lunedì 6 maggio 2013

Radicaliperugia su ordinanza del sindaco Boccali sulla prostituzione: c’è poco da illudersi che qualcosa cambierà


di Andrea Maori e Michele Guaitini, segretario e tesoriere di Radicaliperugia.org

La recente, nuova, ordinanza del sindaco di Perugia  (n. 436 del 30 aprile 2013) vieta ai clienti delle prostitute di intrattenersi in alcune vie della città e di fatto vieta, nelle stesse, l’attività di meretricio. Intrisa di moralismo insopportabile e scritta con un linguaggio tipico delle questure degli anni Cinquanta, l’ordinanza è una scorciatoia proibizionista che mira ad eliminare la prostituzione per strada: obiettivo impossibile da raggiungere che avrà la conseguenza di spostare il problema da una zona ad un’altra e di non risolvere il problema della criminalità, laddove esiste. E’ ovvio che la prostituzione va regolarizzata ma l’esperienza di questi anni dimostra che i risultati – di fronte alle aspettative – non si sono ancora visti, pur avendo investito soldi dello stato nelle retate, con mezzi e uomini della polizia e dei carabinieri . Per noi quindi c’è poco da illudersi che qualcosa cambierà, se poi questi sono i metodi che ad ogni cambio di stagione vengono riproposti.
Non va dimenticato inoltre che le retate, i rimpatri forzati, gli abusi e egli arresti ai danni delle prostitute non hanno fatto diminuire affatto il mercato del sesso, mentre le multe ai clienti, quando sono state sperimentate, hanno avuto anche esiti tragici come il suicidio e nessuna incidenza sulle organizzazioni criminali che si ingrassano con lo sfruttamento della prostituzione. Va invece tenuto presente che dal 2000 si è creata una grossa rete di associazioni di volontariato ma anche di enti locali che hanno avviato tutta una serie di interventi di strada, di contatto con le donne e di sostegno e accoglienza delle vittime. Un lavoro molto utile, di riduzione del danno e di sostegno alle donne più sfortunate. Noi riteniamo che quella sia la strada maestra da seguire in sede locale: per questo, con una petizione, nel 2012 chiedevano di  potenziare i servizi di riduzione del danno già in corso, con il rafforzamento delle unità di strada e di bassa soglia per assistenza a tossicodipendenti e prostitute potenziamento dei fondi a favore delle “case di fuga” e reintegrazione delle borse lavoro al fine di un reinserimento lavorativo e il superamento delle ordinanze proibizioniste emanate dalla Giunta Boccali. La petizione, dichiarata ammissibile, è stata poi respinta senza motivi particolare. Anche su questa vicenda si misura una mancanza di progettualità generale della città.

1 commento:

  1. Affermo che le Ordinanze Sindacali ed i Regolamenti di Polizia Urbana devono essere conformi ai principi generali dell'Ordinamento, secondo i quali la prostituzione su strada non può essere vietata in maniera vasta ed indeterminata. Di conseguenza, i relativi verbali di contravvenzione possono essere impugnati in un ricorso.
    Si può chiedere anche al TAR dell'Umbria la relativa sospensione ed abrogazione.

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