Renzo Zuccherini |
Quello che segue è l’intervento di Renzo
Zuccherini sul suo rapporto con Aldo
Capitini letto da Andrea Maori durante il dibattito “Capitini, nastri ritrovati”
La riscoperta e il rilancio delle registrazioni del seminario del 1963
hanno di per sé un valore storico, perché segnano un passaggio importante
nell'opera di Capitini dopo la marcia Perugia-Assisi: ma hanno per me anche un
valore autobiografico notevole. E' facile capire l'emozione con cui, dopo la
notizia che me ne ha dato Andrea Maori, ho visto riaffiorare quei giorni,
ovviamente un po' sepolti nella memoria ed invece ancor pieni di significato,
come momento formativo straordinario: in effetti, avevo sedici anni. Un
seminario di dieci giorni a tutto campo sulle tecniche di trasformazione della
società non poteva non sedimentarsi anche in chi, come, allora si affidava a
schemi ideologici piuttosto rigidi, e in effetti difensivi e statici, per
quanto assai vicini alle posizioni di Capitini; per cui mi pare che quel
momento formativo ha lavorato più sotto traccia che in superficie, ma pure una
traccia che oggi intravedo in molte cose che ho fatto poi.
Ma ciò che è riapparso più vivo nella memoria, ed è stato poi
confermato dall'ascolto delle registrazioni, è stato il clima di ascolto ed
attenzione che Capitini ed i suoi interlocutori avevano saputo instaurare.
C'erano fior di filosofi, professori universitari, personalità di primo piano:
tra loro, la presenza di un ragazzo di sedici anni avrebbe potuto essere
ignorata, o accolta con atteggiamento paternalistico. Io ricordavo invece una
discussione franca, una presa in conto delle posizioni espresse, anche per
confutarle ma mai per svilirle o banalizzarle; ed i nastri me ne hanno dato
piena conferma.
I due interventi che ho fatto erano stati forse sollecitati (e comunque
accolti) dallo stesso Capitini in sede di preparazione del seminario, perché
evidentemente egli perseguiva la volontà di ampliare il più possibile le voci e
i contributi; ed era una sua pratica costante. Ad esempio, l'anno seguente mi
chiese di aprire un convegno sugli studenti con una relazione, ovviamente molto
libertaria e drastica; con la sua solita accuratezza, la relazione fu
distribuita al convegno e poi pubblicata su "Il potere è di tutti".
Ebbene, riflettendo sul riaffiorare del documento sonoro, mi convinco
che questo lavoro sotto traccia, di cui tanto spesso lamentiamo la scarsa
visibilità, sia stato e sia tuttora per tutta la città, non solo per una
persona, più profondo e fecondo di quello che pensiamo. Certo ciascuno di noi
ha rielaborato a suo modo le idee, i
suggerimenti, le proposte e le stesse modalità di Capitini, che univa sempre –
come appare esemplarmente nel seminario del 63, oltre che in tutta la sua
biografia – la riflessione e l'azione, l'elaborazione e la proposta concreta,
la parola (detta ed ascoltata) ed il fare.
Davvero un ringraziamento merita Andrea Maori per il suo paziente,
tenace, prezioso e fruttuoso lavoro di scavo e riproposta.
Renzo Zuccherini
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