giovedì 17 novembre 2011

Esclusivo - Violenze e abusi, sette storie escono dalla stessa casa accoglienza

Da umbrialeft.it

di Armando Allegretti

PERUGIA - Violenze, soprusi, vessazioni e minacce, questo è quanto riferito ad Umbrialeft e quanto è stato depositato presso i legali che al momento si occupano del caso. In effetti - riferiscono - è notizia di poco fa che è stata depositata dagli avvocati la prima denuncia di un ragazzo protagonista della storia. La comunità degli orrori, così come definita in seguito al servizio andato in onda su Le Iene, torna a far parlare di se e torna a lasciare sospesi degli interrogativi. Molti interrogativi.Umbrialeft, in contatto da tempo con la signora Claudia, la volontaria che ha denunciato più e più volte a gran voce quello che accadeva in alcune case accoglienza, ha deciso di raccontarvi delle storie, storie di vita vissuta e che hanno come protagonisti gli ospiti ( a volte “prescelti”) di queste strutture.
La nostra è stata una lunga chiacchierata. Dalla quale sono emerse delle situazioni a dir poco surreali e a cui molti stenteranno a credere.

La conversazione inizia più o meno così. “Sono Claudia, vivo a Perugia e sono volontaria di un gruppo di mutuo auto aiuto (AMA ZONE n.d.r.) che si occupa di tossicodipendenza e nel 2007 ho conosciuto un ragazzo di nome G. che mi ha raccontato di essere stato agli arresti domiciliari in una struttura (gestita da il prete accusato al momento di molestie sessuali n.d.r) che a differenza delle altre che non ricevono ospiti con patologie come la tossicodipendenza e la psichiatria, per mancanza di personale, questa accoglie indiscriminatamente qualsiasi persona: dal detenuto agli arresti domiciliari al povero, dal malato mentale al tossicodipendente.”

E da qui il primo dubbio. Come è possibile che il responsabile riesce a portare nelle sue strutture persone dal carcere o dal reparto psichiatrico di Perugia non essendo una struttura non è di tipo rieducativo? E soprattutto “come è possibile – ha chiesto a noi sbigottita – che i responsabili sono dei semplici volontari o ospiti stessi che vengono scelti tra i residenti e ai quali viene detto chi controllare e come farlo?”.

Ma continuiamo. “Sono stata informata – continua – che molti ragazzi all’interno della struttura subivano una realtà di condizionamento e un vero e proprio plagio mentale che trovava culmine in una serie di molestie e attenzioni sessuali che Don (…) riservava agli ospiti della struttura, in particolare a stranieri senza permesso di soggiorno, ovviamente più ricattabili degli altri, poiché la loro permanenza dipendeva da un semplice si o no del responsabile”.

“Sono venuta a conoscenza anche grazie a quanto raccontato dagli ospiti – ci dice – di alcune persone che hanno cercato di scappare, altre che sono state ricoverate per lesioni e altre ancora che hanno perso fino a 30kg in tre mesi, e infine di altre che sono riuscite a scappare all’estero ma che paura di ritorsioni ora hanno paura di parlare”.

E questa è la storia di G. che ci ha raccontato Claudia, la volontaria che da allora non ha smesso di battersi per far luce sulla questione. Ma ci ha raccontato altro, altre storie di altre vite con in comune la sfortuna di essere affidate a queste comunità.

“Ho conosciuto E. e N. – ci dice – padre e figlio originari del Kossovo, ospiti della struttura di Don (…) per 8 anni, bisognosi di cure a causa di malattie legate ai conflitti della loro terra; il padre usato per lavori in diverse Case Caritas e il figlio lasciato solo in quel contesto promiscuo che si respira nei centri d’accoglienza. E come se non bastasse il bimbo veniva usato come testimonial per la raccolta fondi della struttura e presentato come “piccolo martire” risorto grazie a Don (…). Ricordo anche che il bambino, pur essendo mussulmano, veniva obbligato a frequentare l’ora di religione imposta”

La seconda domanda, lecita, parte dalla dichiarazione di Claudia: “tra i lavori svolti dal padre anche quello di occuparsi delle persone provenienti dal reparto psichiatrico, senza che ne avesse la qualifica, tanto è vero che una volta venne minacciato con un coltello da un paziente e che lamentandosi dell’accaduto venne successivamente minacciato dal responsabile di esser buttto in strada e di lasciare la comunità senza suo figlio”.

Allora ci chiediamo come è possibile gestire la situazione senza le qualifiche necessarie e non essendo abituati al rapporto medico-paziente?

Altra storia è quella di D. racconta Claudia “camerunese, arrivato in Italia con l’illusione di giocare al calcio, per poi ritrovarsi in strada e dopo aver chiesto aiuto alla Caritas di Perugia è stato mandato nella struttura di Don (…) e che durante quel periodo è stato testimone di violenze sessuali ripetute. Non ha voluto aggiungere altro.”

La storia di F. è diversa “cubana con figlia al seguito che è riuscita a fuggire di notte, perché terrorizzata dalla violenza con cui Don (…) una volta ruppe una vetrata iprecando contro una ragazza a causa del suo abbigliamento succinto”.

W. italiano con moglie e figli. “Arrivato dal carcere alla struttura – riferisce Claudia – è rimasto li un anno, obbligato a lavare le lussuose macchine di amici laici e non di Don (…), nascondeva i giornali usati per pulire i vetri delle auto nei pantaloni per rimanere informato di ciò che accadeva fuori, nel mondo”.
Terza domanda a cui i responsabili a questo punto sono obbligati a rispondere: quanto c’è di rieducativo in una struttura del genere, nel privare gli ospiti di qualsiasi contatto con il mondo esterno?

Ma non solo ospiti, anche volontari esterni hanno frequentato queste strutture, e vuoi per disperazione, vuoi perché obbligati da qualcun altro hanno dovuto abbandonarle e dedicarsi ad altro.
E’ la storia di F. sociologo e volontario che “ha prestato servizio – dice Claudia – nella struttura e ha raccontato di aver riscontrato negli ospiti patologie infettive, tra cui l’HIV, non trattate farmacologicamente e inserite in contesti senza regole sanitarie di sorta. A tal proposito ha fatto diverse relazione che però non sono mai state firmate dal responsabile Don (…) e quindi non sono mai state presentate all’ASL”. “Ha quindi lasciato la struttura – conclude – a causa delle incomprensioni e della situazione insostenibile. Poco dopo è stato fatto bersaglio di atti vandalici tra cui l’incendio della sua abitazione in zona”. Casualità?

A conclusione della chiacchierata fatta Claudia ci ha dato un’altra informazione “il responsabile delle strutture di cui abbiamo parlato, (anche la stessa S.F…) è stato ospite lui stesso, prima di prendere i voti, di una comunità perché era tossicodipendente. Inoltre mi è stato raccontato di un giro enorme di soldi nonché di alte amicizie si del mondo ecclesiastico e laico grazie alle quali non è soggetto a controlli all’interno delle sue strutture”.

Dall’incontro, da quella chiacchierata, da quel momento in poi, storia dopo storia la signora Claudia ha conosciuto un mondo malvagio, è stata minacciata e querelata, ha chiesto una mano nella sua battaglia, qualcuno l’ha accolta, altri no. Umbrialeft, nel suo piccolo, ha voluto denunciare ancora una volta il problema, nella speranza che le domande poste trovino delle risposte quanto prima.

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Intanto pochi minuti fa è arrivata la conferma che "Lo studio legale Avv. Alessandro Fratini e Abogado Federico Mazzi comunica che su mandato di uno dei ragazzi apparsi nei servizi delle Iene Show, hanno depositato denuncia querela in data odierna presso la Procura della Repubblica di Perugia, al fine di esperire l’azione penale sui fatti e circostanze narrate nel servizio televisivo".

15 commenti:

  1. Sono schifata dalla capacità che questa Claudia ha di dire delle mezze verità e di usarle per i suoi scopi. La realtà non è come l'ha descritta lei,la differenza è che io dico questa cosa non perchè sono stata informata da altri, ma perchè io lì ci ho vissuto e penso che questa Claudia abbia il diabolico potere di mischiare il vero col falso per far apparire le cose come in realtà non sono. Ad esempio io conosco quel padre e quel figlio del Kosovo che erano in comunità e le cose non stanno proprio esattamente come le vuol far sembrare lei col suo racconto. Ciò che mi dispiace è vedere che questa donna sia sostenuta da giornali e televisione.Basta poco per capire che la realtà delle comunità è ben altra e chi come me ci ha vissuto può dire che tutto ciò che questa Claudia sta raccontando è detto solo per infangare e che la realtà delle comunità non è quella che racconta lei.Mi dispiace, questo racconto di Claudia può far abbocare molti, ma non chi conosce la verità tutta intera come me che ci ho vissuto.

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  2. Sono d'accordo con Silvia ! Vorrei sapere dalla Signora Claudia a quanti avvenimenti che lei racconta ha assistito personalmente.
    Inoltre, vorrei sapere se conosceva il responsabile delle strutture prima che prendesse i voti. E' sicura che fosse tossicodipendente? E' sicura che ha frequentato una comunità?
    Io lo conosco da almeno 25 anni e non mi risulta ......

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  3. Andrea Maori19/11/11, 11:11

    Da parte dei radicali non c'è alcun intento persecutorio ma solo ricerca di verità. Se avete notizie, mi auguro che possiate andare a testimoniare. Per parte nostra diamo voci a tutti.

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  4. cinzia.fanfano20/11/11, 19:09

    ma vergognatevi ad infangare un uomo che ha fatto solo ndel bene e tanto bene

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  5. Carlo Ruggeri21/11/11, 15:35

    Non ci vergogniamo di ricercare la verità, si vergogni chi la occulta e non segue i comandamenti che professa.

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  6. Ci sono troppe cose che non tornano in questa faccenda.....anche io vorrei sapere la verità ma mi pongo delle domande : perché tanta gente lo difende ? perché nessuno é andato nella sua parrocchia a sentire anche la voce di chi lo conosce nella sua attività pastorale ? perché il sociologo che ha riasciato l'intervista non ha esposto denuncia ? Le domande che voi vi ponete sono in riferimento a quanto denunciato dalla volontaria, ma voi le avete verificate ( es. avete verificato se le strutture accolgono tutti indiscriminatamente ? avete verificato quello che ho scritto la scorsa volta circa la presunta ex tossicodipendenza e la permanenza presso una comunità del presunto reo? ) Avete provato a riascoltare le interviste delle Iene ai presunti abusati.... bé io l'ho fatto e vi assicuro che ci sono tante cose non chiare anche lì.... Io questo intendo per " non vergognarsi di fare chiarezza ....e non avere intento persecutorio " poi la giustizia farà il suo corso e se qualcuno avrà sbagliato sarà giusto che paghi ma se reato non ci fosse stato chi restituirà a questo sacerdote la credibilità e la fiducia dopo la gogna mediatica ? Le Iene ? I giornalisti ? I blog nei quali già compare il nome ? La volontaria ? I ragazzi che hanno rilasciato l'intervista ?

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  7. Sono d'accordo con Elena,vi riempite la bocca parlando di ricerca di verità e poi fate parlare nel vostro giornale Claudia che costrusce storie assurde e menzognere. Qui nessuno di voi vuole fare verità altrimenti vi porreste delle domande come ha detto Elena e invece tutto è preso per vero perchè fa comodo così.I filmati delle Iene sono costruiti anche male fanno abboccara solo chi vuole abboccare. Mi chiedo anche chi saranno gli avvocati che difendono quei ragazzi , guardacaso gli stessi avvocati per tutti quanti i ragazzi.Chi li ha scelti? Che legame c'è tra questi avvocati e Claudia Stefanelli? Che legame c'è tra i ragazzi che vogliono denunciare e Claudia Stefanelli? Come mai questi ragazzi usciti dalle comunità andavano da lei a confidare queste cose? O forse è lei che è andata da loro per aizzarli? Perchè questa Claudia sta facendo tutto questo? A me dovete spiegarmi questo?Il suo interesse vero quale è?

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  8. alessia bruni23/11/11, 02:55

    Sono alessia, mamma e pediatra di 30 anni, ho vissuto sulle mie spalle la cattiveria gratuita di tanta gente che, senza motivo e con tante bugie, ha straparlato male di me quando Dio, non ancora sposata, e non più fidanza da quel momento,date le divergenza su che fare di quella gravidanza, mi ha fatto, 10 anni fa, il dono più bello della mia vita: mio figlio Giacomo. Vivo tutti i giorni la menzogna lavorando in un posto pubblico dove molti, purtroppo, vengono a lavorare per lo stipendio e per far carriera e non esitano ad infangare con bugie la reputazione di altri per interessi personali o semplicemente per invidia. Pertanto non stento a credere che si voglia distruggere una persona che così tanto bene ha fatto gratuitamente, stimata da tutti quelli che la conoscono. Frequento assiduamente una delle comunità in questione dove vive un piccolo angelo che per noi medici e per la scienza non sarebbe mai potuto arrivare all'età che ha, date le sue gravi patologie, e che invece, grazie all'infinito amore che lo circonda ha imparato anche a sorridere e a dimostrare soddisfazione per infinite coccole che continuamente riceve.
    Chiedo solo di vedere, sapere prima di parlare. Chiedo se almeno uno degli accusatori in questione, e non parlo dei ragazzi manipolati dall'interesse di non so chi, è mai entrato in una di queste strutture. Le realtà sono limpide, trasparenti, pronte ad accogliere chiunque voglia prestare il suo aiuto gratuitamente, o semplicemente sedersi a tavola e condividere un pasto con i ragazzi, respirare qualche ora dell'incredibile aria che si respira o semplicemente curiosare, con un'accoglienza che vi sognereste nella casa del vostro migliore amico.
    Mi rammarica e mi spaventa tanta cattiveria. Non so come operatori del sociale, come si definiscono, possano sputare tanto male addosso a chi in fondo ha i loro stessi obiettivi.
    Forse infastidisce la gratuità, forse le frustazioni di aver lavorato da "tecnici" specializzati e competenti per anni senza aver raccolto un frutto, senza essersi accorti che la propria non è semplicemente una professione ma una missione e che siamo in relazione con altri individui e non con "codificati protocolli " terapeutici" fa tanta rabbia?
    E' comprensibile che sia così ma non giustifica l'accanimento contro chi ha letteralmente e gratuitamente DONATO se stesso agli altri, contro chi ha saputo dare INDISCRIMINATAMENTE amore, a bambini, ragazzi, anziani, malati psichici, semplicemente ad altri essere umani, ridonando il sorriso e l'amore di vivere a chi li aveva persi da tempo.
    Sono ferita da tutta questa vicenda, sono esterrefatta dalle bugie che la signora Claudia riesce a raccontare, e ve lo assicuro perchè io molte di quelle storie le conosco, sono solo un pò rincuorata dal fatto che non tutti si bevono tutto, che non tutti prendono ciò che passa uno show televisivo come verità, dal fatto che la maggior parte dei commenti delle persone su questi terribili blog racconta la verità di chi le persone e le realtà in questione le ha vissute...mi rammarico che tutto ciò abbia meno risonanza delle bugie, che i servizi televisivi e gli articoli di giornale continuino a farli unidirezionalmente gli accusatori...forse che lo scoup del prete che abusa è più interessante, televisivo, mediatico, di audience che le verità di chi fa del bene gratis?

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  9. Anche a me rincuora sentire parlare te Alessia. Anche io non sopporto tutte queste menzogne però credo che dobbiamo guardare tutto questo con un'altro sguardo:ci sono persone che stanno tentando di sporcare il Bene che nasce e cresce attraverso queste comunità, ma credo che quando il Male attacca ferocemente chi vive così radicalmente il Vangelo non fa altro che far risaltare l’autenticità di questa loro scelta radicale di dare tutto e darlo gratuitamente infatti solo chi non se la fa col Male e con la sua logica viene attaccato ferocemente dal Male perché diventa troppo scomodo!Forse il prete e le comunità per il Bene che fanno ogni giorno sono diventate troppo scomode. Tutto questo ,per chi ha gli occhi per vedere, non fa altro che testimoniare l'autenticità e la radicalità del Bene che le comunità fanno e la santità del prete.Capisci! Questa è la verità!E credo che in questo caso si possa veramente dire: "beati voi quando vi insulteranno,vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni sorta di mle contro di voi per causa mia".Questa è una vera e propria persecuzione!E viene perseguitato solo chi il bene lo fa davvero e sul serio al punto tale da diventare scomodo per il Male.Se il prete non avesse fatto così tanto del bene nessuno lo avrebbe attaccato.Volevate la verità eccola!Io lì ci ho vissuto e so che Claudia e gli altri stanno mentendo. Io so sulla mia pelle che quel prete e quelle comunità sono davvero il segno della Carità di Dio ;altro che quei racconti infamanti che hanno fatto vedere le Iene e che racconta Claudia!Vorrei però che qualcuno rispondesse alle domande che ho fatto precedentemente perchè la verità su questa Claudia, su questi ragazzi e sugli avvocati deve uscire fuori!

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  10. Sono una parrocchiana e voglio fare testimonianza. Sapevo degli abusi di questo sacerdote già da diversi anni. Ho sempre taciuto perchè lui era visto come il Dio in terra e se avessi parlato sarei stata presa per matta. Il dubbio che fossero cose inventate lo ho avuto, ma intanto lo guardavo con occhi critici e dentro me sempre la stessa domanda "ma sarà vero?" Ho avuto una figlia che ha frequentato l'oratorio e che fatta la cresima (come del resto tanti altri) non ci è più tornata, perchè tutto era affidato ad alcuni ragazzotti sprovveduti e sbruffoni (come il grest) che dettavano legge e non sono riusciti ad amalgamare il gruppo. Ad onor del vero quando il prete si è preso cura ed è stato vicino ai nostri ragazzi, mia figlis ne ha riportato una buona impressione ed era entusiasta dell'esperienza fatta. Il prete ci faceva delle prediche anche molto umilianti per noi genitori, anche se negli ultimi anni si era un po' addolcito. Ci diceva che i nostri figli erano abituati a guardare per terra e razzolavano come i maiali nel fango e questo il giorno della Prima Comunione. Ora desidero ardentemente che sia fatta luce sui gravissimi fatti contestati, perchè il dubbio mi assilla. C'è chi dice che è stato assalito dal Demonio, ma anche Padre Pio era assalito dal Demonio e sapeva fronteggiarlo anche a costo di dure battaglie, ma forse abbiamo un prete che non è un santo. Con cordialità
    Claudia

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  11. Perchè ha mandato sua figlia lì se sapeva di questi presunti abusi? Come faceva a sapere degli abusi? Siccome queste sono accuse pesanti quando parlate specificate bene per favore!

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  12. Se sapeva degli abusi, perché non ha messo a conoscenza i carabinieri anche senza sporgere denuncia ? Se si é sicuri di una cosa tanto grave, non é necessario fare chiacchericcio con persone che possono prendere per matti, basta andare a parlare con chi di competenza....

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  13. A Silvia ed Elena, scusatemi io non vi conosco, ma vi dimostrate immature con le risposte, ma soprattutto le domande che fate.
    Mi sono spiegata bene. Allora non credevo a quello che mi era stato detto da una persona che fra l'altro non era parrocchiana e non ho voluto contribuire al diffondere di quelle che pensavo solo maldicenze, ma il dubbio ogni tanto si faceva presente. Mia figlia è andata al catechismo prima che venissi informata degli abusi ed ora è una giovane ragazza e comunque in Parrocchia filava tutto liscio. Dei problemi riscontrati a suo tempo al catechismo e al Grest ne ho parlato col parroco in persona, ricevendo assicurazione che avrebbe fatto quanto potuto per eliminare i conflitti,le varie chiusure e incomprensioni e che comunque era già a conoscenza del problema in quanto riferito anche da altri genitori.
    La mia vuole essere la testimonianza di una che è stata ferita nel profondo, che ha tanta amarezza per quello che è successo e che vuole sapere la verità, con la consapevolezza che comunque nulla sarà come prima all'interno della parrocchia. Non me ne volete Silvia ed Elena.
    Con cordialità
    Claudia

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  14. Mi dispiace che tu abbia avuto l'impressione di immaturità di fronte a domande che io reputo lecite.

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  15. Il problema Claudia è che eri talmente intenta a smontare il mio discorso che ti è sfuggito di curare qualche particolare del tuo di discorso.

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