sabato 15 febbraio 2014

Garante dei detenuti: ancora speranze e resistenze

di Eleonora Favaroni

Si è aperto ieri 12 febbraio a Palazzo Donini  su iniziativa  dei Radicali di Perugia l'assemblea-incontro sulla figura del garante dei detenuti , tema già presentato e dibattuto da tempo ma che oggi più che mai viste le condizioni drammatiche in cui versano le carceri italiane e umbre,  rivendica e si  presenta in tutta la sua urgenza e necessità. Cliccando qui si può riascoltare il dibattito. 
L’incontro  presieduto dal segretario dei Radicali perugini Andrea Maori  e dal tesoriere Michele Guaitini  ha visto la partecipazione attiva di varie personalità  tra le quali : il prof. Stefano Anastasia, il prof. Carlo Fiorio,docente di Diritto penale , Francesco Del’Aira , ex direttore penitenziario, l’avvocato Monica Lorenzoni, i consiglieri regionali Goracci e Dottorini , le associazioni di volontariato.  

Diversi gli    interventi , notevoli le proposte e il fervore intorno alla questione; ancora tanta l’incertezza sul futuro.Tra i punti salienti del dibattito : il sovraffollamento disumano  delle carceri , l’assenza  della tutela e rispetto dei diritti individuali, il problema  del disinteresse e disinformazione  da parte della cittadinanza e delle istituzioni  tanto da poter parlare di assenza di una vera  “ cultura  carceraria”, la speranza in un miglioramento conseguente alla  bocciatura della legge Fini-Giovanardi  (in vigore dal 2006)  la quale equiparando senza distinzione  il reato di spaccio  di droghe  leggere ( hashish, cannabis) con quello di sostanze più pesanti ha finito per  incrementare il soprannumero di detenuti  e livellare il  tempo  di  detenzione.
 Alla luce evidente dei fatti , si presentano tutte le contraddizioni e i paradossi di un’ideologia   statica e conservatrice inadeguata difronte alle esigenze di una società che presenta caratteristiche sociali, culturali, economiche  complesse .
La stessa Costituzione italiana e il Codice Penale si presentano in questo modo  come documenti antiquati e oltraggiosi della dignità e diritti umani.     
Importante inoltre   l’esigenza di superare tanta vecchia mentalità stigmatizzante e la dubbia tanto discussa funzione rieducativa   dei sistemi repressivi e coattivi.
A tal proposito , la figura del Garante dovrà farsi voce del detenuto e tramite attivo
tra interno ed esterno, creare una rete unitaria che preveda la  collaborazione   con il  Garante nazionale e la costruzione di  una comunicazione  efficiente con tutti gli organi preposti :  detenuto, magistrato, Azienda sanitaria , cittadinanza, istituzioni . Quindi , non espressione e frutto di logiche e interessi politici ma esclusivamente strumento tecnico,  punto di  raccordo e allo stesso tempo centro di diffusione di una struttura di relazioni e azioni   ampia .
In attesa di un responso  da parte del Consiglio Regionale umbro  la questione resta ancora aperta.

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