Ringraziamo l’assessore Waguè per la nota diffusa in data
odierna (https://dl.dropboxusercontent.com/u/19823374/wague.pdf) che conferma appieno come l’aver tolto l’approvvigionamento delle
derrate alimentari ai comitati dei genitori non porterà ad alcun risparmio.
I risparmi che si otterranno già a partire da settembre e
che a regime potrebbero arrivare a 2-300 mila euro annui sono dovuti
all’esternalizzazione di due ulteriori cucine che erano a gestione diretta.
Le tabelle fornite dall’Amministrazione sono comunque
lacunose e parziali. Si enfatizza che il costo dell’approvvigionamento per
ciascun pasto di 1,633 Euro (più iva) sia più basso di quanto rimborsato ai
genitori lo scorso anno (circa 1,9 euro di media). Ed è vero. Ma questo
presunto risparmio è totalmente azzerato, se non peggio, da quanto si pagherà
in più per la preparazione dei pasti.
L’anno scorso infatti alla ditta appaltatrice spettavano
3,048 euro a pasto per preparazione, trasporto e “sporzionamento”, mentre
quest’anno con l'aggiunta dell'acquisto derrate 4,88 Euro. Detraendo da 4,88 Euro, 1,633 Euro di approvvigionamento
il risultato è di 3,247 Euro a pasto (incremento del 6,5%).
Perché si pagava fino allo scorso anno 3,048 Euro e
quest’anno 3,247?
Perché nel polo di San Sisto per lo stesso identico
servizio (l’approvvigionamento è sempre stato a carico della ditta) l’anno
scorso il Comune pagava 4,58 e quest’anno pagherà 4,88 Euro (anche qui
incremento del 6,5%)?
La verità impietosa che i numeri ci regalano è che se si
fosse continuato anche per l’anno 2015-2016 con la stessa gestione del
2014-2015, il Comune avrebbe speso la stessa cifra perché appunto tutti i
risparmi deriveranno dalle ulteriori esternalizzazioni.
Anzi, per il Comune questa nuova gestione non è
conveniente per almeno due motivi: perché i Comitati dei genitori
si erano impegnati a operare ulteriori risparmi ed a ridurre quindi
l’ammontare dei rimborsi loro spettanti e perché all’interno dei 1,22
milioni di contributi rimborsati lo scorso anno erano compresi gli acquisti
delle derrate per le scuole “Il Tiglio” e “il Flauto Magico” che non erano
nel vecchio appalto e non sono nel nuovo appalto in quanto a gestione diretta
del Comune. Ora per questi approvvigionamenti, e parliamo di circa
45.000 pasti annui, il Comune dovrà provvedere con un bando a parte facendo
lievitare i costi di circa 75 mila euro.
Senza contare che si andranno a perdere quegli avanzi di
gestione che venivano operati dai genitori e con i quali venivano finanziate
attività extra-didattiche e acquisti di attrezzature scolastiche.
Prendiamo atto con piacere che nell’offerta presentata dalla
ditta vincitrice ci sono impegni in tal senso, così come sulla qualità dei
prodotti forniti e verificheremo se alle parole corrisponderanno anche i fatti.
Infine desta sconcerto l’affermazione singolare secondo la quale "l’Iva corrisposta all’impresa non rappresenta un costo per il Comune", perché le amministrazioni pubbliche possono detrarre l’iva solo
nell’esercizio di attività commerciali (per le quali la riscuotono anche)
E allora, parafrasando l’assessore Waguè, l’avvocato faccia
l’avvocato, il medico faccia il medico, l’operaio faccia l’operaio e... il politico faccia il politico, lasciando ai commercialisti e ai tributaristi questo tipo di
considerazioni. Si eviterebbero ulteriori figuracce.
Michele Guaitini – segretario radicaliperugia.org
Anna Rita Fiorini Granieri – radicaliperugia.org
Qui un’analisi sui costi dell’appalto per chi
volesse approfondire la materia
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