giovedì 24 aprile 2008

I Radicali e il Pd: aperto il dibattito dal Giornale dell’Umbria (4)

Con un articolo di Giovanni Codovini, pubblicato il 18 aprile scorso, sul Giornale dell'Umbria si è aperto un dibattito a cui hanno preso parte Tommaso Ciacca, Pierfrancesco Pellegrino ed Elisabetta Chiacchella. Qui sotto la replica di Giovanni Codovini

I Radicali umbri e lo tsunami elettorale
Appresso e accetto l’intelligente contro-ironia di Tommaso Ciacca al mio articolo del 18 u.s. . E questo è già uno stile politico, che pochi possiedono. Faccio fatica invece a comprendere la violenza verbale dei non violenti Pier Francesco Pellegrino ed Elisabetta Chiacchella nei miei confronti (22 u.s.). Ma è un dettaglio: personalmente ho un debole per le persone contradditorie. Tra l'altro essi sbagliano interlocutore, attribuendomi implicitamente pensieri, ruoli e finzioni che proprio non ho. Sono solo un’opinionista libero, senza vincolo di partito, in un libero giornale. Insomma, nelle loro domande - fatte più di fiele e bile - c’è un difetto di competenza e, come in ogni difetto di competenza, vanno respinte. I processi alle intenzioni, per quanto mi riguarda, rappresentano l’anticamera del pregiudizio e dell’intolleranza.
Tuttavia, non mi sottraggo ad alcuni legittimi rilievi critici.Sappiamo, però, gli amici Radicali che l’articolo in questione priva non loro stessi bensì gli equilibri culturali ed istituzionali che anche in Umbria sono emersi dallo tsunami elettorale, che ha coinvolto altresì i Radicali. In questo senso circoscrivevo l’attenzione alla scomparsa parlamentare dei socialisti (cassan, a monte, dal mancato accordo elettorale con il Pd, cosa c’entra la Lega?) e della sinistra massimalista (sedotta dal voto utile e dalla sua frammentazione interna) nonché guardavo alla nuova e legittima svolta dei Radicali che sono approdati nel Pd (alleanza, patto, fusione? ci dicano loro).
Quello che mi interessava rilevare erano gli effetti (per me negativi) che la svolta radicale ha prodotto in un’intera area culturale e politica che, però, ora, non possiamo più chiamare - un po’stancamente - laica... E infatti non l’ho chiamata così; l’ho definita modernizzatrice e promozionale (nei diritti, nell’economia, nei bisogni) e che da sempre i Radicali alimentano e arricchiscono. Allora, il nodo è.questo: quest’area promozionale e rnodemizzatrice può essere moltiplicara anche dall’incontro tra un filone razionalista (che di certo, signor Lapalisse, non esclude la fede) e la tradizionale cultura cristiano-popolare (che storicamente si è già secolarizzata e abbondantemente contaminata)? Questo incontro ha prodotto nuove e più chance di democrazia (dalla bioetica alle liberalizzazioni)? Se sì, ben venga anche il Pd; se no, si tratta di un ibrido.
Orbene: i duri fatti della storia hanno detto di no. Il Pd è rirnasto al palo, i Radicali sono oramai un ricordo, come i socialisti. Le ragioni di entrambi si sono lique&tte in una nuova e neutrale egemonia. Questa la legge bronzea della storia attuale che mi tocca raccontare.
Purtroppo, non sono uno scrittore di “faiitascienza’ - come parrebbe disinvoltamente anzibuirmi Ciacca - ma, ahimé, facdo solo bassa cucina, avendo a che fare con eventi, documenti e azioni, i quali provo a leggerli in modo logico. E la logica dei partiti è questa raffbrzare la propria posizione. Non c’è niente di male; anzi in questo consiste il sale della politica e della ricerca del consenso elettorale. Ma quando si intende far valere le proprie ragioni (raflhrzarsi, dunque) negandosi e negando quelle ragioni allora mi sfugge la logica Come nel caso dei Radicali alle ultime elezioni. In questo senso parlavo di un ibrido politico (nel risultato e nell’identità), giocando sui nomi di Ciacca e Bocci (nulla a che fare con l’etica politica dei Radicali, da me nemmeno velatamente citata). Mi fermo qui, poiché oltre il confine della logica politica c’è la fantasia politica. La fanrtpolitica”, appunto. Ma di questa ci capisco in realtà niente. La lascio ad altri, intento come sono già nella fintascienza e, peggio ancora, cari Pellegrino e Chiacchella, a leccarmi le ferite che bruciano (così è se vi pare).
Però, amici Radicali, vi assicuro: questi impegni li svolgo sempre serenamente - pacatamente....

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