giovedì 2 marzo 2017

Vietata la trasferta dei tifosi del Perugia ad Avellino. Provvedimento liberticida che mette a nudo l'inettitudine delle istituzioni

Vietata la trasferta dei tifosi del Perugia ad Avellino.
Provvedimento liberticida che mette a nudo l'inettitudine delle istituzioni e marchia come violenta una intera collettività. Il Sindaco ha qualcosa da dire?




I tifosi del Perugia non potranno recarsi allo stadio Partenio di Avellino il prossimo 4 marzo. E' questo il provvedimento preso oggi dal Casms (Comitato di Analisi per la Sicurezza della Manifestazioni Sportive).

Sembra che la decisione sia stata presa alla stregua di quanto accaduto sabato scorso in un'area di servizio nei pressi di Cesena dove si sono verificati scontri tra i tifosi del Perugia (rientranti da Ferrara) e quelli del Gubbio (reduci dalla trasferta della vicina Forlì).

E' un provvedimento vergognoso e liberticida che va a colpire una intera comunità per fatti che nulla c'entrano con una partita di calcio, di cui eventualmente si sono resi responsabili solo uno sparuto numero di tifosi peraltro in corso di identificazione e che potranno quindi essere puniti personalmente.
E' l'ennesima dimostrazione di come le istituzioni abdichino al loro ruolo dimostrandosi incapaci di gestire il fenomeno del tifo calcistico e del totale fallimento del progetto tessera del tifoso. Il Ministero degli Interni con i suoi osservatori e comitati, la cui principale utilità sembra essere più quella di garantire una poltrona e gettoni di presenza a qualcuno, continuano a sbandierare il fatto che per i possessori della tessera non ci sono limitazioni di sorta nel poter frequentare qualsiasi settore di qualsiasi stadio d'Italia. E' di tutta evidenza che così non è.

Prima di prendere queste assurde decisioni, cominciassero a spiegarci a cosa serve spendere enormi quantitativi di soldi pubblici per effettuare il servizio scorta per gli autobus dei tifosi (perché questo è ciò che accade settimanalmente in tutto lo stivale) se poi non si è in grado neppure di prevenire o arginare quanto successo sabato scorso vicino Cesena.

Un provvedimento che senza alcuna reale motivazione marchia l'intera collettività perugina come una comunità violenta non meritevole di seguire e sostenere la propria squadra lontano da Perugia. Il Sindaco Andrea Romizi e l'assessore allo sport Emanuele Prisco hanno qualcosa da dire in proposito?


Michele Guaitini - segretario Radicali Perugia

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