sabato 10 novembre 2007

Zaffini, come non perdere mai l'occasione...

Il capogruppo di Alleanza nazionale Franco Zaffini, in visita oggi al carcere di Capanne, ha definito l’Istituto penitenziario attualmente “ben gestito”. Attualmente – scrive in una nota -  non ci sono problemi di soprannumero anche se questi si presenteranno con l’imminente apertura del nuovo braccio, per il quale si prevede il fabbisogno di altri 100 agenti. Nel corso della visita ha anche voluto incontrare l’agente in servizio la notte in cui è morto il detenuto Aldo Bianzino per esprimergli la propria “solidarietà umana e quella del gruppo di Alleanza nazionale”.



(Acs) Perugia, 9 novembre 2007 – “Il carcere di Capanne ha una buona gestione. Ad oggi non ci sono problemi di soprannumero, tanto che la gestione dei turni risulta abbastanza agevole. Ma il problema si presenterà con l’imminente apertura del nuovo braccio, per il quale si prevede il fabbisogno di altri 100 agenti”. Così il capogruppo di Alleanza nazionale Franco Zaffini che oggi ha fatto visita al penitenziario perugino dove ha anche voluto incontrare – come specifica in una nota – l’agente in servizio la notte in cui è morto il detenuto Aldo Bianzino per esprimergli la propria “solidarietà umana e quella del gruppo di Alleanza nazionale”.
Nel corso della visita, accompagnato dal direttore e dal vice comandante dell’Istituto, il capogruppo di An è stato informato che nel carcere ci sono attualmente 210 detenuti, di cui 35 donne, a fronte di un organico di 200 agenti distribuiti nei vari turni.
“I detenuti – fa sapere Zaffini – sono, per il 75 per cento stranieri e per il 55 per cento tossicodipendenti, e la maggior parte di loro non ha neanche i soldi per le sigarette. Sono persone senza un lavoro e spesso è questo il motivo del loro delinquere. La cosa – commenta - dovrebbe far riflettere sulle politiche di integrazione portate avanti senza criterio e senza assicurare la discriminante del lavoro, che dovrebbe essere essenziale per l’ingresso e la permanenza degli stranieri”.
L’esponente del centrodestra, oltre a sottolineare la “buona gestione”
dell’Istituto, informa anche che “a fine dicembre dovrebbe disporre del nuovo centro clinico, realizzato per una capacità di 30 posti. “La direzione – dice – attende con ansia l’apertura del centro perché, finalmente, potranno essere evitati tutti i pericoli causati da un’assistenza sanitaria che non può usufruire di strutture interne.  Attualmente anche per lievi problemi di salute si fa ricorso alle strutture pubbliche”.
Riguardo alla recente “sciagurata morte del detenuto Aldo Bianzino”, Zaffini sottolinea, nella nota, “la serenità con cui l’Istituto sta affrontando tutte le procedure di indagine, fattore positivo che non lascia adito a dubbi sulla serietà del lavoro della polizia penitenziaria.
Credo necessario però – aggiunge – esprimere la completa solidarietà all’agente in servizio quella notte, destinatario di un avviso di garanzia, forse atto dovuto, ma non meritevole di tutto il polverone che è stato alzato soprattutto dai media”.
“La storia di Capanne – commenta - è costellata di episodi problematici le cui conseguenze sono sempre ricadute esclusivamente sull’agente, anello debole della catena del mondo penitenziario. Credo che in questi frangenti – dice - si debba invece lasciare il passo a chi ha la competenza di indagare e attenderne i risultati, evitando la superficialità del giudizio comune ( proveniente anche da esponenti politici della sinistra radicale) e l’isolamento di chi lo subisce. E’
importante – aggiunge - ricordare che nelle carceri non ci sono soltanto i diritti dei detenuti, che per stare dentro hanno evidentemente violato i diritti di qualcun altro. La vita penitenziaria è fatta anche del lavoro di persone che hanno scelto di stare dove pochi vorrebbero lavorare, e che per questo meritano rispetto e considerazione”.
L’esponente di An – è scritto nella nota - richiama anche l’attenzione su un’esigenza già altre volte da egli stesso sottolineata e per cui oggi è stato  “nuovamente sollecitato dalle suore del Gesù Redentore che si occupano del ‘sostegno’ alle detenute e ai loro bambini. Il carcere di Capanne – denuncia – a tutt’oggi non può ancora usufruire di un soddisfacente servizio di trasporto pubblico. Dalle 9 di mattina alle 19 di sera passa un autobus ogni ora, la cui fermata tra l’altro è troppo distante dall’Istituto. I visitatori, gli operatori, chiunque si rechi a Capanne quotidianamente, - fa sapere - spesso con carichi pesanti e con bambini, sono costretti a percorrere la distanza a piedi, un viavai continuo di malcapitati che ha tracciato una vera e propria mulattiera”.
“Non credo – conclude il capogruppo Zaffini –  che per gli efficientissimi e ultramoderni servizi di trasporto pubblico dell’Umbria, sia così difficile trovare il modo di fissare il capolinea davanti all’Istituto e magari aumentare le corse”.  RED/as

1 commento:

  1. E già! Proprio ieri alla manifestazione un operatore televisivo, dopo aver ripreso il nostro striscione "Per la vita del diritto fuori e dentro il carcere. Radicaliperugia.org", mi dimostrava il suo sdegno per questa spregiudicata iniziativa del capogruppo AN.

    Se fossi capace pubblicherei, giustapposto a questo intervento del consigliere regionale, il bell'intervento del segretario del Centro d'Iniziativa Radicale, passato ieri a Radio Radicale all'interno del notiziario pomeridiano di Roberto Spagnoli, assieme alle foto scattate al nostro striscione da Andrea Maori.

    Se fossi capace, visto che in questi giorni ho raccolto diversi articoli sull'inchiesta sul carcere di Capanne(sono già tutti in formato PDF), provvederi a metterli a disposizione degli utenti del sito per eventuali approfondimenti.

    Ma, purtroppo, non sono capace. Resto tuttavia a disposizione.
    A presto,
    Emanuele

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