a cura di Democrazia
Costituzionale
1)
Riforma
Costituzionale
Il 13 ottobre il Senato ha approvato un testo della riforma
che contiene delle modifiche rispetto al testo approvato dalla Camera. La legge
quindi deve tornare alla Camera per completare la prima lettura (anche se si
tratta del quarto passaggio parlamentare.
Secondo notizie di stampa la riforma approderebbe alla
Camera l’11 gennaio 2016.
E’ prevedibile che entro il mese di gennaio 2016 la Camera
approvi la riforma nel testo uscito dal Senato. In questo modo si completerebbe
la prima lettura.
La seconda lettura per l’art. 138 della Costituzione non può
avvenire prima che sia decorso un intervallo non minore di tre mesi.
E’ bene precisare che la seconda lettura, sebbene sia richiesta
la maggioranza assoluta, è un passaggio puramente formale in quanto non sono
ammessi emendamenti e si vota solo per l’approvazione del complesso. Quindi la seconda lettura fra Camera e Senato
si può realizzare in un mese o poco più
Prevedibilmente la votazione finale della riforma
costituzionale avverrà fra i mesi di Aprile/giugno 2016.
Se il ddl di riforma
costituzionale – com’è prevedibile – non otterrà la maggioranza di due terzi
dei voti, la legge non entrerà in vigore prima che sia completata la procedura
che prevede la possibile attivazione del referendum c.d. confermativo. Entro
tre mesi dalla votazione finale può essere chiesto il referendum o da 500.000
elettori, o da un quinto dei membri di una Camera (20% dei senatori o dei
Deputati) o da cinque Consigli Regionali. (...)
E’ scontato che i parlamentari
dell’opposizione chiederanno il referendum entro il termine di tre mesi,
dopodiché il Governo deve indire il referendum entro 60 giorni dalla
comunicazione dell’ordinanza della Cassazione che l’abbia ammesso. Le votazioni
si devono svolgere fra il 50° ed il 70° giorno dall’indizione del
referendum. Quindi il referendum
costituzionale si deve svolgere entro il termine di 6/8 mesi dall’approvazione
finale della legge.
Verosimilmente il referendum costituzionale per approvare o cancellare
la riforma approvata dal Parlamento si svolgerà fra ottobre e dicembre del
2016
2) Referendum
No triv
La richiesta di referendum
depositata dalle Regioni deve superare il vaglio di ammissibilità da parte
della Corte Costituzionale, che si pronuncerà entro il 20 gennaio del 2016. A
questo punto, se le norme oggetto della richiesta di referendum non verranno
modificate dal Parlamento, il Governo dovrà indire il referendum che dovrà
svolgersi necessariamente in una domenica
compresa fra il 15 aprile ed il 15 giugno 2016.
3)
Ricorsi anti-italicum I ricorsi anti-italicum che verranno
presentati nelle prossime settimane cercano di ottenere che i giudici sollevino
la questione di costituzionalità dell’Italicum dinanzi alla Corte
Costituzionale. Non è possibile fare previsioni sui tempi. E’ probabile che la
questione approdi alla Corte Costituzionale, ma non è possibile prevedere
quando si pronuncerà, sarebbe auspicabile prima che si svolgano le elezioni nel
2018.
4) Referendum
anti-italicum Il 16 ottobre è stata
depositata in Cassazione la richiesta di referendum con due quesiti (due
referendum). Per legge le schede con le firme di adesione alla richiesta devono
essere depositate fra il 1° gennaio ed
il 30 settembre del 2016. Le firme devono essere raccolte nel termine di tre
mesi dalla vidimazione del primo foglio. Sarà il comitato promotore a decidere
quando iniziare la raccolta delle firme dopo aver trovato le risorse e le
alleanze necessarie. La decisione verrà assunta a gennaio. Presumibilmente la
raccolta delle firme si dovrebbe svolgere in primavera in coincidenza con la
campagna per il referendum No triv. Questo consentirebbe di accoppiare la
raccolta delle firme alle iniziative No triv. Se sarà raggiunto il traguardo
delle firme necessarie (ne occorrono almeno 600.000) da raccogliere in tre
mesi. La richiesta di referendum dovrà superare il vaglio della Corte
costituzionale, che si pronuncerà entro il 20 gennaio 2017. Quindi il
referendum dovrebbe tenersi in una domenica compresa fra il 15 aprile ed il
15 giugno 2017, salvo elezioni anticipate.
5) Referendum scuola e Jobs act Se il movimento degli insegnanti ed i
sindacati decideranno di promuovere entro il prossimo anno delle iniziative
referendarie, i tempi saranno quelli del referendum anti-italicum e la raccolta
delle firme potrebbe essere organizzata congiuntamente.
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