giovedì 22 settembre 2011

Chiaramello e Maori su Sanitopoli umbra: il pesce puzza dalla testa. Scelta direttori aziende saniterie deve essere meritocratica e non partitocratica

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato, su proposta del ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, Raffaele Fitto, e su parere dei ministeri competenti, cinque leggi regionali tra cui la legge n.6 del 2011 dell'Umbria sulla disciplina per l'attribuzione degli incarichi di struttura nelle Aziende sanitarie regionali.
 
Dichiarazione di:
Liliana Chiaramello, Segretaria Radicali Perugia
Andrea Maori, Tesoriere e membro della Segreteria Radicali Perugia.
La vicenda “Sanitopoli Umbria”, nella quale risultano indagati nomi eccellenti del Pd locale, ha svelato la verità che tutti conoscono ma che nessuno ammette: senza l'uscita dei partiti  dalla Sanità, ogni riforma è velleitaria. Ci vuole un cambiamento radicale nel meccanismo di selezione dei direttori generali delle Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere, il vertice della piramide sanitaria.
E’ quanto puntualmente prevede la Proposta di legge n. 278, presentata alla Camera dalla deputata radicale/PD Maria Antonietta Farina Coscioni (che è stata, tra l’altro, candidata radicale alla carica di governatore dell’Umbria) nel lontano 2008: la selezione dei manager delle aziende sanitarie regionali deve essere affidata totalmente a una commissione costituita da cinque membri scelti fra i rappresentanti delle maggiori società di interesse nazionale nel campo del consulting manageriale, prese in considerazione in base alla media ponderata dei seguenti elementi: fatturato, numero delle sedi sul territorio, quantità del personale inquadrato e a progetto. La suddetta commissione stila una graduatoria in base alla quale sono assegnati i vari posti in palio, tenendo conto anche delle indicazioni dei candidati e delle valutazioni della commissione stessa. L'obiettivo è di avere a capo delle aziende sanitarie locali e ospedaliere manager senza vincoli di partito che assicurino comunque una gestione sanitaria coesa e con obiettivi univoci a livello regionale, lasciando la possibilità alla Giunta Regionale di: non confermare i direttori regionali alla scadenza del loro incarico; farli decadere in corso d’opera quando ricorrano gravi motivi oppure se la gestione presenta una situazione di grave disavanzo o anche in caso di violazione di leggi o del principio di buon andamento e di imparzialità dell’amministrazione. Per le sostituzioni si attingerebbe ad una graduatoria stilata dalla commissione di cui sopra.Sarebbe interessante, non solo per noi ma anche, riteniamo, per i cittadini umbri, se il Presidente della Giunta regionale, gli assessori e i consiglieri regionali si esprimessero sulla PDL “Coscioni”.
 
Perugia, 22 settembre 2011

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