lunedì 3 marzo 2014

Comunicato: Istituti di partecipazione in Umbria: audizione dei Radicali in consiglio regionale, negati di fatto gli strumenti di democrazia diretta

Istituti di partecipazione in Umbria: audizione dei Radicali in consiglio regionale, negati di fatto gli strumenti di democrazia diretta

Durante l'audizione di oggi, 3 marzo 2014,  indetta dalla commissione consigliare regionale competente sulla proposta di modifica della disciplina degli istituti di partecipazione regionale, è intervenuto Michele Guaitini, tesoriere di radicaliperugia.org. e membro della segreteria il quale ha dichiarato:  La legge regionale sugli istituti di partecipazione è una legge truffaldina. Non consente infatti di far svolgere i referendum dal momento che prevede una sospensiva in caso di contemporanee elezioni amministrative. E tutti gli anni in Umbria si tengono elezioni amministrative in qualche comune rendendo impossibile lo svolgimento dei referendum.
E questo nonostante l’articolo 22 dello Statuto Regionale stabilisca che “La Regione riconosce il referendum quale istituto di democrazia partecipativa e ne favorisce l’utilizzazione”.

Oggi è all’esame in I Commissione - continua Michele Guaitini - una modifica alla L.R. 14/10 per consentire lo svolgimento del referendum consultivo sulla fusione di alcuni comuni umbri che si dovrebbe tenere nella prossima primavera. Le modifiche proposte però sono circostanziate alla contingenza del momento poiché revocherebbero la sospensiva unicamente nel caso di referendum consultivi per l’istituzione e la fusione tra comuni. E che ne è dei referendum abrogativi? Perché si vuole, nei fatti, vietarli a norma di legge?
Poteva e può essere un’occasione d’oro per riportare in un’alveo di legalità la disciplina referendaria regionale.
Abbiamo chiesto questa mattina e, e continueremo in tutte le sedi a chiedere con forza che la revoca della sospensiva possa operare per tutti i tipi di referendum.

Se i Consiglieri Regionali attuali vorranno perseguire nella logica del voler mettere una piccola toppa a questo grave vulnus statutario, ci sarà anche la loro firma sotto la truffa democratica orchestrata dai loro predecessori che cinque anni fa decretarono la morte del referendum abrogativo in Umbria.

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