giovedì 23 ottobre 2014

Venerdì 24 ottobre 2014 ore 17.00 a Perugia presentazione del volume: "DOSSIER ALDO CAPITINI Sorvegliato speciale dalla polizia" a cura di Andrea Maori e Giuseppe Moscati, Nuovi Equilibri/Stampa Alternativa

2 Copertina Dossier Capitini.jpgVenerdì 24 ottobre 2014 ore 17.00
Fondazione Ranieri di Sorbello - Piazza Piccinino, 9   Perugia

All’interno del ciclo delle celebrazioni per il
70° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE


presentazione del volume:

DOSSIER ALDO CAPITINI
Sorvegliato speciale dalla polizia
a cura di Andrea Maori e Giuseppe Moscati, Nuovi Equilibri/Stampa Alternativa


Saluto:
Marco Lucio Campiani (Presidente del Centro Studi Giuridici e Politici della Regione Umbria)

Intervengono:
Valdo Spini (Politico e scrittore italiano, presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli)
Clara Cutini (Già direttore dell’Archivio di Stato di Perugia)
Claudio Francescaglia (Presidente della Fondazione Centro Studi “A. Capitini” di Perugia)

Coordina:
Isabella Nardi (Università degli Studi di Perugia)


Saranno presenti i curatori


Il materiale rinvenuto presso l’archivio centrale dello Stato, selezionato e corredato di agili note storico-archivistiche, offre uno spaccato interessante e in buona parte inedito su Aldo Capitini, qui visto attraverso l’occhio vigile della polizia. Si tratta in primis di resoconti stilati dai prefetti e dai questori delle città interessante dal raggio d’azione del filosofo perugino, in un arco di tempo che va dal 1933 sino al 1968, anno della morte di Capitini.
Grazie ai documenti – dei quali numerosi inediti, appunto – di questa lunga sorveglianza e sulla scorta di utili rimandi alla ricerca curata in tale ambito a suo tempo da Clara Cutini (Uno schedato politico: Aldo Capitini, Perugia 1988), i due curatori – Andrea Maori e Giuseppe Moscati – auspicano di fare emergere due elementi in particolare: da una parte, la rilevanza della fitta rete di rapporti politico – culturali intessuta da Capitini (si pensi a Claudio Baglietto, a Benedetto Croce, a Guido Calogero, a Tommaso Fiore, solo per citarne alcuni) e, dall’altro, la pervasività di quella “cultura del sospetto” montata attorno un personaggio così scomodo e ancora viva anche in epoca repubblicana.

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