mercoledì 10 luglio 2013

Giustizia e verità: i diritti umani dimenticati nell'odierna società disciplinare

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
 di Eleonora Favaroni

  
Raramente si trovano ormai oggigiorno parole, idee , riflessioni che si vorrebbe tutti condividessero, come quelle di un interessante libro  commentato nel Sole 24 ore di domenica , scritto da due docenti di criminologia dell’Università di Milano e intitolato “ Oltre la paura. Cinque riflessioni  su criminalità,società e politica”.
L’analisi ruota intorno a un quesito importante e attualissimo: su cosa si fonda l’ordine sociale e la condizione di pace apparente in cui viviamo?
Gli autori individuano nella paura del diverso, dell’altro , del nuovo,  il motore che alimenta  i meccanismi di violenza e repressione attuati fin dai tempi remoti dalle forme di  potere istituzionalizzate: il sistema giudiziario, politico  e le discipline  medico-scientifiche.
Oggi sotto il nome di crimini e delitti si giudicano istinti, passioni,anomalie, disadat-tamenti,comportamenti, qualificati e classificati come punibili e da  destinare alla correzione . Nasce così la società disciplinare.
Come scrive Michel Foucault: “La prigione e l’ospedale sono il luogo dove il potere di punire organizza silenziosamente un campo di oggettività il cui castigo potrà funzionare e risultare  come terapeutico”.  C’è una verità che deve essere riconosciuta e servire per legittimare  il potere e la punizione:  la verità del pazzo e del criminale .
Ma in questo modo si genera l’errore e si costruiscono tutti quei meccanismi preposti a preservarlo che risultano una  violazione dei diritti umani e personali:
intolleranza,sopraffazione,sopruso. 
Pensiamo  alla  drammatica situazione oggi delle carceri italiane , dove si registrano le più alte percentuali di suicidi e illegalità , dove la persona è spogliata di qualunque dignità e  diritto , dove  non esistono tutele e sicurezze  nei confronti di abusi e violenze Ricordiamo i casi di Aldo Bianzino,Federico Aldrovandi,Stefano Cucchi, G:Uva, e tanti altri. 
Gli stessi meccanismi agiscono all’interno di  reparti  e strutture psichiatriche, cliniche , case di accoglienza  anziani e minori. Pensiamo alla morte per contenzione in SPDC ( reparto psichiatrico di diagnosi e cura) di F. Mastrogiovanni, G. Casu, L. Gambini,  E. Idehen, R.Melino e altri ancora sospetti. In questa società schiacciata e guidata dalla diffidenza ,l’individualismo  e dal  potere,si stanno commettendo ancora
I più ingiusti crimini umani.

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