venerdì 10 ottobre 2014

Assemblea legislativa umbra: la proposta di legge elettorale del PD è il solito pasticciaccio partitocratico




Michele Guaitini e Andrea Maori, Radicaliperugia
Amato De Paulis e Leonardo Triulzi, Alternativa Riformista Umbria,
 Luigino Ciotti, Sinistra Anticapitalista Umbria
Componenti del “Comitato per la democrazia in Umbria

Questa mattina è stata presentata alla stampa la proposta di legge elettorale che il PD ha portato all’esame della commissioneregionale per le riforme statutarie.
Tale proposta è, se possibile, peggiorativa rispetto alla già pessima legge elettorale attualmente in vigore approvata a gennaio 2010.
Vengono riproposte pari pari le stesse criticità in materia di basilari principi democratici e di accesso all’elettorato passivo:
-          Disparità di trattamento tra coloro che devono raccogliere le firme e le liste esentate perché già presenti in consiglio o in parlamento;
-          Eccessivo numero di firme da raccogliere, pari a 3 mila. Fa sorridere l’affermazione del presidente della commissione Smacchi quando dichiara di voler andare incontro alle esigenze di tutti riducendone la soglia dalle 3200 attuali. Addirittura una riduzione del 6%! E allora come definire l’aumento del 20% stabilito 5 anni fa?
-          Mancata previsione di una norma transitoria che in sede di prima applicazione preveda un consistente abbattimento del numero di firme da raccogliere in considerazione dello scarsissimo tempo a disposizione per l’organizzazione delle liste e la raccolta stessa, dal momento che nelle più rosee aspettative avremo la legge a metà novembre (lo scorso luglio le stesse persone dissero che sarebbe stata pronta entro il 30 settembre…)
Ma non finisce qui: stavolta questi “statisti de noantri” vanno oltre, riproponendo lo stesso meccanismo sul premio di maggioranza(almeno 11 seggi su 20, pari al 55%) stroncato dalla Corte Costituzionale appena lo scorso gennaio, laddove sentenzia che non può essere assegnato un premio di maggioranza senza che sia stabilita una soglia minima di voti da raggiungere. Cioè, secondo la proposta di legge all’esame, si potrebb earrivare primi anche col 20% o 25% dei voti ottenendo il 55% dei seggi. La suprema Corte ritiene che un siffatto meccanismo, “in quanto combinato con l’assenza di una ragionevole soglia di voti minima per competere all’assegnazione del premio, è pertanto tale da determinare un’alterazione del circuito democratico definito dalla Costituzione, basato sul principio fondamentale di eguaglianza del voto (art. 48, secondo comma, Cost.).


Da parte nostra ci attiveremo in tutte le forme e modi possibili e facciamo appello a tutte le altre forze politiche, presenti e non in Consiglio Regionale, di affiancarci in questa battaglia affinché vengano corrette queste gravi violazioni di democrazia.

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