venerdì 22 dicembre 2006

Di cosa parliamo quando parliamo di Welby

Piergiorgio WelbyEcco, è successo, ieri Piergiorgio è morto.

Confesso di aver innanzitutto pensato ce l’ha fatta, e di essermi vergognato di non aver provato vergogna, pensandolo.

Perché ci possiamo girare intorno quanto vogliamo, ma è andata proprio così.
Per 88 giorni Piergiorgio Welby, ci ha regalato una straordinaria occasione di riflessione, ha sottratto il non detto dalla penombra delle stanze, agli sguardi privati che derivano dall’accettazione dell’ineluttabile.

Ha trasformato, come Luca Coscioni, il proprio dolore in dignità politica, squarciando il velo ipocrita e connivente.
Per tutto questo tempo trascorso dalla lettera al presidente Napoletano, un cittadino del nostro paese ha continuato a chiedere se la sua indicibile sofferenza sarebbe potuta cessare.

Questo macigno che ci ha accompagnato da quasi tre mesi rimarrà profondamente inciso nella mia memoria, una domanda tanto fondamentale quanto semplice.

Il tempo che Piergiorgio ci ha dedicato con la sua battaglia ha costretto l’opinione pubblica a immedesimarsi, a porgersi lo stesso interrogativo, a dibattere, a tentare di allontanare il caso specifico sul quale la politica o la legge, secondo alcuni non può o non deve rispondere.

In questo tempo, dove le parole altisonanti si rincorrono vacue e sprezzanti, può sembrare inopportuno o banale parlare di atto eroico. Eppure, subito dopo aver pensato che sì, ce l’aveva fatta ad andarsene da uomo, Eroe, è stato il secondo pensiero.
Il medico anestesista che l’ha aiutato rispettando e attuando la sua lucida volontà, lo ha prima sedato e poi ha staccato la macchina che gli permetteva di non morire soffocato.

Una sorta di Cristo senza poteri, armato solo di scienza e carità.

Di fronte alla generosità di questi uomini, le accuse di strumentalizzazione, le minacce e le dichiarazioni arroganti diventano lontane, sfocate.

Il giudice parla di vuoto legislativo, il Consiglio superiore di sanità di quadro stabile senza accanimenti, la camera dei deputati boccia la richiesta d’indagine sull’eutanasia, la politica grida allo scandalo e invoca l’azione della magistratura.

Nessuna risposta, nessun come, mai un quando, tutto deve restare com’è, possibilmente senza disturbare, il solo accordo pare riguardare i divieti, di decidere, di sapere.

Vola sopra questo impietoso rumore Piergiorgio, ora sei libero.

Sei stato un gigante.

Grazie, Piergiorgio Welby.

 

 

Ultimo frammento

 

E hai ottenuto che che

volevi da questa vita, nonostante tutto?

Sì.

E cos’è che volevi?

Potermi dire amato, sentirmi

amato sulla terra.

 

Raymon Carter, Il nuovo sentiero per la cascata

 

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