lunedì 19 maggio 2008

Freet Tibet - Free Cina, si convochi una marcia Perugia - Assisi

Una marcia straordinaria Perugia - Assisi per l'autonomia del Tibet e la democrazia in Cina in concomitanza con l'inaugurazione dei Giochi Olimpici di Pechino con la partecipazione dei Permi Nobel per la Pace, del Dalai Lama ed esponenti del Governo Tibetano in esilio, organizzazioni non governative e religiose. E' la proposta che da due mesi radicali hanno rivolto agli enti locali umbri, alle istituzioni civili e religiose della Regione, ai partiti di entrambi gli schieramenti, ai sindacati, alle associazioni.
Finora c'e' stato solo silenzio.
Per rilanciare questa proposta, che ha gia' riscosso consensi e adesioni a livello nazionale i radicali hanno tenuto una conferenza stampa all'hotel Michelangelo di Terni - che si puo riascoltare cliccando qui - dove sono intervenuti Matteo Mecacci, Deputato Radicale eletto nelle liste del Partito Democratico, Francesco Pullia della Direzione di Radicali Italiani, Tommaso Ciacca, del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e della direzione dell'associazione Luca Coscioni. In quest'occasione Matteo Mecacci, Deputato Radicale, ha dichiarato:" Chiediamo pubblicamente agli organizzatori della Marcia Perugia-Assisi di rendersi disponibili ad organizzare con noi un appuntamento straordinario in occasione dell'apertura dei Giochi Olimpici a Pechino il prossimo 8 agosto. Mentre a Pechino ci sara' la Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici in presenza di Capi di Governo e dignitari da tutto il mondo, occorre convocare ad Assisi un appuntamento straordinario internazionale per non dimenticare il popolo tibetano e per la democrazia in Cina. L'assenza del movimento per la pace sulla questione tibetana richia di essere il reteggio di un'impostazione ideologica di vecchio stampo che va superata. Da nonviolenti continueremo a chiedere una risposta a questa proposta, ma anche per aprire un confronto, nell'ambito del Satyagraha Mondiale per la Pace avviato da Marco Pannella, con tutte le forze organizzate del pacifismo italiano ed internazionale su come la nonviolenza puo' concretamente promuovere la pace e la liberta' in Cina"

3 commenti:

  1. Antonio Di Bartolomeo19/05/08, 13:10

    La notizia è stata ripresa dall'Ansa, dall'Agi, dall'Adnkronos e da Apcom

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  2. la no-violenza molto spesso è la peggiore violenza

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  3. Carlo Ruggeri21/05/08, 15:10

    Credo che nel caso in cui l'unica scelta possibile fosse quella tra la codardia e la violenza, io consiglierei la violenza. Ad esempio quando mio figlio maggiore mi chiese quello che avrebbe dovuto fare se fosse stato presente quando nel 1908 fui aggredito e quasi ucciso, se avrebbe dovuto fuggire e vedermi uccidere oppure usare la sua forza fisica, come avrebbe potuto e voluto, e difendermi, io gli risposi che sarebbe stato suo diritto difendermi anche facendo ricorso alla violenza. In base a questo stesso principio ho partecipato alla guerra contro i boeri, alla cosiddetta ribellione degli zulù e all'ultima guerra. E sempre per questo stesso principio mi sono dichiarato favorevole all'addestramento militare di coloro che credono nel metodo della violenza. Preferirei che l'India ricorresse alle armi per difendere il suo onore piuttosto che, in modo codardo, divenisse o rimanesse testimone impotente del proprio disonore.
    Tuttavia sono convinto che la non-violenza è infinitamente superiore alla violenza, che il perdono è cosa più virile della punizione. La clemenza nobilita il soldato. Ma si ha vera clemenza soltanto quando esiste il potere di punire; essa è priva di senso quando proviene da una creatura impotente.
    E' difficile che un topo perdoni un gatto mentre viene fatto a pezzi da questo.


    M.T. Ghandi
    Teoria e pratica della non violenza
    Edizioni Einaudi, Torino, 1973

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