giovedì 1 marzo 2007

Sdi, Radicali e Rosa nel Pugno in Umbria

Puoi ascoltare la conferenza stampa del 28/2/2007, scaricando l'audio in formato Mp3 da Radio Radicale.


Ecco una sintesi della conferenza:


Sintesi conferenza stampa


I radicali umbri, nel ribadire la loro ferma determinazione a continuare il percorso intrapreso dalla Rosa nel Pugno, sottolineano il loro ruolo propositivo e di stimolo coerentemente svolto anche in ambito locale su un ampio ventaglio di tematiche che vanno dalle questioni ambientali ai diritti civili, dall’antiproibizionismo sulle droghe alla partecipazione diretta e responsabile della cittadinanza alla vita amministrativa (si pensi alle iniziative popolari per l’istituzione del difensore civico nel Comune di Perugia e alla sottoscrizione referendaria per la diminuzione dell’indennità, smisuratamente elevata, dei consiglieri regionali), dal laicismo, inteso come espressione di una religiosità intima e non confessionale e come garanzia di tolleranza e rispetto per ogni credo,  alla nonviolenza, dal progetto di riordino dell’assetto sanitario regionale al rilancio dell’attività imprenditoriale e alla riforma della pubblica amministrazione.

Con riferimento ad alcune notizie riportate dalla stampa locale relative a manovre di scarso profilo politico caldeggiate, a quanto pare, dalla direzione regionale dello SDI nonché a diatribe tra componenti interne allo SDI, i radicali umbri tengono a rimarcare la loro più netta distanza da concezioni che non solo non hanno nulla da spartire con il programma innovativo e riformatore della Rosa nel Pugno ma che risultano altresì gravemente offensive della democrazia e, in particolare, di quella parte consistente della società che avverte come prioritario il superamento dell’immobilismo che paralizza e penalizza la vita politica.
La situazione umbra, nel suo piccolo, rispecchia purtroppo fedelmente quel degrado più vasto, di segno antidemocratico e antiliberale, che da tempo i radicali vanno denunciando come “caso Italia” ed anzi individuano nella nostra Regione aspetti peculiari particolarmente pericolosi per la crescita civile e la legalità al punto da ritenere necessario riferirsi al “caso Umbria” (vedi pag 2).
Ci amareggia profondamente constatare che la direzione regionale dello SDI, rivelando ancora una volta, in spregio all’elettorato, una grave incomprensione delle motivazioni che stanno alla base della Rosa nel Pugno e confermando il proprio disinteresse e il proprio sostanziale disimpegno per il soggetto costituitosi due anni fa a Fiuggi, ambisca più a caratterizzarsi come componente di una partitocrazia dominante e paralizzante che a distinguersi come protagonista di un rinnovamento auspicato e inderogabile.
Per noi radicali la Rosa nel Pugno deve andare avanti per affermarsi come concreto e credibile punto di riferimento per tutti i riformatori.


Il Caso Umbria


I Radicali delle due associazioni umbre (il Centro di Iniziativa Radicale di Perugia e il Circolo Ernesto Rossi di Terni) insieme alla Associazione Luca Coscioni, ritengono che abbandonare  la novità del panorama politico italiano, la Rosa nel Pugno, anche e soprattutto a livello locale sia un errore politico che può avere conseguenze molto gravi per il futuro della Regione Umbria. La Rosa nel Pugno con il suo apporto laico, socialista, liberale e radicale  infatti rappresenta al momento l’unico elemento  riformatore in un contesto che sempre di più va assumendo i caratteri di “regime”. Rigettare questa potenzialità strategica per l’affermazione piena dei diritti dei nostri concittadini, significa di fatto scegliere di farne parte costitutiva (del regime umbro).


Noi Radicali della Rosa nel Pugno avvertiamo la necessità di denunciare quello che sempre di più va delineandosi come il “Caso Umbria” che trova radici oltre che in un humus culturale, storico e politico conservatore, in alcune scelte irresponsabili  delle oligarchie dominanti, alle quali rispondiamo da anni con proposte alternative utilizzando gli strumenti della nonviolenza.


1) REFERENDUM SULLE INDENNITA’ DEI CONSIGLIERI REGIONALI

 Il referendum sulle indennità dei consiglieri regionali, sottoscritto nel 2004 da oltre 13.000      cittadini, è stato rinviato per ben due volte e il  timore che ciò possa ripetersi per la convocazione del 10 Giugno 2007 è molto forte. In merito al Referendum l’articolo 22 dello statuto recita: “La Regione … ne favorisce l’utilizzazione”. Invece di fatto è impedita, da chi dovrebbe esserne garante, la partecipazione democratica, violando quella  legalità al rispetto della quale, per prime le istituzioni, dovrebbero attenersi . Anche noi radicali abbiamo contribuito alla campagna referendaria in questione (con la raccolta di oltre mille firme), successivamente partecipando ad uno sciopero della fame a staffetta insieme agli amici del Comitato Promotore e proprio i parlamentari radicali della Rosa nel Pugno hanno presentato il 24/02/2007 alla Camera dei Deputati una interrogazione parlamentare ad hoc (allegato 1). Per il rispetto della volontà dei cittadini, per la credibilità delle istituzioni democratiche regionali ci rivolgiamo al Presidente della Giunta Regionale e ai consiglieri perché sostengano e rafforzino uno strumento civico così importante, rendendo possibile per il 10 Giugno la consultazione referendaria.


2) LA SANITA’ E LA SALUTE IN UMBRIA

Per noi Radicali della Rosa nel Pugno è tema prioritario di riforma. Non a caso abbiamo voluto organizzare un convegno ad hoc in piena campagna elettorale a Spoleto (allegato 2).
Ciò che chiediamo è che sia il cittadino/ malato al centro del sistema sanitario regionale e non gli interessi clientelari e spartitori sotto gli occhi di tutti. Una sanità per i cittadini e non il contrario così come ci ha insegnato l’orvietano Luca Coscioni, la cui associazione si è battuta con successo per il voto ai disabili e che è ora impegnata perché siano messi a disposizione per i pazienti affetti da gravi patologie strumenti che aiutino la comunicazione e l’autonomia.
Una sanità che assorbe circa l’80% del bilancio in Umbria non può più permettersi ben quattro ASL e due aziende ospedaliere. Eppure sulla proposta di rivedere l’assetto regionale su questo fronte (seguendo l‘esempio delle Marche) la maggioranza e l’opposizione appaiono unite su posizioni conservatrici e miopi  nel sostenere uno status quo che non permette scelte coraggiose ed agisce solo per riduzione progressiva di risorse.
Ma la situazione non è rosea su più versanti: dalle liste di attesa alla terapia del dolore (per fare un esempio l’analgesia epidurale per il parto è offerta a meno del 10% delle donne negli 11 punti nascita regionali), dalla carenza formativa e di organico dei servizi per le interruzioni di gravidanza (come radicali abbiamo denunciato come da circa 2 mesi non vi sia alcun ginecologo non obiettore per l’ospedale di Foligno) alla mancata traduzione di quanto abbiamo ottenuto con fatica sul Piano Sanitario Regionale (alternativa farmacologia a all’aborto chirurgico,Ru486).


3) I GRAVI POBLEMI DEL CAPOLUOGO: IL BUCO DI BILANCIO, LA QUESTIONE T-RED AVREBBERO AVUTO ALTRI ESITI SE SI FOSSE RISPETTATA LA LEGALITA’ CON L’ELEZIONE DEL DIFENSORE CIVICO COMUNALE.


Era previsto dallo statuto del Comune di Perugia all’inizio degli anni ’90. Su questo noi radicali abbiamo condotto una strenua battaglia (allegato 3), conducendo sondaggi, proposte, appelli.
Avevamo visto giusto: era ed è necessaria una figura super partes (tanto più nei nostri sistemi politici fossilizzati) che sia da tramite tra amministrazione e cittadino. Il tutto è stato impedito dalla partitocrazia perugina che non ha ottemperato ad oggi quanto previsto dallo Statuto.


4) Il MINIMETRO’


Noi radicali partecipammo negli anni scorsi al comitato per la mobilità alternativa, che cercò di far crescere il dibattito in città, su quanto si andava a realizzare. Sostenemmo insieme ad altri soggetti minoritari (nei loro stesi partiti) progetti alternativi basati sulla mobilità integrata territorio-città (che sfruttava la rete del FS e della Ferrovia centrale Umbra, inserendo le metropolitane di superficie per i centri principali della regione).
Ora sono patrimonio comune in città preoccupazioni da noi avanzate nel 2000 (allegato 4)per la realizzazione di un progetto che presenta tanti punti interrogativi. C’è il rischio di un flop economico e una mancata risoluzione dei problemi della mobilità e del traffico (Perugia, tra le prime città d’Italia per uso automobile). E soprattutto è assente un idea di città che appare sempre più scissa tra acropoli e periferia. Che si apra la possibilità di un confronto aperto sul futuro per evitare un tracollo della città che amiamo.


5) L’AMBIENTE E IL TERRITORIO

L’Umbria ha subito e subisce un attacco profondo al suo paesaggio, alla qualità ambientale dei suoi centri, senza precedenti. Le acque dell’Umbria, le zone collinari, i laghi sono in costante pericolo e la pianificazione del territorio necessità di riforme profonde e radicali.
A primavera saremo tra i promotori di un convegno su “Popolazione e Risorse” in cui crediamo si potrà proseguire nello sviluppo di un apporto laica sui temi ambientali che farà riferimento anche a questioni locali preminenti.



Tommaso Ciacca, segretario del Centro d’Iniziativa Radicale di Perugi
Andrea Maori, coordinatore regionale della Rosa nel Pugno
Francesco Pullia, componente del Comitato nazionale di Radicali Italiani e responsabile del Circolo radicale “Ernesto Rossi” di Terni


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