giovedì 9 ottobre 2008

Ci ha lasciato Nazareno Duili, autentico capitiniano

Duili mentre parlaCi ha lasciato Nazareno Duili, autentico capitiniano di Francesco Pullia.

Nazareno Duili si è congedato da questo mondo ad una settimana precisa dall'incontro, da lui fortemente voluto, sull'eredità e sull'attualità dell'insegnamento capitiniano.Ci teneva ad organizzare in fretta quell'appuntamento perché, come non mancò di informare, in procinto di essere sottoposto ad intervento chirurgico.Generoso come lo sono tutti coloro che hanno un grande cuore, decise subito che se ne sarebbe accollate le spese. Arrivò all'iniziativa con alcuni minuti di ritardo, vestito di grigio, con il borsello e in mano il cappello. Si sedette con signorilità al tavolo dei relatori (...) e, quando toccò a lui, diede un taglio particolare al suo intervento concentrandosi esclusivamente sulla stringente interrelazione tra nonviolenza e compresenza dei morti e dei viventi. Era come se fosse stato mosso dall'urgenza di lasciarci un messaggio.E, infatti, lo fece, parlando con foga dell'attenzione a tutti gli esseri senzienti, del legame profondo tra presenti ed assenti, della continua creazione di valori cui anche chi è muto, malato, emarginato, trapassato concorre.La compresenza come realtà di tutti, colloquio corale, passaggio e dedizione dal Tu - Tutto al Tu - Tutti e, quindi, come massima espressione di nonviolenza che sorgendo dall'intimo deve farsi strumento di una società liberata. Era capitinianamente pervaso, persuaso. Il suo eloquio vivo, accalorato, lo attestava in modo inequivocabile. Terminò con un “scusate, sentivo di doverlo dire”.Nessuno avrebbe potuto immaginare che quelle parole celassero un congedo.E' come se lui, l'uomo della forza della mitezza, ne avesse avuto presagio, sentore.Nazareno Duili era fatto così, tutto slancio e partecipazione. Veniva dipinto come un idealista e certamente, giustamente, lo era. Credeva davvero nella nonviolenza, come fine da attuare nella società ma anche come regola di vita. Lo attestano le lettere frequentemente inviate ai giornali locali con cui, senza remore, insisteva sul rigore di un impegno contestando recisamente ogni forma di mistificazione e indebita appropriazione di spunti e contenuti. Non esitò a denunciare la deviazione delle cosiddette “marce per la pace” dallo spirito di quella, la prima, concepita da Capitini nel lontano 1961 così come, ultimamente, non trattenne critiche alla burocratizzazione in corso delle manifestazioni varate dalle istituzioni, con la precisa, politica, esclusione ed espulsione di diverse significative voci, in occasione del quarantesimo della scomparsa del propugnatore perugino della nonviolenza. Estimatore di Marco Pannella, dei suoi metodi di lotta, più di una volta, al suo fianco, si recò in carcere per promuovere lì, tra i detenuti, dove i disagi sono più acuti e avvertiti, occasioni di dialogo, confronto, partecipazione. Instancabile promotore di convegni e seminari, si era dissociato dal Movimento Nonviolento nazionale, con sede a Verona, in disaccordo con l'unilateralismo pacifista e le scelte marcatamente (oltre che contraddittoriamente) ideologiche, estremiste. E, quasi in solitudine, pur di restare fedele al dettato di Capitini, aveva dato vita al Movimento Nonviolento, come teneva a precisare, di Perugia. Ci ha lasciato a settantotto anni (era nato il 22 aprile 1930) consegnandoci il testimone della sua aggiunta nel percorso della compresenza

1 commento:

  1. Antonio Di Bartolomeo09/10/08, 15:01

    È possibile ascoltare l'ultimo intervento pubblico di Nazareno Duili al link incollato qui sotto. Ciò grazie, come sempre, all'archivio di Radio Radicale, che in pochi giorni può già diventare archivio storico, ridando parola - quindi vita - a coloro che ci hanno lasciato.

    http://www.radioradicale.it/scheda/263236/convegno-dal-titolo-a-proposito-di-capitini-nonviolenza-lalternativa-praticabile

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