venerdì 17 agosto 2007

Referendum, lettera al Presidente della Repubblica

Al Presidente della Repubblica
On. Giorgio Napoletano

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Romano Prodi

Al Presidente della Commissione Bicamerale Affari regionali
On. Leoluca Orlando

Oggetto: Richiesta di audizione per gravi violazioni all’articolo 126, comma 1 della Costituzione.

A nome del Comitato Referendario Umbro, io sottoscritto dr. Claudio Abiuso, nato a Roma il 13/11/1957 e residente a Perugia in via Ettore Ricci n°10, richiedo con la presente un’audizione alle Signorie Vostre per illustrare le gravi violazione di legge a danno dei diritti democratici e costituzionali dei cittadini umbri, compiuti e tutt’ora in via di compimento ad opera del Consiglio regionale dell’Umbria, cosicché possiate valutare l’esistenza delle eventuali condizioni per intervenire con i poteri sostitutivi di cui al 2° comma dell’articolo 120 della Costituzione o di scioglimento del Consiglio regionale ai sensi del comma 1° dell’articolo 126 della Costituzione.
A seguito di una richiesta di Referendum popolare abrogativo dell’art. 1 della legge regionale n°15 del 1 Agosto 1972 -Indennità dei Consiglieri regionali umbri- proposta il 30 Settembre 2004 dal Comitato Referendario Umbro e da oltre 13.800 cittadini-elettori umbri sottoscrittori del quesito referendario e dopo due Delibere dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale: la n°327/2004 –Dichiarazione di ammissibilità del quesito- e la n°332/2004 –Dichiarazione sulla regolarità delle firme- la Presidente della Giunta regionale Maria Rita Lorenzetti ha convocato i Comizi elettorali referendari regionali, una prima volta con Decreto n°12/2005 per il voto del successivo 5 Giugno 2005, revocandolo poi con Delibera della Giunta n°605/2005, a causa della concomitanza con le elezioni regionali dell’Aprile 2005, una seconda volta con Decreto n°270/2005 per il voto del successivo 11 Giugno 2006, anch’esso sospeso con Decreto del Presidente della Corte d’Appello di Perugia per la concomitanza con le ultime elezioni parlamentari. Una terza volta con Decreto n°229/2006 la Presidente Lorenzetti ha riconvocato i Comizi elettorali referendari per il 10 Giugno 2007 e puntuale, motivata dalla concomitanza con le ultime elezioni amministrative parziali, è arrivata la nuova sospensione con Delibera della Giunta n°568/2007 e la quarta convocazione dei Comizi elettorali stessi con Decreto n°58/2007 per la data dell’11 Novembre 2007.
Infine con Legge regionale n°17 dell’8 Maggio 2007 il Consiglio regionale dell’Umbria ha abrogato e sostituito, modificando la Legge regionale n°15/72 oggetto del Referendum, e si appresta ora a dichiarare (sempre con Delibera del Consiglio regionale) la Decadenza e Nullità del Referendum stesso ai sensi dell’art. 10 della Legge regionale n°22/1997, per essere stata accolta (a loro parere) la sostanza della richiesta referendaria, pur essendo essa abrogativa e non certo modificativa (sic!).
Appare assolutamente evidente la volontà antidemocratica del Consiglio regionale: prima dilatoria (rinviando il referendum per la presenza di elezioni parziali in solo 9 comuni dell’Umbria), poi addirittura censoria ed ostativa all’esercizio democratico referendario, in evidente violazione sia dell’art. 123 della Costituzione, che prevede il diritto dei cittadini “di iniziativa e dei referendum”, sia dello stesso Statuto regionale cha all’art. 22 afferma: ”la Regione riconosce il referendum quale istituto di democrazia partecipativa e ne favorisce l’utilizzazione” .
Giova in tutti i casi richiamare le sentenze della Corte Costituzionale:
a) la n°43/1982 la quale prevede l’obbligo di una valutazione da parte di un Organo imparziale (terzo rispetto alle parti), quale appunto non può certo dirsi il Consiglio regionale su di una propria legge riguardante i propri emolumenti, peraltro lo stesso Statuto umbro all’art. 82 prevede che tale competenza spetta alla Commissione di Garanzia Statutaria;

b) la n°32/2000, riguardante proprio il Referendum sul finanziamento pubblico dei partiti, la quale confermò come trattandosi di un referendum abrogativo e non modificativo o riduttivo, in caso di modifica di una norma gia sottoposta a referendum, il referendum si sposta dalla vecchia legge alla nuova, modificando d’autorità il quesito ma non certo annullando il referendum stesso;

c) la n°68/1978 che ha ribadito che in ipotesi di modifica di una legge gia sottoposta a referendum, se la ratio della norma nuova rimane sostanzialmente identica, la richiesta di referendum si estende alle modificazioni di legge sopragiunte.
Tale interpretazione è stata gia nel passato condivisa dalla stessa Regione Umbria, la quale con Atto amministrativo n°83 del 27 Giugno 2006 provvedeva a prendere atto della nuova legge dei Consorzi di Bonifica umbri, modificativa della precedente e nel contempo modificava il quesito referendario, aggiornandolo alla nuova disciplina introdotta dal Consiglio. Francamente non si capisce perché a cosi poca distanza di tempo si debbano adottare due pesi e due misure, tranne che, nel caso in oggetto, trattasi delle Indennità dei Consiglieri regionali stessi, purtroppo non sufficientemente distaccati ed obbiettivi sulle questioni che li riguardano.
Nello specifico occorre infine ricordare due ulteriori fatti particolarmente significativi e incresciosi:
1) la Legge regionale n°17 dell’8 Maggio 2007, nel tentativo di modificare la ratio della norma, così da soddisfare la giurisprudenza costituzionale sopra citata, sgancia le Indennità dei Consiglieri regionali umbri da quella dei parlamentari (art. 1 preesistente) e la aggancia direttamente a quella dei magistrati di Cassazione (attuale articolo 1), si tratta con evidenza di una vera e propria “partita di giro”, dal momento che è a tutti noto come le Indennità dei parlamentari erano gia agganciate a quelle dei Magistrati di Cassazione ed appare quindi ancora più evidente la volontà elusiva delle nuova legge regionale e conseguentemente la sua inaccettabilità non solo democratica (e non dico poco) ma anche giuridica.

2) Lo stesso Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria del personale, Direzione generale del bilancio e della contabilità, Ufficio II - con nota prot. n°1934/2007 ha reso noto che la Legge regionale dell’Umbria n°17/2007, art. 1, contiene un’incongruenza, in quanto indicava per l’aggancio delle Indennità dei Consiglieri umbri la qualifica HA08, la quale risultava superiore a quella dei Presidenti di sezione di Cassazione (a cui si riferiva invece la legge), ottenendo un aumento delle Indennità stesse!!! invece della diminuzione dichiarata allo scopo di evitare il Referendum in oggetto. Per tale ragione il Consiglio regionale in data 5 Giugno 2007, con atto n°156 deliberava una risoluzione di “Correzione di errore materiale”, rettificando la norma e sostituendo nel testo alla qualifica HA08, la qualifica HH07, la quale in effetti riduce la Indennità dei Consiglieri regionali umbri di circa l’8%; ebbene dai verbali del Consiglio regionale del giorno 8 Maggio 2007, appare evidente come non vi fu alcun errore materiale, l’emendamento che introduceva la qualifica errata per eccesso venne proposta dal Consigliere Paolo Baiardini esattamente nei termini poi promulgati sul Bollettino Ufficiale, non errore materiale degli Uffici vi fu, ma piuttosto volontà politica di aggirare il Referendum proposto per ridurre le Indennità, con una norma legislativa che invece le aumentava.
Non v’è chi non vede come trattasi di un episodio di davvero mala politica, in un momento in cui tutti parlano di riduzione dei Costi della Politica, quando i cittadini tentano di avvalersi del solo strumento che la Costituzione della Repubblica pone nelle loro mani per incidere sulla norma, vengono impediti e raggirati in modo più che Antidemocratico, addirittura Anticostituzionale.

A nome del Comitato Referendario Umbro, chiedo quindi alle Signorie Vostre
un’audizione per poter meglio illustrare i fatti sopra descritti e sollecitare un Vostro intervento risolutore a tutela dei diritti democratici dei cittadini umbri, ai sensi degli art. 120 e/o 126 Cost. o di quali altri riterrete di rilevare.
Perugia, lì 16 Giugno 2007

Il Portavoce del Comitato Referendario Umbro
Dr. Claudio Abiuso

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