domenica 1 novembre 2015

Testimonianza di Renzo Zuccherini sul "Seminario internazionale sulle tecniche della nonviolenza" del 1963 per il dibattito « Capitini, nastri ritrovati»

Renzo Zuccherini
Quello che segue è l’intervento di Renzo Zuccherini  sul suo rapporto con Aldo Capitini letto da Andrea Maori durante il dibattito “Capitini, nastri ritrovati”

La riscoperta e il rilancio delle registrazioni del seminario del 1963 hanno di per sé un valore storico, perché segnano un passaggio importante nell'opera di Capitini dopo la marcia Perugia-Assisi: ma hanno per me anche un valore autobiografico notevole. E' facile capire l'emozione con cui, dopo la notizia che me ne ha dato Andrea Maori, ho visto riaffiorare quei giorni, ovviamente un po' sepolti nella memoria ed invece ancor pieni di significato, come momento formativo straordinario: in effetti, avevo sedici anni. Un seminario di dieci giorni a tutto campo sulle tecniche di trasformazione della società non poteva non sedimentarsi anche in chi, come, allora si affidava a schemi ideologici piuttosto rigidi, e in effetti difensivi e statici, per quanto assai vicini alle posizioni di Capitini; per cui mi pare che quel momento formativo ha lavorato più sotto traccia che in superficie, ma pure una traccia che oggi intravedo in molte cose che ho fatto poi.
Ma ciò che è riapparso più vivo nella memoria, ed è stato poi confermato dall'ascolto delle registrazioni, è stato il clima di ascolto ed attenzione che Capitini ed i suoi interlocutori avevano saputo instaurare. C'erano fior di filosofi, professori universitari, personalità di primo piano: tra loro, la presenza di un ragazzo di sedici anni avrebbe potuto essere ignorata, o accolta con atteggiamento paternalistico. Io ricordavo invece una discussione franca, una presa in conto delle posizioni espresse, anche per confutarle ma mai per svilirle o banalizzarle; ed i nastri me ne hanno dato piena conferma.

I due interventi che ho fatto erano stati forse sollecitati (e comunque accolti) dallo stesso Capitini in sede di preparazione del seminario, perché evidentemente egli perseguiva la volontà di ampliare il più possibile le voci e i contributi; ed era una sua pratica costante. Ad esempio, l'anno seguente mi chiese di aprire un convegno sugli studenti con una relazione, ovviamente molto libertaria e drastica; con la sua solita accuratezza, la relazione fu distribuita al convegno e poi pubblicata su "Il potere è di tutti".
Ebbene, riflettendo sul riaffiorare del documento sonoro, mi convinco che questo lavoro sotto traccia, di cui tanto spesso lamentiamo la scarsa visibilità, sia stato e sia tuttora per tutta la città, non solo per una persona, più profondo e fecondo di quello che pensiamo. Certo ciascuno di noi ha  rielaborato a suo modo le idee, i suggerimenti, le proposte e le stesse modalità di Capitini, che univa sempre – come appare esemplarmente nel seminario del 63, oltre che in tutta la sua biografia – la riflessione e l'azione, l'elaborazione e la proposta concreta, la parola (detta ed ascoltata) ed il fare.
Davvero un ringraziamento merita Andrea Maori per il suo paziente, tenace, prezioso e fruttuoso lavoro di scavo e riproposta.

Renzo Zuccherini


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