sabato 3 dicembre 2011

Spionaggio di Stato: i Radicali e la polizia
















(www.excursus.org, anno III, n. 29, dicembre 2011)


In un saggio Stampa Alternativa i fascicoli emanati da prefetture e questure nel periodo 1953-1986: una lettura dettagliata e precisa

La galassia radicale, sin da prima degli anni della contestazione, si è sempre battuta per quelli che in Italia furono definiti diritti civili, un partito e contemporaneamente anche un movimento sempre presente tra le file della sinistra parlamentare ed extraparlamentare, con l’unica eccezione di sostare culturalmente sulla soglia con un piede in casa liberale, con l’altro in casa socialista e con uno sguardo interessato al mondo libertario. Un simile movimento di rottura con le istituzioni imposte, soprattutto culturali, non poteva che attirare attenzione, e sempre in modo crescente, con il proseguir del tempo, da parte di coloro che erano addetti a preservare l’ordine costituito e garantito. Dal ruolo svolto dal guardiano dell’ordine che osserva e reprime quando ritenuto sbagliatamente giusto nasce il seguente volume. Anche nell’Italia allora definita liberale esisteva una rete di sorveglianza, anche se diversi erano gli esiti di tale attività di polizia.

 

Finito il fascismo, le strutture montate dal Regime, specie a livello periferico, non solo non cessarono di esistere, ma spesso continuarono ad operare. Carte di stato di liberi cittadini conservati negli archivi dello stato e dei servizi segreti che prendono vita e vengono inseriti nel seguente volume.



Andrea Maori storico collaboratore di Radio Radicale, nel volume Attenta Vigilanza. I Radicali nelle carte di Polizia dal 1953 al 1986 (Prefazione di Giuseppe Moscati, Stampa Alternativa, pp. 476, € 18,00) raccoglie i documenti prodotti da quanti appartenerono a strutture che operarono nei servizi di informazione e alle forze dell’ordine, documentazione proveniente da alcune serie del fondo del Ministero dell’Interno conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato, innanzitutto dal Gabinetto del Ministro e poi dalla Direzione Generale della Pubblica Sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati, Archivio Generale, Servizio ordine pubblico, diventato dopo la riforma del 1981 Dipartimento Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale Polizia di Prevenzione, Servizio Ordine Pubblico, Categorie Permanenti.

 

Sono fascicoli provenienti per la maggior parte dalle prefetture e dalle questure del Ministero dell’Interno. E subito si riscontra il difetto più grave delle istituzioni di controllo, in questa documentazione si perde l’elemento della tutela dell’ordine pubblico e prevale la ricerca del dato personale sui singoli attori dell’azione politica, vigilati per il ruolo che possono avere per la sicurezza dello Stato.

 

La ricerca sul Partito Radicale dei leader Marco Pannella ed Emma Bonino, si completa con un’analisi su tre momenti che hanno segnato la sua storia negli anni Sessanta e Settanta: la Lega per l’Istituzione del Divorzio (Lid), il Movimento di Liberazione della Donna (Mld), e il Fronte Unitario Omosessuali Rivoluzionario Italiano (Fuori). Per i protagonisti della storica battaglia radicale, tra le più conosciute in Italia, quella del divorzio, vi sono ben tre fascicoli della Polizia dedicati solo alle individualità di questa battaglia. Un importante fondo archivistico ripescato dalle “stanze del potere” tratta della Loc, la Lega degli Obiettori di Coscienza, federata al Partito Radicale e protagonista di battaglie antimilitariste su tutta la Penisola.

 

Un migliaio gli appunti, le relazioni e i telex degli organi di Polizia rintracciati sull’attività del Partito Radicale dal 1953 al 1986. Interessanti i documenti sulle iniziative e sulle lotte per la liberazione dell’anarchico Pietro Valpreda, arrestato per la Strage di Piazza Fontana, a cui seguì l’omicidio di Stato di Giuseppe Pinelli, una delle pagine più brutte della storia contemporanea italiana.

 

La particolarità del libro sta anche nel soffermarsi, nel sottolineare il passaggio da un partito strettamente borghese ad un partito aperto a «capelloni, drogati, hippy, femministe, carcerati, omosessuali e noti esponenti della sinistra extra-parlamentare “Lotta Continua”»: così riportano e molto dettagliatamente i documenti della polizia. Una rilettura bella e particolareggiata del partito della trasparenza liberale dal carattere nonviolento e libertario. Inoltre, come dichiarato più volte dagli stessi radicali, questo è il primo volume sul Partito Radicale di analisi strettamente storica, che riporta, facendo parlare fonti scritte e documenti, la storia dello sviluppo del partito, sia sotto la guida di Pannunzio e Calogero che sotto quella di Pannella.

 

Una lettura peculiare perché non analizzata e studiata dai membri della struttura stessa, dai vari dirigenti e compagni delle associazioni radicali presenti sul territorio italiano ma dai poliziotti, dai funzionari della questura infiltrati nei congressi, sempre aperti a tutti, del partito: una lettura che, dal punto di vista dello storico definiremmo di controparte, ma dettagliata e precisa.

Ciliegina sulla torta: il volume è pubblicato presso Stampa Alternativa, la mitica casa editrice di Marcello Beraghini, fondatore della Lega Italiana per il Divorzio (Lid) nel 1963 insieme a Pannella, che tanto scalpore fece per la pubblicazione del saggio Contro la famiglia. Manuale di autodifesa per minorenni nel 1975 e dello storico e scandaloso volume Manuale per la coltivazione della marijuana (mezzo milione di copie negli anni Settanta).

 

Domenico Letizia




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