Radicaliperugia martedì 17 febbraio alle ore 15,30 ricorda il sacrificio per la libertà del filosofo nolano con la distribuzione durante una cerimonia che si terrà nella piazza a lui dedicata a Perugia di un volantino che riporta il manifesto storico dell'Associazione internazionale del libero pensiero, riprodotto qui a fianco e una sintesi dell'intervista ad Emma Bonino pubblicata tempo fa dall'Espresso e che riproponiamo qui sotto.
Emma Bonino: "Laici di tutto il mondo, unitevi contro l'intolleranza"
Emma Bonino: "Laici di tutto il mondo, unitevi contro l'intolleranza"
Per contrastare i semi dell'odio che invadono un'Europa
debole con i razzisti e impotente con i dittatori è necessario coltivare il
laicismo. Unica arma contro i talebani di ogni credo
Intervista di
Wlodek Goldkorn, L’Espresso, 6
gennaio 2015
(…) Emma
Bonino, cos’è l’intolleranza?
«Il
filosofo Karl Popper diceva che l’intollerante è colui che sa riconoscere i
tabù della propria tribù come assoluti, ma non ha ancora scoperto che altre tribù
hanno altri tabù. Questa definizione mette insieme tribù e tabù e quindi
l’incapacità di accettare l’Altro. L’esercizio dell’intolleranza può assumere
forme così estreme da risultare abbagliante, così abbagliante da accecare la
vista». (…)
Parliamo
della tribù musulmana. Perché nel mondo islamico gli intolleranti sono così
forti?
«Perché
è subentrato, a un certo punto, uno scontro di potere ideologico all’interno
della famiglia sunnita. È una guerra per l’egemonia tra due gruppi: i fratelli
musulmani da un lato e i salafiti dall’altro. Anche se il fondamento islamico e
coranico conta: non dimentichiamo l’odio tra sunniti e sciiti».
Quanto conta invece la questione dei diritti delle donne nell’Islam?
Quanto conta invece la questione dei diritti delle donne nell’Islam?
«Molto,
perché è emblematica, in negativo. Nella visione dei conservatori
l’emancipazione delle donne è destabilizzante. Però non scordiamoci che il tabù
del corpo delle donne è antico quanto l’umanità e attraversa tutte le
religioni monoteistiche».(…)
Forse
si può pensare anche all’egiziano Nasser. C’è un filmato in Rete in cui Nasser
racconta, alla fine degli anni Cinquanta, di come i Fratelli musulmani gli
avessero chiesto nel 1953 di fare una legge che obbligasse le donne a mettere
il velo. E il pubblico che lo ascolta ride. Oltre cinquant’anni fa, mettere il
velo alle donne, almeno in città, sembrava ridicolo. Cosa è cambiato?
«Credo
che siano intervenuti fattori esterni. In molti Paesi la questione del velo non
è religiosa, è identitaria. Si tratta di contrapporsi all’Occidente. Ma vorrei
introdurre un discorso che mi sembra importante. Ci sono molti laici nel mondo
musulmano; gente che considera la religione un fatto privato. Sono loro i
portatori di ogni discorso di tolleranza. Non vorrei che credessimo sul serio
che pace e tolleranza siano prodotti occidentali d’esportazione. Pace e
tolleranza non sono un evento, sono un processo».
Si
spieghi.
«Mentre
va di moda il dialogo interreligioso, vorrei invece avviare il dialogo
interlaico. Sono sicura che molti laici del mondo musulmano sarebbero d’accordo
con me». (…)
Parliamo
allora dell’intolleranza a casa nostra.
«In
parte è dovuta al disagio sociale. Ma il problema è che la classe politica non
risponde con la fermezza dovuta. Intendo anche la fermezza culturale. Anzi, di
fronte al razzismo la classe politica manifesta una certa timidezza. Mi dicono:
opporsi ai discorsi razzisti è impopolare. E allora rispondo: i cattivi
esistono però perché i buoni tacciono. Voglio dire, spesso la risposta ai
razzisti è altrettanto razzista, ma solo un po’ più educata. E del resto, la
maggioranza dei politici non riesce a dire che da qui al 2050 servono in Europa
circa 50 milioni di nuovi immigrati. Una verità così evidente è un tabù. Siamo
sempre più assorbiti dal presente, dalla crisi economica. Se si guardasse
l’Europa da Marte si direbbe che si tratta della zona più ricca e più istruita
e acculturata del pianeta Terra. Quindi si potrebbe pensare all’avvenire, si
potrebbero fare progetti immaginifici e audaci. E invece anche le riunioni del
Consiglio dell’Unione europea assomigliano a quelle del board di una banca. La
classe dirigente, i politici, i media, i princìpi li evocano non perché siano
princìpio di vita e azioni, ma solo a condizione che stiano lassù, in una
specie di Pantheon».
Questo
essere schiacciati sul presente contabile genera intolleranza?
«La
tollera, la usa per scopi elettorali. Non ci si rende conto che i discorsi
razzisti sono come la gramigna, fanno presto a mettere radici. Estirparli è un
processo lungo e faticoso». (…)
A cura di
Radicaliperugia.org – Giovanni Nuvoli Fotocopiato in proprio – Strada Eugubina
n. 80, Perugia 17 febbraio 2015. L’intervista integrale può essere letta
in: http://espresso.repubblica.it/visioni/2015/01/05/news/emma-bonino-laici-di-tutto-il-mondo-unitevi-contro-l-intolleranza-1.193747
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