venerdì 14 gennaio 2011

L'associazione radicale "Il detenuto ignoto" ed altre associazioni sull'ultimo suicidio nel carcere di Perugia

Era un ex tossicodipendente, ricoverato in Comunità Terapeutica. Lo avevano trasferito in carcere a ottobre, a seguito dell’ordine di esecuzione relativo a un “cumulo” di pene. Nel corso di un colloquio aveva confidato ai famigliari tutta la sua disperazione e per questo gli operatori del carcere, avvertiti, lo seguivano con particolare attenzione.

Michele Massaro, 23 anni, si è suicidato mercoledì pomeriggio inalando il gas di una bomboletta da camping. Era detenuto nel carcere “Capanne” di Perugia dallo scorso mese di ottobre, quando i Carabinieri lo prelevarono dalla Comunità Terapeutica nella quale era ricoverato.

I suoi trascorsi da tossicodipendente ed i reati “contro il patrimonio”, che spesso contrassegnano l’esistenza di chi deve procurarsi i soldi per la “dose”, gli avevano fatto accumulare una pena che considerava sproporzionata: 8 anni, troppi per avere una misura alternativa, ma per lui troppi anche da trascorrere in una cella, evidentemente.Forse le sue ultime, uniche soddisfazioni - prima che venisse trovato da un agente penitenziario con un sacchetto di plastica calato sopra la faccia - sono state un trancio di pizza con la cipolla e un pezzo di pane con la Nutella, offerte dal compagno napoletano con il quale divideva la cella numero “1” del terzo piano del Reparto circondariale.

Poi la decisione: Massaro ha approfittato del cosiddetto momento di “socialità” in cui l’altro detenuto è uscito, forse uno dei pochi in cui la vittima è stata lasciata completamente sola nelle ultime settimane, per togliersi la vita.

In seguito al fax inviato dal suo legale alla direzione del carcere di Capanne - comunicazione avvenuta dopo l’incontro coi familiari sconvolti, ai quali era stato confidato l’intento suicida da Michele - il giovane era seguito dal personale con un’attenzione maggiore. Lui, che si era sempre mostrato passivo e quasi per niente coinvolto nelle attività ricreative dell’istituto penitenziario, è stato portato via - dopo che il medico legale Sergio Pantuso Scalise ne ha constatato il decesso - nel silenzio rispettoso dei detenuti del braccio maschile.

Da inizio anno, in soli 12 giorni, salgono così a 6 i detenuti “morti di carcere”: il più “anziano” aveva 35 anni, Michele era il più giovane. Due si sono suicidati, gli altri 4 sono morti per “infarto”.

Nel carcere di Perugia l’ultimo decesso risaliva all’ottobre 2007, quando Aldo Bianzino - falegname arrestato per il possesso di alcune piante di marijuana - fu trovato morto in cella in circostanze mai del tutto chiarite (la Procura ha recentemente archiviato il relativo fascicolo, che come ipotesi di reato riportava “omicidio volontario contro ignoti”).

Fonte: http://detenutoignoto.blogspot.com/2011/01/perugia-michele-massaro-era-disperato.html

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