venerdì 10 maggio 2013

Libera Umbria e Radicali Perugia su Garante dei detenuti: mettere fine ai ritardi, alle lottizzazioni, ai veti incrociati

GARANTE DEI DETENUTI, ULTIMO APPELLO.

METTERE FINE AI RITARDI, ALLE LOTTIZZAZIONI, AI VETI INCROCIATI.
  
La legge regionale che istituisce una figura di tutela delle persone private della libertà personale fu pubblicata all’ottobre del 2006, più di sei anni fa. Prescriveva la designazione entro un anno. Ne sono passati quasi sette.
Da allora è cresciuta notevolmente la popolazione carceraria con problemi di sovraffollamento che talora comportano vere e proprie violazioni di diritti costituzionalmente garantiti. La nomina di una figura di tutela, in grado di esercitare una vigilanza, di ascoltare – quando si presenti – il disagio, di spingere a soluzioni positive dei problemi tutte le amministrazioni coinvolte, dal Ministero della Giustizia alla Sanità regionale, agli Enti Locali, è un aiuto concreto, un segno di attenzione e di civiltà da parte della comunità regionale.
Dal 2007 Libera Umbria, i Radicali di Perugia, insieme ad altre associazioni, con convegni, incontri, conferenze e comunicati stampa, chiedono al Consiglio regionale di rientrare nella legalità provvedendo alla nomina, ma solo qualche mese fa si è avviata una procedura di selezione trasparente, basata sui curricula dei candidati in possesso dei requisiti di legge.
Oggi il Consiglio regionale dell'Umbria dispone di un vero e proprio "albo" di candidati al ruolo di garante dei detenuti, predisposto dal suo ufficio di presidenza. Non ci sono dunque più alibi, dopo 2279 giorni di mancato rispetto della legge da parte del Consiglio Regionale dell’Umbria, è il momento di mettere fine ai traccheggi, alle lottizzazioni, ai veti incrociati. Bisogna che, senza ulteriori indugi, il Consiglio regionale proceda a una pubblica valutazione e alla scelta.
Non si tratta di un ruolo arbitrale, di una figura “terza” tra i detenuti e le amministrazioni dello stato, ma di una figura di tutela, dalla parte dei detenuti. Tra i candidati in possesso dei requisiti minimi di legge bisogna perciò individuare chi, per competenza, impegno civile, esperienza, possa godere di generale fiducia fino a spingere le persone private della libertà personale a superare remore, timidezze e paure. Una figura di tutela deve soprattutto dare garanzie di indipendenza rispetto all’amministrazione carceraria e giudiziaria e al mondo della politica, anche per evitare conflitti di interesse attuali o potenziali.
Chiediamo pertanto una scelta trasparente e motivata. La chiediamo in tempi brevi, senza giochi di potere e con assunzione pubblica di responsabilità. Se ciò non avvenisse, ricorreremo a forme più incisive di pressione, coinvolgendo i detenuti e le associazioni, senza escludere la possibilità di un ricorso/diffida nelle sedi giudiziarie per ottenere dal Consiglio regionale il rispetto della legge.

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