lunedì 4 giugno 2007

Le mistificazioni sulle droghe

Ci sono due fatti di cronaca delle ultime settimane che la stampa, ma soprattutto la televisione di stato e non, stanno cavalcando in nome del proibizionismo più cieco e irragionevole.


Il primo riguarda quel ragazzo che, dopo aver fumato uno “spinello” – un nome, quello sì allucinante, ma quando lo capiranno che solo i “matusa”, per dirla con Elio e Le Storie Tese, lo chiamano così? – secondo quanto riferiscono i resoconti sarebbe morto in classe, apparentemente per un taglio errato contenente del crack.


Nel secondo caso invece si tratterebbe di un atto di assoluta incoscienza, anzi criminale, di un autista di autobus che prima di trasportare decine di bambini ha ben pensato di farsi con un po’ di hashish o marijuana; la gravità del fatto è palese. Qui, come dovrebbe accadere con l’assunzione di altre sostanze che alterino le sensazioni corporee, vedi la voce alcol, la nostra pietà dovrebbe essere nulla, tanto meno se c’erano di mezzo fanciulli, due dei quali morti, e altri ancora feriti nel ribaltamento della vettura. Peccato che si taccia sistematicamente sulle migliaia di morti sulle strade per “alcolicidio” e si monti un caso spropositato su un caso tanto grave quanto quello di altre migliaia annualmente. E se qualcuno dovesse perbenisticamente rispondermi “e ma lì si trattava di droga”, allora gli chiederei con tutta onestà in quali condizioni sia un uomo con due bottiglie di vino nello stomaco e nel sangue se non in quelle di un vero e proprio “drogato”.


Ritornando al primo caso, mi ha illuminato un intervento di Marco Pannella in una scuola romana autogestita risalente al ’93, riproposta qualche sera passata – ringrazio, in quanto insonne, RadioRadicale per la trasmissione notturna con materiale d’archivio. Come si fa a dire, come ho ascoltato nel rotocalco “10 minuti” del tg2, che “i nuovi fatti di cronaca darebbero ragione a i più restrittivi (cioè ai proibizionisti, ndr)”?. Come se oggi, e da ahimé più di un anno, non avessimo una legislazione la più “restrittiva” degli ultimi vent’anni in Italia e tra le più assurde di tutta Europa – la equiparazione di tutte le “sostanze stupefacenti” introdotta con la legge Fini-Giovanardi è da paese fondamentalista, del terzo mondo. Come se avessimo, anche per qualche giorno, permesso l’apertura dei civilissimi coffee shop alla olandese con relative regolamentazioni e controlli del caso, come avviene per qualsiasi altro prodotto alimentare, affinché sia garantita la salute del cittadino/consumatore – che mai avrebbero lasciato che un pezzo di hashish rimanesse contaminato con del crack, come avvenuto con il caso di Miliano. Nulla di tutto ciò, e il fallimento di questa ulteriore prova di forza delle armate della proibizione è sotto gli occhi di tutti: tra le labbra di quei tre milioni di italiani che consumano droghe leggere e continueranno a farlo, nei vicoli delle nostre città in cui prospera l’unica attività che non vede né crisi né stagnazioni, ovvero il mercato nerissimo dello spaccio sostenuto e finanziato dalle grandi organizzazioni criminali così come sui marciapiedi infestati di siringhe insanguinate – attenzione a non abbassare la guardia col fenomeno eroina, dato troppo presto per vinto.


2 commenti:

  1. Carlo Ruggeri07/06/07, 01:47

    Se l'autista avesse fumato cannabis una settimana (e più) prima di mettersi alla guida del pullman, le analisi ne avrebbero confermato comunque la presenza nel sangue, ovviamente in questi casi conta la concentrazione ematica, ma questo non è "sensazionale" materiale da stampa. Con un esame delle urine, le traccie persistono per oltre un mese dall'assunzione ma questo dato non può fornire una correlazione con gli effetti prodotti.
    Effettivamente il proibizionismo, tra i tanti effetti deleteri produce sicuramente la perdita del controllo. Oggi sulla "piazza" è possibile reperire variazioni della sostanza che raggiungono i 15/20 grammi di Thc in percentuale dei 100 di prodotto essicato, contro i 3/6 "tradizionali". Questa non è più "marijuana", è qualcosa d'altro. Mistificazioni e ignoranza non generano responsabilità.

    Ciao Antonio

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  2. Antonio Di Bartolomeo07/06/07, 14:56

    E la presenza pazza di Thc significa che se vieni beccato dalle autorità con un quantitativo anche di qualche canna di hashish/maria rischi di arrivare alla fatidica soglia, di Thc appunto, stabilita dalla legge Fini-Giovanardi. E' una autentica lottteria. Altro che "i 20 spinelli" che i sostenitori della legge decantano. E pure se si trattasse davvero di 20, uno non ha forse il diritto di farsi una scorta, nemmeno troppo abbondante se si è assidui fumatori, senza andare sistematicamente ogni 3/4 giorni dallo spacciatore? Il quale spacciatore da questa legge ci guadagna senza dubbio, avendo evidentemente maggiori introiti nel caso in cui le quantità che vende sono unitariamente più piccole, per la ovvia regola delle economie di scala.

    PS: questo tema mi intriga molto, essendo un non-fumantore e per ciò mi sento in qualche modo ancora più legittimato nel difendere un diritto che è di altri.

    Ciao Carlo, ci si vede presto. Chi vuole partecipare alla discussione, lo faccia pure, anche con argomenti confutatori...

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