Da sinistra Bruno Maurizi. Accando Pawel Gajeskwi |
Cliccando qui si può accedere alla registrazione del dibattito effettuata da Radio Radicale. Qui sotto inseriamo l'intervento scritto di Bruno Maurizi, di radicaliperugia.org.
«Non è certo difficile documentare, nel corso della bimillenaria
storia della Chiesa, i comportamenti che il suo sistema di potere ha messo in
atto per far prevalere e poi difendere il predominio spirituale e temporale
sulle masse e sul controllo di regni e governi. Metodi che nulla hanno a che
vedere con gli insegnamenti evangelici e che spesso sono passati dalla violenza
alla diffusa prepotenza, dai roghi alle stragi, dalla lussuria alla simonia,
dallo sfruttamento alla circonvenzione e alla pedofilia, ecc.. Da perseguitati,
prima di Costantino, a persecutori, dopo Teodosio che per primo impose
all’inter
Da sinistra: Fiorini Granieri, Maurizi, Gajeskwi, Sacconi, Baglioni, Maori |
Pubblico |
La storia della Chiesa è purtroppo intrisa anche di corruzione
(anche oggi), di intolleranza e di persecuzioni. Questo mentre molti credenti in
buona fede, prelati e laici, si adoperavano e si adoperano fino al sacrificio
anche estremo ad esercitare carità ed amore cristiano. Nel Medio Evo potenza e
prepotenza hanno raggiunto e mantenuto per secoli il loro culmine.
Dovettero passare quasi altre centinaia di anni affinché,
col riemergere di uno spirito critico e il diffondersi delle idee illuministe,
in Europa si potesse tornare ad avere idee diverse o dubitare pubblicamente
dell’esistenza di Dio senza rischiare processi per empietà.
Con lo Stato della Chiesa o Pontificio, nato nel 752 a
seguito di una donazione di Pipino il Breve, re di Francia, nacque stabilmente quello
Stato teocratico cattolico a monarchia assoluta elettiva che durò fino al 1870,
quando fu conquistato dai Savoia e annesso allo Stato Italiano. Perso il potere
temporale, Pio IX allargò quello spirituale proclamando, nello stesso anno, il
dogma dell’infallibilità del papa in materia religiosa.
Fino a quel momento aveva esercitato nel corso dei secoli
grande influenza sullo scacchiere politico europeo. Nelle conquiste coloniali
spagnole e portoghesi la croce accompagnava sempre la spada anche durante i
genocidi). Le vite dei Papi e dei Cardinali e i metodi delle loro elezioni sono
state spesso altri disdicevoli esempi del degrado dei vertici ecclesiastici.
Alla evangelizzazione ed al controllo capillare delle masse
si aggiunse la frode della famosa Donazione di Costantino del 315 (smascherata
dal filologo Lorenzo Valla nel 1440) con
cui la Chiesa ha giustificato e imposto il suo potere per secoli e creduta
valida anche dai suoi oppositori
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Essa avrebbe previsto:
il primato del vescovo di Roma sulle chiese patriarcali
orientali: Costantinopoli, Alessandria d'Egitto, Antiochia e Gerusalemme;
la sovranità del pontefice su tutti i sacerdoti del mondo;
la sovranità della Basilica del Laterano su tutte le chiese;
la superiorità del potere papale su quello imperiale.
Inoltre, secondo il documento, ai Pontefici della Chiesa di
Roma spettava gli onori, le insegne e il diadema imperiale nonché la
giurisdizione civile su Roma e sull'Impero Romano d'Occidente.
L'editto confermerebbe inoltre la donazione alla Chiesa di
Roma di proprietà immobiliari estese fino in Oriente. Alessandro VI Borgia utilizzò
l’editto per pretendere il dominio della Chiesa nella disputa tra Spagna e
Portogallo sul Nuovo Mondo.
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Successivamente alla perdita del potere temporale (lo Stato
Pontificio e molti dei suoi enormi possedimenti accumulati nei secoli) nacque
la “questione romana”.
Era il tempo di Libera Chiesa in libero Stato, slogan di
indubbio successo per la sua chiarezza ed efficacia, definisce la concezione
separatista in tema di rapporti tra Chiesa e Stato e fissa il
principio di laicità adottato da quasi tutti i paesi occidentali, ma non applicato,
come il libro dimostra, in Italia.
L’espressione nata in Francia in latino (Ecclesia libera in
libera Patria) venne ripresa da Camillo Cavour nel 1861 in occasione del suo
primo intervento in Parlamento dopo la proclamazione del Regno d’Italia. Com’è
a tutti noto Roma ne sarebbe divenuta capitale nel 1870 dopo la presa di Porta
Pia e
i rapporti tra Stato e Chiesa saranno disciplinati dalla cosiddetta «legge delle Guarentigie», approvata dal Parlamento italiano dopo la presa
di Roma e mai riconosciuta dai Pontefici, da Pio IX in
poi.
Da allora i rapporti tra Stato e Chiesa sono stati almeno
tempestosi. Il fascismo, inizialmente aggressivamente anticlericale (gli
squadristi uccisero a bastonate anche Don Giovanni Minzoni), andando al potere
e rendendosi conto dell’importanza politica dell’appoggio dei cattolici cambiò
atteggiamento e, con grande soddisfazione della Santa Sede, nel 1923
ordinò di reintrodurre i crocefissi negli ospedali (da dove, invece, il laico
stato liberale li aveva rimossi) e stanziò tre milioni di lire per il
restauro e la ricostruzione delle chiese danneggiate durante la guerra.
L’11 febbraio 1929 (in coincidenza con l’anniversario
dell’apparizione della Madonna di Lourdes), fino a pochi anni fa festa
nazionale, furono firmati i Patti Lateranensi, accordi di mutuo riconoscimento tra
il Regno d'Italia e la neonata
Città del Vaticano, sede della Santa Sede e
stato estero sovrano riconosciuto dalla Comunità Internazionale, grazie ai
quali per la prima volta dall’Unità d’Italia furono approvati accordi
bilaterali come soluzione della citata “questione romana”.
La Convenzione finanziaria fu una specie di
corollario economico del Trattato (che si limitava alle sole questioni
politiche e territoriali); l'Italia si impegnò a versare alla Santa Sede
una cospicua somma ( 750 milioni di lire in contanti, più una rendita
perpetua di 50 milioni annui da interessi su un miliardo in titoli di stato ) in
qualità di indennizzo per la perdita dei proventi dell'antico Stato della
Chiesa, subita dal papato nel 1870. In questo caso non si può parlare
di una rottura con il passato, visto che lo stato liberale, con la Legge delle guarentigie
del 1871, si era offerto di versare al papa una rendita annua, in modo che egli
potesse provvedere alle proprie necessità dopo aver perduto gli introiti
provenienti dai territori di cui era stato in passato il signore temporale.
Una vera svolta rispetto allo stato laico uscito dal
Risorgimento fu rappresentata invece dal terzo documento firmato il 1 febbraio
1929: il Concordato;
. Sulla base di esso, infatti. lo stato cessava di essere neutrale in campo
religioso, e accettava di privilegiare una confessione sopra tutte le
altre. Alla Chiesa cattolica fu concesso che la sua dottrina religiosa
fosse oggetto di insegnamento in tutte le scuole di ogni ordine e grado;
l'articolo36 del Concordato affermava categoricamente che «l'insegnamento
della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta nella tradizione cattolica» veniva
considerato dall'Italia a fondamento e coronamento dell'istruzione pubblica». Analogamente,
alla Chiesa venne concesso che il matrimonio celebrato secondo il rito
cattolico avesse piena validità civile che ai sacerdoti scomunicati fosse
impedito di esercitare attività di insegnamento nelle scuole e nelle università
dello stato. Veniva così distrutta la laicità e l’autonomia dello Stato.
Mussolini, novello Teodosio, prima disprezzato come violento anticlericale,
verrà definito da Papa Pio XI “uomo della provvidenza”. Poi verranno anche le
leggi razziali.
Gli accordi alla cui applicazione e tutela furono chiamati
tutti gli organi dello Stato, dalla pubblica sicurezza alla magistratura al
sistema carcerario in applicazione del fascista Codice Rocco rimasto, come
correttamente afferma il libro, sostanzialmente in vigore per molti reati e per
anni anche durante la Repubblica è la causa e lo strumento degli ostacoli, delle
persecuzioni e delle discriminazioni successive di cui tratta il libro di
Andrea.
Gli aspetti della Convenzione finanziaria dei Patti sono
meno noti, ma altrettanto rilevanti e molti pesano ancora oggi in modo gravoso sul
bilancio dello Stato. Oltre al consistente rimborso una tantum all’epoca, secondo
le stime dell’UAAR oggi il costo annuo di tutte le varie forme di
sovvenzionamento della Chiesa da parte dello Stato e di esenzioni da tasse e
imposte ammonterebbe oggi a ben € 6.424.807.772 annui di cui, sembra, una
minima parte riservata ai poveri. Le proprietà immobiliari della Chiesa e degli
enti collegati, il più grande patrimonio del mondo (Il Giornale.it) sono innumerevoli in ogni parte del globo e sono
di un valore non stimabile (solo a Roma gli immobili della Chiesa rappresentano
¼ della città). Poi ci sono le numerose e lucrose attività (ospedali,
università, banche, turismo, ecc.) e l’enorme tesoro in oro ed azioni. E’ di
oggi lo scandalo delle tangenti per le canonizzazioni. Altro che Spending
Review!
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I Patti Lateranensi clerico-fascisti (perché di questo si
tratta), sono stati poi inseriti, dopo un lungo e acceso dibattito, con il voto
favorevole del PCI marxista e poi scomunicato di Togliatti e quello contrario
del PSI di Nenni e Pertini, nella Costituzione repubblicana attraverso l’art. 7
(che confligge con gli artt. 8, 19, 20 e 21 sulla laicità). Si è riconfermato
così che la religione cattolica è la sola religione di Stato, e relative
conseguenze, e si realizza contemporaneamente, di fatto, la prima fase del
compromesso storico tra PCI e DC che, pur con sigle diverse, ancora influenza
le scelte di questo paese.
L’Assemblea Costituente ha perso un’occasione storica per
renderlo laico e moderno commettendo errori formali e politici. Questo perché
in un’Italia già pervasa di cattolicesimo ad ogni livello anche e soprattutto
culturale e non solo popolare, la classe politica, condizionata da opportunismi
e pressioni, non ha voluto adeguare in tempi accettabili il quadro
ordinamentale con il principio fondante di laicità e pari dignità delle scelte
individuali (comprese quelle tese al richiamato “sviluppo insindacabile della
personalità”). Ancora oggi ne subiamo le conseguenze sui diritti civili e le
libertà di coscienza.
Nessun cenno al riconoscimento ed alla tutela di altre forme
di realizzazione individuale diverse da quelle religiose (ateismo, razionalismo,
ecc.) e coloro che le hanno praticate sono stati spesso perseguitati ed
emarginati e nonostante che tra essi, allora come oggi, ci siano menti illustri
e italiani esemplari anche come condotta morale (Garibaldi, Pascoli e Leopardi,
Pertini, Margherita Hawk, Umberto Veronesi, Piero Angela, Giorgio Amendola,
Giorgio Bocca, Calvino, Montanelli, Scalfari e molti altri.
Se la libertà di religione è ormai pacificamente da
intendersi anche come libertà dalla religione, tante, troppe restano le
discriminazioni e i pregiudizi che il pensiero ateo e le centinaia di milioni
di individui che lo condividono subiscono in tutto il mondo. E’ necessario ottenere
i medesimi diritti umani fondamentali eliminando gli ormai ingiustificabili
privilegi riservati al fenomeno religioso in quanto tale.
Quindi, a conferma dell’assunto del libro, l’Italia repubblicana, nonostante la
riaffermazione della laicità dello Stato, ci ha consegnato una teocrazia di
fatto che ha avuto come compito primario, con mille trucchi e strategie, nelle
scuole come nei tribunali, nell’esercito come negli ospedali, quello della
tutela della religione maggiormente praticata dai cittadini e un elevato
livello di intolleranza nei confronti delle “minoranze” religiose e non.
Quasi sempre, nel corso della storia, le minoranze religiose
perseguitate sono state quelle che volevano attuare i vangeli attraverso la
povertà, l’umiltà, la rinuncia al potere ed alla ricchezza. Pietro Valdo ha
anticipato Francesco d’Assisi di quasi un secolo.
Quindi l’intento del libro di indagare i rapporti tra Stato e
culti non cattolici raggiunto attraverso un eccellente lavoro d’archivio,
secondo me, avrebbe dovuto evidenziare maggiormente gli effetti sulla politica
dello Stato della presenza sempre pressante e interessata della Chiesa e dei
suoi rappresentanti, per decenni in maggioranza, nelle istituzioni pubbliche al
punto che gli interessi reciproci sono risultati troppo spesso coincidenti.
Quindi il titolo “Vietato pregare” non si riferisce certo
alla religione cattolica che anzi quando ha potuto ha imposto di farlo spesso
con “le cattive”, ma a tutte le altre minoranze religiose. Si tratta di una
descrizione coerente e collegata alle vicende storiche necessariamente
temporalmente limitate ad un periodo preciso, l’Italia repubblicana le cui
radici, su questo ed altri argomenti, sono però più lontane e vanno cercate ed evidenziate.
Gli eventi e gli episodi descritti sono solo quelli in qualche modo
documentabili e quindi la punta dell’iceberg di una realtà più ampia e
culturalmente più diffusa.
Indigna, nel libro, la descrizione del trattamento
“poliziesco” riservato alle minoranze religiose “ammesse” ad esistere i cui
ministri dovevano essere, tra l’altro, graditi al governo e limitati e
controllati, spesso impediti, nell’esercizio delle loro funzioni. E’ chiaro che
tali comportamenti e le relative norme erano sempre concordati con le autorità
cattoliche che per molto tempo hanno beneficiato di una sostanziale impunità e
di molti privilegi anche nel caso si commissione di reati. A nulla sono valse
le denunce di parlamentari laici e di associazioni diversamente religiose tese
alla parità di trattamento.
Efficace inoltre la similitudine, attribuita a Valdo Spini,
dell’edificio a tre piani al cui piano nobile è collocata la Chiesa Cattolica
con i suoi privilegi, ricchezze e potere, al secondo piano le Chiese che hanno
attivato intese con lo Stato e, in ultimo, al pianterreno, quelle che “non
possono, non vogliono o non sono riuscite ad averle”.
Infatti il condizionamento sociale della Chiesa Cattolica e
le sue organizzazioni è stato profondo e pervasivo. Oltre ai matrimoni,
annullamenti, funerali, istruzione, censura su film e libri, canzoni e
trasmissioni televisive e radiofoniche, ecc. ricordiamo tutti, perché
c’eravamo, come per decenni referenti circa i comportamenti individuali,
richiesti per assunzioni o progressioni di carriera, fossero preti e
carabinieri. Gran parte dei paesi, delle vie, degli ospedali in Italia ha nomi
riferiti alla religione così come molti termini del nostro linguaggio. Da
sempre, con il servilismo politico e l’asservimento culturale la Chiesa invade
e condiziona molti aspetti della nostra vita civile.
Per rimuovere l’ormai anacronistico concetto della
“religione di Stato” e relativo obbligo di frequenza scolastica, il Concordato
fu revisionato nel 1984 (Craxi-Casaroli) e la Chiesa fu compensata, tra
l’altro, con il raddoppio delle ore di religione nelle scuole (sempre pagate
dallo Stato), la sua introduzione anche nella materna e un lauto introito
annuale dalle tasse garantito dall’ 8 per mille.
Alcune confessioni più coerentemente, lasciano allo Stato le
quote non attribuite, limitandosi a prelevare solo quelli relativi ad opzioni
esplicite dei cittadini a loro favore: cosa che NON fa la Chiesa
cattolica, ottenendo un finanziamento quasi triplo rispetto ai consensi
espliciti ottenuti. Lo Stato all’attribuzione è formalmente presente, ma inerme
per non disturbare.
Nel 1989 la Corte Costituzionale, chiamata in passato più
volte in causa, ribadisce la laicità come principio supremo dello Stato.
Gli atei continuano a non esistere per la legge, ma esistono
nella cultura popolare come amorali senza-dio, credenti che negano di esserlo,
potenziali pericoli per l’assetto sociale. Fino a ieri, nelle scuole i bambini
che non frequentavano le lezioni di religione cattolica venivano guardati con
curioso sospetto o con paternalistica pietà, comunque lasciati ai bidelli senza
attività alternative. Oggi, con la globalizzazione, la società è diventata
multiculturale e multireligiosa ma restano i crocefissi negli spazi pubblici voluti
da Mussolini così come l’insegnamento e l’assistenza nelle strutture pubbliche,
civili (assistenti spirituali) e militari (cappellani), ancora riservate solo
alla Chiesa Cattolica e pagate dallo Stato. Oggi la laicità resta la sola
scelta possibile.
Nel 1979 con una storica sentenza la Corte
Costituzionale dichiarò illegittimo il giuramento su Dio, riconoscendo una più
ampia tutela dell’ateismo confermata dalla sentenza n. 203/89, che ribadiva il
divieto a che «il pluralismo religioso limiti la libertà di non professare
alcuna religione».
Il documento
finale di Madrid del 2001 della Conferenza Internazionale
sull’educazione scolastica e sulla libertà di religione organizzata dall’ONU,
precisa che il documento finale è stato redatto «con l’intesa che la
libertà di religione o credenza include convinzioni teiste, non teiste e atee,
così come il diritto di non professare alcun credo o religione».
Dati i precedenti storici, il comportamento della Chiesa
Romana nei confronti delle minoranze religiose è inaccettabile, ma meno male che
venga loro solo reso difficile pregare. Ad altre, in passato, è andata molto
peggio».
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