venerdì 27 febbraio 2009

Tutti a Chianciano per dare forma e vita ad una società aperta - nota di Marco Pannella pubblicata dal Corriere dell'Umbria del 26 febbraio 2009

Marco PannellaE’ possibile concepire politica senza sprofondare nelle sabbie mobili della banalità e restare imprigionati dalle pastoie della contingenza? Noi radicali lo sosteniamo da oltre cinquant’anni dando voce e corpo a un progetto di riforma sociale che non ci vincola strettamente al presente, all’effimero, ma ci obbliga senza sosta al rigore di una lotta impari condotta con l’unico strumento in dotazione al nonviolento, cioè con la forza e la passione della verità. Forza di verità, sì, satyagraha. Lo affermiamo e rivendichiamo nella terra di Aldo Capitini, straordinaria figura di antifascista, confinata, come egli stesso lamentò più volte, all’isolamento perché da liberalsocialista, da religiosamente laico, da persuaso non confessionale, da kantiano divenuto gandhiano, fu ritenuto portatore (e pertanto colpevolizzato) di speranze nuove, di germi di democrazia.

Lo diciamo a chiare note invitando gli umbri a partecipare a Chianciano Terme al VII Congresso italiano del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito che si svolgerà al Palamontepaschi dal primo pomeriggio di venerdì 27 febbraio a domenica primo marzo. Tre giorni di dialogo, confronto, elaborazione e organizzazione di r/esistenza nonviolenta a prescindere dalle scadenze elettorali, europee e amministrative che riteniamo soffochino le vere, specifiche, urgenze che tutti ci investono e travolgono. Di cosa si parlerà, allora, se non di elezioni, di Berlusconi o Franceschini, della spartizione di questa o quella fetta di potere? Al centro dell’assise ci sarà la necessità di fornire adeguate, opportune, risposte ad interrogativi che accomunano coscienze e storie. Parleremo, ad esempio, di come, credenti o no, sia essenziale rivendicare le libertà individuali, prima tra tutte quella di vivere e morire secondo le proprie scelte, salvaguardandole dall’incalzante, prevaricatrice, offensiva anticonciliare delle attuali gerarchie vaticane. E, ancora, di come uscire da quella condizione di illegalità che ha fatto sì che il nostro paese sia stato reiteratamente condannato dall’Unione europea per la mancata applicazione delle direttive comunitarie e per le lungaggini, i biblici tempi processuali con cui, di fatto, si impedisce e assassina la giustizia. Non siamo gente abituata a lasciarci condizionare e vincere da un’attualità inseguita. Al contrario, ci preme svincolarci dall’ovvietà, dall’ordinaria stagnazione dei contenuti, per imporre, invece, la straordinarietà di un’alternativa al e di governo dell’esistente. Vogliamo fare interagire le lotte nonviolente per una grande riforma civile democratica e federalista, lanciare un appello ad intraprendere un moto nonviolento di liberazione da un regime partitocratrico sempre più intollerabilmente sprezzante nei confronti del dettato costituzionale. Ecco perché ci rivolgiamo agli umbri. Sappiamo, infatti, che qui, come e più che altrove, si avverte drammaticamente carenza di democrazia. C’è una regione soffocata dalla corruzione e dall’arroganza di una classe dirigente monocratica autoreferenziale resasi tutt’altro che impermeabile ad infiltrazioni malavitose. Dalla concessione degli appalti allo smaltimento dei rifiuti, dalla gestione degli eventi culturali ai tassi di inquinamento che, in certe aree, sforano di gran lunga i parametri fissati dalla legge, c’è in Umbria un grave deficit democratico scaturito innanzitutto dall’inadeguatezza della burocrazia partitocratrica ininterrottamente al potere. Noi radicali abbiamo assicurato a questa regione momenti esaltanti come lo scorso otto agosto ad Assisi, quando in un clima di grande partecipazione e forte impatto emotivo, mentre a Pechino s’inauguravano i giochi olimpici lanciammo da quella piazza al mondo intero un appello alla vita del diritto e al diritto alla vita in Tibet come in Cina. L’Umbria ci sta particolarmente a cuore. Per questo vi aspettiamo a Chianciano da venerdì a domenica, per dare forma insieme davvero ad una società capitinianamente aperta.    <!-- -->

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