martedì 26 luglio 2016

Unioni civili: le difficoltà applicative della legge e il decreto ponte

Intervento di Federica Frasconi di radicalipeugia.org, attivista glbtiqa

A pochi giorni dalla controfirma del ministro della giustizia Andrea Orlando, al decreto ponte sulle disposizioni transitorie per i registri sulle unioni civili,
ci aspetta una lunga rivoluzione culturale di verità e realtà, di diritti e non privilegi,  
E’ stato controfirmato il decreto ponte per le disposizioni transitorie sui registri per le unioni civili.
Sappiamo tutti cosa vuol dire; il giorno dopo della pubblicazione in Gazzetta, potranno celebrarsi le prime unioni civili e tale data dovrebbe essere nel mese di agosto.
Ci hanno rassicurati che i sindaci obbiettori saranno prontamente sostituiti: come i dottori obiettori per l’aborto? Beh, diciamo che in quel campo non ha proprio funzionato la tutela della libertà della donna di scegliere per il suo corpo e la sua vita.  
Come attivista lgbtqia (lesbica,gay,bisessuale,transessuale,queer,intersessuale,asessuale) , come donna lesbica e come radicale, continuerò in questa battaglia per l’uguaglianza che di certo, per molti come me, assume un ruolo molto intimo e personale. Le unioni civili, a mio parere, sono un primo passo.

Non vorrei essere fraintesa, sono un primo passo per questo Paese , un paese sempre retrogrado in molte tematiche considerate preambolo di intoccabili tabù.
 Il cuore e la speranza e la rabbia si fondono insieme e nasce il futuro che già da adesso scrive i suoi primi destini.
 Le unioni civili sono un passo culturale ritardato , ma comunque sono un passo.
 Credo che il mondo della politica come lo Stato e le leggi, sono una parte di noi ma tutti noi non dobbiamo dimenticare che in realtà siamo noi lo Stato e le leggi: noi con la nostra vita siamo i testimoni e i guerrieri giusti e non violenti ma non per questo pacifisti ignavi , siamo noi che cambiamo il mondo ogni giorno nel nostro piccolo.  
Potremmo dunque, con questa legge, chiamarci compagno e compagno , compagna e compagna e non marito e marito, moglie e moglie; per questo non siamo ancora arrivati alla possibilità di avere stesse realtà da vivere e scegliere rispetto agli eterosessuali.
Voglio e vogliamo una società nella quale si possa poter scegliere se sposarsi o meno, se potersi unire solo con unione civile, se adottare il figlio del nostro partner o della nostra partner e se adottare altri bimbi o farli nascere dalla nostra carne dal nostro corredo cromosomico e d’amore .
Credo che occorra operare una vera e propria riforma del diritto di famiglia e semplificare le modalità di adozione.
Un single può adottare e crescere con amore un figlio o più figli, non c’è nulla che da privazione ne vi è nulla di egoistico in questo, c’è solo una realtà che vive e persiste al difuori di certe comatose regole di morale e dignità vuote spinte a tal unto da essere solo sporca ipocrisia.  
Ho sentito parlare molte femministe dell’ultimo minuto o femministe militanti e convinte: il tema della maternità surrogata è un tema molto ambiguo perché riesce a togliere potere ad anni di battaglie per noi  donne lasciando intravedere la continua autorità maschile che prevale nel pensiero di molte.
Una donna che gratuitamente dona il proprio corpo per generare una vita e dare così la possibilità a due uomini od a due donne di avere un figlio, compie un gesto libero di autodeterminazione.  
Esistono spese mediche per il periodo della gravidanza e queste è normale che siano sanate dai futuri genitori qualora possono adempiere al pagamento di queste ultime, in caso contrario dovrebbe essere lo Stato a garantire copertura medica ai cittadini incapienti.
Non c’è nulla di male in questo, assolutamente nulla. Vorrei dire alle donne che si battano contro la maternità surrogata che nessuno impone loro di praticarla su se stesse ne tantomeno la loro autodeterminazione verrà meno se donne come loro ricorrono per amor di scelta a tale donazione.  
Personalmente, nella mia vita, non credo che mi sposerò ma questa realtà, non mi rende di certo apposto con me stessa e con la società; LE BATTAGLIE CHE FACCIAMO SONO PER LA LIBERTA’ E PER LA POSSIBILITA’ DI SCELTA, PER AVERE LEGGI CHE GARANTISCANO LA PIENA UGUAGLIANZA.
Questa è la battaglia che portiamo avanti e che porto avanti;
Uno Stato che dia a tutti stesse opportunità e possibilità di scelta.
No, non mi sposerò, ne mi unirò in un unione civile; anche volessi, con questo decreto ponte che renderà attuabili le unioni civili,  Non mi potrei sposare ma potrei solo essere compagna.
Ecco , questo è il problema: pensare al futuro e sapere che se vogliamo possiamo essere mogli o mariti.
Noi tutti andiamo avanti nelle nostre associazioni , perché (senza ipocrisie di uno schieramento o dell’altro) questo è un passo avanti seppur retrogrado; è una legge che c’è e che va colmata ( di tanto).
E’ una breccia, e da qui dobbiamo saper entrare oppure saper creare alternative buone per esserci anche nella giurisdizione , nella legge per lo Stato e per le istituzioni, cosicché anch’esse cambino cultura, nella loro cultura metodica e trovino, nella realtà, lo spunto per essere e per praticare, senza paure, la verità.
Non è una guerra contro il mondo eterosessuale o per meglio dire, contro l’organizzazione eterosessista della nostra società italiana e mondiale, questa è una guerra non violenta, di coraggio e verità contro le ipocrisie culturali e di potere, le stesse che spesso vorrebbero porre contro, tra loro, varie componenti del mondo lgbtqia , desiderosi di mettere sulle nostre battaglie il loro sigillo di partito o di ideologia.
Partendo dalla convinzione che questa battaglia è una battaglia di tutti , porterei a riflettere me stessa ancora di più, come anche tutti , sulla realtà libera  e semplice della natura, nella saggezza dell’istinto dell’amore, del sentimento e della passione, li vorrei che noi tutti ripartissimo.

L’eterosessismo è potere non realtà. La sessualità è fluida, i sentimenti amano , i corpi si amano non si svendono alla miglior ideologia comoda ad altri ambiti,
i corpi, i cuori amano e nella loro dignità vivono sentimenti alti, lunghi o brevi ma li vivono e meritano rispetto.  
Non esiste una legge che ci dica o ci imponga la fedeltà.  
La fedeltà non la garantisce uno Stato , la fedeltà la garantisce ciò che esiste tra le persone  e lì nessuno deve intromettersi se non ha motivi validi, reali, veri per farlo.  
La fedeltà a mio avviso andrebbe tolta anche dal matrimonio tra persone di sesso diverso, andrebbe tolta ad entrambe le tipologie di unione, come ulteriore passo avanti contro ogni obbligo che cancelli naturalezza e realtà e verità tra le persone.  
Non mi sposerò ma voglio che tutti quelli che vogliono sposarsi possano farlo…
..  chissà che nella vita, poi, mi sposi anch’io.
Un grazie a tutti i volontari attivisti di Omphalos AricigayArcilesbica di Perugia, all’Associazione Radicale Certi Diritti , all’Associazione Luca Coscioni per l’impegno sulla GPA, un grazie a tutti i compagni Radicali ed ai compagni di Radicali Perugia,
grazie per questa e per le tante battaglie per la giustizia e l’ uguaglianza.
Federica Frasco

1 commento:

  1. Io penso che le fine delle dispute intorno al matrimonio tra omosessuali, al modo di intendere il significato di 'famiglia', alle adozioni, alle varie possibilità di procreazione permesse dalla tecnica, come di tutto ciò che più divide la società in parti avverse, richieda la definitiva emancipazione del diritto vigente dai condizionamenti diretti sia delle fedi religiose che di quelle, non meno dogmatiche, di sedicenti filosofie osannate dai regimi totalitari. In Italia, fra i tanti cambiamenti prodotti da un simile traguardo, si avrebbe senz'altro la modifica dell'articolo 29 della Costituzione, tanto piccola graficamente quanto grande nel significato: al posto della definizione di famiglia come "società naturale fondata sul matrimonio", vi troveremmo quella di "unità sociale minima fondata sull'amore". Per lo Stato avrebbe valore giuridico solo la dichiarazione di unione tra le persone che vogliono convivere, mentre il matrimonio sarebbe una celebrazione privata. Le lascio immaginare le conseguenze di tale svolta e le possibili normative collegate, in particolare quelle necessarie alla tutela dei minori; io ci ho provato, e non vi trovo altro che un mondo decisamente preferibile a quello presente.

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