giovedì 17 maggio 2012

Conferenza stampa (2) su "Garante dei detenuti in Umbria": Dichiarazione di Paola Giannelli Forum Umbria per la Tutela della Salute in Carcere



L’illegalità diffusa nel carcere non è frutto di una situazione particolare, accentuata dalla crisi economica e destinata ad essere superata. Nasce dall’identificare il carcere con la pena, una pena spogliata della funzione di riabilitazione, che non è un dettaglio trascurabile ma il valore e il fine stesso che la Costituzione e la giurisdizione le attribuiscono. Eludere questa funzione è la violazione di un diritto che facilmente predispone alla violazione di altri diritti, primo fra tutti quello alla salute; è l’anticamera della negazione del valore della persona proprio in quel luogo in cui dovrebbe essere affermato con forza perché è a partire da questo che tutti gli altri possono essere ricostruiti da chi ha commesso reati, anche gravi. Il sovraffollamento stesso, di cui si parla come il male che affligge il carcere, è solo il dito che indica la luna: conseguenza e non causa della illegalità.
Se si accetta tutto questo come inevitabile, se si pensa che la mancanza di risorse economiche o la sicurezza (ammesso che il carcere produca sicurezza) ben valga la violazione di diritti e di valori fondamentali, il problema delle carceri purtroppo resterà.
La presenza del garante, contribuendo alla tutela dei diritti, può essere veicolo di una cultura basata sulla legalità, condizione necessaria alla sicurezza in quanto consente di limitare i danni sulla salute fisica, psicologica e sociale, che la violazione dei diritti e la detenzione stessa producono sulla persona detenuta. Danni che si manifesteranno poi con aumento della distruttività e della recidiva.

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