venerdì 28 agosto 2015

Mense comunali - L'assessore Waguè conferma che l'estromissione dei genitori non porterà alcun risparmio


Ringraziamo l’assessore Waguè per la nota diffusa in data odierna (https://dl.dropboxusercontent.com/u/19823374/wague.pdf) che conferma appieno come l’aver tolto l’approvvigionamento delle derrate alimentari ai comitati dei genitori non porterà ad alcun risparmio.
I risparmi che si otterranno già a partire da settembre e che a regime potrebbero arrivare a 2-300 mila euro annui sono dovuti all’esternalizzazione di due ulteriori cucine che erano a gestione diretta.


Le tabelle fornite dall’Amministrazione sono comunque lacunose e parziali. Si enfatizza che il costo dell’approvvigionamento per ciascun pasto di 1,633 Euro (più iva) sia più basso di quanto rimborsato ai genitori lo scorso anno (circa 1,9 euro di media). Ed è vero. Ma questo presunto risparmio è totalmente azzerato, se non peggio, da quanto si pagherà in più per la preparazione dei pasti.
L’anno scorso infatti alla ditta appaltatrice spettavano 3,048 euro a pasto per preparazione, trasporto e “sporzionamento”, mentre quest’anno con l'aggiunta dell'acquisto derrate 4,88 Euro. Detraendo da 4,88 Euro, 1,633 Euro di approvvigionamento il risultato è di 3,247 Euro a pasto (incremento del 6,5%).
Perché si pagava fino allo scorso anno 3,048 Euro e quest’anno 3,247?
Perché nel polo di San Sisto per lo stesso identico servizio (l’approvvigionamento è sempre stato a carico della ditta) l’anno scorso il Comune pagava 4,58 e quest’anno pagherà 4,88 Euro (anche qui incremento del 6,5%)?
La verità impietosa che i numeri ci regalano è che se si fosse continuato anche per l’anno 2015-2016 con la stessa gestione del 2014-2015, il Comune avrebbe speso la stessa cifra perché appunto tutti i risparmi deriveranno dalle ulteriori esternalizzazioni.
Anzi, per il Comune questa nuova gestione non è conveniente per almeno due motivi:  perché i Comitati dei genitori si erano impegnati a operare ulteriori risparmi ed a ridurre quindi l’ammontare dei rimborsi loro spettanti e perché all’interno dei 1,22 milioni di contributi rimborsati lo scorso anno erano compresi gli acquisti delle derrate per le scuole “Il Tiglio” e “il Flauto Magico” che non erano nel vecchio appalto e non sono nel nuovo appalto in quanto a gestione diretta del Comune. Ora per questi approvvigionamenti, e parliamo di circa 45.000 pasti annui, il Comune dovrà provvedere con un bando a parte facendo lievitare i costi di circa 75 mila euro.
Senza contare che si andranno a perdere quegli avanzi di gestione che venivano operati dai genitori e con i quali venivano finanziate attività extra-didattiche e acquisti di attrezzature scolastiche.
Prendiamo atto con piacere che nell’offerta presentata dalla ditta vincitrice ci sono impegni in tal senso, così come sulla qualità dei prodotti forniti e verificheremo se alle parole corrisponderanno anche i fatti.
Infine desta sconcerto l’affermazione singolare secondo la quale "l’Iva corrisposta all’impresa non rappresenta un costo per il Comune", perché le amministrazioni pubbliche possono detrarre l’iva solo nell’esercizio di attività commerciali (per le quali la riscuotono anche)
E allora, parafrasando l’assessore Waguè, l’avvocato faccia l’avvocato, il medico faccia il medico, l’operaio faccia l’operaio e... il politico faccia il politico, lasciando ai commercialisti e ai tributaristi questo tipo di considerazioni. Si eviterebbero ulteriori figuracce.

Michele Guaitini – segretario radicaliperugia.org
Anna Rita Fiorini Granieri – radicaliperugia.org



Qui un’analisi sui costi dell’appalto per chi volesse approfondire la materia


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