domenica 18 settembre 2016

Radicaliperugia interviene al congresso di Omphalos GLBT LIFE Perugia

Da sinistra: Strappaghetti, Maori e Bucciarelli al congresso.
«Se c’è un’associazione benemerita che dovrebbe essere iscritta nell’albo d’oro della città di Perugia, questa è Omphalos»

Così inizia l'intervento di saluto di Andrea Maori all'VIII congresso di Omphalos GLBT LIFE Perugia intervenuto per radicaliperugia.
Di seguito l'intervento.

«Per chi non lo sapesse l’albo d’oro del Comune di Perugia è quella onorificenza che dopo un voto del consiglio comunale, l’amministrazione cittadina assegna a quanti, siano essi cittadini, enti o associazioni, si siano resi benemeriti del Comune in ogni campo di utilità pubblica ed abbiano dato particolare lustro alla città.
L’onorificenza viene assegnata in occasione della celebrazione del XX Giugno, cioè della massima manifestazione di laicità che ancora sopravvive a Perugia.

Il vostro stare insieme, la vostra organizzazione ha infatti una storia ed una presenza in questo territorio che dovrebbe essere riconosciuta ampiamente.
L’incremento di partecipazione, visibilità e soprattutto lo sviluppo consistente di attività erogate alla comunità LGBTI umbra, con l’impegno di volontarie e volontari in tanti campi, costituisce un esempio di come l’associazionismo possa essere un volano di crescita di una società democratica e rispettosa dei diritti umani, anche nel territorio.
Penso per esempio all’apertura di sportelli e luoghi di incontro, all’assistenza, alla salute e benessere della comunità, anche in campi del tutto trascurati da istituzioni pubbliche da decenni –per esempio alla prevenzione della sindrome HIV.
A maggior ragione questo riconoscimento pubblico dovrebbe essere dichiarato se consideriamo il passaggio da una fase di semiclandestinità e diffidenza da cui nacque l’associazione circa 25 anni fa, a quello che è diventata oggi, con le notevoli iniziative politiche e di informazione contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere per sviluppare un clima di non discriminazione e rispetto all’obiettivo della piena uguaglianza.
Il vostro costituisce un esempio concreto di come politica si può coniugare concretamente con la cultura, intesa come forma di dialogo e lotta nonviolenta per una società laica e democratica.
Però non dobbiamo farci illusioni che dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili il movimento abbia raggiunto chissà quali obiettivi.
Lo dico a ragion veduta perché in genere dopo l’approvazione di una legge importante – con tutti i limiti che essa ha  (trascuro di accennare al dibattito interno alla comunità) – in genere c’è un ripiegamento dei movimenti per i diritti.
Se ogni ratifica legislativa costituisce un avanzamento verso l’uguaglianza per tutte-tutti, anche per chi non ne usufruisce, dietro l’angolo ci aspettano nuove sfide: in sede locale, l’approvazione della legge regionale contro l’omofobia che, per noi radicali costituisce una delle leggi umbre sui diritti civili da approvare insieme all’Istituzione del Registro regionale delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT) sanitario. 
Ma i nemici della “Società aperta” sono dappertutto.
Ci sono i fautori della teoria del gender, molto agguerriti e che hanno in papa Francesco uno sponsor molto importante.
Il papa è tornato a ribadirlo in occasione della XXXI Giornata mondiale della Gioventù a Cracovia in cui ha affermato la sua agenda conservatrice che arriva fino a negare il divorzio, i diritti di figli naturali o la possibilità di fare sesso prima del matrimonio.
Certo, non va dimenticato che il papa ha invece speso parole molto importanti sulla questione migranti e sull’ambiente ma, a parte alcune dichiarazioni estemporanee che mostrano comunque un travaglio all’interno della chiesa, la linea è sempre quella.
Per quanto riguarda il Parlamento c’è poi tutta la questione di una riforma complessiva del diritto di famiglia, capace di soddisfare le esigenze di tutti, una riforma che dovrà menzionare esplicitamente l’irrilevanza dell’orientamento sessuale per il matrimonio civile e di tutti gli istituti legati alle convivenze, in modo da ribadire il principio costituzionale di eguaglianza anche per le persone omosessuali; l’unificazione dei procedimenti di separazione e divorzio, il testamento biologico, l’ammissione della procreazione eterologa ed altre modifiche alla legge 40, la parità tra uomo e donna nella trasmissione del cognome, la modifica, nel regime successorio, dell’istituto della legittima, la dichiarazione dei “diritti dei minori.
Tutte  riforme che vanno nel senso della distinzione tra diritto civile e canonico quindi nel senso della riaffermazione della laicità dello Stato.
Ci sarebbe ancora molto da dire e da elaborare ma il tempo è tiranno.

Nell’augurarvi un buon lavoro congressuale, non posso che chiudere richiamando una strofa di una meravigliosa canzone di Gino Paoli: “Grazie di esistere!”»

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