giovedì 3 luglio 2008

Intervento per Amnesty International all’incontro del 3 luglio 2008

Nella Federazione Russa i diritti alla libertà di espressione, riunione ed associazione negli ultimi anni sono stati gradualmente erosi, in flagrante violazione degli obblighi imposti dalla propria costituzione e dalla legislazione internazionale.
Nella Federazione Russa anche la libertà di stampa è pesantemente limitata, i giornalisti subiscono intimidazioni e da quando Putin è al potere sono almeno quindici i giornalisti uccisi.
Recentemente, il 21 marzo, sono stai uccisi Gadji Abachilov, direttore dell'emittente radiotelevisiva pubblica del Daghestan e Ilyas Shurpayev, originario del Daghestan, giornalista televisivo dell'emittente Channel One, trovato morto nel suo appartamento di Mosca.
Il caso più noto è quello di Anna Politkovskaja, la coraggiosa giornalista della Novaja Gazeta, uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006



Amnesty International ritiene che sia stata colpita a causa dei suoi reportage sulle violazioni dei Diritti Umani in Cecenia ed altre regioni russe. Durante la seconda guerra cecena, quando il paese era stato chiuso, Anna era andata oltre 40 volte in Cecenia, da clandestina, per denunciare i sequestri, le torture, le esecuzioni extragiudiziarie.

Aveva lavorato con Amnesty ed ottenuto nel 2001 il Global Award for Human Rights Journalism istituito dalla Sezione Britannica di Amnesty.

In Cecenia era stata arrestata nel 2001, tenuta in un pozzo 3 giorni, senza acqua né cibo mentre un ufficiale minacciava di ucciderla.

Aveva cercato di porsi come intermediaria durante il sequestro al Teatro Dubrovka di Mosca (2002), ma disse ad Amnesty che le autorità russe avevano poco interesse a salvare le vite degli ostaggi. Ed il sequestro si risolse con una strage.

Nel 2004 aveva denunciato di essere stata avvelenata a bordo di un aereo sul quale intendeva raggiungere Beslan, nell’Ossezia del Nord, mentre era in corso il sequestro di centinaia di ostaggi in una scuola della città.

Fu detenuta per diverse ore, nel giugno 2004, in Cecenia nella casa di Ramzan Kadyrov, ora presidente, da cui fu minacciata.

Nel 2004 la giornalista aveva pubblicato un programma in quindici punti per riportare la pace in Cecenia: scuse pubbliche delle parti in conflitto per le violazioni commesse, smilitarizzazione del territorio, elezioni generali.

Le violazioni si vanno estendendo alle altre repubbliche del Caucaso del Nord: Inguscezia, Daghestan, Cabardino-Balcaria, Ossezia del Nord.

Difensori dei Diritti Umani, avvocati e giornalisti sono minacciati a causa delle loro coraggiose attività di controllo e documentazione sulla situazione dei Diritti Umani nella regione. La pubblicità di questi casi e le campagne in difesa loro e delle Ong per cui lavorano è di vitale importanza.
La pubblicità non solo li incoraggia, dal momento che spesso lavorano in condizioni molto difficili, subendo quotidianamente intimidazioni e maltrattamenti, ma l’attenzione internazionale a casi specifici costituisce una importante forma di protezione.
A Nizhnii Novgorod, città a sud-est di Mosca, la Società per l’Amicizia Russo Cecena fu chiusa una settimana dopo l’omicidio della Politkovskaja.
L’organizzazione che svolgeva un’opera di monitoraggio e d’informazione sulla situazione dei diritti umani in Cecenia e in altre zone del Caucaso settentrionale, sosteneva il ritorno alla pace, assisteva con l’aiuto umanitario i più bisognosi, era stata chiusa perché diretta da una persona condannata per attività “estremiste”.
Stanislav Dmitrievskii, direttore esecutivo della Società, già vittima di intimidazioni e minacce di morte, era stato condannato il 3 febbraio 2006 per “crimini di odio”, (2 anni con sospensione della pena, 4 anni in libertà vigilata) per aver pubblicato articoli di natura non violenta scritti da leader separatisti ceceni. Amnesty International aveva ritenuto che Dmitrievskii fosse stato condannato per il pacifico esercizio del proprio diritto alla libertà d’espressione e non avrebbe neanche dovuto essere sottoposto a processo.

Anna Politkovskaja era venuta a Nizny Novgorod come testimone in sua difesa.

Si era trattato di una strategia messa in atto dalle autorità per colpire l’attività di tutte quelle Organizzazioni che – come la Società per l’Amicizia Russo-Cecena - lavorano in difesa dei diritti umani dei cittadini delle Federazione Russa riuscendo – spesso – a far uscire dai confini del paese le loro denunce.

Ora una qualsiasi violazione del Codice Amministrativo, persino una minima violazione di ordine amministrativo, come attraversare la strada ignorando il semaforo, potrebbe causare la sospensione della condanna condizionale con la conseguente detenzione di Stanislav Dmitrievskii.
AI ha documentato numerosi casi in cui alle persone è stato impedito di esercitare il diritto alla libertà di riunione in base a ragioni non giustificabili per legge ed in cui le Ong sono state sottoposte a forme di vessazione giudiziaria.
Questi interventi repressivi nei confronti dei diritti fondamentali e delle attività della società civile indipendente sono risultati più acuti nel periodo precedente le elezioni per la Duma del dicembre 2007 e nella campagna per le elezioni presidenziali di marzo 2008.
Amnesty ha di recente pubblicato un Rapporto dal titolo “Libertà limitata. Il diritto di espressione nella Federazione Russa”. Il Rapporto è stato presentato il 26 febbraio scorso a Berlino durante una conferenza stampa organizzata dalla Sezione Tedesca di AI ed ha avuto un’ampia risonanza nei media russi ed internazionali in parte anche perché è stato pubblicato proprio prima delle elezioni presidenziali russe del marzo 2008
In questo rapporto AI denuncia le restrizioni alla libertà di espressione e alle attività in favore dei Diritti Umani rese possibili anche da una legislazione volutamente vaga, e le crescenti intimidazioni a danno di giornalisti e di difensori di diritti umani.
Le autorità hanno violentemente disperso alcune manifestazioni nel 2007, negando a coloro che vi partecipavano il diritto alla libertà di riunione.
La legge sulle Ong (emendata nel 2006 ed entrata in vigore all’inizio del 2007) contiene norme che limitano gravemente il diritto alla libertà di associazione. La legge è così vaga da consentire interpretazioni arbitrarie e può essere usata per limitare il diritto alla libertà di associazione.
Altre leggi, come la legge sul contrasto alle attività estremiste, sono state utilizzate per impedire la registrazione di un’associazione o per vessare quelle che le autorità ritengono siano pericolose per l’autorità dello stato.
Chi esprime opinioni dissidenti nella Federazione Russa può subire vessazioni ed essere sottoposto a violazioni dei diritti umani.
Gli interventi repressivi contro il dissenso colpiscono pure molti attivisti indipendenti e gruppi di opposizione che tentano di esercitare il loro legittimo diritto alla libertà di espressione.
Alcuni difensori dei diritti umani ed Ong sono stati presi di mira in base alle leggi sull’estremismo (la legge federale russa del 2002 sul “Contrasto all’Attività Estremista”) che limitano la loro possibilità di operare ed il loro diritto alla libertà di espressione.

I casi di due ONG:

Citizens’ Watch (Grazhdanskii Kontrol)

Il 23 luglio 2007, come parte di una regolare ispezione dell’ FRS (Russian Federal Registration Service), a Citizen’s Watch, una Ong di St. Petersburg che tra le altre attività tiene corsi sui Diritti Umani per i funzionari preposti all’osservanza della legge, fu ordinato di fornire le copie di tutta la corrispondenza in uscita dal 4 luglio 2004 al 4 luglio 2007.

L’ FRS sospettava che l’organizzazione avesse intrapreso attività al di fuori dei propri fini istituzionali e che non avesse pagato le tasse. L’FRS sosteneva che i viaggi di studio organizzati da Citizen’s Watch per giudici della regione di St. Petersburg in Svezia e Strasbourg costituivano una violazione dello statuto dell’organizzazione che è registrata come Ong regionale e perciò, secondo l’FRS non può intraprendere attività al di fuori della regione in cui è registrata.

L’FRS sostenne pure che la menzione di donatori stranieri nella pubblicazione dell’organizzazione costituiva per essi una forma di pubblicità per la quale la Ong avrebbe dovuto pagare le tasse. Citizen’s Watch si oppose a questo rilievo e protestò ufficialmente, dopo di che l’FRS ritirò la diffida. Viene riferito che uno dei funzionari dell’FRS abbia detto all’avvocato di Citizen’s Watch “Troveremo qualcosa per cui Citizen’s Watch non la farà franca senza una diffida”.

Citizen’s Watch ha presentato un reclamo in seguito alla richiesta dell’FRS di visionare la sua corrispondenza, sostenendo che era ingiustificata e che costituiva una violazione dei diritti delle persone con cui era in contatto.

Nel gennaio 2008 il giudice del tribunale di un distretto di St. Petersburg
ordinò il trasferimento del caso ad un altro tribunale distrettuale della città. Citizen’s Watch sta tuttora attendendo una decisione sull’argomento.


Registrazione negate alla “Rainbow House”, una Ong di attivisti LGBT

Amnesty International è preoccupata perchè alla organizzazione non governativa (Ong) Rainbow House (Raduzhnii Dom), organizzazione di attivisti per i Diritti Umani “lesbian, gay, bisexual and transgender (LGBT)” di Tiumen, Siberia viene negata la registrazione di ente legale a causa dei suoi tentativi di esercitare pacificamente il diritto alla libertà di espressione.

Amnesty International ritiene che la Rainbow House ed I suoi soci siano discriminati a causa del loro orientamento sessuale. La registrazione di Ong è stata ripetutamente negata dal Russian Federal Registration Service (FRS), ente responsabile per il controllo del lavoro delle Ong.

Senza la registrazione le attività dell’organizzazione, compresa la cooperazione ed il dialogo con le altre Ong e gli enti statali, sono gravemente impedite. Per esempio non può agire assieme alle altre Ong registrate nelle campagne di sensibilizzazione per i pericoli dell’HIV/AIDS. Il non essere registrata le impedisce pure di aprire un conto in banca.

Il dipartimento regionale dell’ FRS di Tiumen dichiarò nel dicembre 2006 che lo statuto dell’organizzazione elencava attività considerate di propaganda per un orientamento sessuale non tradizionale, che potevano costituire “attività estremistiche”, e che questo era uno dei motivi per negare la registrazione.

Viene pure riportato che l’FRS sostenne che gli scopi dell’organizzazione erano in conflitto con I valori spirituali della società russa, miravano alla riduzione della popolazione ed erano perciò considerati una minaccia alla sicurezza dello stato.

Secondo Amnesty International, nessun elemento dello statuto dell’organizzazione indica visioni. “estremistiche” o può essere considerato una minaccia alla sicurezza dello stato.

Rainbow House ha presentato numerosi reclami contro questa decisione compresa la contestazione dell’autorità dell’FRS a sostenere che un’ organizzazione cerchi di mettere in atto attività “estremistiche”. Tali attività rappresenterebbero un crimine per la legge russa e perciò un’accusa di questo tipo non dovrebbe essere facilmente pronunciata da un’autorità statale. In un secondo tentativo per ottenere la registrazione Rainbow House ha inoltrato i documenti all’FRS.

Questa volta la registrazione è stata negata perché apparentemente lo statuto dell’organizzazione non era conforme alle richieste legali ed a causa di alcune irregolarità nelle documentazione.

Quando Rainbow House protestò contro questa decisione dell’FRS affermando che violava il diritto alla libertà di associazione, garantito dalla Costituzione russa, un tribunale di Tiumen sostenne che il rifiuto di registrare l’organizzazione non violava diritti garantiti costituzionalmente perchè gli esponenti della Rainbow House erano in grado di svolgere attività, anche se essa non era registrata come ente legale.
Rainbow House non ha presentato un’ulteriore richiesta di registrazione, ritenendo che sarebbe stata probabilmente respinta. Gli esponenti sperano che la legge sulle organizzazioni non governative venga cambiata e stanno cercando consigli legali su come continuare la loro lotta per la registrazione ed il riconoscimento.

Amnesty si impegna in difesa della libertà di espressione e di informazione e per proteggere la libertà di riunione e di associazione, denunciando e cercando di fermare tali violazioni
Al tavolino è possibile firmare un appello alle autorità russe in particolare per il caso della Rainbow House

AI chiede che alle autorità russe di:

• Assicurare che gli elementi controversi della legge sulle Ong ed i suoi regolamenti di attuazione siano risolti ed incoraggiare la stesura di una nuova legge dopo un’ampia consultazione con la società civile ed esperti legali;

• Non usare la legge per combattere le attività estremistiche e la legge sulle Ong per vessare le organizzazioni indipendenti della società civile, i giornalisti ed i sostenitori dei gruppi di opposizione;


• Emanare linee guida per i funzionari delle forze dell’ordine sul diritto alla libertà di riunione, nel rispetto della Costituzione russa e degli standard internazionali sui Diritti Umani e sul ruolo dei funzionari delle forze dell’ordine nel proteggere questo diritto.

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