domenica 15 luglio 2007

Le lunghe giornate di tortura di Giovanni Nuvoli

Maria Isabella Puggioni, Comitato Nazionale Radicali Italiani, isabellapuggioni@tiscali.it

Giovanni Nuvoli non è un Piero Welby e neppure un Luca Coscioni è un uomo semplice, una persona come se ne incontrano tante.
Ma è la prima persona “comune” che decide di fare una battaglia terribile e coraggiosa non per sé, ma per gli altri, per tutti noi.
L’ immane battaglia contro la viltà, l’ipocrisia, la crudeltà, l’ideologia, che nega il diritto, sancito dalla Costituzione, di rifiutare le cure, che vuole imporre con le macchine una vita ormai finita e troppo pesante da sopportare.
Se Giovanni Nuvoli avesse taciuto sicuramente qualcuno lo avrebbe accontentato,qualcuno, in silenzio avrebbe staccato la spina.
Ma Giovanni Nuvoli ha parlato per tutti e quindi non deve essere ascoltato, fa scandalo,non è in sé, è depresso, non è lucido, qualcuno lo manovra.
Ma Giovanni è di una lucidità sconvolgente.
Nulla gli è stato risparmiato:
alla tracheostomia si oppone per giorni, poi una mattina...questa viene praticata;
il ricovero per mesi e mesi nel reparto rianimazione di Sassari, lucido accanto a persone in coma, trattato come loro, solo per 23 ore su 24 con i suoi pensieri, le sue paure;
l’insulto di vedere il cartello, unico suo faticoso mezzo di comunicazione col mondo, buttato sprezzantemente da una parte da medici indifferenti e sprezzanti.
Anni e anni immobile e senza parola, senza speranza di alcun miglioramento. La SLA non perdona.
Solo la morte, pietosa in certi casi, lo può liberare, e questa Giovanni la vuole con decisione implacabile.
Passa le ore interminabile alla ricerca di una soluzione, di una via d’uscita: sciopero delle medicine,conferenze stampa, ma la sua volontà viene continuamente messa in discussione: è depresso, è influenzato dalla moglie, è confuso, non è credibile, il modo con cui comunica non è certo….fanno intendere certi medici e giornalisti, gli “scienza e vita” e tutto il coro dei buoni alle spalle degli altri.
Giovanni si convince allora di due cose: che per ottenere quanto vuole deve evadere dalla rianimazione e tornare a casa e che per tornare a casa deve disporre di un miglior mezzo di comunicazione.
Ottiene il comunicatore vocale,ultimo ritrovato della scienza che miracolosamente trasforma in voce il movimento dei suoi occhi e riesce così a ritornare a casa, ma di certificare la sua volontà, di raccogliere le sue volontà non se ne parla; per i notai il comunicatore non è nell’elenco dei mezzi previsti!
Passano le commissioni parlamentari, passano gli psichiatri, i vescovi, i parroci, ma nulla si muove.
Che fare?
Insieme a Nuvoli, l’associazione Coscioni, che lo segue da mesi, decide di formare un gruppo di medici che lo visiti e ne verifichi le facoltà.
Questo gruppo, con una serie di controlli stabilisce quello che si sapeva, ma nessuno voleva avvallare:
che Nuvoli è in grado di intendere e di volere, è lucido e determinato a richiedere il distacco di quel respiratore che non aveva mai voluto e che si continuava ad imporgli contro la sua volontà.
Il medico anestesista facente parte del gruppo si dichiara disposto ad effettuare il distacco, previa sedazione, perché la morte per soffocamento è brutta e paurosa.
Passa il tempo perché occorrono consensi ripetuti di Giovanni, firme, ancora visite mediche e psichiatriche; l’intervento non è così rapido come Giovanni credeva, la sua speranza vacilla e decide rilasciarsi morire. Rifiuta il cibo.
Siamo a pochi giorni fa.
Terminato tutto l’iter, finalmente arriva il tempo tanto atteso. Giovanni è sereno, quasi felice. Smette il digiuno.
Sabato 8 Luglio viene comunicato al procuratore Piras e al procuratore capo Porqueddu, attraverso i carabinieri di Alghero, che martedì 10 Luglio, alle ore 23, il dottore anestesista, staccherà il ventilatore polmonare e contestualmente praticherà una sedazione tale da impedire a Giovanni di soffrire.
Passano Domenica e Lunedì nel più assoluto silenzio, Giovanni aspetta tranquillo che finalmente il suo diritto al rifiuto delle cure venga rispettato.
Martedì mattina dalla procura di Sassari arriva, sempre attraverso i carabinieri, questo messaggio:

A custodia del pericoloso bandito Giovanni Nuvoli e della sua casa viene disposto un servizio d’ ordine composto nientemeno che dal capitano comandante la compagnia di Alghero, dal maresciallo e da un brigadiere, con l’incarico di impedire in maniera assoluta che l’articolo 32 della Costituzione venga applicato e che il medico anestesista si avvicini a Giovanni se non in presenza dello stesso capitano.
La casa resta sorvegliata sino alla partenza, vivamente e gentilmente consigliata, del medico anestesista, avvenuta ieri mercoledì alle ore 10,30 dall’aeroporto di Alghero.
Resta nella casa il pianto della moglie e dei figli e Giovanni obbligato al soffio ansimante del respiratore dall’arma benemerita dei carabinieri.

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