Cari compagni,
ieri pomeriggio ho comunicato a Liliana che mi dimetto dalla segreteria della nostra associazione.

Ne ho parlato anche con Andrea. Ci avevo pensato già al congresso nostro visto il nuovo incarico ad Orvieto. Non lo avevo fatto in quella occasione perchè ho sempre tenuto distinti il ruolo professionale e quello politico, per cui essendo da tanti anni nella segreteria ho accettato la proposta di Liliana come un fatto quasi naturale. Ora però dopo la bufera scatenata dalla Binetti & company è opportuno che lo faccia sia per l'azienda dove lavoro che per il nostro movimento. Non darei pubblicità a questo mio atto sul quale, ripeto, avevo già riflettuto in occasione del congresso. D'altronde questo non significa che farò mancare il mio appoggio totale alla segreteria, rimanendo a tutti gli effetti iscritto (devo dare soldi al tesoriere!). Non cambierà più di tanto quindi, anzi in tutti questi anni radicali abbiamo imparato che non sono importanti le "cariche" quanto piuttosto ciò che si fa come militanti. Ho iniziato a lavorare ad Orvieto come direttore della U.O. di Anestesia e Rianimazione da neanche 10 giorni e già iniziano le rotture di...un pò ci sono abituato, ma l'entusiasmo con cui ero partito si è un pò incrinato anche perchè sono in un ambiente nuovo di lavoro e qui hanno sparato titoli a caratteri cubitali...Ho tanto da fare ed ho bisogno di serenità.
D
ichiarazione di Liliana Chiaramello e Andrea Maori, rispettivamente segretaria e tesoriere di radicaliperugia.org
CITTÀ DI CASTELLO (PERUGIA) - Ti parlano della foresta Macchia Buia come se fosse una figlia. "Ci si arriva solo a piedi, non ci sono strade. È bellissima. Ci sono distese di faggi e cerri dove incontri i caprioli, i cervi, il lupo e il gatto selvatico che si credeva estinto... Dicono che ci sia anche la lontra". Ma passerà anche qui, il grande Tubo, e taglierà una fetta di bosco larga 40 metri. Taglierà anche fette dell'Alpe di Luna e del Ranco Spinoso, interromperà fiumi e torrenti, scaverà gallerie nelle montagne. Si chiama "Rete Adriatica", questo grande Tubo, e porterà il gas da Massafra di Taranto fino a Minerbio di Bologna, 687 chilometri percorsi in gran parte sul crinale dell'Appennino, ultima zona quasi intatta d'Italia. Il progetto è della Snam rete gas spa, con la partecipazione della British Gas, presentato nel 2005. Il gasdotto porterà nel nord dell'Italia (poi forse in altri Paesi europei) il gas che arriva dall'Algeria e dalla Libia. "Noi abbiamo saputo di questo gasdotto - raccontano Stefano Luchetti e Aldo e Ferruccio Cucchiarini, dei comitati No Tubo di Città di Castello e Apecchio - leggendo un avviso sull'albo pretorio dei nostri Comuni. Era stato affisso per chiedere agli enti locali il riconoscimento della pubblica utilità dell'opera. Subito non ci siamo preoccupati. In fin dei conti un tubo che passa sotto terra, che male farà? Poi ci siamo informati. Questo tubo ha un diametro di 1,2 metri e va messo in una trincea