lunedì 28 luglio 2014

Legge elettorale regionale in Umbria: le tappe di una battaglia politica e giudiziaria. Dossier di Andrea Maori

Innanzittut
Andrea Maori, segretario di radicaliperugia
to voglio ringraziare i consiglieri regionali presenti – in particolare il consigliere Dottorini con il quale condividiamo un percorso di iniziativa politica istituzionale ─ e Luigino Ciotti che, allora come esponente di Sinistra Critica, ci siamo trovati accanto nel 2010-2011 a condurre una battaglia politica contro la legge regionale elettorale.
Per quanto riguarda la legge elettorale, siamo stati protagonisti di una serie di ricorsi contro la legge regionale n. 2 del 4 gennaio 2010, , “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale” che modificava la legge precedente in materia di elezioni regionali. La legge era fortemente discriminatoria nei confronti dei gruppi esterni al consiglio. Infatti ha ridotto il periodo di raccolta firme dai 6 mesi previsti dall’articolo 14 c.3 della legge 21 marzo 1990 n.53 a poco più di un mese, cioè dal 21 gennaio – data di entrata in vigore della legge e primo termine utile per iniziare la raccolta firme - al 26 febbraio – termine ultimo per la presentazione delle liste con il deposito delle firme raccolte corredate dei certificati elettorali; ha esonerato dalla raccolta firme solo alcuni soggetti politici, ovvero tutti quelli che siano espressione di partiti o movimenti costituiti in gruppi consiliari alla data di convocazione dei comizi elettorali o in gruppi parlamentari anche in una sola Camera o che dichiarino il proprio collegamento con partiti o gruppi costituiti in gruppi parlamentari. In tal modo la legge regionale ha violato il principio di eguaglianza (art. 3 Cost.), discriminando alcuni gruppi politici e favorendone altri e l’art. 49 che garantisce che i cittadini possano partecipare democraticamente alla vita politica della Nazione e la normativa internazionale che prevede una stabilità di diritto. Infatti è pacificamente riconosciuto dalla dottrina internazionale il principio per cui le modifiche delle leggi elettorali a meno di un anno dalle competizioni elettorali che saranno chiamate a regolare, costituiscono una violazione del diritto a libere elezioni.
La nuova legge, riducendo i tempi di raccolta firme mentre ne aumentava il numero necessario, ha reso praticamente impossibile ad alcuni gruppi politici presentarsi alle elezioni, date le difficoltà di fatto e di diritto che si oppongono alla raccolta di così tante firme in un così breve lasso di tempo.
Tali difficoltà sono tanto più rilevanti per forze esterne al sistema dei partiti già presenti nelle istituzioni regionali e degli enti locali, che non possono contare su autenticatori del proprio gruppo.
Ci fu quindi una irragionevole previsione normativa che chiedeva –esclusivamente ai gruppi politici esterni al consiglio – per la raccolta firme del 2010, costretta in un mese, il medesimo numero di firme richiesto normalmente in sei mesi
Inoltre la legge regionale non previde alcuna disciplina transitoria, benché la sua approvazione abbia avuto luogo a strettissimo ridosso delle elezioni.
Quindi per le due circoscrizioni ─ Perugia e Terni ─ furono previste 1200 firme autenticate per Terni (aumentate di 200) e 2000 per Perugia (aumentate da 1750).
Contro questa normativa, dopo aver depositato – come Lista Bonino-Pannella ─ circa la metà delle firme necessarie, ci siamo ritrovati insieme a Sinistra Critica a condurre una battaglia comune con ricorsi presentati sia di fronte alle Commissioni elettorali sia di fronte al Tar dell’Umbria. In più noi abbiamo anche presentato una petizione al Parlamento Europeo più per futura memoria per fare in modo che del Caso Umbria se ne abbia traccia a Bruxelles che peraltro. In ogni caso la petizione fu discussa dalla competente commissione parlamentare e poi dichiarata non ammissibile per difetto di competenza.
Il ricorso al Tar presentato il  5 marzo 2010 dall’Avv. Francesco Mangone ebbe come esito il fatto che il presidente del Tar in occasione della udienza fece presente all'avvocato che in caso di sconfitta era possibile condanna alle spese verso la regione (che di solito non passa all'incasso) ma anche nei confronti dei consiglieri che si sarebbero costituiti. Considerando che in questi anni è cambiata la normativa sul processo amministrativo  che rende meno facile la compensazione delle spese che di solito era la prassi rinunciammo ad andare avanti.
A margine della vicenda, all’epoca denunciammo il ritardo dei comuni umbri in ordine all’ attivazione del servizio di posta elettronica certificata (PEC) che rese più onerosa e lenta l’attività di distribuzione dei moduli per ottenere la sottoscrizione dei cittadini; il mancato rispetto, da parte del servizio pubblico radiotelevisivo - dei previsti obblighi di informazione ai cittadini in ordine alla possibilità di sottoscrivere.

Quello che noi chiediamo è che nella nuova legge elettorale, da approvarsi in tempi molto ristretti, vengano previste tutta una serie di salvaguardia per la presentazione delle liste che è normalmente previsto almeno 6 mesi prima dell’indizione dei comizi elettorali: 1) almeno il dimezzamento delle firme previsto considerando la novità della nuova legge; 2) raccolta firme anche attraverso supporto elettronico; 3) Albo degli autenticatori; 4) Massima informazione sul processo elettorale.

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