venerdì 29 maggio 2015

Il Comune di Perugia rigetta la richiesta di iscrizione di Pietro Pinna all’Albo d’oro della città

Amnesia? Rimozione? Cosa rivela l’attenzione al formalismo di chi sceglie di non ricordare una figura centrale per Perugia: Pietro Pinna.

Ai radicali perugini è arrivata la spiacevole notizia del rigetto da parte del Comune della domanda relativa all'iscrizione di Pietro Pinna all'Albo d'Oro della città di Perugia. La domanda era stata avanzata da noi radicali, memori della lunga lotta di Pietro Pinna per l’obiezione di coscienza al servizio militare. Strettissimo collaboratore di Aldo Capitini, Pinna si era stabilito a Perugia nel 1962 e vi risiedeva stabilmente, tanto che nel 1964, insieme allo stesso Capitini, fondò qui a Perugia la rivista “Azione nonviolenta”. Fino al 1998 diresse da Perugia il Movimento Nonviolento, occupandosene a tempo pieno nella sede perugina di Via Villaggio Santa Livia 103. Nel 1973 venne condannato a Perugia a quattro mesi di reclusione, con sentenza confermata in Appello e in Cassazione, per aver diffuso nel 1972, il 4 novembre, in occasione della Festa delle Forze Armate, un manifesto di denuncia del militarismo. Passato un mese nel carcere perugino di Piazza Partigiani, fu graziato dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone.
Da molti anni vive a Firenze, negli ultimi tempi in precarie condizioni di salute.
La Commissione  che si è occupata della nostra richiesta non ha contestato la domanda in sé e per sé (infatti, come avrebbe potuto?), ma non l'ha accolta, perché Pinna non è nato a Perugia, né vi risiede!!! La capziosità non potrebbe essere più palese, dal momento che in passato tali requisiti non necessariamente sono stati d’ostacolo alla concessione della benemerenza. Un ringraziamento va comunque al consigliere di maggioranza Franco Ivan Nucciarelli per aver fattivamente collaborato all’accoglimento della nostra richiesta.
È mancato il coraggio? Oppure Perugia è una città che sta smarrendo la memoria di sé? Soprattutto la memoria scomoda, verrebbe da dire, cioè quella di una città laica che non si piega ai venti del militarismo vecchio e nuovo, e di città che non guarda alla  retorica istituzionale, bensì alla propria faticosa storia, per salvarsi l’anima.
Michele Guaitini, segretario di radicaliperugia.org
Andrea Maori, tesoriere di radicaliperugia.org
Elisabetta Chiacchella, iscritta radicale

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