mercoledì 13 giugno 2012

Arresto presunti appartenenti al Fai: uso irrispettoso da parte dei media relativamente alla diffusione di nomi, cognomi, età, provenienza e residenza degli arrestati


Dichiarazione di Elisabetta Chiacchella, iscritta al Partito radicale transnazionale, Andrea Maori, segretario dell’associazione radicaliperugia.org

In merito all’arresto dei 10 presunti appartenenti al FAI (Federazione anarchici informali) che campeggia sulle prime pagine dei giornali online di oggi e che probabilmente apparirà sulle prime pagine dei giornali domani, intendiamo esprimere la nostra profonda contrarietà riguardo all’uso totalmente irrispettoso con cui sono stati trattati i dati personali degli arrestati da parte dei mass media, uso che fa presumere quantomeno una indebita sbrigatività da parte delle forze dell’ordine, nella fattispecie dai carabinieri del ROS, relativamente alla diffusione di nomi, cognomi, età, provenienza e residenza degli arrestati.
Le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura di Perugia, fino a prova del contrario, riguardano cittadini che dovrebbero godere della presunzione di innocenza, dal momento che viviamo in uno stato di diritto. La sospensione di tale diritto è a nostro avviso un ulteriore, inquietante segnale della crisi italiana perché produce un effetto solo illusorio di sicurezza nella cittadinanza. Vogliamo sperare che chi detiene l’uso della forza sul territorio non cada nella trappola della militarizzazione della società, con retate e spiegamenti di forza prevaricatrice, fenomeno che abbiamo già conosciuto in passato e che ha contribuito nettamente ad alimentare una strategia della tensione di cui mai vorremmo vedere una riedizione.

2 commenti:

  1. L'arresto è un fatto pubblico. Se non lo fosse sarebbe peggio. O no?

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  2. Esatto, ma la diffusione di dati personali, come il condominio dove si vive o che cosa si fa nella vita, è un fatto che può avere conseguenze negative a maggior ragione se si è arrestati per reati così gravi. Leggendo alcuni resoconti sui giornali di oggi, ci sono aspetti poco convincenti rispetto alle accuse mosse ad alcuni arrestati, ma su questo poi bisogna vedere il prosieguo delle indagini e le linee difensive; in ogni caso con questo comunicato abbiamo avvertito l'esigenza di non sbattere il mostro in prima pagine, come troppo spesso avviene tra l'indifferenza della cosiddetta opinone pubblica e l'insensibilità manifesta di tanti giornalisti

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