Lo scorso 11 settembre radicaliperugia.org ha organizzato un
dibattito dal titolo “Contro la violenza omofoba e le discriminazioni
sessuali: subito la legge regionale” che può essere riascoltato sul sito di
Radio Radicale (http://www.radioradicale.it/scheda/452798/contro-la-violenza-omofoba-e-le-descriminazioni-sessuali-subito-la-legge-regionale).
Il dibattito, moderato da Mario Albi (radicaliperugia.org),
ha visto la partecipazione di Giacomo Leonelli (segretario regionale e capogruppo
PD in Assemblea Legislativa, nonché firmatario della proposta di legge), Maria
Pia Serlupini (Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza), Enzo Cucco
(Direzione nazionale associazione radicale “Certi Diritti”) e Roberto Mauri
(Omphalos Arcigay Arcilesbica) ed è stata l’occasione per fare il punto della
situazione sulla proposta di legge regionale del PD “Norme contro le
discriminazioni sessuali e le violenze determinate dall’orientamento sessuale”.
SUBITO L'APPROVAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE
CONTRO L'OMOFOBIA
I consiglieri del PD Chiacchieroni,
Leonelli e Solinas hanno presentato in Consiglio regionale una proposta di
legge contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento
sessuale.
Si tratta di un atto politico importante,
che testimonia la volontà del PD di non lasciare cadere la proposta già
avanzata nella scorsa legislatura dai consiglieri Mariotti, Barberini e
Cintioli.
Nella proposta di legge è delineato un
articolato programma di azioni positive dirette a prevenire e contrastare le
discriminazione e le violenze determinate dall'orientamento sessuale,
coinvolgendo le scuole, il mondo del lavoro, i servizi socio-assistenziali e
socio-sanitari, le istituzioni locali, le associazioni. Altre parti della
proposta riguardano il divieto di discriminazione nell'accesso a servizi
pubblici e privati, la tutela delle famiglie, incluse quelle fondate su vincoli
affettivi, misure di sostegno alle vittime di discriminazioni o violenze, anche
mediante la costituzione di centri anti-violenza, di case rifugio e di altre
strutture di ospitalità temporanea.
E' indubbio che nella società italiana, nel
corso degli anni, sia andata via via crescendo la consapevolezza - come
rilevato dalle indagini demoscopiche - che alle persone LBGT (Lesbiche, Gay, Bisessualie Transgender) siano ancora negati diritti civili
fondamentali.
I cambiamenti che sono avvenuti nella
società italiana in materia di diritti civili, sono il frutto di decenni di
battaglie condotte in primo luogo dai radicali, dai movimenti delle donne, da
quelli degli omosessuali, da altre forze politiche, sociali, culturali,
battaglie che hanno accelerato il processo di maturazione della collettività.
Tuttavia, anche se sono stati fatti passi
avanti, la transizione è tutt’altro che compiuta, come è testimoniato da
frequenti gravi fatti cronaca legati a ignobili episodi di omofobia. C’è dunque
ancora molto strada da fare, per consentire ad ogni persona di vivere la
propria affettività come più gli aggrada, e di manifestare il proprio
orientamento sessuale e la propria identità di genere senza subire
discriminazioni o violenze.
Occorre in primo luogo allineare la nostra
legislazione a quella dei paesi più avanzati; il colpevole ritardo del
Parlamento - per ciò che riguarda la disciplina delle unioni civili anche tra
persone dello stesso sesso, o della estensione delle sanzioni penali vigenti in
materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa alla omofobia e alla
transfobia - pesa purtroppo non poco.
La Regione dell’Umbria non ha competenze in
materia penale, né in materia di unioni civili, riservate al Parlamento, ma il
suo ruolo non è meno importante, vista la centralità che può assumere la sua
azione in tema di prevenzione delle discriminazioni e delle violenze contro le
persone LGBT, tanto più importante in un periodo di crescente presenza di
cittadini stranieri provenienti da paesi fortemente omofobi.
In Umbria, dei circa 900mila abitanti,
quasi 100mila residenti provengono da altre nazioni, da più 150 nazioni. Sono
oltre 37mila le famiglie con capofamiglia straniero, i minorenni superano le
20mila unità, i nati in Italia residenti nella nostra regione sono quasi i
12mila; dati del 2009, approssimati quasi sicuramente per difetto.
I cittadini stranieri che vivono in Umbria,
provengono da parti diversissime del mondo, e la diversità si manifesta in
maniera lampante se si considera il modo con cui negli stati di provenienza
sono trattati gli omosessuali. Ci sono cittadini stranieri residenti che
provengono da paesi in cui la normativa relativa ai diritti delle persone LGBT
è più avanzata rispetto alla nostra, ma molti altri che provengono da paesi che
considerano l’omosessualità illegale, da punire severamente con il carcere, o
addirittura con la pena di morte, anche per lapidazione. La cultura e i
comportamenti omofobi predominanti in molti paesi di origine degli immigrati,
sono il frutto avvelenato dei loro processi storici, di profonde differenze
etiche, religiose, culturali. E', per altro, di tutta evidenza come nei paesi
in cui i diritti degli omosessuali maggiormente tutelati siano maggiormente
tutelate anche la libertà di
espressione, di religione e quelle politiche.
La presenza dei cittadini stranieri in
Umbria, così come nella restante parte del Paese, è quasi sicuramente destinata
a crescere, visti anche i vasti movimenti di migranti che approdano in Italia,
in fuga da guerre, persecuzioni, sterminio.
Di fronte a tali migrazioni epocali è del
tutto inutile, anzi controproducente, alimentare la paura, invocare soluzioni
xenofobe: servono piuttosto politiche di integrazione adeguate, lungimiranti,
che consentano il proficuo inserimento dei cittadini stranieri nel nostro
tessuto sociale, favorendo la rapida acquisizione dei principi cardine che
stanno alla base del nostro vivere civile, in primo luogo la cultura della non
discriminazione verso chiunque.
La legge regionale può essere un volano per
la piena integrazione. Non si tratta infatti soltanto di combattere i
pregiudizi e comportamenti intollerabili posti in essere verso le persone LGBT
da una parte, per fortuna sempre più piccola, di cittadini umbri italiani, ma
anche di impedire che culture, comportamenti fortemente omofobi, acquisiti nei
paesi di provenienza, possano sopravvivere, radicarsi e crescere.
Superare pregiudizi, modi di vedere e
sentire che fanno parte del proprio vissuto, ritenuti giusti perché pienamente
accettati nei paesi in cui si e' cresciuti, o in cui sono cresciuti i genitori,
o i membri della propria rete relazionale, del proprio gruppo etnico o
religioso, non è facile. Si richiede perciò uno sforzo notevole da parte non
solo delle istituzioni, ma di tutte le articolazioni sociali, culturali
presenti sul territorio, chiamate a concertare programmi, azioni concrete per
superare le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale, per
contrastare in modo efficace la violenza omofoba.
La proposta di legge regionale presentata
dai consiglieri del PD, è naturalmente una proposta perfettibile, ma non c’è
dubbio che costituisca un punto di partenza di valore, cui ci auguriamo
vogliano dare il loro fattivo apporto anche le associazioni e i movimenti
durante l’audizione prevista per il 18 settembre in Commissione e le altre
forze politiche presenti in Consiglio sensibili ai temi della lotta alle
discriminazioni, e che si arrivi al più presto alla sua approvazione.
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