Commento di Mario Albi, Radicaliperugia
La legge elettorale approvata dal Consiglio regionale
dell’Umbria costituisce un duro colpo ad un principio fondamentale del nostro
ordinamento democratico: il principio di uguaglianza tra tutti i
cittadini.
Il voto espresso da ogni singolo cittadino potrebbe pesare
in maniera significativamente diversa a seconda della coalizione o partito cui
fosse diretto: peserebbe di più, molto di più, se fosse diretto alla coalizione
o al partito che vincesse le elezioni con pochi voti di scarto, visto l'abnorme
premio di maggioranza in assenza di qualsiasi soglia; peserebbe di più, un po’
di più, se fosse diretto alla coalizione o al partito che risultasse miglior
perdente per pochi voti di scarto sugli altri perdenti, perché contribuirebbe a
far scattare un seggio fuori quota rispetto a quelli riservati alle liste o
partiti perdenti; peserebbe di meno, molto di meno, se fosse diretto alle
coalizioni o ai partiti che risultassero perdenti (anche per pochi soli pochi
voti di scarto), poichè ciascun eletto dovrebbero ottenere una quantità di voti
maggiori rispetto a quelli delle coalizioni o ai partiti che risulteranno
vincenti, o anche dei miglior perdenti.
Insomma un capolavoro di potenziale disuguaglianza
sostanziale rispetto agli effetti prodotti dal voto dei singoli elettori.
La principale giustificazione addotta da chi ha voluto la
legge così come è sta tutta in una parola magica: governabilità; governabilità
che giustificherebbe di per se la compressione del principio di uguaglianza.
Una giustificazione, quella della governabilità, che non
regge: se i cittadini non danno ad una coalizione o forza politica una chiara
maggioranza per governare, vuol dire semplicemente che quella proposta non
incontra il necessario consenso, e se ne deve trarre una conseguenza
elementare: restituire la parola al popolo sovrano. Altro che lambiccarsi il
cervello per evitare di nuovo il giudizio popolare.
La legge elettorale approvata renderà, per di più, possibile
(e temo probabile) un risultato abnorme: una maggioranza in Consiglio regionale
che sarà minoranza tra gli elettori. E tutto questo non aiuterà certo a
ricucire il rapporto tra elettori ed eletti, ne a rafforzare la fiducia nelle
istituzioni e più in generale verso la politica.
La crescente sfiducia nella istituzioni elettive,
testimoniata dal continuo levitare dell’astensionismo, dovrebbe indurre una
classe politica accorta a varare leggi utili per a contrastare questa tendenza.
Invece no. In Umbria (e non solo) si è preferito seguire la strada opposta,
come se tutto questo non comportasse conseguenze sulla tenuta del nostro
sistema democratico.
La legge elettorale approvata contribuirà non poco alla
percezione della nostra istituzione regionale, come cosa sempre più distante,
estranea, da un numero crescente di cittadini. E’ troppo ricordare che se i
cittadini si riconoscono sempre meno nelle istituzioni, le istituzioni
diventano fragili, e alla fine inutili ?
Mario Albi
Radicali Perugia
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