mercoledì 4 luglio 2012

Escalation overdose in Umbria: Radicali: i dati forniti dai servizi confermano che occorrono nuovi strumenti per la riduzione del danno


23 morti per overdose nel 2011 in Umbria; 178 persone che hanno rischiato di morire per overdose; il 57% dei cittadini deceduti non era noto aiSert; il Sert di Perugia è passato in 15 anni da 450 a 780 utenti (fonte:relazione dell’Assessorato regionale Sanità al Consiglio Regionaledell’Umbria).


Mario Staderini (SegretarioRadicali Italiani) e Liliana Chiaramello (Presidente Radicali Perugia):

Un’overdose mortale ogni 15 giorni; un’overdose non mortale ogni duegiorni. I dati che ci arrivano dall’Umbria confermano che la regione è unconsolidato crocevia del rigoglioso traffico di stupefacenti, garantito dallalegge proibizionista; ai profitti per le narcomafie fanno da contraltare irischi sanitari per i cittadini tossicodipendenti e i problemi di sicurezza pertutti coloro che vivono nei quartieri luogo di spaccio.
 E’ ora di mettere in campo nuovi strumenti per ridurre il danno allepersone. Il Dott. Marcello Catanelli, dirigente del servizio regionale“Programmazione socio sanitaria”, ha dichiarato ai consiglieri regionali umbriche “ci vuole una strategia di prossimità, con servizi e puntidi riferimento che facciano da antidoto per la mortalità e la diffusione dimalattie infettive anche se non sono in grado di contrastare la dipendenza”.Noi radicali pensiamo che tali servizi e punti di riferimento siano,innanzitutto, narcosale (a Perugia e Terni) dove i cittadini tossicodipenentipossano assumere le sostanze comprate al mercato nero criminale in condizioniigienico-sanitarie decorose e sotto controllo medico; e siano anche camperattrezzati per il “pill test”, l’analisi legale, veloce e gratuita delle droghesintetiche, per verificarne la reale composizione, a tutela dei consumatori.
I radicali di Perugia stannoraccogliendo firme dei cittadini anche per questo e Radicali Italiani halanciato una petizione nazionale anche per questo.
Chiediamo al Consiglio Regionaledi non archiviare, come è successo per gli anni precedenti, i dati e leproposte che vengono dall’Assessorato Sanità ma di interagire con gli ufficiregionali e gli operatori sanitari per incardinare nuovi strumenti per tutelarela vita dei cittadini tossicodipendenti e per aumentare la sicurezza e lavivibilità delle città umbre.”.

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