sabato 19 gennaio 2008

Relazione di Tommaso Ciacca, segretario uscente del Centro di Iniziativa Radicale di Perugia, all’VIII Congresso della associazione tenutosi a Perugia il 19 Gennaio del 2008 presso l’Hotel La Rosetta

Care compagne e cari compagni,

vorrei innanzitutto partire per questa mia relazione dall’analisi di cosa siamo riusciti a realizzare nei mesi trascorsi dall’ultimo congresso e di come si è operato. Il programma da me presentato al momento della elezione a segretario il 14 Ottobre 2006 si incentrava su tre punti principali:

1) il rilancio delle iniziative radicali sul territorio e la programmazione di una serie di incontri tematici con i parlamentari radicali
2) l’avvio conseguente di un confronto con la componente SDI della Rosa nel Pugno
3) affrontare la questione della sanità regionale,oltre che per i suoi intrinseci aspetti, anche per i connotati di centro di potere e di interessi in grado di rappresentare.

E’ doveroso però permettere che vi sono stati, nel periodo preso in considerazione, eventi politici e sociali tali da richiedere in corso d’opera una azione flessibile e calibrata alle nuove sfide che abbiamo affrontato. Eventi che hanno riguardato il piano politico generale e direttamente la nostra associazione come nel caso di Giovanni Nuvoli.

Aver avuto Marco Pannella con noi a Perugia per due giorni, in occasione del “XX Giugno”, data storica, “fondante” come l’ha definita il Prof. Franco Bozzi, è stato un evento formidabile per quello che di sempre vivo e rinnovato Pannella riesce a produrre. Era appena uscito da una lunga serie di scioperi della fame per incardinare in modo vigoroso la lotta per la moratoria delle esecuzioni capitali. Erano passate poche settimane dalla giornata del “coraggio laico” e del “family day”. Nell’intervista rilasciata durante il week-end perugino ad un giornale locale, Marco afferma “…per me la laicità e la religiosità partono entrambe dalla coscienza e dalla responsabilità individuale..” e al giornalista che chiede cosa pensa del referendum sulle indennità dei consiglieri regionali umbri, risponde “…il potere vissuto come dominio sugli altri non tollera nessuna regola, a cominciare dalla propria…”.
Marco con Don Franzoni, che evoca in lui ricordi e lo stimola a ragionare in nuove analisi sull’attuale pontificato. Marco con noi al mattino a riflettere sul regime locale sempre con i microfoni aperi di Radio Radicale…

Un'altra bella giornata è stata quella con Donatella Poretti. Voluta e organizzata dal Centro di Iniziativa Radicale di Perugia, ma poi fatta propria da tutto il centro-sinistra che sembrava rincorrerci. Il tema è la violenza sulle donne: puntiamo sui dati, sull’impegno culturale e informativo e Donatella fa una bella relazione su i tanti ostacoli, divieti e difficoltà vigenti per le donne in Italia. Dal tema della RU486, all’impossibilità per le single di adottare o di accedere alla fecondazione assistita. Fino alle tante forme di maschilismo ancora presenti. Si va a volantinare al liceo diffondendo il numero “rosa” contro le violenze subite.

Eventi che ci hanno permesso di raggiungere, a mio avviso, il primo obiettivo, quello cioè di un incontro che fosse opportunità di scambio proficuo con le personalità del mondo radicale, con i parlamentari della Rosa nel Pugno, sul territorio e su temi specifici. E’ stato così nell’appuntamento alla sala consiliare della Provincia con il dibattito su tematiche economiche, del lavoro nella pubblica amministrazione, delle riforme necessarie, con Daniele Capezzone, Pietro Ichino e il segretario regionale della CGIL Manlio Mariotti. Per Daniele eravamo ancora in un momento di collaborazione e non si era profilato in maniera chiara quanto accaduto poi con le sue dimissioni dal gruppo parlamentare. In quella occasione fu interessante il rapporto di studio che si creò anche relativamente alla realtà locale con il Giornale dell’Umbria che dedicò al tema articoli ed inchieste (eravamo a fine Gennaio 2007).

Ma abbiamo avuto con anche Mina Welby accompagnata da Giulia Simi in occasione dell’incontro con l’assessore alla sanità, Gianfranco Spadaccia per la conferenza stampa sul caso Branzino e garante dei detenuti, Elisabetta Zamparutti e Sergio D’Elia in occasione della marcia della Pace (adesione radicale per la prima volta da anni); circa un mese fa Maddalena Soro, moglie di Giovanni Nuvoli, sua figlia Silvana e Paolo Ruggii, radicale storico di Sassari.

L’iniziativa sul territorio ha quindi spesso coinciso con la preparazione degli appuntamenti di incontro pubblico appena ricordati. Tra l’altro, il CIR di Perugia, ha lavorato sì come associazione territoriale, ma anche come strumento per la realizzazione delle istanze della “galassia radicale”.
Basta pensare alla organizzazione della veglia per Piero Welby, i tavoli informativi e di raccolta firme su moratoria e petizione per indagine su eutanasia clandestina,l’impegno in occasione della “marcia di Pasqua”, con gli appelli agli amministratori locali.
C’è stato poi il sostegno ad iniziative di altri gruppi come il Circolo Omphalos arcigay-arcilesbica o la partecipazione organizzata a manifestazioni nazionali come quella indetta dal comitato”Verità per Aldo” o come nella giornata del “Coraggio Laico” o come è stato, per la prima volta dopo tanti anni alla Marcia della Pace Perugia-Assisi.
Su questo fronte credo che gli obiettivi sono stati raggiunti con la novità di tentare l’introduzione di strumenti nuovi per la nostra associazione: l’ufficio stampa, il bog, il Cir news.
Al di là di quanto in concreto si è realizzato, una esperienza che ora è a disposizione per essere valutata. Ricordo che non abbiamo una sede e che le riunioni si son tenute nei luoghi più disparati (l’ultima per la verità in auto!), anche se si è cercato di rendere regolare questa opportunità che ci è data dai proprietari dell’Hotel La Rosetta dove in realtà ci sentiamo a casa.

Per quanto attiene al secondo punto, la ricerca di un confronto con la componente dello SDI della Rosa nel Pugno, sappiamo come il quadro politico si sia modificato con ripercussioni importanti addirittura a livello del gruppo parlamentare, con la strada intrapresa dai compagni socialisti con la nascita della costituente.
Ci siamo battuti da subito e con tutto quello che è accaduto, continuiamo a farlo, per rendere vive le ragioni della novità politica del 2006, la Rosa nel Pugno. Abbiamo cercato di coinvolgere il consigliere regionale Ada Girolamini come in occasione dell’incontro con la deputata radicale Donatella Poretti, di rilanciare quando possibile il simbolo della speranza laica,liberale,socialista, radicale. Perché si abbia un confronto è necessario avere però degli interlocutori credibili e questo in più occasioni non si è verificato, anzi abbiamo assistito alle solite manovre partitocratriche, i basso profilo, che hanno mirato alla esclusione della componente radicale anche a livello locale. Abbiamo su questo reagito con comunicati, articoli, fino alla convocazione di una conferenza stampa a Febbraio per chiarire il nuovo rapporto con lo SDI e il rilancio delle ragioni politiche della Rosa nel Pugno individuando un vero e proprio “Caso Umbria”.
Questa fase più di scontro che di confronto,è stata comunque salutare non ha inciso, se non positivamente, nei rapporti con quei (per la verità pochi) compagni socialisti con i quali si è collaborato in determinati momenti e per alcune iniziative politiche.

Anche recentemente con l’ipotesi del manifesto dei riformisti umbri abbiano rilanciato nella direzione di dare voce anche a livello locale a quelle aspettative laiche, liberali, socialiste in grado di sviluppare un progetto autonomo e di contrapporsi alla sola politica di gestione dell’esistente. Gli incontri con Giovanni Codovini e il dibattito che si è aperto sulle pagine del Giornale dell’Umbria nella fase di costruzione del Partito Democratico ne sono una testimonianza.

A proposito del PD, va ricordato anche quanto successo questa estate con l’esclusione della candidatura di Marco ed Emma alle così dette “primarie”. Un ulteriore elemento di riflessione sui tanti veti ed ostacoli incontrati nel corso di quest’ultimo anno.

Nonostante questo quadro convulso della politica nazionale anche all’ultimo comitato di RI la mozione approvata fa riferimento al fatto “che il movimento radicale rappresenta oggi tutte intere le ragioni costitutive e le ambizioni politiche anche laiche socialiste e liberali della Rosa nel Pugno rivendicando la responsabilità ed il merito nemmeno compreso dai compagni socialisti di avere costituito l’elemento determinante della vittoria elettorale dell’Unione conseguendo l’obiettivo dichiarato dell' alternanza per l'alternativa e dando atto al Governo Prodi di non aver dissipato come i precedenti governi il contributo fondamentale dei radicali al raggiungimento dello straordinario risultato della moratoria universale della pena capitale”.

La Rosa nel Pugno è stata una novità nel panorama politico e nonostante il giudizio negativo della componente socialista sull’esito delle elezioni, ha trovato comunque molte attenzioni esprimendo notevoli potenzialità che sarebbe preamaturo oggi stesso non considerare.

Sul terzo punto, riguardo ala questione della sanità regionale, oltre ad interventi di denuncia sulle carenze dei servizi per le interruzioni volontarie di gravidanza, di casi gravissimi come quello della studentessa universitaria alla quale è stata negata la pillola del giorno dopo (per una contraccezione d’emergenza), sulle nomine dei direttori generali, sulla confluenza degli interessi spartitori manifestatasi con il rinnovo del mandato del magnifico Rettore, abbiamo avuto un importante incontro propositivo con l’assessore regionale sull’indagine conoscitiva da effettuare in coordinamento con altre regioni su eutanasia clandestina. Anche se non si è ancora partiti, vi sono le premesse per farlo, ma credo che a questo punto dipenda sopratutto dall’attivazione in altre realtà.

Su Notizie Radicali di 3 giorni fa è stato pubblicato l’intervento che avrei voluto fare al Comitato Nazionale di RI (che non sono riuscito a fare per ragioni di tempo). Permettetemi di riportarne in questa sede una parte:

Mirella Parachini nell'ultimo numero dell'Agenda Coscioni ha scritto: " Uno degli aspetti più appassionanti della mia professione, è quello di trovarmi spesso in situazioni che hanno a che fare, in modo quasi paradigmatico con l'impegno politico che mi lega ai radicali da più di 35 anni". Devo dire che come medico e in particolare come anestesista rianimatore mi riconosco pienamente nelle parole di Mirella. Capita quando ti scontri con la burocrazia per la prescrizione degli oppiacei o quando vedi "annaspare" il tuo collega ginecologo, unico non obiettore per le interruzioni volontarie di gravidanza in quella struttura dove molti altri non vogliono "rovinarsi" la carriera. Quando devi lottare per conquistare terreno contro quel "..partorirai con dolore" evocato da Maria Antonietta. Quando in Rianimazione hai in cura malati che non hanno avuto la possibilità di lasciare un testamento biologico, quando vedi le difficoltà che affrontano disabili, tossicodipendenti, alcolisti, pazienti psichiatrici dentro e fuori degli ospedali non si può non imbattersi con le ragioni della battaglia laica, liberale, umanistica, radicale.

E' chiaro che per me sotto questo punto di vista il massimo impatto, quello più duro, più totalizzante e impegnativo con una realtà che in modo antireligioso di certo si pone contro l'individuo e la sua essenza profonda è stato l'incontro e la storia che ho vissuto con Giovanni Nuvoli. Ritengo che l'essere medico venga prima delle proprie convinzioni politiche e così mi son posto con Giovanni quella sera del 14 febbraio quando con Marco Cappato mi recai in Rianimazione a Sassari. E da medico ho subito compreso che quello che Giovanni chiedeva era mio dovere cercare di esaudirlo, di certo un suo diritto sancito dalla Costituzione. Per questo ho costituito un collegio in cui erano presenti gli specialisti in grado di valutare tutti gli aspetti clinici. Ma la riapertura giuridica del caso Welby, gli attacchi della stampa locale e vaticana, le prese di posizione di insigni colleghi come quella del Presidente del sindacato degli anestesisti al quale sono iscritto, l'AAROI (tramite un documento votato dagli organi dirigenti), mi hanno aperto via, via gli occhi sulla determinazione delle forze che si opponevano sequestrando quel corpo. Questo fino ad arrivare all'atto materiale di impedimento da parte dei carabinieri che ha portato alla scelta obbligata e (in clandestinità) di Giovanni, questa volta per fortuna comunque accettata, di rifiutare la terapia nutrizionale e l'idratazione.
In quei mesi, dal Febbraio al luglio del 2007 ho constatato quanto sia opprimente quell'intreccio trasversale che passa sulla pelle delle persone, un intreccio di non cultura, di interesse, di paura, sostenuto da chierici, magistrati, organi di informazione.
Ma in quei mesi ho trovato anche però persone meravigliose come Maddalena e sono rimasto colpito dalla grande resistenza della "task force radicale". Pochi compagni, pochi partigiani, ma che con determinazione e intelligenza nella nonviolenza si battono come degli incursori sempre pronti a cambiar strada o strategia. Non siamo riusciti fino in fondo ma abbiamo fatto di tutto. Marco Cappato sempre presente così come Giuseppe Rossodivita. Maria Isabella Puggioni e Paolo Ruggiu che da soli fanno un partito. Carlo Ruggeri che mi ha accompagnato ad Alghero, non lasciandomi per un secondo. E poi la logistica, tutta nella sede dell'Associazione Coscioni (grazie a Josè, Rocco, Simona e gli altri). E nei momenti più duri c'è Marco Pannella. Di quanto accaduto in Sardegna ancora molto dovrebbe venir fuori; è da studiare anche per le ripercusioni che si sono aperte sul piano bioetico relativamente al rifiuto della terapia nutritiva.

In Umbria abbiamo avuto oltre a me, altri tre medici e tra questi c’è Paolo Catanzaro, che si sono fatti carico della vicenda Nuvoli, nella fase di acquisizione dei dati clinici e nell’analisi della possibilità di intervento. L’incontro con il Presidente dell’Ordine dei Medici mi ha rilevato una realtà controriformistica all’interno dell’Ordine (basta pensare alla mozione per condannare l’Ordine di Cremona) e basta pensare alle “sconcezze” pubblicate sul bollettino dell’Ordine in termini di obiezione di coscienza, testamento biologico e ricerca scientifica. Ci sono gli estremi per una iniziativa seria che mi propongo personalmente di attivare.

Ora abbiamo un caso che è emblematico della burocratizzazione in cui siamo immersi e sul quale vi chiedo di dare fin da ora il vostro contributo.
E’ quanto accade a Giuseppe Pulcini e alla sua famiglia. Affetto da SLA, ha chiesto il computer per comunicare. Ad Agosto ha sperimentato che per lui, che muove appena un piede, è una rinascita, una rivoluzione. E’ Silvana (la figlia di Maddalena) che si è accorta di una rinascita, di un articolo sul Giornale dell’Umbria nei giorni in cui si era insieme a Dicembre. Dopo che Maddalena, ha telefonato alla ditta che produce i comunicatori, ho contattato la famiglia. Poi ho chiamato i responsabili della ASL e l’assessorato alla sanità. Giuseppe aspetta come fosse ossigeno il computer ed ogni giorno che passa è una ferita che fa sempre più male. L’assessore regionale Rosi, ha incontrato oltre 10 giorni fa il Presidente dell’AISLA, Melazzini, ma non si è parlato, da quanto è emerso, del caso specifico. La Regione si è detta pronta a risolvere tutti gli impedimenti burocratici per i pazienti affetti da SLA. L’associazione Coscioni ne è informata. Ieri ho ricevuto una nuova telefonata da casa Pulcini. Ancora niente e si prevedono tempi lunghi. Non si può aspettare, bisogna intervenire e denunciare con forza anche nessun aiuto sta arrivando in termini di assistenza.

A fronte di dichiarazioni, enunciazioni, previsioniA fronte di dichiarazioni, enunciazioni, previsioni anche all'interno del PSR non corrisponde una realtà che vada davvero nella direzione indicata.

Questi ed altri aspetti saranno centrali al Congresso di Salerno dell’Associazione Coscioni . Ho avuto proprio ieri a Spoleto di fare al Senatore Marino il mio augurio di "tener duro" sulla questione testamento biologico.
E abbiamo visto quanti attacchi illiberali arrivano ogni giorno: esempio lampante la falsa questione della moratoria sull’aborto.

Questo è quello che si è riuscito a fare. C'è anche quello su cui però bisogna ancora lavorare. Trovare più metodo per ciò che riguarda la frequenza delle riunioni o meglio la periodicità. Un rilancio sul fronte del "reclutamento" di nuove forze. E la prosecuzione del rapporto con il movimento (previsto anche da una mozione approvata al comitato nazionale).

Molte energie abbiamo investito nel progetto referendario che per noi al momento segna una battuta di arresto nella forme di una piena adesione al comitato, ma che ci sprona a partire con le petizioni sull'anagrafe degli eletti e sulle narcosale.
Per entrambe le iniziative però è importante se si deciderà di procedere, di fare in modo che non siano solo testimonianza ma possano avere riscontri concreti. Il rapporto con Sert e l'allargamento possibilmente a più comuni per quanto riguarda una richiesta sempre maggiore di trasparenza nella amministrazione potrebbero aiutarci in questo.

Come segretario ho comunque deciso di non riproporre la mia candidatura perché innanzitutto ritengo che sia opportuno scambiarci il testimone per rafforzarci, per crescere insieme, facendo sviluppare nuove forze e nuove opportunità. Anche motivi familiari e lavorativi impongono questa scelta. E’ stato un anno, anzi sono stati quindici mesi intensi, intensissimi, vissuti “pericolosamente” e “prudentemente” con passione e per quanto ho potuto constatare, senso di squadra. Anche se con fasi altalenanti di collaborazione dei diversi compagni, il risultato in questa nostra associazione è di non trovarsi mai soli soprattutto nei momenti difficili. Come ha scritto Amato Jhon, siamo una famiglia. Aggiungo, di fatto un po’ sconsacrata. Siamo stati in piena sintonia con chi tra i nostri cittadini in Umbria,subisce ingiustizie, sopraffazioni, non è riconosciuto, è indifeso. Ecco perché siamo stati i primi a chiedere verità per Aldo Bianzino e ci siamo pubblicamente indignati di fronte a quanto accaduto nella vicenda dei ragazzi spoletini (presunti terroristi) arrestati, ecco perchè come un corpo unico siamo al fianco dei corpi sequestrati di Giovanni e Giuseppe. Ecco perché siamo contro chi prende decisioni sulla pelle delle donne. Ecco perché rivendichiamo il diritto alla corretta informazione secondo dettato costituzionale. Nel saluto di Francesco Pullia al nostro Congresso si ricordano le due iniziative, quella sulla moratoria e quella del Satyagraha mondiale per la pace. Progetti ambiziosi, ma che i radicali stanno dimostrando con determinazione di poter portare a termine. L’incontro recente con il Presidente Tippolotti è un ulteriore tappa nella ricerca della legalità, della corretta informazione, della trasparenza delle istituzioni.
Credo che il nuovo segretario, il nuovo tesoriere e la segreteria tutta potranno proseguire con successo nella strada intrapresa, mettendo a punto gli strumenti e fornendo un rinnovato metodo di lavoro. Penso che la scelta di Francesco Pellegrino a prossimo segretario dell’associazione, sentita la sua disponibilità, potrà andare certamente nella direzione auspicata.

Grazie
Tommaso Ciacca

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