Radicaliperugia.org ha ricevuto questo interessante intervento di Eleonora Favoroni che volentieri viene pubblicato
Herbert
Marcuse nell ”Uomo a una dimensione” scrive : ci troviamo dinnanzi a una
confortevole levigata ragionevole democratica non-libertà; una non-libertà che
permea ogni classe sociale e ogni aspetto della vita sociale fagocitata dal
sistema capitalistico”. Il Capitalismo
borghese trova molte scappatoie ideologiche tra cui il fascismo storico
fu una di queste valvole di sfogo.
Si
dice che Ogni società produce o è il
prodotto bilaterale di una determinata cultura . In ogni regime i
diversi gruppi sociali le classi le caste posseggono ognuna le proprie forme di
illegalità. In Italia sopravvive ai giorni nostri una cultura politica antidemocratica di interesse e violentemente repressiva .
In
occasione delle celebrazioni e ricordi dei settanta anni della Liberazione
italiana dal fascismo, doveroso ricordare con profonda riflessione e
partecipazione civile le migliaia di
vittime e prigionieri
dissidenti , internati nei Gulag
sovietici la cui sconvolgente testimonianza è riportata in “ Storie di uomini
giusti nel Gulag “ di Jurij Mal’cev , degli internati nei manicomi di tortura
in Grecia ,in Cina e in Italia sotto il duce Benito Mussolini.
Sono
diverse le testimonianze di quanti
antifascisti e contestatori vissero in
prima persona le atrocità delle torture
e internamenti costruiti puramente in manicomio
.
Tatiana
Chodorovic internata in Russia scrive “
la condanna alla pazzia è .
In
Italia la repressione psichiatrica dei dissidenti, in particolare dei comunisti
e partigiani fu feroce e spietata. Venne promossa una legge, la famosa legge
36 del 14 febbraio 1904 “ Disposizioni sui manicomi e alienati. Custodia
e cura degli alienati” , dove per alienati si intendevano tutti coloro che
risultavano pericolosi per una qualunque causa o provocavano scandalo pubblico.
Per i ricoveri degli schedati politici si distinguono due fasi durante il
regime fascista : una prima che comprende gli anni 1922 -1926 nei quali si
cominciò sistematicamente a usare la pseudoscienza psichiatrica come mezzo di
controllo o repressione.
Dal
1927 in poi, si ebbe un’estensione del
controllo politico ad ampi settori istituzionali e statali.
Allo
scoppio del secondo conflitto mondiale questo connubio tra istituzione
psichiatrica e repressione di regime conobbe l’apice : a Roma , la clinica
Universitaria per le malattie mentali venne adibita da reparto di osservazione per
gli internati politici. Durante il Fascismo abbandonare la propria
Patria, significava dare segni di patologia . la caccia senza tregua di dissidenti e anticonformisti riguardava
ogni ceto sociale : avvocati, lavoratori, studenti, giudici .
Per
i contestatori avversi al regime del duce vi erano tre modalità di pena e
punizione : persecuzioni, pedinamenti, torture e processi ; ricovero coatto nei
manicomi provinciali o negli ospedali
psichiatrici giudiziari ; carcere colonie penitenziarie o confino.
La
legge 36 resterà in vigore fino al 1978 quando poi passerà il timone alla legge
180 la cosiddetta Legge Basaglia . Successivamente
alla legge 36, vennero proclamati : il regio decreto del 5 M Srzo 1905 , il regio
decreto 16 Agosto 1909 che ne attestano
la continuità . In particolare gli articoli 3 (1904) articoli 65 (1905) e 64
del 1909 regolamentavano la dimissibilità e la cosiddetta via di prova, secondo
le quali previo parere e certificato del
direttore del manicomio , si Dava all’alienato la possibilità eventuale di
dimissione e dichiarata guarigione.
Adriano Del Pont ha raccolto 44540 biografie
di antifascisti schedati , di cui 475 sottoposti a internamento psicjhiatrico .
Negli
anni del Fascismo il numero degli italiani internati in manicomio i cosiddetti “ matti del duce “ come intitola
il suo libro- ricerca Matteo Petracci,
continuò a registrare un costante aumento: tra il 1927 e 1941 i ricoverati
passarono da 62127 a 94.946.
Giulio
Agostini direttore dell ospedale psichiatrico di Perugia del tempo intratteneva
un carteggio col duce inviandogli tra le
altre cose documentazioni inerenti a ricerche in campo psichiatrico .
Interessante
sapere che anche a Perugia vi erano molti internati politici che non soffrivano
di alcuna malattia mentale . Consultando l’Inventario del manicomio di Perugia
risulta una quantità cospicua di ricoverati e matricole tra gli anni 1904 e 1942. Inoltre nelle
schede sono compilate solo alcune voci quelle riguardanti i dati anagrafici, la
religione , le letture e gli “ episodi rivelatori della proclività alla
violenza o alla frode”. In moltissimi casi è segnalato il trasferimento del
paziente presso un manicomio giudiziario.
In
questo senso i grandi internamenti di massa si ebbero sempre in
periodi specifici : guerre, poteri, interessi politici perché in realtà essi
sono stati e sono tutt’ora problemi
puramente politici. Il potere politico ancor prima di agire sulle ideologie
,sulla coscienza delle persone si
esercita in maniera più fisica sui loro
corpi spersonalizzandoli oggettivandoli , violentandoli. Crimini.
Molti
di quanti sopravvissero agli internamenti psichiatrici si chiusero al mondo , non vollero parlare di
quell’esperienza , altri si suicidarono prima o dopo, una volta usciti dall’
internamento .
Noi
oggi sappiamo .
E se
conoscere è un dovere culturale e civile , il ricordare, sempre, e la lotta
continua devono essere imperativo morale e concreto.
Dedicato
a tutti i partigiani e veri rivoluzionari di ieri e di oggi e, ai miei nonni :Favaroni Carlo e Nello.
Eleonora
Favaroni
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