Consiglio Regionale dell’Umbria riguardante la nomina del Garante dei Detenuti, malgrado la creazione di un vero e proprio "albo" di candidati da parte dell'ufficio di presidenza del consiglio
regionale dell'Umbria, alla luce dei veti incrociati dei vari gruppi e correnti di gruppo sulla nomina di questa importante figura di garanzia, abbiamo deciso di presentare un ricorso/diffida nelle sedi giudiziarie, coinvolgendo i detenuti e le associazioni, per costringere il consiglio regionale a rispettare la legge.

Andrea Maori e Michele Guaitini, segretario e tesoriere di Radicali Perugia

Garante dei detenuti: 2.276 giorni di mancato rispetto della legge da parte del Consiglio Regionale dell’Umbria

A sinistra Michele Guaitini insieme ad Andrea Maori

Lettera aperta di Michele Guaitini, tesoriere di radicaliperugia.org inviata a tutti i consiglieri regionali dell'Umbria.

"Vista la serietà della questione, non me la sento neanche di definire questa situazione come ridicola. Prima si rimanda ad altra seduta perché ci sono 3 consiglieri impegnati a Roma per l’elezione del PdR, quindi nella successiva riunione manca il numero legale….Quali altre scuse dovremo leggere nelle prossime settimane? Eppure ancora una volta, visto il clima nazionale da mega-inciucio, ci sarebbero stati i presupposti per arrivare a una fumata bianca. Leggendo i resoconti di seduta e le notizie di agenzia è palese come ci sia chi ha a cuore la questione e a chi non frega niente. Di certo c’è che il Consiglio Regionale è manifestamente incapace di assolvere i propri compiti stabiliti per legge. Complimenti."
  
Michele Guaitini

lunedì 6 maggio 2013

Radicaliperugia su ordinanza del sindaco Boccali sulla prostituzione: c’è poco da illudersi che qualcosa cambierà


di Andrea Maori e Michele Guaitini, segretario e tesoriere di Radicaliperugia.org

La recente, nuova, ordinanza del sindaco di Perugia  (n. 436 del 30 aprile 2013) vieta ai clienti delle prostitute di intrattenersi in alcune vie della città e di fatto vieta, nelle stesse, l’attività di meretricio. Intrisa di moralismo insopportabile e scritta con un linguaggio tipico delle questure degli anni Cinquanta, l’ordinanza è una scorciatoia proibizionista che mira ad eliminare la prostituzione per strada: obiettivo impossibile da raggiungere che avrà la conseguenza di spostare il problema da una zona ad un’altra e di non risolvere il problema della criminalità, laddove esiste. E’ ovvio che la prostituzione va regolarizzata ma l’esperienza di questi anni dimostra che i risultati – di fronte alle aspettative – non si sono ancora visti, pur avendo investito soldi dello stato nelle retate, con mezzi e uomini della polizia e dei carabinieri . Per noi quindi c’è poco da illudersi che qualcosa cambierà, se poi questi sono i metodi che ad ogni cambio di stagione vengono riproposti.
Non va dimenticato inoltre che le retate, i rimpatri forzati, gli abusi e egli arresti ai danni delle prostitute non hanno fatto diminuire affatto il mercato del sesso, mentre le multe ai clienti, quando sono state sperimentate, hanno avuto anche esiti tragici come il suicidio e nessuna incidenza sulle organizzazioni criminali che si ingrassano con lo sfruttamento della prostituzione. Va invece tenuto presente che dal 2000 si è creata una grossa rete di associazioni di volontariato ma anche di enti locali che hanno avviato tutta una serie di interventi di strada, di contatto con le donne e di sostegno e accoglienza delle vittime. Un lavoro molto utile, di riduzione del danno e di sostegno alle donne più sfortunate. Noi riteniamo che quella sia la strada maestra da seguire in sede locale: per questo, con una petizione, nel 2012 chiedevano di  potenziare i servizi di riduzione del danno già in corso, con il rafforzamento delle unità di strada e di bassa soglia per assistenza a tossicodipendenti e prostitute potenziamento dei fondi a favore delle “case di fuga” e reintegrazione delle borse lavoro al fine di un reinserimento lavorativo e il superamento delle ordinanze proibizioniste emanate dalla Giunta Boccali. La petizione, dichiarata ammissibile, è stata poi respinta senza motivi particolare. Anche su questa vicenda si misura una mancanza di progettualità generale della città.