giovedì 22 giugno 2017

Intervento di Andrea Maori all’audizione pubblica presso la Regione Umbria su applicazione legge regionale "farmaci cannabinoidi"

Intervento di Andrea Maori all’audizione pubblica presso la  Terza Commissione Consiliare Permanente Sanità e servizi sociali dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria sull’applicazione della legge regionale 17 aprile 2014 n. 7 “Disposizioni per la somministrazione ad uso terapeutico dei farmaci cannabinoidi”

Esaminando la relazione della Giunta regionale in merito all’applicazione della legge regionale 17 aprile 2014 n. 7 “Disposizioni per la somministrazione ad uso terapeutico dei farmaci cannabinoidi”   emerge che in Umbria sono stati trattati con il farmaco Sativex® 65 pazienti - in cura presso i centri specialistici per il trattamento della sclerosi multipla - e dai dati forniti dai Servizi Farmaceutici delle due Aziende USL, risulta quanto segue: dal 2016 ad oggi, in applicazione della legge regionale 7/2014, sono state allestite preparazioni magistrali a base di cannabis per il trattamento di 37 pazienti, di cui: 27 per Terapia del dolore,  5 per sindrome spastico-distonica, 3 per Cure Palliative, 1 per epilessia farmaco resistente, 1 per emesi da chemioterapia. Di questi, 3 sono deceduti, 9 non sono più in trattamento.

In totale, sono stati acquistati dalle due ASL 1.480 g di Bedrocan e 100 g di Bedrolite, per una spesa complessiva di 15.642 euro (+IVA), che incide in modo trascurabile sull’ammontare complessivo della spesa farmaceutica regionale.
La principale criticità segnalata dai Servizi farmaceutici riguarda soprattutto la complessità delle procedure autorizzative per l’importazione del prodotto (per il completamento di tutta la procedura, mediamente, occorrono circa 40 giorni). La procedura di acquisto tramite i grossisti autorizzati è sicuramente più semplificata, sebbene a fronte del crescente numero di richieste sul territorio nazionale si sono verificate indisponibilità di materia prima che, in alcuni casi, hanno causato ritardi nella continuità terapeutica dei pazienti. Si presume che tali criticità si risolvano con la disponibilità dei prodotti nazionali. 
L’applicazione della legge regionale è quindi, al momento, di modesta portata rispetto all’utilizzo dei farmaci cannabinoidi che hanno la caratteristica di riuscire ad agire in modo efficace su un ventaglio di disturbi molto ampio: spasticità da Sclerosi Multipla, SLA, Morbo di Parkinson, Sindrome de la Tourette, nausea e vomito da chemioterapia, anoressia da AIDS, Alzheimer, Epilessia, Psoriasi, Lupus eritematoso, depressione, stress post-traumatico, fibromalgia sono solo alcune delle patologie che nel mondo vengono curate con farmaci cannabinoidi. Ma la lista è molto più lunga: potremmo citare la corea di Huntington, il morbo di Chron, la sindrome di Giles de la Tourette etc… .
Quindi per migliaia di pazienti la cannabis è un farmaco in grado di migliorare sensibilmente la qualità della propria vita. E’ in grado di lenire dolori cronici e neuropatici sui quali i farmaci tradizionali non hanno effetto, di placare in pochi minuti gli spasmi derivanti da patologie terribili.
Ci limitiamo a sottolineare che per ognuna di queste patologie esiste una vasta letteratura scientifica – confermata dalla realtà dei fatti – che dimostra l’effetto riabilitativo e in alcuni casi anche palliativo della cannabis terapeutica.
In Italia i farmaci a base di cannabis sono ormai legali da oltre 10 anni, ma per i pazienti, categoria di persone che soffrono in silenzio, il cui grido disperato resta spesso un rumore di fondo al quale le istituzioni sembrano rimanere indifferenti, i problemi sembrano non finire mai.
Dal prezzo elevato dei farmaci che comporta spese molto alte per seguire i propri piani terapeutici, alla difficoltà di trovare un medico che prescriva loro questo tipo di farmaco, a tormentare le vite già complicate di migliaia di pazienti segnalo che ultimamente  vi è una carenza di Bediol, una delle varietà di cannabis che importiamo dall’Olanda, e che secondo i produttori durerà fino ad ottobre 2017. 
 Il problema immediato della scomparsa del Bediol potrebbe, intanto, essere risolto per coloro che ne sono assuntori prevedendo che l’FM2 (detto anche simil Bediol) prodotto dall’Istituto militare di Firenze sia fornito ai malati anche in forma granulare e non solo polverizzato come accade oggi anche se segnalo che qualsiasi farmacia italiana può ricevere la cannabis FM2 facendone richiesta con appositi moduli. Non ci sono distinzioni o preferenze o esclusività di sorta.
E’ anche vero che il quadro normativo nazionale non aiuta: con il Decreto del Ministero della Salute 9 novembre 2015, pubblicato nella G.U. n. 279 del 30/11/2015 sono state escluse tutta una serie di sindromi. Il decreto esclude dall’utilizzo dei farmaci cannabinoidi ad esempio l’epilessia, il Parkinson, l’Alzheimer, prevedendo inoltre per le altre malattie curabili via cannabis,l’autorizzazione all’uso solo dopo il fallimento di altre terapie.
Tutto ciò costituisce un ulteriore ostacolo all’accesso del pubblico italiano ai farmaci cannabinoidi e dà un’ulteriore spiegazione del perché nel 2016 solo poche migliaia di italiani siano effettivamente pazienti della cannabis terapeutica – contro quasi un milione di cittadini che avrebbero i requisiti per poter essere sottoposti ai questo tipo di cura.
Un altro ostacolo che i pazienti si trovano ad affrontare è che una larga fetta del corpo medico italiano non è a conoscenza della legislazione italiana sul tema. Numerosi sono i casi di malati che chiedono la prescrizione di medicinali a base di cannabinoidi e che si vedono rispondere in modo incerto e confuso. Anche nella Regione Umbria, agli scriventi, risulta direttamente la presenza di questa difficoltà con il corpo medico.
Infine la questione dell’approvvigionamento dei farmaci: la Giunta stessa nella relazione ha riconosciuto che la Cannabis FM19 non è ancora disponibile e altri farmaci sono disponibili solo da Cannabis bureau olandese.
A fronte di questa situazione segnalo che i farmacisti di Farmagalenica preparano Cannabis Sativa e Indica, da quando è permessa, legalmente, la vendita cannabis in Farmacia (ossia da inizio 2013).
Una situazione del genere comporta un aumento dei disagi per i pazienti: gli attuali costi della cannabis farmaceutica portano le persone ad un bivio: cambiare terapia e affidarsi ai medicinali classici, oppure virare sul mercato nero. Questo comporta il rischio di fornire al paziente un prodotto privo delle certificazioni che si hanno con il medicinale venduto tramite Asl o farmacia galenica e prodotti in centri specializzati nel settore.
Noi chiediamo di individuare gli strumenti attuativi più efficaci di fronte a questo fitto labirinto fatto di disinformazione, burocrazia e fumosità dell’apparato normativo a partire da una campagna di informazione con i soggetti interessati, Pensiamo anche a collegamenti con  la società scientifica di ricercasulla cannabis, la Sirca, di cui è anche presidente. 


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